Titolo:
Confronto all'alba
Fandom:
Merlin
Pairing/Personaggi:
Merlin (Merthur implicito), Gaius
Rating:
Pg
Charapter: 1/1
Beta:
thalia
Words:
1056 (FidiPa)
Genere:
commedia, romantico
Warning:
slash implicito, fluff
Summary:
Rientrando a casa, Merlin scoprì che Gaius lo stava aspettando
Note: la
storia partecipa al Fluffathlon di
fanfic_italia
e credo ci rientri per il rotto della cuffia. Se così non è ditemelo che tolgo
la tag. Devo ringraziare thalia per il betaggio e
Samek per
la rilettura in anteprima, perché sono un'insicura di dimensioni abnormi.
Edit:
Questa storia ha almeno due anni (ed è infatti ambientata poco dopo la fine
della s1), ma non so perché non l'avevo mai postata qui - né lei né le altre
Merthur - quindi eccomi qui. Credo ne posterò una al giorno - sempre che non me
ne dimentichi /o
DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Arthur, ma no, né lui né nessun altro mi
appartiene .__. Neanche Merlin, no *sigh*
La porta si chiuse con uno scatto leggero e un’ombra avanzò nella stanza.
-Merlin?-
Il giovane mago si irrigidì nell’atto di posare il piede a terra e si voltò verso la brandina con un espressione colpevole in viso.
-Scusa, ti ho svegliato?-
Gaius si alzò a sedere stancamente e ignorò le sue parole chiedendo -Che ora è?-
-L’alba, ormai.-
L’anziano sospirò passandosi le mani sugli occhi stanchi e sospirò.
-Bene, allora io andrei a...-
-Siediti, Merlin.-
Il piede del giovane si fermò nuovamente prima di toccare il pavimento -Ma veramente io...-
-Ho detto siediti.-
Questa volta le parole furono seguite dalle mani del vecchio medico che spostarono la sedia dal tavolo come un invito ad accomodarsi. Merlin sospirò, chinò il capo e si sedette.
Le prime volte Merlin aveva chiesto -Che cos’ho fatto?-, poi con il tempo era diventato -Che cos’ho fatto stavolta?- mentre ora semplicemente taceva, senza neanche fingere di non sapere perché fossero seduti al tavolo all’alba.
Gaius preparò una rapida colazione con avena e latte fresco e gliela mise sotto il naso. D’istinto Merlin cominciò a mangiare. Dopotutto era ora di colazione.
Mangiarono in silenzio, ognuno concentrato sulla propria scodella, o almeno fingendo di esserlo. Quando ormai non c’era più nulla dietro cui nascondersi, Gaius sospirò.
-Merlin, credo sia arrivato il momento per una... chiacchierata molto importante.-
Il ragazzo lo guardò confuso -Una chiacchierata?-
-Sì. Vedi, c’è un momento nella vita di ogni uomo, in cui l’istinto prende il sopravvento e si tende a pensare con... altre parti anatomiche che non siano questa.- Si toccò appena la tempia con l’indice grinzoso.
-Gaius? Cosa stai cercando di dirmi?- Merlin era turbato e confuso e anche troppo stanco per stare dietro al tergiversare dell’anziano medico.
Questi sospirò. -Merlino, dove sei stato tutta la notte?-
Merlin si irrigidì, arrossì e distolse lo sguardo, ma non rispose subito.
-Ecco io... uhm, sono stato... ho... ehm...- balbettò cercando di non incontrare gli occhi stanchi dell’altro.
-E quella prima? E quella prima ancora?-
A quel punto il giovane mago si zittì e incassò la testa nelle spalle.
-Sei rimasto sveglio per tutta la settimana?- chiese in un borbottio imbarazzato.
Gaius sorrise. -Temo di sì.-
-Mi dispiace. Non credevo ti preoccupassi.-
Il sospiro del medico di corte fu lungo e grave, quasi di delusione.
-Credevo di averti già detto che ti considero come un figlio.-
-Sì, certo.- Gli rispose prontamente Merlin, ricordando perfettamente il momento in cui glielo aveva detto ed il moto di affetto totalitario che era scaturito nel suo cuore -E ricordo anche di averti detto che ti considero e ti amo come un padre.-
Gaius sorrise. -E questo mi rende immensamente felice. Ma allora perché dici che non credevi mi sarei preoccupato? I padri si preoccupano sempre per i figli, soprattutto per quelli più scapestrati!- E gli fece l’occhiolino facendolo sorridere imbarazzato.
-Merlin- sospirò -Non ti chiederò chi è, non sono affari miei, ma cerca solo di ricordarti che ad ogni azione corrisponde una reazione e se... sei giovane e fertile... può capitare che...-
Merlin sbarrò gli occhi e sentì le guance accendersi per l’imbarazzo. -Gaius!- lo pregò di fermarsi, ma quello alzò una mano.
-Ti prego, Merlin,- Lo interruppe con un borbottio, abbassando lo sguardo sul tavolo per un attimo -È difficile per me tanto quanto lo è per te, ma sento che è necessario...-
-Ma...-
-Merlin! La smetti di interrompermi?!- sbottò all’ennesimo ma del mago.
-Mi dispiace- si scusò quello -Ma ti posso assicurare che non ce n’è bisogno!-
-Ragazzo, sono vecchio, non stupido! Lo so bene perché ti intrattieni fuori di casa fino all’alba! L’ho fatto anche io a mio tempo, che credi?-
Merlin ingoiò una risata e si affrettò a spiegare. -Ci credo! Ci credo, solo che... Gaius, ti posso garantire che... la mia fertilità non porterà ad alcun effetto indesiderato.- disse lentamente con uno sguardo eloquente. Gaius corrucciò le folte sopracciglia grigie.
-Ma com’è possibile? Voi non?-
-Oh sì, noi...- Agitò la mano in un gesto vago -Ma no, non è fisicamente possibile. Non lo sarebbe in alcun modo o circostanza.-
-Merlin,- Lo pregò Gaius -Ti prego, spiegati. Stai mandando in confusione un povero vecchio!-
Il giovane sorrise divertito -Tu sei vecchio solo quando ti fa comodo.-
-Oh sta’ zitto e rispondi!- sbottò Gaius facendolo ridere e poi arrossire quando si rese conto che diceva sul serio.
-Uhm, Gaius... io non credo sia il caso, davvero.- provò Merlin, ma una sola occhiataccia del medico lo fece desistere dal provare al convincerlo a lasciar stare. Spostò lo sguardo sulla finestra e si concentrò sul rosa pallido dell’alba che piano andava scurendosi insieme con il sorgere del sole. Non seppe per quanto non parlò, cercando il coraggio di fare una confessione tanto importante e difficile, ma per tutto il tempo Gaius aspettò e lui gliene fu immensamente grato.
-La persona con cui... che amo è... non è una donna...- confessò smozzicando le parole una ad una e sentendo le guance arrossarsi sempre di più, costringendo per i suoi occhi a cercare quelli dell’altro. Gaius lo guardava con gli occhi sgranati e non parlava, gettando Merlino nello sconforto di aver deluso l’unico padre che il destino gli avesse donato. Sospirò e distolse lo sguardo, stirando le labbra in una linea triste e dolorosa.
Gaius si alzò e sospirò quasi insieme a lui. Ora capiva perfettamente le parole sibilline del Drago e cosa intendesse con il loro destino o due facce della stessa medaglia. Aggirò il tavolo e poggiò una mano sulla spalla del suo giovane pupillo regalandogli un sorriso mite.
-Avete una strada difficile davanti a voi, Merlin, ma insieme vincerete ogni battaglia, ne sono certo.-
Poi si allontanò verso il mobile dove teneva gli unguenti e i vari medicinali, lasciando un Merlin basito a fissargli la schiena.
-Aspetta! Tu... hai capito di chi stavo parlando?-
Gaius neanche si voltò a fulminarlo o interruppe quello che stava facendo.
-Te lo ripeto, ragazzo, sono vecchio non stupido!- Prese due boccette uguali e gliele lanciò tra le mani una alla volta. -E adesso bevi una di quelle e porta l’altra ad Arthur. Se volete continuare con questi ritmi avrete bisogno dei miei ricostituenti!-
Merlin divenne una vampa di fuoco ma non obbiettò e anzi scoppiò a ridere prima di stappare una fiala e mandarne giù il contenuto, ringraziando chi di dovere di avere un padre come Gaius.
Fine.