You
Could be Happy! I loved Her First.
Quante
volte hai detto mi dispiace Spirit? Ormai non le conto più.
Eppure ti sarebbe bastato così poco per poter essere felice.
Tenti sempre di
rimediare ai tuoi errori, ma nessuna di loro ti crede, a cominciare da
Kami,
che ti ha lasciato ed è scappata
via
chissà dove. Tua figlia nemmeno ti
considera un padre. Ti basterebbe loro dimostrare che il tuo pentimento
è
sincero.
Stein
a volte sa essere un pozzo di saggezza, eppure lui non sa niente
né dell’amore e né
dell’essere padre. In passato ho commesso degli errori, ma
adesso che di tempo ne è passato e che Maka è
cresciuta, forse avrò un’altra
occasione. Per questo ti scrivo questa lettera.
La
nostra figliola oramai, non è più una bambina, di
anni ne ha
diciannove e presto ne compirà venti. Di problemi ne ha
avuti, ma ora li ha
superati, l’odio per gl’uomini, la paura
dell’abbandono e il rancore nei miei
confronti. Il nostro rapporto non è più
idilliaco, come quando era piccola e
lei dichiarava di essere fiera che fossi padre, ma nemmeno come quando
aveva
quattordici anni e mi odiava con tutto il suo cuore. Adesso lei non mi
ama e
non mi odia, semplicemente mi ha accettato nella sua vita e sta
cercando di
cambiare, così come sto cercando di fare anche io.
Oh
Kami! Quanto vorrei poterti dire che nessuna donna potrà mai
prendere il tuo
posto dentro la mia anima. Se sono arrivato fin qui è solo
merito tuo. Spero
che un giorno mi concederai l’occasione di ricominciare, non
tanto per me,
quanto per la nostra bambina. Ho la sensazione che presto
smetterà di essere
tale. Per me resterà sempre la mia piccolina. Tanti sono
stati gli errori che
ho commesso, ma alla fine penso sempre che l’unica cosa
giusta della mia vita
sia stata tu. Forse se fossi rimasta qui, tante cose non sarebbero
avvenute.
C’è stato un periodo in cui ho sperato che Maka s’innamorasse di Kid, il figlio di Shinigami e sposasse lui. Effettivamente si sono
amati
per un po’ ma alla fine lei lo ha lasciato. Sapevo che
sarebbe
successo, in fondo si tratta pur sempre del figlio di mia sorella.
Adesso lei
sta con quel teppista dai capelli bianchi e gli occhi rossi come i
demoni.
Vorrei oppormi, ma non lo faccio, perché so che lei
è felice e questo mi basta,
mi piacerebbe dire che la sua felicità è la mia,
ma non è così. Per essere
davvero felice, mi basterebbe poter ricominciare da capo anche con te,
che sei
stata l’unico amore della mia vota. Ti suoneranno come parole
al vento, false
ed inutili, eppure è la pura verità. So di essere
stato un verme e non lo nego,
ma vorrei per il bene di nostra figlia ricominciare, colla speranza di
essere
felici insieme e di regalarle quella serenità, che mai ha
avuto in vita sua, se
non con quel tipo.
Ti
amo Kami, non smetterò mai di ripeterlo, se solo tu tornassi
da me
allora la vita varrebbe davvero la pena di essere vissuta. So di aver
tardato
ed atteso troppo, prima di dirtelo e ho la consapevolezza di aver
commesso
troppi sbagli, ma il perdono è umano e se in vita tua mi hai
mai amato e mai
hai amato quella figlia che hai abbandonato e nonostante tutto ti ama,
più di
quanto amerà mai me, che le sono sempre stato accanto, torna
a Death City.
E
con questo concludo dicendo che qualunque sarà la risposta,
io non mi
arrenderò e pregherò che tu possa tornare da me e
da Maka.
Tuo
per sempre e follemente innamorato, dopo ancora quasi
vent’anni
dalla nascita della nostra bimba, Spirit Albarn.
Dopo aver scritto questa struggente lettera Spirit, il giorno prima del matrimonio della migliore amica di sua figlia, imbucò la lettera, colla speranza che entro due mesi, il tempo restante prima delle nozze della figlia adorata, lei gli rispondesse. In quella lettera aveva comunicato alla sua ex-moglie,una notizia, che nessuno conosceva eccetto lui. Infatti la sera precedente, il suo futuro genero. Soul Eater, lo aveva soprpreso compiendo un gesto che lo aveva sopreso.
Quello strano ragzzo
dai capelli bianchi e gl'occhi rossi, si era recato in casa sua per
chiedergli una cosa che lo aveva sorpreso: "Senta, signor Albarn,
vorrei chiederle una cosa molto importante. Vorrei il suo consenso, per
chiedere a Maka di sposarmi. Se dovesse accettare, il matrimonio
avvrebbe entro due mesi, così da permetterle di completare
gli studi e prendere il posto della professoressa Marie, che
è incinta. La pregherei di darmi il suo consenso,
perché io amo molto sua figlia!". Per il bene di sua figlia,
gl'aveva dato il suo consenso, perché alla fine aveva
imparato a fidarsi di quello strano ragazzo.
Il
mattino seguente il sole splendeva più che mai su Death City
e precisamente,
sulla finestra di una stanza della DWMA, dove un giovane dai capelli
azzurri
come il cielo e gl’occhi verde menta, sorrideva come mai
prima, sentendosi più
grande di un Dio, non perché avesse ottenuto
chissà quale grande forza
personale, ma perché avrebbe sposato la donna più
bella dell’intero universo,
la sua camelia. Qualche anno prima avrebbe urlato al mondo, che
chiunque gli
fosse capitato a tiro, avrebbe dovuto inchinarsi alla sua divina
presenza e a quella
della sua magnifica donna. Il giovane dai capelli celesti, comprese
che, se non
si fosse reso conto di ferire col suo egocentrismo l’amata,
probabilmente lei
non lo avrebbe mai amato e tantomeno l’avrebbe sposato.
Black*Star
ignorava quanto Tsubaki adorasse quelle sue manie da Dio,
perché troppo forte
era quel sentimento, che in tanti anni aveva custodito nel suo cuore,
fin
quando lui non lo aveva scoperto. Adesso Black*Star gioiva
perché a mezzodì
avrebbe finalmente rivisto la sua amata dopo un mese di separazione e
qualche
incontro fugace e baci segreti scambiati in uno sgabuzzino nella
scuola.
Finalmente
Tsubaki sarebbe diventata sua e di nessun altro, per sempre. Quella
felicità a
cui tanto aveva aspirato, si sarebbe realizzata nel momento in cui
avrebbe
sigillato con un bacio, tutt’altro che candido, la promessa
che si accingeva a
farle. Proteggerla fino all’eternità e amarla
senza riserve, perché quello era
il suo desiderio più grande, vederla sorridere per la
felicità.
Negl’ultimi
tempi immaginava spesso come sarebbe stata vedere la sua amata
diventare madre.
Certamente avrebbe assistito ad uno spettacolo incantevole,
poiché pensava a
quella dolcezza, che sin dal loro primo incontro, si era premurata di
riservargli, e che avrebbe poi donato al loro bambino. Black*Star
sognava di
poter provare quanto prima l’emozione di essere padre e
condividerne gioie e
dolori con la sua Tsubaki. Desiderava diventare genitore, per poter
riuscire
dove i suoi avevano fallito, allevare un figlio, nonostante i numerosi
difetti
e dargli una vita serena.
In
una piccola dimora in stile Giapponese, il sole illuminava una modesta
camera
da letto color pesca, dove al centro dominava un letto matrimoniale
finemente
decorato. La stanza era arredata in modo molto semplice, con una
scrivania e
due piccole poltroncine, un immenso armadio di legno chiaro, che
conteneva il
guardaroba, suo e del suo compagno. Inoltre vi era di fronte al lato
sinistro
del letto, una magnifica toilette, dove una giovane dai lunghi capelli
neri e
gl’occhi blu come il mare, si specchiava sorridente. Era il
suo grande giorno.
A mezzogiorno il suo sogno d’amore si sarebbe realizzato,
avrebbe finalmente
sposato quello sciocchino del suo Black*Star. Dopo tre anni di
convivenza, lui
le aveva chiesto di sposarla.
In
quel momento ripensava al giorno in cui le aveva dichiarato il suo
amore. Tutto
era cominciato il giorno dei festeggiamenti, per la sua faticosa
trasformazione
in Death Scythe, durante la quale Lord Shinigami le aveva proposto di
prendere
il posto di Azusa Yumi. La proposta era molto allettante, ma la giovane
non era
molto propensa a voler accettare, perché le doleva essere
costretta a dover
lasciare il suo amato meister.
Aveva
deciso di approfittare della festa per parlare a Black*Star della
proposta
fattale dal Dio della Morte, ma lui l’aveva stupita,
chiedendole di seguirlo,
poiché doveva riferirle qualcosa di molto importante. Si
erano rifugiati sulla
terrazza in camera di Patty, il luogo perfetto per non essere
disturbati,
poiché gl’unici che avrebbero assistito alla
conversazione sarebbero stati
ottantotto giraffe di peluche disposti in maniera perfettamente
simmetrica.
Tsubaki
era stata la prima a parlare: “Ascolta Black*Star, devo
parlarti di una
questione importante. Il padre di Kid, mi ha fatto una proposta di
lavoro,
chiedendomi di sostituire Azusa, io non sono certa di ciò
che voglio. Se io
partissi tu cosa faresti?”. L’azzurro era rimasto
spiazzato dalla domanda che
lei gl’aveva posto. Si prese un paio di minuti per
riflettere, atto che
sorprese lui stesso, oltre che la compagna. Poi le rispose in modo
deciso: “Io
non voglio costringerti a rinunciare ad
un’opportunità, che potrebbe renderti
felice. Però è anche vero, che se tu te ne
andassi, io ne soffrirei moltissimo.
Vorrei dirti di partire per dimostrare quanto sei forte, ma sai come
sono
fatto. Io sono un egoista, perciò ti chiedo di restare qui
con me. Se resterai,
dovrai farlo ad una condizione. Saresti disposta a stare al mio fianco,
come
compagna di un Dio? Per compagna, non intendo partner, intendo come
donna.”
Detto questo senza lasciare a Tsubaki di formulare una risposta, si
avventò sulle
sue labbra, senza fiatare, lasciando la camelia a dir poco sconvolta,
però
inaspettatamente, la ragazza ricambiò il bacio.
Nessuno
avrebbe mai scommesso un cent su di loro, eppure in quella mattina
d’inizio
primavera la dolce Tsubaki, si preparava ad affrontare l’orda
inferocita,
composta dalle sue amiche che presto le avrebbero invaso la casa.
Una
sposa normale sicuramente si sarebbe rifiutata di accogliere tanto
trambusto in
casa, nel giorno delle sue nozze. Non era assolutamente il caso di
Tsubaki. Lei
è sempre stata paziente, dolce ed accondiscendente. Ha
sempre creduto di non
valere niente, fin quando non incontrò Black*Star, che per
primo scoprì il
grande valore di quella splendida fanciulla, che solo molti anni dopo
sarebbe
divenuta la sua fidanzata.
La
bella Camelia Giapponese, accolse con gioia le sue amiche in casa, che
avevano
il compito di renderla ancor più bella di quanto non fosse.
La mattinata
trascorse allegra e serena. Liz si occupò del trucco e della
scelta
dell’acconciatura della sposa, che fu eseguita poi da Maka e
Patty, che
l’aiutarono anche ad indossare lo splendido abito da sposa, i
gioielli ed
infine il magnifico velo, che le avrebbe coperto, coda alta, ma anche
il volto.
Le
tre ragazze ammirarono per diversi minuti la splendida sposa.
L’abito metteva
in risalto le forme generose, ma non eccessive della ragazza. Liz si
congratulò
con la sorella minore e l’amica, per l’ottimo
lavoro svolto. Tsubaki era
davvero una sposa perfetta, sembrava un angelo sceso in terra. Maka
immaginò
che a Black*Star sarebbe venuto un colpo, non appena avesse incontrato
lo
sguardo dell’amata compagna, prima dell’inizio
della cerimonia. Patty gioiva,
per la felicità della sorella e delle amiche, sperando che
un giorno fosse
toccato anche alla sua Onee-chan, mettersi un abito del genere.
Patricia
Thompson non aveva mai preso in considerazione l’idea di
sposarsi, a differenza
della maggiore che coltivava quel sogno sin da bambina, ma che poi
aveva accantonato
per crescere prima del tempo ed occuparsi della sorellina minore.
Quest’ultima
invece si godeva ancora quell’infanzia che le era stata
sottratta, difatti era
sempre spensierata e giocherellona, ma dietro quella facciata si
nascondeva una
ragazza colma di dubbi e di incertezze, a cui bastava per essere felice
che
anche la sorella lo fosse. Eppure negl’ultimi tempi si era
sentita diversa,
come incompleta, ma si era detta che le sarebbe passata. Nonostante
tutto, si
era decisa a gioire per la sua amica del cuore, che finalmente sarebbe
stata
felice.
L’abito
era davvero perfetto addosso alla mora, aveva davvero fatto la scelta
giusta a
comprare quell’abito così semplice, che era poi
riuscita a trasformare in un
capolavoro. Ci avevano impiegato mesi lei Maka e Liz a trovare un abito
che le
calzasse a pennello. E pensare che la bella Camelia inizialmente aveva
espresso
il desiderio di sposarsi indossando una semplice yukata, ma la maggiore
delle
Thompson aveva scartato immediatamente quell’ipotesi.
Erano
riuscite persino a farle indossare qualcosa di sexy, per la sua festa
di
fidanzamento simmetrica, organizzata da Kid. Quando l’aveva
vista inizialmente
il suo cuore aveva sussultato. Poi osservandola meglio, con indosso
quel
semplice abito blu, con una generosa scollatura, che lasciava
intravedere il
decolté, che non veniva messo così tanto in
mostra come in quell’occasione, era
svenuto, provocando una fragorosa risata ai suoi migliori amici. Non
appena
ripresosi, aveva analizzato la visione d’insieme, notando che
l’abito era molto
corto per gli standard della sua fidanzata, aveva notato quelle
splendide gambe
lunghe e morbide, aveva rischiato di perdere seriamente il controllo.
Il busto era fasciato da uno
splendido
corpetto color avorio, decorato con fili d’oro e petali di
camelia bianchi,
inseriti sotto il rivestimento di tulle e pizzo che lo ricorpriva. Tra
il
corpetto e la gonna, vi era una magnifica cintura dorata con al centro
una
splendida stella nera. La gonna era di seta bianca, ricoperta da uno
spesso
strato di tulle dello stesso colore, che richiamava quello che
ricopriva il
corpetto, che lasciava le spalle ed una piccola porzione di schiena
nude, che
in seguito erano state coperte da un piccolo copri spalle dello steso colore del
corpetto. Sotto il
meraviglioso abito, indossava un semplice paio di decolté
bianche, con un tacco
non troppo alto. Il velo era di seta bianca, che copriva tutta la
chioma, che
era stata decorata con petali di camelia rossi. Al collo un ciondolo
d’argento
con una magnifica stella nera, incastonata dentro uno splendido cuore,
inoltre
le sue amiche le avevano donato un paio di splendidi orecchini
pendenti, con
all’estremo una stella nera ciascuno ed anche il magnifico
anello di
fidanzamento donatole da Black*Star.
Liz
le aveva truccato gli occhi con uno splendido ombretto argentato, che
metteva
in risalto il blu delle iridi, le ciglia ricoperte di mascara nero,
erano
ancora più lunghe del solito, le labbra erano di un rosa
chiaro che dava luce
al volto leggermente colorato. La maggiore delle Thompson era stata
davvero
eccellente come truccatrice.
Maka,
con l’aiuto di Patty, aveva tramutato la splendida cascata
corvina dell’amica,
in turbine di magnifici boccoli, che le arrivavano quasi al bacino e li
aveva
decorati inserendovi dei petali di camelia rossi e dei brillantini. Poi
aveva
tirato indietro alcune ciocche di capelli e li aveva raccolti in una
mezza
coda, lasciando però dinnanzi al viso un paio di riccioli, a
mo’ di cornice.
C’era voluto parecchio tempo, ma alla fine il risultato era
stato
straordinario.
Nel
frattempo in casa Albarn-Evans, era in atto un vero putiferio. Soul
Eater
Evans, non aveva mai ritenuto così tanto fastidiosa, come in
quell’occasione la
presenza di Death the Kid, il quale da circa due ore si lamentava
dell’asimmetria dell’appartamento e del suo amico
Black*Star, il quale nella
sua somma stupidità, aveva proposto ai compagni di giocare
una partita a
basket, prima di prepararsi.
Soul
e Kid avrebbero preferito di gran lunga rifiutare la proposta
dell’amico, ma
lui aveva ben pensato ad un modo per costringerli ad assecondarli. Una scommessa. Se Soul
avesse perso contro
Kid, lui avrebbe dovuto chiedere a Maka di sposarlo, alla festa dopo le
nozze.
Se Kid avesse perso, la sua camera sarebbe diventata il regno di
Black*Star. Se
quest’ultimo avesse perso, avrebbe dovuto mostrare in
pubblico il tatuaggio col
nome di Tsubaki, che aveva dietro la schiena.
A
perdere era stato Soul, il quale si vide costretto a prenotare un
tavolo per la
sera successiva nel ristorante più costoso della
città, poi dovette prenotare
una saletta privata per poter suonare davanti alla sua bella e dopo
ciò le
avrebbe chiesto di sposarlo. Kid e Black*Star, sapevano che Maka era un
po’ reticente
all’idea di sposarsi e quindi sapevano che per il loro amico
non sarebbe stata
una serata tranquilla. Di certo non si aspettavano che in casa
Star-Nakatsukasa, Maka avesse confessato alle amiche di voler sposare
Soul e di
essere disposta a chiederglielo lei per prima.
Alla
fine i tre amici erano finiti misteriosamente in casa di Kid, ovvero a
Gallow
Mansion, dove usufruirono entrambi dei due immensi bagni del giovane,
anche se
quello dove il futuro sposo era capitato era quello di Liz e Patty. Ci
impiegarono
circa un’ora per prepararsi al meglio, specialmente Kid, il
quale aveva scelto
un completo perfettamente simmetrico ed aveva tentato, con successo, di
porre
rimedio alla sciatteria dello stellino, trasformandolo in un vero
principe
azzurro.
Angolo Dediche: Allora questo capitolo è dedicato in primis al mio trio di autrici del cuore, Kiddina, Blackkina e Soulina. Poi a Veirdiana500, che tanto adora Black*Star, a Juliet_Albarn, mia musa ispiratrice, a MakaXD e Liz Thompson, a Miky4ever e a Maka96 ed a tutte le Admin della pagina facebook di Soul Eater. Ovviamente il capitolo è dedicato a tutti quelli che guardano leggono e recensiscono anche le altre mie storie. Bacioni malatini e giraffosi dalla vostra Black Nana.