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Autore: Roxanne Potter    08/11/2011    2 recensioni
Una nuova generazione vale a dire anche un nuovo scrigno di personaggi, tra i quali possono nascere le più varie storie d'amore. Prendiamone quattro a caso, allora, quattro personaggi che possano formare due coppie, e divertiamoci a scoprire il rapporto tra di loro.
Due cugini legati da un sentimento proibito.
Una bambina vittima di una semplice ma intensa cotta.
Albus Severus Potter e Roxanne Weasley.
Lily Luna Potter e Frank Paciock.
Lasciamo correre la fantasia, nell'inventare delle storie su di loro. Divertiamoci a scoprire cosa potrebbe accadere tra Albus e Roxanne, tra Lily e Frank.
[Questa storia si è classificata prima al contest "The New Weasley Family" indetto da GraGra96 sul forum di Efp."]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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-Ma che bei bambini.- cinguettò Melly Hoprick, gli occhi che scorrevano adoranti sui visi di Albus Potter e Rose Weasley. -Quanti anni hanno?
-Otto.- rispose Harry. -Hanno appena qualche mese di differenza e sono sempre stati legati, fin da piccoli.
Albus si chiese perché gli adulti considerassero i bambini dei pupazzetti incapaci di parlare per conto loro. Trattenne uno sbuffo, mentre fissava svogliato il budino nel suo piatto: non gli piaceva quando i suoi genitori e i suoi zii, Ron e Hermione, organizzavano quelle cene di famiglia con i loro colleghi del Ministero.
-Oh, conosco bene i legami tra cugini.- rise scioccamente Melly. -Io e la mia da piccole non facevamo che frequentarci, eravamo inseparabili! Sempre le cose insieme, facevamo...
E a noi che frega?, pensava annoiato Albus.
-Se non sbaglio, piccolo, tu hai molti cugini. Vero?
Piccolo a chi, megera?
Albus fissò la faccia rotonda della donna e annuì, con un sorriso forzato.
-Sì.
-E Rose è la tua preferita?
-No.
Arrossì davanti agli sguardi sorpresi dei genitori e degli zii, quelli curiosi di Melly e del suo grasso marito e quello sdegnato di Rose.
-Davvero?- disse la donna. -E chi sarebbe la tua preferita, allora?
-Ecco...
Perché tutti dovevano guardarlo in quel modo? Cercò di ignorare l'occhiataccia di Rose, mentre rispondeva: -Ce n'è una che si chiama... Roxanne...
-La figlia di mio fratello George.- sorrise Ginny. -Praticamente abbiamo un quartetto in famiglia: Albus, Roxanne, Rose e Louis, un altro cugino. Quando si incontrano giocano sempre insieme.
-Capisco.- disse Melly, con un largo sorriso. -Quindi tutti e tre sono i tuoi preferiti, Albus caro?
-Sì, infatti. Era questo che intendevo.- rispose lui, trattenendo l'istinto di eseguire una magia volontaria: sollevare la brocca piena e rovesciare tutta l'acqua sulla perfetta acconciatura bruna e riccia della donna.
Lanciò un'occhiata fugace a Rose, che ora sembrava più sollevata.
Quando prese il cucchiaio per continuare a mangiare il budino, si ritrovò a pensare che gli sarebbe piaciuto se Roxanne fosse stata lì.
Avrebbe animato un po' la serata, con le sue battute e la sua allegria. Avrebbe trovato il modo migliore di defilarsela prima che la cena terminasse, insieme ai cugini, per uscire a giocare nel giardino.
Chissà quando potrò andare a casa sua...
Il suo sguardo incontrò nuovamente quello di Rose, che adesso era tranquilla e mangiava il suo budino.
Ecco, aveva mentito e gli dispiaceva. Non era Rose la sua cugina preferita, era Roxanne. Lei lo faceva sempre ridere e divertire, smuoveva il suo lato tranquillo risvegliando la sua parte ribelle e allegra. Era sempre un piacere giocare e parlare con lei, anche quando si arrabbiava o tirava pugni perché qualcuno aveva offeso le Holyhead Harpies.
Già la poteva immaginare, mentre saettava sulla sua vecchia Tornado, con una mano che impugnava la mazza da Battitrice e l'altra tesa nel tentativo di afferrare il Boccino d'Oro.
Scusa, Rose., avrebbe voluto dirle.

-Quando ho mandato il bolide contro il Cacciatore dei Serpeverde, quello per evitarlo ha come fatto un salto e per poco non cadeva dalla scopa! Così Bonnie, una Cacciatrice della nostra squadra, è riuscita ad arrivare agli anelli senza difficoltà e ha segnato... ma io mi chiedo, com'è che nella squadra dei Serpeverde prendono sempre questi inetti col cervello di un'auto Babbana?
A quelle parole, tutte le persone sedute intorno al tavolo della Tana scoppiarono a ridere, mentre Ron fissava la nipote con aria soddisfatta.
Albus si morse le labbra, divertito, mentre ripensava alla partita che Grifondoro aveva giocato contro Serpeverde quell'anno; lui tra i Cacciatori, Roxanne come Battitrice.
Stava guardando fisso Roxanne e per un attimo la sua mente si scollegò.
Sua cugina aveva un bel viso, ovale e leggermente olivastro, incorniciato da lunghi capelli rosso scuro. Quando sorrideva, come in quel momento, i suoi occhi grigioazzurri brillavano.
È davvero bellissima.
Quando si rese conto di ciò che aveva pensato, si sentì avvampare e distolse lo sguardo da Roxanne, per puntarlo sul suo piatto di pollo arrosto, ormai quasi vuoto.
Cosa gli era saltato in mente? Lei era sua cugina, non poteva pensare che fosse bella...
Ma è una cosa normale, no? Dato che è mia cugina, posso pensarlo, perché sicuramente non può trattarsi di niente...
-Stai bene, Al? Hai una faccia...
Si voltò e sorrise alla sorella, Lily, che era seduta accanto a lui.
-Sì, ho solo un po' caldo.
-Ma è sera!
-Nessuno ti ha mai detto che anche le serate estive possono essere calde?
Lei ridacchiò e disse: -Sì, me n'ero dimenticata.
Fantastico. Ora questo mostriciattolo deve spiegarmi com'è possibile dimenticare una cosa del genere...
Tornò a guardare Roxanne, che era seduta davanti a lui.
Gli era sempre venuto naturale guardarla a lungo, anche se ogni tanto ciò gli procurava un imbarazzo a cui non avrebbe saputo dare spiegazione. Ma mai, proprio mai, gli era venuto in mente che lei fosse attraente.
-Io vado, ho finito di mangiare.- disse Rose, che era seduta accanto a lui. La ragazza si alzò e fece cenno a Roxanne di seguirla: le due cugine uscirono insieme dalla cucina, dirette alle stanze del piano superiore.
-Andiamo anche noi?- chiese Louis ad Albus dopo qualche minuto.
Lui annuì e, in pochi secondi, i due ragazzi erano usciti dalla cucina e salivano le scale, diretti al secondo piano; avrebbero cercato le loro cugine e avrebbero passato insieme il resto della serata, come facevano sempre.
Albus, Rose, Roxanne e Louis: il quartetto inseparabile della famiglia Weasley.
Louis si diresse alla seconda porta del corridoio e l'aprì senza bussare. Quando lui e Albus entrarono, trovarono Roxanne seduta sul letto, che guardava Rose con aria accigliata. L'altra ragazza, invece, sembrava al contempo perplessa e divertita.
-Abbiamo interrotto qualche conversazione tra ragazze?- chiese Albus, richiudendo la porta alle sue spalle.
-Conversazione tra ragazze? Pensavo che mi conoscessi.- replicò Roxanne, con una risatina.
-Stavo solo scherzando.
Cercò di sfuggire allo sguardo della ragazza, ancora imbarazzato per il pensiero avuto durante la cena. Non significava nulla, giusto? No, non significava nulla.
-Allora... che si fa?- chiese Rose.
-Non so. Non possiamo andare a giocare a Quidditch e a Louis non piacerebbe.- iniziò Roxanne, pensosa. -Non possiamo mica scendere in giardino a giocare come dei mocciosetti, abbiamo quasi quindici anni. E no, non voglio mettermi a chiacchierare come un'oca.
-Andiamo.- disse Rose, con un sorrisetto malizioso. -Stasera eri strana, dicci il motivo.
Roxanne pugnalò Rose con lo sguardo, mentre le sue guance si chiazzavano di rosso. Per un millesimo di secondo, ad Albus parve che lei gli avesse lanciato un'occhiata rapidissima.
-La tua mente lavora troppo.
-No, non è vero. Avevi una faccia distratta ed eri quasi rossa, sembrava che stessi pensando a qualche ragazzo.- ridacchiò Rose.
-Senti, abbiamo una Coppa del Quidditch da vincere anche quest'anno e secondo te io mi bevo il cervello e perdo tempo in questo modo?- ribatté lei, acida.
-Guarda che nella vita non esiste solo il Quidditch.
Quante persone ripetevano che Roxanne Weasley aveva solo Boccini per la testa?
-Non c'è niente di male se ti piace un ragazzo, dalla tua espressione di stasera...
-Non si tratta di quello là di Tassorosso, Robert Clewys?- intervenne Louis, con un ghigno.
-Se devo essere sincera, non ricordo neanche chi sia questo Robert.- rispose freddamente Roxanne, facendo ridere i cugini.
-Scommetto che ti piace qualcuno.- insistette Rose. -Puoi rivelarcelo, lo sai che non lo diremo a nessuno!
-Se avete solo questo di cui parlare... io me ne vado, eh.- sbuffò Louis.
-Rimani, invece. Rose, smettila con questi discorsi deficienti. Piuttosto, ditemi dove cavolo è andata a vivere Victoire il mese scorso. Mia madre me l'ha detto e me ne sono dimenticata.
Durante tutto il dialogo, Roxanne non aveva degnato Albus di una sola occhiata. Lui si spostò di un passo lungo la parete, e la ragazza si voltò verso di lui.
Sembrò arrossire.
Roxanne Weasley che arrossiva. Assolutamente geniale. Avrebbe dovuto trascrivere quell'evento storico in un archivio, magari dopo essersi affacciato alla finestra per sincerarsi che non stesse arrivando nessun uragano che avrebbe messo fine alla vita sulla Terra.
Ma forse era solo una sua impressione, dopotutto faceva caldo e probabilmente quel rossore era dovuto alla rabbia.
Passarono ore chiacchierando della loro cugina Victoire, che il mese scorso si era trasferita in un villaggio magico della Francia, nel tentativo di perfezionare il suo francese già impeccabile e studiare meglio le altre lingue, ma anche delle partite di Quidditch dell'anno, dei compiti che non avevano terminato, dei G.U.F.O. che avrebbero dovuto affrontare al loro ritorno ad Hogwarts, della visita di Rose ai suoi nonni materni, qualche settimana prima.
Ogni tanto, ad Albus sembrò che Roxanne gli scoccasse delle occhiate fugaci. Non lo guardò a lungo, quella sera, e quando succedeva distoglieva in fretta lo sguardo. Aveva un'aria quasi imbarazzata, cosa che gli riusciva difficile da credere.
Chissà che le è preso..., pensava.
Fu quel giorno, forse, che iniziarono i silenzi imbarazzati tra di loro.

-Grifondoro vincerà la Coppa del Quidditch e anche quella delle Case grazie alla partita di domani, dovessimo stare ad allenarci fino a mezzanotte. Chiaro?
-Roxanne... non è il caso... abbiamo avuto ieri l'ultimo allenamento...
-Tu adesso mi segui. Vuoi che Grifondoro vinca o no?
Rose e Louis ridacchiarono, mentre Albus si alzava rassegnato dalla poltrona. Roxanne era davanti a lui e lo squadrava con aria severa, tra le mani il lucido manico di scopa. Possibile che sua cugina avesse sempre e soltanto Boccini per la testa?
-Ma non è inutile? Ci siamo allenati come matti fino a ieri e...
Quando la scopa di Roxanne lo colpì in testa, Rose e Louis scoppiarono definitivamente a ridere, così come un gruppetto di ragazzini del secondo anno che assisteva divertito alla scena.
-Ehi! Potresti almeno colpire più piano.- si lamentò lui, massaggiandosi la nuca.
-Vai a prendere la Firebolt, non perdere tempo.
-E va bene...
-Sembrate due fidanzati che litigano.- li canzonò Louis.
Albus si sentì raggelare, mentre si voltava verso il cugino. Un'occhiata veloce a Roxanne gli disse che lei aveva sgranato gli occhi e serrato la presa intorno al manico della scopa.
-Che hai detto?- rispose, fingendosi perplesso. Era sicuro di essere arrossito fino alla radice dei capelli.
-Se non sapessi che siete cugini, anche io direi che siete innamorati.- disse Rose. -Ieri c'erano due ragazzi di Corvonero che discutevano al vostro stesso modo, anche se non del Quidditch, ovviamente... perché fate quelle facce? Era solo una battuta!
Albus respirò profondamente.
-Sì, lo so, solo che era una battuta assurda.- replicò. -Io... vado a prendere la scopa.
Si voltò e corse verso il dormitorio con il viso in fiamme. Sentiva lo sguardo di Roxanne fisso su di lui, mentre spariva lungo la scalinata.

Dicevano in tanti che Roxanne Weasley avesse solo Boccini e Orecchie Oblunghe per la testa.
Chissà cosa avrebbero pensato gli altri, se avessero scoperto cos'altro passava per la mente di Roxanne Weasley.
Soprattutto durante quella giornata.
Il cielo era d'un blu cupo, il bagliore delle stelle ancora debole. C'era una bella atmosfera intorno a uno degli alberi di Hogwarts, un bel salice alto vicino alla riva del Lago Nero.
Lì, sotto il tronco, c'erano due ragazzi.
Il primo era seduto sull'erba, la schiena appoggiata al tronco, e teneva un libro di Antiche Rune sulle ginocchia. Lo sfogliava con aria interessata, mentre davanti a lui una ragazza dalla chioma rossa correva e si gettava in avanti, inseguendo una pagliuzza dorata che svolazzava nella fresca aria primaverile.
-Dai, smettila con quel Boccino...- disse infine Albus, alzando gli occhi dal libro.
-Stai zitto, tu.
Roxanne si lanciò, la sua mano si richiuse a pugno intorno al Boccino d'Oro. Si voltò verso il cugino, passandosi una mano tra i capelli e spettinandoli come al solito.
-Devo mantenermi allenata.
-Ma tu sei una Battitrice...
-E allora? Quando giochiamo con i nostri cugini, i ruoli mica sono fissi.
Roxanne andò a sedersi accanto ad Albus, il Boccino che sbatteva frenetico le ali nel suo pugno. Lui si sentì arrossire, ma puntò lo sguardo sulle pagine del libro, resistendo all'impulso di spostarsi.
Perché? Per Merlino, quella era sua cugina! E lui... beh, non avrebbe mai ammesso di aver capito da quasi un anno cos'era che provava per lei.
Sì, provava.
Si malediceva ogni giorno, quando si faceva incantare dalla risata di Roxanne, si perdeva nella contemplazione del suo viso o si sentiva imbarazzato nel trovarsi da solo insieme a lei.
-Dovremmo tornare in dormitorio.- iniziò, senza però distogliere lo sguardo dal libro. -Mi sta venendo sonno e il coprifuoco sarà scattato da un po'...
-Sempre a pensare alle stupide regole, eh?
-Ma se ci beccano...
-Non ci beccano.
-Come fai a dirlo?
-Parola di Roxanne Weasley.- rispose lei, con una divertita aria di superiorità. Dopo un istante di silenzio, aggiunse: -E poi questa è un'occasione per parlare.
Albus le rivolse un'occhiata ironica.
-Parliamo ogni giorno da sedici anni. Ok, se vogliamo essere pignoli, da quando abbiamo imparato a parlare...
-Al, mi riferisco a una cosa importante.- lo interruppe Roxanne, quasi fredda.
Aveva un'espressione seria, guardava Albus dritto negli occhi.
Quegli occhi verdi che, fin da quando era bambina, le erano piaciuti, semplicemente piaciuti. E che lei immaginava ovunque: verde chiaro nei suoi sogni, nei quadri, nelle altre persone. Quanta fatica c'era voluta per ammettere la verità?
-Una cosa importante? Spara.- mormorò Albus.

Fantastico. Non aveva mai progettato un discorso del genere. Se doveva essere sincera, fino a mezzo minuto prima non sapeva neanche che avrebbe cercato di dirglielo. L'aveva deciso così, senza riflettere.
Roxanne socchiuse le labbra, cercando disperatamente qualcosa da dire.
Andiamo, dov'è finito tutto il tuo coraggio Grifondoro?
Era sempre stata sfacciata e impulsiva, lei. In quel momento non si trattava di una sciocchezza, ma l'unico modo per sciogliere i silenzi tra lei e Albus era agire.
È mio cugino, è mio cugino..., ripetersi quella frase come una cantilena non era bastato.
E non le importava niente di ciò che gli altri avrebbero detto.
-Sei mio cugino, lo so. Pensa quello che vuoi, ma io mi sono stancata di stare zitta.
L'impulsività agì per lei e la spinse a compiere quell'atto che sarebbe stato solo l'inizio di una lunga serie di segreti e sguardi lanciati di nascosto.
Si sporse verso Albus, aprendo il pugno e lasciando volare via il Boccino. Posò una mano sulla spalla del ragazzo, poi avvicinò il viso al suo e lo baciò quasi rudemente.
Albus si sentì come se un pugnale ghiacciato gli avesse trapassato il petto, diffondendogli dei brividi lungo la schiena e tutto il resto del corpo.
Si ritrovò completamente incapace di qualsiasi movimento, eccetto per quello delle sue labbra, a contatto con quelle morbide di Roxanne. Un calore gli invase il volto, il cuore iniziò a battergli all'impazzata e un nodo gli strinse lo stomaco.
Volle staccarsi da Roxanne, l'emozione che stava provando nel baciarla gli appariva come un sogno dal quale si sarebbe presto destato, scoprendosi solo e distante da lei.
Al tempo stesso, non voleva allontanarsi. Desiderava rimanere lì, a cingere la ragazza tra le braccia, godendo del lieve sfiorarsi delle loro lingue.
Capì di aver atteso a lungo quel momento, che lui e Roxanne non erano mai stati semplici cugini. Aveva sempre voluto poterla baciare, e adesso stava accadendo realmente. Il suo desiderio nascosto si era realizzato.
Le sue mani scivolarono lungo le braccia di Roxanne, che si bloccò improvvisamente. Albus aprì gli occhi, che fino a quel momento aveva tenuto serrati, incrociando quelli leggermente sgranati della cugina.
-Roxanne?- domandò. Lo sguardo di lei non gli diceva nulla, era troppo vago, criptico e tranquillo.
-Sì?
Albus si scostò, sentendosi improvvisamente perso senza la pressione del corpo di Roxanne contro il suo. La mano della ragazza si avvicinò alla sua, la strinse forte.
-Lo desideravo da un mucchio di tempo.- sorrise. -Da... da quanto tempo tu...?
-Non lo so.- mormorò lui, in risposta.

Nella sua mente martellavano pensieri che lo mettevano a disagio: i loro genitori, zii e altri parenti... cosa avrebbero fatto, se avessero saputo di quello che era successo? Loro erano pur sempre cugini. E se qualcuno li avesse visti, spiati da lontano, in quel momento?
-Hai un'aria turbata.- osservò Roxanne, lo sguardo attento e scintillante.
-Indovina un po' perché.- replicò Albus, con amara ironia.
Roxanne sorrise. Maledizione. Come poteva quella ragazza trovare il sorriso in ogni singola situazione, anche la più problematica?
-Almeno per stanotte, Al, qualsiasi cosa ti turbi, e so benissimo cos'è... non ci pensare.- disse, una dolcezza nel tono che lui non aveva mai udito. -Non ci pensare.
La sua mano lo sfiorò nuovamente. Tutti i disagi si dissiparono al suo tocco; Albus riuscì per la prima volta a sentirsi tranquillo e, almeno per quella notte, ogni suo turbamento svanì nell'oblio quando poté di nuovo assaporare le labbra di Roxanne Weasley.
Davanti a loro, il Boccino d'Oro continuava a svolazzare, sbattendo continuamente le sue piccole ali, e fu l'unico testimone del bacio scambiato tra quei due cugini, i due protagonisti di un amore proibito.

*

Note: Prima! Capite? Mi sono classificata prima.*__*
I... io... non ci credo. Proprio il giorno del mio compleanno, poi! Se questo non è un regalo...
Ok, la smetto di cianciare inutilmente e passiamo alle note. Beh, non ho molto da dire nelle note. Questa è la prima shot sul pairing Albus/Roxanne. Insieme li adoro ma temo che la mia sia l'unica fanfiction sulla coppia... la prossima sarà una Lily/Frank!
Frank è un mio OC, figlio di Neville e coetaneo di Albus, (Lo so, è poco originale.ç__ç) e nelle mie Long ufficiali Lily è tremendamente cotta di lui, ma questa cotta le passerà a tredici anni. Però scrivere su di loro mi piace, riesce un sacco di roba fluffosa!<3
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, una recensione fa sempre piacere. A domani con la seconda shot.;)
   
 
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