Ho
scritto la storie per il 12
Mesi di Fanfiction
Prompt
di novembre: Halloween
Personaggi:
Barone Sanguinario, Dama Grigia
Rating:
giallo
Genere:
drammatico
Introduzione:
Ogni
anno, la notte di Halloween, lei
porta una rosa bianca sul luogo della sua morte. Ogni anno,
lui
l'aspetta lì, con una rosa scarlatta in mano e un'eterna promessa
d'amore.
NdA: Ho immaginato che il Barone abbia ucciso Helena, tanti anni addietro, proprio la notte di Halloween. La storia originale dice che Cosetta Corvonero mandò il Barone a cercare la figlia per riportarla a casa, dopo che lei le aveva rubato il diadema. Lui la trovò, ma la ragazza non volle seguirlo, allora la uccise. Io ho inventato una variante. Lui la uccide dopo l'ennesimo rifiuto – che poi, in un certo modo, è anche vero – ma all'interno del castello.
Il nome del Barone – Philippe LeGrande – è una mia invenzione.
Una
macabra ricorrenza
Era
la notte di Halloween.
Quella
sera si sarebbe tenuto un banchetto speciale, per allietare gli
studenti.
Le
decorazioni già rilucevano nel buio – zucche intagliate, ragnatele
argentee, cespugli sinistri.
Ma
il castello di Hogwarts era silenzioso, a quell'ora del mattino.
Tutti
riposavano, aspettando il giorno della festa.
Il
Barone avanzava lentamente nel corridoio buio, verso l'annuale
appuntamento.
In
mano stringeva una rosa scarlatta.
Mancavano
solo pochi minuti all'ora e sapeva che lei stava
per arrivare.
La
sua Signora.
La
Dama Grigia.
Helena.
Una
pendola suonò l'ora.
Non
si era ancora spento il terzo rintocco, che una figura di donna
comparve a sua volta nel corridoio. Aveva l'aria triste e lo sguardo
lontano, una rosa candida tra le mani.
Quando
vide di non essere sola in quel luogo non si mostrò sorpresa.
Si
mosse piano verso una pietra commemorativa incastonata nel
pavimento scuro. Posò
con dolcezza il fiore.
L'ombra
di un antico sorriso passò sul suo volto, dando splendore ai suoi
lineamenti.
Ma
fu solo un attimo.
Quando
si rivolse allo spettro dell'uomo, che la osservava bevendo ogni suo
movimento, nei suoi occhi ogni scintilla di vita era di nuovo sopita.
“Non
vi siete ancora stancato, Barone? Siamo vecchi per certi giochetti.”
La
voce di lei era bassa, come se venisse da una grandissima distanza.
Lui
scosse piano la testa: “Mai.”
Una
sola parola per dire tutto.
Erano
passati molti anni da quella notte, ma ogni 31 ottobre
entrambi si ritrovavano in quel luogo, come rispondendo a un macabro
richiamo...
*
* * * * * * * * * *
Philippe
LeGrande, il giovane uomo che sarebbe diventato il Barone
Sanguinario, aveva riportato Helena Corvonero ad Hogwarts, secondo il
desiderio della madre morente di lei.
La
ragazza non si era dimostrata grata di una simile cortesia.
Dopo
avere visto morire Cosetta, si era rivolta a Philippe con il suo
solito tono altezzoso e ironico:
“Credete
che vi sposerò per questo?” Ed era scoppiata a ridere, senza
attendere una risposta, senza allegria.
Helena
era così.
Già
mille volte in passato aveva rifiutato le profferte amorose del
giovane uomo, nonostante la madre approvasse e lui fosse un ottimo
partito.
Il
Barone era uso a quel rituale, alla scortesia di lei, al suo freddo
disprezzo, ma quella notte qualcosa era scattato dentro di lui.
Irato
per l'ennesima beffa della sua bella, reso pazzo dal pensiero di non
riuscire mai ad averla, aveva tirato fuori un pugnale da sotto la
veste e l'aveva colpita a morte.
Helena
era caduta a terra senza un lamento, il viso contratto in
un'espressione stupita.
Il
sangue rosso sulle mani bianche aveva riportato Philippe in sé quasi
più del corpo di Helena riverso a terra, senza vita.
Improvvisamente
consapevole del peccato commesso, si era tolto la vita con la stessa
arma usata poco prima.
Non
aveva senso vivere se l'oggetto della sua venerazione non era più di
questa terra.
* * * * * * * * * * * * * *
Era
successo proprio lì, in un corridoio silenzioso nei sotterranei del
castello.
Era
stata posta una pietra in marmo chiaro sul luogo del misfatto, per
ricordare ai posteri il tragico amore del Barone Sanguinario per
Helena Corvonero.
Ogni
anno, nell'ora che era stata la sua ultima, la Dama Grigia scendeva
nelle segrete, per deporre un fiore candido nel luogo che era stato
la sua tomba.
Ogni
anno, nell'ora che aveva preceduto di poco la sua ultima, il Barone
l'aspettava lì, per offrirle un fiore rosso come la passione in
segno di pace, e implorare il suo perdono.
Ma
Helena si era dimostrata testarda e altezzosa in morte quanto lo era
stata in vita, e non aveva ancora ceduto alle disperate richieste di
lui.
"Ce
l'avete ancora per me per quella vecchia storia, madama Helena?"
Chiese lui, scrutando il viso impassibile del suo passato amore.
"Per
avermi pugnalata a morte?" Rispose lei, senza inflessione alcuna
nella voce.
"Per
essermi innamorato di voi", la lapidaria replica.
"Può
definirsi amore quello che uccide l'oggetto del proprio desiderio,
non accettandone il rifiuto?"
"Può
definirsi amore quello che brucia a tal punto da sacrificare sé
stesso!"
I
due spettri si fronteggiarono in silenzio per un lungo momento.
Alla
fine la Dama Grigia chinò il capo, e con un "Barone"
pronunciato a mezza voce, mise fine alla conversazione e si congedò
da lui.
Il
fantasma dell'uomo restò indietro, da solo.
Si
mosse per posare la rosa rossa sopra a quella bianca, lasciata poco
prima da Helena.
Nemmeno
quella sarebbe stata la notte della tanto agognata riconciliazione –
pensò tra sé, mentre si avviava fluttuando nella direzione opposta
a quella dove era appena sparita lei.
Ma
prima o dopo arriverà il momento.
Un'intera
eternità di 31 ottobre ci attende.
Con quel pensiero lievemente confortante a lenire il dolore dell'ennesimo rifiuto, il Barone si predispose ad aspettare pazientemente un altro anno.
* * * * * *