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Autore: 1rebeccam    08/11/2011    24 recensioni
Eppure ci vuole così poco perché il sole lasci il posto alla pioggia. Ci vuole così poco perché la luce soccomba al buio.
Mentre prende lo zucchero filato, il cielo diventa improvvisamente scuro, nuvole nere si prospettano all’orizzonte e si squarciano in un tuono freddo che le penetra nell’anima.
Questa storia fa parte della serie: "Stella... Stellina!" - 2
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!'
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... Non linciatemi :)
 
 

Il Tuo Sguardo
Perso Nei Miei Occhi



 

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-Potevamo starcene a letto  stretti stretti, a coccolarci e coccolarci e ancora coccolarci, invece di uscire a passeggiare.-
Richard Castle stringe per la vita sua moglie,  mentre passeggiano per le vie di New York.
E’ un sabato magnifico. Dicembre è alle porte, ma da un paio di giorni il sole è tiepido e le giornate serene invogliano ad uscire per godere dell’aria frizzante, ma non ancora gelida.
Martha e Alexis hanno deciso di portare Stella al parco divertimenti di Coney Island. Sono partite prestissimo e sarebbero tornate solo il giorno dopo nel pomeriggio, perciò loro sono finalmente soli.
-Rick, possiamo coccolarci più tardi, è una giornata splendida e non capisco perché ti sei intestardito a non volere andare a Coney Island con loro, ci saremmo divertiti da morire.-
-Io non ho voglia di divertirmi. Non con loro. Da quando ci siamo sposati non siamo stati soli nemmeno per un momento. Questo fine settimana è solo per noi. Passi per la passeggiata, ma più tardi ci rintaniamo in casa. Ritieniti rapita fino a domani. Si ferma e le prende il viso tra le mani. Ho bisogno di perdermi nei tuoi occhi, in queste meravigliose pietre preziose che oggi, alla luce del sole sono limpidamente verdi. Ho bisogno del tuo sguardo perso nel mio, in silenzio e senza interruzioni di alcun tipo!-
-Questa devi scriverla Rick, devi assolutamente inserirla in una scena del nuovo romanzo, le tue fan si perderanno nei tuoi occhioni quando ti chiederanno l’autografo!-
Lo schernisce lei ridendo.
-Oh, non prendermi in giro Kate! Io sono serio. Ho bisogno di te tutta per me, anche solo per poche ore.-
In quel momento succede quello per cui poco prima Kate ha riso. Si perde irrimediabilmente nei suoi occhi.
-Va bene. Dopo pranzo passeremo l’intero pomeriggio a guardarci negli occhi.-
-Beh guardarci negli occhi e…spogliarci con le mani!-
-Castle!-
-Oh si, anche a chiamarmi così, sei eccitante quando mi redarguisci, detective!-
Si abbassa per baciarla, ma lei si gira di colpo.
-Zucchero filato! Ho bisogno di zucchero filato.-
Lo spinge costringendolo a sedere sulla panchina dietro a loro.
-Come zucchero filato? Non sono abbastanza zuccheroso io da solo?-
-Mmh, tu non sei zuccheroso, sei più che altro sdolcinato e appiccicoso…-
-Preferivi un marito orso e picchiatore?-
-Beh, sarebbe cascato male, mio marito, perché l’avrei picchiato anch’io… torno subito, aspetta qui!-
Castle la segue con gli occhi mentre si dirige al chioschetto dietro l’angolo. Nota che ancheggia più del dovuto, consapevole di avere il suo sguardo addosso come fosse un bastoncino di zucchero filato. Allarga le braccia appoggiandole alla spalliera della panchina e abbassa la testa all’indietro facendosi una bella risata.
Mentre aspetta lo zucchero filato  Beckett sorride tra sé, pensando alle due paroline  mio marito”.  Certe volte resta a guardare l’anulare della sua mano sinistra, accarezza dolcemente la fede e non può fare a meno di pensare a come un oggetto così piccolo possa significare tutto. L’amore che provano l’uno per l’altra, la famiglia che si è allargata di colpo con una bambina e un paperottolo, sua figlia e sua madre che la adorano. Nemmeno nei suoi vecchi sogni da ragazzina avrebbe immaginato e desiderato tutto questo.
Guarda verso il cielo e sospira al sole, annusando l’odore dello zucchero che le arriva incisivo alle narici.
Una splendida giornata in ogni senso!
Eppure ci vuole così poco perché il sole lasci il posto alla pioggia. Ci vuole così poco perché la luce soccomba al buio.
Mentre  prende lo zucchero filato, il cielo diventa improvvisamente scuro, nuvole nere si prospettano all’orizzonte e si squarciano in un tuono freddo che le  penetra nell’anima.
Kate alza gli occhi, ma il cielo è ancora limpido, il sole è splendido e di nuvole nemmeno l’ombra.
Che succede? Perché questo freddo improvviso?!
Sente delle voci arrivare da dietro l’angolo,  si rende conto che il tuono era la frenata di un’auto e le nuvole nere invece,  le urla di qualcuno.
Butta a terra lo zucchero filato e gira l’angolo di corsa. Una donna in mezzo alla strada abbraccia un bambino piangendo. Un gruppetto di persone è chinato a terra davanti ad un’auto, qualcuno parla al cellulare chiedendo soccorsi. Si guarda intorno. La panchina su cui era seduto Rick è vuota.
-Il bambino è sbucato all’improvviso e quest’ uomo si è lanciato in mezzo alla strada per spingerlo via…non ho potuto evitarlo! Santo cielo chiamate aiuto,  per favore!-
Un uomo inginocchiato accanto all’auto grida con le mani tra i capelli.
Senza alcuna certezza o spiegazione viene assalita dal panico.
Per un momento non riesce a muoversi, guarda ancora verso la panchina e poi verso la strada. Lui non è nemmeno tra la folla che chiede aiuto.
Dopo un paio di secondi prende coraggio e si fa largo in mezzo alla strada.
La sua mente non vuole accettarlo, ma il suo cuore sa già cosa l'aspetta.
-Rick!- 
Cerca di urlare il suo nome, ma non ci riesce. Non riesce a far uscire la voce. Corre verso di lui. Si china piano accarezzandogli il viso.
-Signora non lo tocchi, non lo muova, aspettiamo che arrivino i soccorsi.-
Qualcuno alle sue spalle le parla, ma lei non riesce a sentire.
-Rick! Rick rispondimi.-
Gli solleva la testa, una macchia rossa lascia il segno sull’asfalto, mentre anche la sua mano si tinge dello stesso colore.
Comincia ad accarezzarlo e cullarlo, ripetendo continuamente il suo nome.
-Kate!-
La voce flebile la riscuote.
-Va tutto bene Rick, tranquillo.-
-Il bam… bambino… co…-
-Sta bene Rick, adesso è tra le braccia della sua mamma.-
-Mi… mi… dispiace…-
-Di che cosa tesoro?-
-Ti ho…promesso che… sarei rimasto… sempre con… te… ma…-
-Niente ma Rick. E’ tutto a posto. Va tutto bene!-
Cerca di sollevare una mano per accarezzarla, ma non ci riesce. Lei la prende nella sua e se la porta alle labbra per baciarla.
-Kate…promettimi che…-
-No Rick, non parlare. Non sforzarti.-
-No. Tu devi… promettermi… che continuerai a… sorridere…come oggi… promettilo.-
Lei ha gli occhi pieni di lacrime, ma gli sorride e fa cenno di si con la testa per rassicurarlo.
-Kate… io… ti am…-
La frase gli muore tra le labbra mentre china il viso all’indietro. Kate lo stringe ancora più forte.
-No, no, no, no… Rick… non chiudere gli occhi, no… guardami.  Il tuo sguardo perso nel mio Rick… ricordi cosa hai detto poco fa? Guardami... non chiudere gli occhi… guardami.-
Non riesce a dire altro, si dondola avanti e indietro, tenendolo stretto con l’illusione di non farlo andare via. Quelle uniche parole diventano una cantilena.
Quando arrivano, gli uomini del pronto intervento non riescono a staccarla da lui, come se attorno a lei non ci fosse nessuno, come se si trovasse sola in vicolo buio senza possibilità di rivedere la luce, continua a dondolarsi ripetendo in un sussurro la sua cantilena.
Un agente di pattuglia arrivato sul posto per l’incidente, riconoscendo Beckett avverte i colleghi del dodicesimo, e in men che non si dica Ryan, Esposito e Lanie arrivano sul posto.
-Dottoressa Parrish,  le dice l’agente, cerchi di convincerla lei, sta lì da venti minuti e non permette a nessuno di toccarlo.-
Lanie fa un sospiro e cercando di ricacciare indietro le lacrime si avvicina all’amica.
Le mette una mano sulla sua.
-Kate. Dobbiamo portarlo via. Non possiamo lasciarlo ancora qui in mezzo alla strada. Kate guardami.-
Lei solleva lo sguardo. Gli occhi pieni di lacrime. Il dolore che traspare dal suo viso è stampato a fuoco dentro al suo cuore.
-Ancora due minuti Lanie, per favore. Dammi ancora due minuti. Gli accarezza le labbra con la punta delle dita.Sono ancora così calde!-
Ricomincia a singhiozzare, Esposito le si avvicina cingendole le spalle.
Lanie fa segno ai paramedici di portare via Castle e Ryan va assieme a loro.
Solo allora Kate si lascia andare sulla spalla di Esposito, che la tira su e la allontana, ma prima che riesca a farla salire in macchina, lei si accascia tra le sue braccia.
Quando riapre gli occhi si ritrova a casa, nel suo letto. Lanie è accanto a lei.
-Cos’è… successo?-
-Sei svenuta tesoro.  Ho preferito farti portare a casa. Non è niente di grave, solo un calo di pressione.-
-Rick?-
Lanie le stringe la mano.
-L’ho fatto portare da noi al dodicesimo. Abbiamo avvertito Martha. Saranno qui tra un’ora, Ryan le aspetterà al porto.-
Lei fa per alzarsi, ma ributta la testa sul cuscino portandosi la mano alla fronte. Chiude gli occhi e fa un paio di respiri profondi.
-Non ricordo di essere mai svenuta!-
-Kate, lo shock è stato forte,  resta ancora sdraiata. Ti ho dato un leggero sedativo, hai bisogno di riposare.-
Ricomincia a piangere.
-Io non voglio riposare, io voglio andare da Rick. Voglio stare con lui fino a che… fino a…-
Si blocca, perché i singhiozzi le impediscono di parlare. Lanie si siede sul letto accanto a lei, stringendola forte.
-Vorrei tanto poterti consolare, ma so che niente e nessuno può farlo in questo momento. Però devi riprenderti un po’, prima che tornino i tuoi. Stella non può vederti in questo stato, lei non può capire.-
-Nemmeno io  capisco. Che senso ha tutto questo? Che senso ha la mia vita ora?-
-Kate, hai una bambina a cui pensare e lei… lei darà un senso a tutto, anche alla tua vita. E Martha e Alexis… avete bisogno una dell’altra adesso.-
-Io non ce la posso fare Lanie. Non posso pensare di vivere senza di lui. E’ riuscito a rammendare gli squarci dentro al mio cuore, ma ora lo ha spappolato in mille pezzi!-
-Rick non vorrebbe sentirti parlare così!-
-Non voleva uscire. Voleva restare a casa, per coccolarci in silenzio aveva detto. Invece l’ho convinto. Avrebbe fatto qualunque cosa per accontentarmi… è colpa mia… lui voleva restare a casa… voleva rest…-
-Smettila Kate! Basta! Non è colpa di nessuno. E’ stato solo un incidente.-
Mentre Lanie continua a stringerla, il sedativo comincia a fare effetto e Kate si assopisce, cullata dall’amica come una bambina. La mette giù, le rimbocca le coperte e la lascia riposare.
Mentre dorme di un sonno agitato, qualcosa le sfiora le labbra. Istintivamente si porta le dita sul punto in cui ha sentito il tocco e quel tocco si posa sulla mano, poi un respiro lieve come un bacio,  le sfiora gli occhi.
Kate, non piangere amore mio. Hai tanto per cui vivere. 
-Non è vero! Tu mi hai fatto vivere di nuovo. Tu mi hai costretto ad aprire ancora il cuore e ora sta sanguinando, ma stavolta senza possibilità di guarigione.-
Non è vero Kate. Io ti ho soltanto amato e questo ti ha fatto sentire forte. Io ti amo ancora, non è cambiato niente. Non smetterò mai di amarti e tu continuerai ad essere forte Kate,  anche per mia madre e Alexis, e poi c’è Stella. Lei  ci è arrivata come un dono inatteso e ti costringerà a sorridere ancora.
-Stella! Lei ti adora Rick, adora il suo papà, come posso spiegarle, come posso farle capire. Rick, non lasciarmi ti prego.-
Sussurra lei, continuando ad agitarsi nel sonno.
Io non ti lascerò mai, sarò sempre con te. Ogni volta che penserai a me con dolcezza, ogni volta che ricorderai qualcosa di me che ti farà sorridere, ogni volta che racconterai qualcosa di me alla nostra Stellina… Io sarò sempre con te Kate.  Io vivo in te! Prima di andarmene voglio svelarti  un segreto amore mio…
Ma lei continua a singhiozzare in maniera convulsa, stringe forte il cuscino a cui è abbracciata e non riesce più a sentirlo.
-Kate, santo cielo svegliati Kate, svegliati.-
Le accarezza il viso e dolcemente sussurra il suo nome, cercando di svegliarla delicatamente per non metterle paura. Da parecchi minuti ormai, singhiozza convulsamente  e mugugna qualcosa, come in un lamento, gli stringe forte il braccio con una mano, mentre l’altra è chiusa in un pugno, appoggiata  sul suo torace, ormai bagnato dalle lacrime.
Capisce che si trova all’interno di un vortice che la sta risucchiando in un dolore terribile. Lo capisce da come continua a tenerlo stretto. Piange in silenzio così disperatamente, da avere difficoltà a respirare.
Ci mette un paio di minuti, ma alla fine riesce a riportarla alla realtà. Kate spalanca gli occhi e si solleva di poco ansimando.
Lo guarda spaventata e lui le accarezza il viso.
-Kate, è tutto a posto. Va tutto bene tesoro!-
Con gli occhi sbarrati, si guarda intorno e dopo aver fotografato con lo sguardo l’intera stanza, si sofferma sull’uomo coricato sotto di lei.
-Rick!-
Sussurra, mentre le lacrime scorrono sul suo viso senza sosta e si abbassa di nuovo sul suo petto.
-Stringimi Rick, ti prego stringimi forte.-
Sussurra continuando a singhiozzare.
-Se ti stringo ancora di più ti verranno i lividi.-
-Non importa! Tu tienimi stretta.-
-Kate, non avevi mai avuto incubi da quando dormiamo assieme! Hai sognato tua madre?-
Lei scuote la testa senza rispondere e Rick fa per alzarsi.
-Dove vai, non lasciarmi!-
-Voglio solo prenderti un bicchiere d’acqua!-
-Non voglio l’acqua, voglio che resti qui e che mi stringi fino a farmi male.-
A quel punto Rick mostra un’espressione veramente preoccupata.
-Perché non mi racconti cos’hai sognato?-
-No… non… me lo ricordo.-
-Kate! Ma se ancora piangi spaventata! Non ti ho mai visto così, mi fai stare in pena!-
Le alza il viso stringendolo tra le mani, il dolore che esprimono i sui occhi gli spezza il cuore.
-Eri… eri steso a terra, mi sei morto tra le braccia. Tu eri morto Rick… morto!-
Si abbassa di nuovo su di lui e ricomincia a singhiozzare.
-Kate, sono qui. Sono vivo. Era solo un incubo.-
-Sembrava vero, così maledettamente vero!-
Lui non le risponde, continua solo ad accarezzarla e baciarla sui capelli. Piano si calma e smette di piangere, ma continua a tremare.
-Raccontami Kate, ti farà bene.-
-Un bambino è scappato alla mamma ed finito in mezzo alla strada e tu hai evitato che venisse investito, ma l’auto ha preso in pieno te.-
Dopo un attimo di silenzio, lei si mette a sedere con le ginocchia rannicchiate tra le braccia, si asciuga gli occhi e abbozza un mezzo sorriso.
-Mi aspettavo una battuta.-
Lui si siede nella stessa posizione di fronte a lei, corrucciando la fronte.
-Si, insomma, qualcosa del tipo…beh, non mi smentisco nemmeno in un incubo, sono morto da eroe! Mentre il tuo ego fa ombra alle tue spalle ricoprendo l’intera parete.-
Rick  le prende le mani, la sua espressione è seria e preoccupata.
-Sai perché vengo sempre con te?-
-Continuo ancora a chiedermelo.-
-All’inizio era solo curiosità, sbirciare nella vita di una detective donna e incredibilmente sexy, in un mondo di uomini e immagazzinare più appunti possibili per i miei libri, questo… diciamo per le prime settimane, ma da subito mi sono reso conto che era l’unico modo di starti vicino e che non avrei più potuto farne a meno.-
-Ma ora siamo sposati. Possiamo stare insieme quando ci pare. Potresti startene a casa al sicuro a fare quello che sei, uno scrittore.-
-E saperti là fuori? Aspettarti comodamente a casa e pensare tutto il giorno che potrebbe accaderti qualunque cosa e che potresti non tornare mai più? Non riesco ad immaginare come possano vivere le mogli o i mariti degli altri poliziotti, come facciano a passare il loro tempo a chiedersi se l’amore della loro vita è ancora vivo. Sono loro gli eroi, nella quotidianità dell’ansia in cui vivono. Io invece sono un vigliacco, per questo sarò sempre al tuo fianco, perché impazzirei. Perciò niente battute. So perfettamente cos’hai provato dentro al tuo incubo, quello che proverei io se dovessi perderti.-
Kate si aggrappa a lui e lo bacia, restano così stretti per qualche minuto.
-Sono le 4 del mattino detective, questo incubo ci ha scombussolati, che ne dici se cerchiamo di riposare qualche ora?-
Lei si sistema in quello che ormai è il suo posto stabile, con la testa sul petto di Rick, ascolta il battito del suo cuore e pensa che non ci sia suono più bello al mondo, il battito del cuore dell’uomo che ama, vivo. Sospira al ricordo del dolore provato e rabbrividisce di nuovo.
Dopo circa mezz’ora  Rick si è riaddormentato, ma lei non ci riesce. Non è tanto la paura adesso a non farla dormire, quanto il segreto. Rick nel sogno le ha rivelato qualcosa di importantissimo, ma lei non riesce a ricordarlo. Resta a farsi cullare dal battito regolare e tranquillo di suo marito, ma con il pensiero fisso a quel segreto...
All’improvviso si mette a sedere sul letto. Sul viso le si stampa un sorriso, si morde il labbro. Guarda l’orologio sono le 5 del mattino.  Si alza, vestendosi in tutta fretta e facendo attenzione a non svegliare Rick, prende le chiavi della macchina, la borsa ed esce.
Dopo un po’Rick si rende conto che Kate non è accanto a lui, si alza e guarda in bagno. La chiama, ma non riceve risposta. Controlla di sotto, ma lei non c’è. Senza motivo comincia ad avere le palpitazioni. Dopo l’incubo era davvero sconvolta, dove può essere andata?
Possibile che l’avessero chiamata dal distretto e non lo avesse svegliato? Torna in camera per prendere il cellulare e telefonarle. Sente la porta d’ingresso aprirsi e richiudersi piano, i suoi passi leggeri salire le scale e poi la vede entrare piano, come se non volesse fare rumore.
-Si può sapere dove sei stata?-
Lei sussulta e si gira di scatto.
-Mi hai fatto paura!-
-Io ti ho fatto paura? Non riuscivo a trovarti,  dopo l’incubo di poco fa mi sono spaventato. Dove sei stata?-
Si avvicina e gli mette un dito sulle labbra.
-Shhhh. Torna a letto, io vengo subito, ho bisogno di andare in bagno.-
-Hai bisogno di and…-
Ma lei ha già chiuso la porta.
-Mi terrorizza, uscendo in piena notte e quando torna, l’unica cosa che riesce a dire è che ha bisogno del bagno… mi vuole morto davvero allora!-
Sbuffa a voce alta, sollevando le mani sopra la testa.
Dopo un paio di minuti Kate torna in camera e si accuccia di nuovo tra le sue braccia.
-Allora, vuoi spiegarmi?-
-Tu credi nei sogni, non è vero?-
-Credo anche agli extra terrestri se è per questo.-
-Sono seria Rick.-
-Anch’io! Sono un credulone lo sai, certo che credo nei sogni.  Ti ho sognata tra le mie braccia per anni e adesso guarda dove sei? Tu sei un sogno avverato!-
-Allora non mi prenderai in giro per quello che sto per dirti? Prometti?-
Lui fa l’atto di posizionarsi comodamente, come per ascoltare meglio e più attentamente cosa sta per dirgli, mostrando anche un’espressione decisamente seria.
-Sono tutto orecchi!-
-Nell’incubo mi sei venuto in sogno.-
-Vuoi dire che hai avuto un sogno all’interno di un incubo? Che figata! Dovrò usarla nel mio prossimo libro!-
Lei gli dà un pugno allo stomaco, godendo della sua espressione di dolore.
-Fammi finire, è importante. Nel sogno cercavi di consolarmi, non sopportavi di vedermi soffrire, così mi dicevi che mi avresti sempre amato e che mi saresti stato sempre vicino e che dovevo essere forte per la nostra famiglia. Perciò sono uscita.-
Lui corruccia la fronte.
-Sarà che sono le 5.40 del mattino, sarà che non mi hai fatto dormire, ma non riesco a trovare il nesso tra “ti ho sognato” e “perciò sono uscita”!-
- Hai detto che avevo tanto per cui vivere, Alexis e Stella e poi mi hai svelato un segreto… un regalo. Un regalo che ci siamo fatti a vicenda tre settimane prima e che ti avrebbe fatto vivere sempre in me.-
Si scosta da lui e lo guarda sorridendo. La sua espressione è completamente diversa da quella di un paio di ore prima. E’ serena e sembra contenta.
-All’inizio non l’ho ricordato, ma mentre dormivi mi è tornato in mente.-
 Lui la guarda senza rispondere aspettando di capire dove vuole arrivare. Il nesso del perché sia uscita è ancora lontano nel suo cervello.
-Ti ricordi la festa per il compleanno di Lanie, tre settimane fa? Lui annuisce. Che c’entra adesso la festa di Lanie?Ti ricordi che dopo siamo rimasti in riva al fiume?-
-Come potrei dimenticarlo. E’ stata una notte memorabile, fare l’amore dentro al gazebo vicino al ponte… se ci avessero visti, ci avrebbero arrestati!-
Sorride compiaciuto di sé stesso.
-Infatti. Memorabile. Lo hai detto anche quella notte. Dopo che abbiamo fatto l’amore, hai detto che era stato speciale, come una prima volta.-
-Beh, eravamo fuori, l’ansia di essere scoperti come due ragazzini, è stato eccitante e poi c’erano le stelle e le luci brillanti sull’acqua… e tu eri splendida! Le prende il viso tra le mani e la bacia. Tu SEI splendida! E’ stato bellissimo, dolce…diverso.-
-Perché diverso?-
-Non lo so. Niente in particolare, solo…diverso! Ma continuo a non capire cosa c’entra questo con…-
-Nel sogno hai continuato dicendo che questo regalo doveva essere protetto e amato, solo così avresti continuato a starmi accanto. E hai detto anche un’altra cosa prima di andartene… si siede davanti a lui e abbassa lo sguardo guardandosi prepotentemente le mani… Hai detto… non chiamarlo Richard, non in nome di un ricordo doloroso. Dagli un nome che sia solo suo per ricordare il miracolo della vita.-
Lui si sporge verso di lei, le prende le mani e la guarda stranito.
-Aspetta. Nel sogno ti ho svelato che tu… che eri… cioè che… eri incinta?-
-Si. Per questo sono uscita.-
-Scusa, ma non ci arrivo.-
-Ho comprato un test di gravidanza!-
-Tu hai cosa? Kate era un sogno, anzi un incubo e tu… tu…-
-Rick, ma non capisci? Tre settimane, hai detto tre settimane, come nella realtà.-
-Ma  sono  io quello che crede a tutto e tu quella che mi riporta alla realtà, tirandomi per le orecchie!-
-E se fosse vero Rick? Se quella notte fosse successo davvero qualcosa di diverso?-
Restano incollati ancora con lo sguardo. In quel momento un turbinio di emozioni saltella davanti ai loro occhi, tanto forti e prepotenti che non riescono a staccarsi. In quel momento qualunque cosa sarebbe stata possibile, finché è lei che abbassa lo sguardo sulle loro mani intrecciate. Sospira.
-So che era un sogno e so che sono troppo razionale per crederci, ma tu mi hai insegnato che niente è impossibile, lo fissa di nuovo negli occhi e fa spallucce.  Alla fine che ci costa guardare il risultato di quel test?-
Si alza e si dirige in bagno, Rick resta a guardarla meravigliato. E’ davvero uscita alle 5 del mattino, per cercare una farmacia notturna e comprare un test di gravidanza per un sogno? Kate Beckett!? Si risveglia da quel pensiero, quando lei esce dal bagno e si appoggia allo stipite della porta con il blister tra le mani.
-Allora, vuoi guardarlo con me, o vuoi la notizia dopo che ho controllato io?-
-Scherzi, non ti azzardare, vieni qui e tienilo ben nascosto. Non sbirciare.-
Lei sorride e si fionda sul letto. Si mettono seduti vicini. Kate fa per togliere le mani dal piccolo display, ma Rick la blocca.
-Aspetta, aspetta. Co… come funziona? Cioè come capiamo se è positivo? Diventa azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce e grigio se è negativo?-
-Parli sul serio Rick? Azzurro o rosa secondo il sesso?-
-Non c’entra niente eh?-
-No! Nelle istruzioni c’è scritto che se appare una linea è negativo, due positivo! Vado?-
-Vai!-
Guardano il risultato in silenzio. Dopo un attimo lui la tira a forza su di sé.
-E’ azzurro, è un maschietto. Kate sei incinta ed è un maschietto.-
-Ma che dici Rick? Ci sono due linee dello stesso colore e non sono azzurre, significa solo che sono…si ferma un momento a riflettere. Quando Rick l’ha travolta non si è resa conto del risultato… significa solo che… sono incinta!-
Finisce sussurrando incredula.
-No. Significa che sei incinta e che è un maschietto. Te l’ho detto io nel sogno che è un maschietto. Ti ho detto di non chiamarlo Richard! Una femminuccia tu non l’avresti mai chiamata Richard!-
Ma lei sembra non ascoltarlo. Continua a guardare il blister con l’espressione seria. Rick le solleva il viso e la costringe a guardarlo. Ha gli occhi pieni di lacrime.
-Cosa c’è Kate? Non sei contenta?-
-Era solo un sogno!-
-Benvenuta nel mondo dei creduloni. Tu, sei un sogno amore mio. Allora, non sei contenta?-
Si stringe forte a lui.
-Certo che sono contenta Rick! E tu?-
-Contento? Aspettiamo un figlio e mi chiedi se sono contento? Ah… felice… felice di rivoluzionare tutto di nuovo… felice! Preparati, oggi facciamo i fidanzatini tutto il giorno, ti porto fuori a colazione e poi in giro per la città!-
Kate si rabbuia di colpo.
 -Niente affatto, niente colazione fuori, niente giri per la città! Oggi restiamo a casa tutto il giorno.-
-Come a casa? Si prospetta una splendida giornata di sole. Oggi si festeggia, siamo soli, niente mamma,  niente figlie e niente papero. Voglio portarti fuori e…-
-Oggi restiamo tutto il giorno a casa, a coccolarci e coccolarci e coccolarci ancora. E poi passiamo tutto il pomeriggio a guardarci negli occhi e… spogliarci con le mani… e se la cosa ti eccita ti chiamerò anche Castle con l’espressione arrabbiata, ma lo faremo rigorosamente ed ermeticamente chiusi in casa!-
Lui la guarda a bocca aperta, non ha capito il punto delle coccole, degli occhi,  tanto meno quello delle mani, figuriamoci il fatto di eccitarsi nel sentirsi chiamare per cognome.
-Tesoro, stai bene?-
-Chi è che diceva i sogni son desideri?-
Lui solleva le sopracciglia confuso.
-Chiusi in fondo al cuor? Ehmmm… Cenerentola?-
-Si proprio lei e diceva anche che possono diventare realtà. Il mio si è avverato, ma partiva da un incubo. Ora io non so come la pensasse Cenerentola sugli incubi, ma non voglio scoprire se si avverano anche quelli. Adesso vado in cucina a preparare la colazione, mio figlio ed io abbiamo fame.-
Si alza senza dargli la possibilità di parlare ed esce dalla stanza.
Rick resta seduto sul letto, le spalle appoggiate alla testiera ed un sorriso tra lo stupito e l’ebete.
Non si aspettava che Kate potesse farsi suggestionare da un incubo o un sogno, addirittura dai pensieri di Cenerentola!
Sorride e appoggia la testa alla spalliera del letto.
Mio figlio ed io… lo ha proprio detto, in maniera naturale come se niente fosse… ahhh, io amo follemente questa donna! Ha ragione lei, perché uscire a festeggiare quando possiamo… come ha detto? Ah si… coccolarci e coccolarci e…
-Riiiick, non hai fame?-
Urla lei dal piano di sotto.
Ah... cominciamo bene! Ha già gli sbalzi ormonali  e le conseguenti paturnie della gravidanza… ce ne vorrà di tempo e pazienza… in più lei porta la pistola!
Pensa sorridendo scendendo le scale.  Lei sta apparecchiando la tavola con un sorriso che vale più di mille parole. Le si avvicina e la cinge da dietro.
-Eccomi tesoro… allora come lo chiamiamo? Oscar, Orson, Tim, Bert…-
Lei gli infila un pezzo di pane tostato in bocca, per zittirlo.
-Penso che sceglierò io il suo nome. Non vorrei si rifiutasse di uscire quando sarà il momento, rabbrividendo solo al pensiero di sentirsi chiamare per tutta la vita Orson!-
Ridono divertiti.
-Scusami per prima. Sono ancora scombussolata per…l’incubo è tornato prepotente nel suo cervello e Rick le sorride dolcemente. La verità è… che quella notte anch’io ho provato un’emozione speciale, e ci ho pensato su per un paio di giorni. Mi sono ritrovata a sognare ad occhi aperti e questo mi ha spaventata.-
-Sognare ad occhi aperti  non ha mai ucciso nessuno.-
-Ma non capisci Rick? Avevo dimenticato quanto è bello ed elettrizzante ritrovarsi a fantasticare su qualcosa. Ti ho desiderato tanto senza mai ammetterlo con me stessa, fino a quando non ce l’ho fatta più e ho dovuto lasciarti entrare nel mio cuore. Eppure mi ritrovo a sognare e desiderare ancora, come se tutto questo non fosse già abbastanza. Desiderare un altro bambino, chiedere ancora di più alla vita. Questo mi spaventa! Ho imparato a mie spese che la felicità prima o poi ti manda il conto. Non riuscirei più a rinunciare ad un tuo abbraccio, ad un sorriso di Stella, ai battibecchi tra te e tua madre o alle discussioni con Alexis. Ho paura di perdervi. Non avrei mai dovuto cedere ai sentimenti. Non avrei mai dovuto permettere al mio cuore di avere bisogno del tuo come l’aria o l’acqua!-
Rick si stacca da lei e fa l’espressione serissima.
-Già! Meglio chiusi e recintati da un muro, tranquilli nella nostra quotidianità, senza nessuno scossone che può distruggerci. E senza baci, carezze, coccole. Senza quella splendida notte d’amore dentro al gazebo in riva al fiume, senza il  tuo sguardo perso nel mio, senza…-
-Va bene, Rick, ho capito… senza l'essenza della vita!-
Si abbracciano ancora e lui sorride.
-La vita è fatta di questo, di gioie, dolori e anche di morte. E’ inevitabile che prima o poi succeda anche a noi,  meglio poi naturalmente, ma per questo non possiamo vivere relegati in casa per tutta la vita.-
-Anche perché tu sei capacissimo di farti del male anche in casa.-
-Si è vero, ride lui, però oggi faremo esattamente come vuoi tu, staremo chiusi qui a coccolarci, a guardarci negli occhi e… com’era il resto?-
-A spogliarci con le mani, ma non l’ho detto io, questa è una frase tua.-
-Ah, mi sembrava strano che ti sbilanciassi così palesemente... e dimmi,  l’ho detto nel sogno o nell’incubo? Comunque non mi smentisco mai, sono incredibile!-
Kate gli dà una manata dietro la nuca e ne approfitta per attirarlo sulle sue labbra. Poi va in cucina a prendere il resto della colazione. Lui la segue in ogni movimento, sa che la sua vita sarebbe distrutta se dovesse perderla e sa che lei prova la stessa cosa. Però non rinuncerebbe a quel sentimento per niente al mondo e nemmeno lei.
L’amore l’ha cambiata, sono cambiati assieme.
La sua Kate prepara la colazione, fa battute spiritose e non ha accennato nemmeno una volta a come sarà dura per il lavoro e con Stella, che è ancora così piccola e tutte quelle scuse campate in aria, che avrebbe messo in evidenza qualche mese prima.
Lei torna al tavolo con un vassoio pieno di prelibatezze, fa per sedersi, ma lui la prende per il braccio e la attira a sé.
-Mi stavo chiedendo signora Credulona…-
-Dimmi, magari posso aprirti nuovi orizzonti.-
-Secondo te, Cenerentola, dopo aver perso la scarpetta, ha sognato che il suo principe si era pazzamente innamorato della sconosciuta al ballo, desiderando che la cercasse?-
Lei si perde nell’azzurro dei suoi occhi per l’ennesima volta. Sorride cingendogli la schiena in un abbraccio.
-Certo che lo ha sognato e quando si sono ritrovati e baciati, si è persa dentro ai suoi occhi e ha capito che  lui era sempre stato chiuso in fondo al suo cuore. Si è resa conto allora che i sogni son desideri e in quello sguardo ha scoperto il segreto che porta alla felicità.  Basta crederci…
e il sogno realtà diverrà!-
  


Angolo di Rebecca:

... dicevo, non linciatemi.
Lo so da me che è una... non lo so cos'è esattamente.
Sicuramente un incubo che ho avuto io la settimana scorsa, almeno l'inizio...
dovevo sfogarmi e l'ho scritto.
La fine, beh... quella non lo so cosa sia, ma spero vi abbia fatto sorridere...
  
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