Tolleranza
Il demone chiamato Sebastian
Michaelis poteva tollerare molte cose.
Poteva tollerare di essere
stato evocato da un moccioso.
Poteva tollerare che, per
adempiere al contratto, fosse stato costretto a fargli da maggiordomo.
Poteva tollerare i tre
servitori senza cervello che gli facevano perdere tempo per ogni sciocchezza.
Poteva tollerare quello
shinigami ossessionato dalle regole, William T. Spears.
Poteva tollerare, meno
facilmente, di essere assediato quasi quotidianamente da quello shinigami
pervertito di Grell Sutcliff.
Poteva tollerare che il suo Signorino
ci avesse stretto un accordo per poter terminare un caso.
Poteva tollerare anche che,
per tener fede all’accordo, ci avesse dovuto passare la notte. (LUI, non il
Signorino. Ovviamente...)
Poteva tollerare che Grell
Sutcliff fosse lì davanti a lui in quel momento, dieci mesi dopo quell’ultimo
incontro (dieci tranquillissimi mesi, senza i suoi piagnistei e le urla isteriche),
svolazzandogli intorno con qualcosa tra le braccia.
Poteva tollerare che quel “qualcosa”
fosse un neonato.
Poteva tollerare persino che
quel bambino (se ne accorse con orrore) nonostante gli occhi giallo-verdi
avesse inequivocabilmente il suo
viso.
Poteva sopportare di aver scoperto - a sue spese - che anche gli shinigami
maschi possono dare alla luce bambini.
Quello che non accettava
però, era di essere stato ingannato.
Perché, dannazione, quel mentecatto di San Tommaso d’Aquino aveva detto che
i demoni erano sterili.