CAPITOLO 1
L’estate volgeva ormai al termine mentre una leggera brezza autunnale muoveva le folte chiome degli alberi che incorniciavano le vie della città.
Alla
stazione di Londra una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, stava
abbracciando quelli che sembravano essere i suoi genitori.
-ci
vediamo presto, Lily- stava dicendo il padre, stringendo forte la
figlia.
-certo, papà- rispose la ragazza, per poi abbracciare anche
la madre.
-ciao
mamma, ci vediamo a Natale- mormorò Lily cercando con lo sguardo anche sua
sorella. Quest’ultima se ne stava in disparte, gli occhi ostinatamente fissi in
un punto imprecisato molto lontano da loro, le labbra serrate in una smorfia di
disgusto.
-bè,
ciao Petunia…- disse Lily esitante, sperando almeno in un suo saluto che non
venne.
Sospirò rassegnata, poi rivolse un ultimo sorriso ai suoi
genitori prima di voltarsi e sparire oltre il muro che separava il binario 9 da
quello 10.
Ciò
che le si presentò d’avanti agli occhi le strappò un sorriso sincero, ben
diverso da quello tentennante rivolto ai suoi familiari poco
prima.
Il
treno rosso fuoco stava accogliendo la moltitudine di studenti che quell’anno,
come lei, avrebbe frequentato la scuola di magia e stregoneria di
Hogwarts.
-Lily!
Lily!- la sua migliore amica, Alice, correva verso di lei con un enorme sorriso
stampato sulle labbra.
-ciao
Alice!- esclamò Lily abbracciandola felice. –come stai? Come sono andate le
vacanze? Hai conosciuto qualcuno?-.
-ehi,
frena frena! Ti racconterò tutto sul treno, adesso andiamo…- rispose l’amica
sorridendo cordialmente. Lily aveva appena iniziato a trascinare il suo baule,
ansimando per lo sforzo, quando una voce la raggiunse alle
spalle.
-Evans! Ehi Evans! Ti serve una mano?-.
Lily
non faticò molto ad identificare il proprietario di quella voce, tuttavia
continuò il suo cammino senza prestargli attenzione.
-Evans! Ehi, sto parlando con te! Hai bisogno di aiuto?-
chiese il ragazzo che ormai l’aveva raggiunta e stava camminando al suo fianco,
tentando inutilmente di afferrare il suo baule.
-no,
Potter, non ho bisogno di aiuto, né tantomeno del tuo- rispose Lily digrignando
i denti.
-oh,
andiamo! Volevo solo aiutarti!- rispose il ragazzo scompigliandosi con una mano
i capelli corvini.
-ti ho
detto che non mi serve nessun aiuto, anzi, ti sarei grata se ti spostassi
Potter, così mi intralci- rispose Lily continuando imperterrita a trascinare il
baule.
-credo
che anche quest’anno ti sia andata male, James!- esclamò un ragazzo
raggiungendoli.
-non
ti ci mettere anche tu, Sirius- sbottò James con fare
nervoso.
-già,
non ti ci mettere anche tu, Sirius, la sottoscritta è sufficiente a farlo
scendere dal suo piedistallo- lo scimmiottò Lily provocando le risate degli
altri presenti.
-dai,
Evans, almeno quest’ultimo anno mi concederai una possibilità?- chiese James
tornando a rivolgersi alla rossa.
-mmm…
fammi pensare… NO!- rispose secca Lily senza preoccuparsi dell’espressione
imbronciata di James.
-perché no?- insistette il ragazzo.
-beh…
se tu non fossi così prepotente, così sicuro di te, così insistente forse potrei
anche uscire con te… ma dal momento che tutte queste caratteristiche fanno parte
di te, credo proprio che tra noi non possa funzionare- Lily sbuffò. Gli ripeteva
quella spiegazione da talmente tanto tempo che ormai l’aveva imparata a memoria.
Tentò invano di sollevare il baule per posarlo nel vagone, ma James lo afferrò e
lo sistemò senza il minimo sforzo.
-questa l’ho già sentita, Evans, inventane una migliore-
continuò il ragazzo.
-non
ce n’è bisogni, Potter. Potrei spiegartelo in mille modi il motivo del mio
rifiuto ma tu continueresti a torturarmi comunque- e detto ciò Lily entrò nel
suo scompartimento e si chiuse la porta alle spalle. Alice la stava guardando
divertita.
-non
si arrende mai, eh?- le chiese dopo poco.
-no,
purtroppo- rispose Lily lasciandosi cadere sul sedile. Lo sguardo di Alice
divenne improvvisamente serio.
-però
Lily, dovresti provarci-. La rossa la guardò scioccata:
-a
fare cosa, scusa?-
-James. Lo hai sempre rifiutato, lo hai sempre giudicato
dal suo comportamento con gli altri, non hai mai provato a
capirlo-.
-Alice, vediamo se riesco a chiarire il concetto una volta
per tutte: Potter è un ragazzo tronfio, maleducato, pieno di sé e che crede di
avere tutto il mondo ai suoi piedi solo perché la maggior parte delle ragazze di
Hogwarts lo trova carino. Ebbene, io non faccio parte di quel gruppo di ragazze,
perché io ODIO JAMES POTTER!- precisò Lily urlando, senza volerlo le ultime
parole. La porta dello scompartimento si aprì all’improvviso ed apparve Potter
con un sorriso stampato in volto.
-oh..
cominciavo a preoccuparmi, non dicevi di odiarmi da più di un quarto d’ora-
esclamò appoggiandosi alla porta.
-non
c’è problema, Potter, se vuoi posso ripeterlo tutte le volte che vuoi- rispose
calma Lily mentre Alice tratteneva a stento la risata-
-figurati, so che lo farai ad un intervallo regolare di
circa 10 minuti- rispose James sempre sorridendo.
-insomma, cosa ci fai qui?- sbottò Lily, che proprio non
aveva voglia di ascoltare le sue battutine in quel
momento.
-sono
solo venuto ad avvisarti che i Prefetti ti aspettano. Renus mi ha mandato a
chiamarti, Evans-.
Lily
saltò su picchiandosi la fronte con la mano. Come aveva potuto scordare di
essere un Prefetto? Tutta colpa di quel Potter che continuava ad
innervosirla!
-spostati, Potter- disse subito scansandolo con la
mano.
-ci
vediamo più tardi, Alice- urlò quando ormai era già nel corridoio. James la
guardò un attimo poi, con una corsa veloce la raggiunse.
-vuoi
che ti accompagni?- le chiese gentilmente.
-no-.
-lo
sapevo, non importa tanto ti accompagno lo stesso- continuò James allegramente
senza prestare attenzione al broncio di Lily.
-hai
passato una buona estate?-
-no-.
-hai
intenzione di rispondere a tutte le mie domande con dei
monosillabi?-
-si-
-capisco. Immagino tu stia sperando che io tolga il
disturbo, vero?-
-si.-
-spiacente di deluderti ma non ho intenzione di
andarmene-.
Lily
sbuffò esasperata, stringendo i pugni per trattenere la rabbia, mentre guardava
di traverso la moltitudine di ragazzine che si affacciava alle porte per
salutare James.
Proprio mentre quest’ultimo si era fermato a chiacchierare
con una ragazza del quarto anno, Lil accelerò il passo e finalmente riuscì ad
avere un pò di tranquillità.