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Autore: telesette    09/11/2011    2 recensioni
Madelyn, figlia illegittima di un conte inglese, e Christopher, figlio secondogenito di Sir Doublewall. Giovani, tristi e innamorati... Una storia scritta per approfondire una volta per tutte il passato di due tra i personaggi più interessanti della serie di D'Artagnan, tuttora avvolti dal fascino del mistero.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Christopher corse disperatamente tutta la notte, pur di raggiungere Chalice, anche se in cuor suo probabilmente temeva che fosse già troppo tardi. Se Madelyn era già stata condannata, la colpa era unicamente sua; ma se era ancora viva, doveva assolutamente trovarla e liberarla. Ogni minuto che passava, il monastero da raggiungere sembrava sempre più lontano.

- Più veloce, più veloce!

Non era la paura degli inseguitori ( anche se, ora che aveva ucciso il genitore, suo fratello Patrick lo avrebbe sicuramente cercato per vendicarsi ) e nemmeno il timore per la sua anima. Ormai era dannato, e non poteva far nulla per salvare sé stesso, ma Madelyn… No, lei era innocente, non doveva pagare per colpa sua; perciò doveva impedire a tutti i costi che le facessero del male.
Una volta giunto a Chalice, Christopher smontò giù rapidamente dalla carrozza e si precipitò nel cortile. Qui vi era solo un nerboruto maniscalco che, intento com'era a ferrare uno spelacchiato ronzino, gli rivolse appena un’occhiata distratta.

- Perdonatemi - esclamò il ragazzo, avvicinandosi. - Per caso sapete di una fanciulla che è stata condotta qui, con l’accusa di stregoneria ?

L’uomo abbassò il martello e sollevò il capo, con una smorfia sprezzante sul volto.

- Arrivate tardi, pellegrino - rispose. - La donna di cui parlate starà probabilmente marcendo da qualche parte su suolo impuro!
- Cosa intendete dire ?
- Era una sporca megera, una figlia del diavolo, e aveva perfino sedotto un monaco… L’Abate in persona l’ha giudicata colpevole e io stesso ho eseguito la sentenza!
- Che cosa le avete fatto ?!?

Nonostante la stazza robusta del maniscalco, la rabbia e la collera ebbero il potere di moltiplicare le forze del giovane, permettendogli così di afferrarlo come se niente fosse. Subito il maniscalco provò a sollevare il martello per difendersi ma, prima che potesse calarglielo sulla testa, Christopher gli aveva già mollato una violenta ginocchiata al basso ventre; l’uomo cadde dunque in avanti boccheggiando e, dopo avergli fratturato il polso con il taglio della mano, il giovane lo costrinse a lasciar cadere il martello.

- Ditemi subito cosa le avete fatto - esclamò il giovane sconvolto. - Se non volete che vi spezzi qualcos’altro oltre la mano!
- Ma chi… Chi diavolo siete…
voi ?
- Rispondete, ho detto!

Temendo la furia di quel giovane folle, l’uomo fu costretto a raccontargli tutto: come la ragazza fosse stata trascinata davanti all’Abate, come questi l’avesse giudicata colpevole aldilà di ogni dubbio, ed infine come lui stesso avesse eseguito la sentenza pubblicamente… imprimendo a fuoco sulla sua spalla il marchio della croce. La fanciulla era stata poi lasciata libera, esposta dunque al pubblico ludibrio, e da allora nessuno l’aveva più vista a Chalice.
Il corpo di Christopher vibrò incontrollabilmente. Madelyn, la sua dolce e innocente Madelyn ( la cui colpa più grave che le si potesse imputare era solo di essere nata ), era stata accusata e punita come se fosse un abominio vivente… Al solo pensiero che l’uomo tra le sue mani aveva passato sulla carne della sua amata il ferro arroventato, il giovane precipitò in un abisso di disperazione. Il male che aveva toccato la fanciulla che amava era lì, davanti a lui, e permeava ogni singola pietra che teneva insieme le mura di quel luogo. Una sola parola parve riscuoterlo, con la stessa violenza di un fulmine a ciel sereno, una parola dal significato chiaro e preciso: vendetta!

- Aiuto - urlò il maniscalco, sperando che qualcuno giungesse a soccorrerlo.
- Risparmia il fiato - rispose Christopher sottovoce, raccogliendo il martello e brandendolo sopra la testa dell’uomo terrorizzato. - All’inferno avrai presto molta compagnia!

Il maniscalco crollò a terra, con il cranio fracassato, e giacque immobile in una pozza di sangue. La vista del suo corpo senza vita non risvegliò alcunché in Christopher, né soddisfazione né rimorso; l’unica cosa che desiderava adesso era poter compiere fino in fondo la sua vendetta. Frugando tra gli arnesi dell’officina, cercò di raccogliere tutto ciò che potesse essergli utile ( sella, attrezzi, corde, ecc. ). La bottega del maniscalco, oltre a produrre ferri di cavallo, si occupava anche di forgiare catene e quant’altro per i prigionieri rinchiusi nelle segrete del monastero. In particolare un oggetto attirò la sua attenzione: una specie di calotta interamente in ferro, progettata per nascondere il volto degli uomini ritenuti indegni. Christopher osservò quella orribile maschera, soprattutto il disegno della fessura all’altezza della bocca, incapace di distogliere lo sguardo da quel freddo sorriso metallico. Se qualcuno fosse stato in grado di riconoscerlo e descriverlo agli uomini di suo fratello, non sarebbe andato molto lontano; gli occorreva qualcosa per nascondere la sua identità e, per quanto l’idea sembrasse assurda, Christopher credette di avere appena trovato un’ottima soluzione. Subito sollevò la maschera e, dopo averla appoggiata sopra l’incudine, utilizzò il martello per spezzare la serratura che serviva a chiuderla. Ora la maschera era come un qualsiasi elmo, seppure dall’aspetto orribile, e Christopher decise che d’ora in poi quello sarebbe stato il suo vero volto.

 

***

 

Mentre un uomo ammantato di nero si allontanava al galoppo, lasciandosi alle spalle il monastero di Chalice interamente in preda alle fiamme, le nere volute di fumo si alzarono verso il cielo. Giunto sulla cima di una collina, l’uomo fermò il cavallo e si voltò a contemplare la distruzione che aveva provocato. Immaginando l’Abate e tutta quella sporca comunità, mentre bruciavano vivi in quell’enorme incendio, provò quasi un senso di sollievo. La luce sinistra che brillava nei suoi occhi, irriconoscibili a causa della maschera che gli nascondeva il volto, sembrava rifulgere quell’intenso bagliore all’orizzonte. Ben presto di Chalice e di tutti i suoi abitanti non sarebbe rimasto altro che cenere; nessuno avrebbe saputo dire nulla sull’accaduto, eccetto che un uomo con una maschera di ferro aveva appiccato il fuoco ed era fuggito. Costui osservava immobile la scena, ben sapendo che quello era solo l’inizio di una vendetta che avrebbe portato avanti per tutta la vita.

- Per te, Madelyn - esclamò, tenendo saldamente le redini. - Qualunque male il mondo ti abbia voluto infliggere, io lo restituirò al mondo dieci volte… E lo farò con le mie mani, per tutto il tempo che mi sarà concesso di vivere!

( continua col prossimo capitolo )

 

Angolo dell’Autore:
Per il momento la storia si ferma qui, in attesa di rifinire alcuni dettagli. Verrà ripresa naturalmente ( almeno spero, XD c’è ancora tutta la trama vera e propria da scrivere ) ma, dato che devo riprendere molte altre storie arretrate, purtroppo dovrete aspettare. Non penso che sentirete la mia mancanza, in ogni caso non sarà per molto tempo, ad ogni modo vi auguro ogni bene e… A PRESTO !!!
^__^

   
 
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