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Autore: Francibella    09/11/2011    2 recensioni
Sai cosa c’è appeso al mio letto, Louis? Un Post-It. E lo sai cosa c’è scritto sul Post-It? Un punto esclamativo. Solo quello. Nulla di più e nulla di meno. Tutti mi chiedono perché. E a nessuno dico la verità. Perché è più facile mentire, che dire la verità, a volte. Però oggi te lo dico, il perché del punto esclamativo. Quel punto esclamativo è per te. 
 
Lorcan Scamandro ha bisogno di un aiuto per preparare l’Amortentia. E chi meglio di Dominique Weasley potrebbe aiutarlo? E Dominique di che cosa ha bisogno, invece? Forse semplicemente di un po’ di coraggio e dell’occasione giusta per dichiarare i suoi sentimenti.
Due piccole oneshot, su due giovani Weasley. [Quinta classificata al contest The New Weasley Family - The return indetto da Gra Gra 96 sul forum]
 
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominique Weasley, Lorcan Scamandro, Louis Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Post-It


Louis e Abbie (OC) qui.
Nel prossimo capitolo Dominique e Lorcan e lo splendido giudizio di Gra Gra 96

 

 
 
 



 

 


[Abbie OC ] Sai cosa c’è appeso al mio letto, Louis? Un Post-It. Chissà se lo sai cos’è un Post-It, probabilmente no, dopotutto sei un Purosangue. Sono io la Nata Babbana. Un Post-It è un quadratino di carta, piccolo e giallo, con una striscia adesiva. E lo sai cosa c’è scritto sul Post-It? Un punto esclamativo. Solo quello. Nulla di più e nulla di meno. Tutti mi chiedono perché.  Ehi Abbie, perché hai appeso un punto esclamativo sul tuo letto? Hai difficoltà a ricordarti le cose? Abbie, ma cos’è quella roba gialla che hai sulla testata del letto? Non hai paura che ti cada in testa durante la notte? E a nessuno dico la verità. Perché è più facile mentire, che dire la verità, a volte. In realtà sempre, se si tratta di te, Louis. Ho sentito dei ragazzi dire che non è colpa loro se guardano una Veela, è una questione genetica. Ho sempre riso di loro. Mi dicevo che erano solo degli sciocchi, che si nascondevano dietro un filo d’erba. Ma io sono forse migliore di loro, Louis? Io, che tutte le volte che tu entri nella stanza, trattengo il respiro, sperando che tu non mi rivolga la parola, perché non vorrei fare la figura della sciocca e poi rimango delusa quando non mi guardi nemmeno? No, Louis, non lo sono. Mi piace pensare che non sia la tua parte Veela ad avermi fatto innamorare di te. Ma so – di per certo – che è quella che ti terrà lontano da me. Però oggi te lo dico, il perché del punto esclamativo. Quel punto esclamativo è per te. Quel semplice segno vuol dire milioni di cose. Vuol dire  tante cose.
Non illuderti, Abbie, se Louis incrocia il tuo sguardo!
Non illuderti se si mette vicino a te durante la lezione di Pozioni, sai che è solo perché è una frana!
Non soffrire se invita la tua compagna di dormitorio ad Hogsmeade e lei torna raccontando a tutte quanto è stato bello!
Non soffrire se lo vedi entrare in Sala Grande abbracciato ad un’altra!
Non pensare a quanto devono essere morbide le sue labbra!
Non pensare a quanto devono essere soffici i suoi capelli!
Non essere felice, quando ti sorride!
Non essere felice, quando ricorda il tuo nome!
Non piangere, se a volte nemmeno ti nota!
Non piangere, se preferisce un’altra a te!
Non essere in pena per lui mentre fa pericolose acrobazie durante una partita di Quidditch!
Non essere in pena per lui quando organizza qualche scherzo con i suoi cugini!
Ma soprattutto, Louis, vuol dire…
Non amarlo, se sai che lui non ti amerà mai!
Pensa quante cose può voler dire un solo punto esclamativo. Ho dovuto farlo, Louis. Ho dovuto scriverlo. Perché se lo scrivi, resta. Ero stanca. Stanca di cosa? Di questa assurda delusione che aleggia nell’aria ogni volta che tu preferisci qualcun’ altra a me. Ero stanca di essere delusa, senza aver qualche lecito motivo. Ero stanca, Louis. Solo tanto stanca. Avrei voluto addormentarmi e dimenticare di averti mai amato. Ma non posso farlo. E non potrò mai averti. Come posso anche solo sperarlo? Tu sei Louis Weasley, prefetto e Cercatore dei Tassorosso. Ammirato da tutti. Anche i ragazzi ammettono che sei fantastico. Simpatico, leale, gentile, sempre sorridente e bellissimo. Io, tu lo sai chi sono io? Probabilmente no. Io sono Abbie Martin. Anzi. Io sono solo Abbie Martin. Sedici anni, come te. Tassorosso, come te. Le somiglianze tra noi terminano qui. Io sono insignificante. A volte mi chiedo come qualcuno potrebbe notarmi. Nessun particolare segno distintivo. Anonimi capelli castani, anonimi occhi nocciola, anonima corporatura. Sono anonima, insomma. Sono solo un’anonima Tassorosso delusa. Non da te, certo. Come potresti avermi delusa! Non mi hai mai dato alcuna speranza. Mi sono delusa da sola. La delusione è una cosa strana, sai Louis? Perché è il sentimento che provi quando passi da estremamente felice a estremamente triste. Ed è esattamente quello che mi capita quando tu entri in una stanza. Pensavo che ce l’avrei fatta a dirtelo, un giorno. Ma credo che non lo farò. Forse se non ci penso, mi passerà. Ma so che non accadrà. So che tu, Louis Weasley, rimarrai sempre nei miei pensieri. Una voce mi distrae dai miei pensieri. «Louis Weasley…»   E la speranza si riaccende – ingiustamente – in me. Cosa ha fatto o detto Louis? «Ha lasciato Isabelle, il Portiere dei Corvonero. Parrebbe che sia interessato ad un’altra.» E di nuovo la delusione mi avvolge, è quasi un abbraccio di un’amica fraterna. «La nuova ragazza potrebbe essere della sua casa, dato che ha detto che passerà molto più tempo in sala Comune da adesso in poi.» È troppo poco, mi dispiace. Non riesco a tirarmi su dalla mia delusione. Non sono io. Non lo sono mai stata. E non lo sarà mai. Inutile sperare. Inutile rimanere delusa. E allora perché c’è questa speranza che non si spegne? Perché rimango qui, in Sala Comune da sola, a scrivere un semplice punto di domanda su un altro Post-It, che significa tutto e niente. E se… E se, cosa? Siamo sinceri, non c’è un e se …  per noi. Perché allora continuo a sperarci?

 

[Louis ] Al giorno d’oggi, se vuoi conquistare una ragazza, non sai più cosa fare! Tutto è scontato, tutto è già visto. Se poi lei è babbana di nascita, sei proprio morto. I film e i libri babbani ormai hanno proposto ogni situazione in tutte le salse. E io che posso fare? Vorrei avere almeno il fascino di James, il modo di fare di Al, il sorriso di Fred, la dolcezza di Frank Paciock o almeno il senso dell’umorismo di Hugo! Invece non ho nessuna di queste cose. Tranne un qualche gene Veela. Ma devono essere stati completamente soggiogati da geni Weasley. Tranne il gene che codifica i capelli. Perché quelli sono biondi. Per il resto, io sono un Weasley. Il che è fantastico. Tranne quando hai difficoltà a camminare perché inciampi nei tuoi stessi piedi. O quando il calderone ti esplode una lezione sì e una no. O quando tutti sembrano conoscerti e ti chiedono informazioni nel momento meno opportuno. Come quando hai visto la ragazza che ti piace seduta da sola e vorresti parlarle, ma la gente ti accerchia e quando hai finito, quel suo stupido migliore amico le si è già appiccicato. Abbie Martin è fantastica, gente. Ok, forse non la conoscete; ma, credetemi, questo è il bello. Perché lei è una ragazza semplicissima. Sorride in maniera pacata, sembra non perdere mai la calma. Ed è davvero carina. A volte arrossisce,  allora spero che sia un segno, che mi voglia dire che le piaccio, invece poi, regolarmente, la vedo appiccicata a Geoffrey Qualche Cosa alias il suo migliore amico e penso di non avere possibilità. Perché io le ho provate tutte.
Le lancio sguardi carichi di significato.
Mi metto di fianco a lei durante pozioni.
Esco con le sue compagne di dormitorio.
Entro in Sala Comune abbracciato a ragazze dalla dubbia moralità.
Faccio strane smorfie con le labbra quando la vedo.
Mi passo una mano nei capelli appena è nelle vicinanze.
Le sorrido in una maniera che vorrebbe essere tenere e dolce, ma probabilmente è solo disgustosa.
Le rivolgo smielati saluti, degni di un ragazzino alla prima cotta.
Oppure faccio finta di non sapere il suo nome, quando potrei scriverlo al contrario ad occhi chiusi.
Chiedo ad una ragazza di uscire quando lei è nelle vicinanze.
Faccio il cretino sulla scopa durante le partite.
Partecipo a stupidi scherzi per farla ridere.
 
Dura la vita di Louis Weasley. Eccola, è lì, seduta da sola in Sala Comune. Ho fatto mettere in giro la voce che mi piaccia una Tassorosso – il che per altro è vero – ma a lei non potrebbe interessare di meno. Comunque stavolta, o la va o la spacca! Mi avvicino, piange. Vorrei dire qualcosa, ma non so cosa dire.  Sta scrivendo qualcosa su un Post-It. Mi piacciono i Post-It, zia Hermione ne ha sempre qualche pacco a casa. E io glielo rubo sempre. Non capisco cosa stia facendo. Sembra un punto di domanda. Mi guarda, arrossisce. Si sente in imbarazzo, solo perché l’ho beccata a piangere. Non dico nulla. Le porgo una mano, si alza, la bacio. Non mi respinge, risponde. Quando ci separiamo ha le guance ancora più rosse, si china, prende il Post-It e cancella il punto di domanda. Si riavvicina a me e, un secondo prima che il suo viso mi copra la visuale, mi pare di vedere un punto esclamativo comparire al suo posto. Chissà cosa significa. Potrei chiederglielo, ma preferisco non rovinare questo momento. La sua voce vellutata mi giunge alle orecchie, ed è solo un sussurro. «Nessuna delusione per Abbie, questa volta.» Non so cosa significhi, ma so cosa vorrei dirle. Non ti deluderò, Abbie, te lo prometto.

   
 
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