Un Lago dinnanzi a me. Un enorme cratere spento circondato da sabbia che non è altro che tanta polvere, tanti sassolini neri.
Brilla la Luna in cielo. Non è piena però... Un quarto peraltro oscurato dalle nubi di mezzanotte. Tutti nelle tende a pochi metri dalla spiaggia dormono, alcuni si preparano. Dei ragazzini al bar vicino fanno i gradassi, urlano a ritmo del fischietto che risuona ogni mezzo minuto seguito dal battere su un tavolo di fondi di bicchiere... Tequila.

E' qui che tutto cominciò. Un amore che credevo fosse inattaccabile, inaffondabile... Credevo che il mio cuore volasse nel cielo nonostante la pesante ferraglia che stringeva le sue ali.

Quanta felicità e quanta sofferenza mi ha portato. Ora sorrido se ci penso, e non è pena quella che anima le mie espressioni, ma soltanto tanta rabbia.

Una sigaretta soltanto mi fa compagnia. Colla, carta, nicotina, tabacco... Sanno essere più utili e affettuosi a volte della gente. Cenere che cola a picco sul terriccio vulcanico confonendosi col terreno nero, ch'è scuro anche in pieno giorno.

Seduto su una roccia, a pensare al presente. Soffrendo le stesse pene per ben due volte nello stesso esatto punto in cui ben più di due volte ho provato le gioie più grandi della mia vita.

Gli stessi guai, la stessa roccia che par plasmata sotto al mio corpo tanto ben m'accoglie. Comoda più di una poltrona imbottita. Più calda dell'abbraccio di mio padre.
E se fosse con me, lui, a vedermi piangere... Si chiederebbe se il mio pianto è per la sigaretta che si consuma, o per la mia vita che si accende.