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Autore: 11cerbero    09/11/2011    0 recensioni
Un viaggiatore racconta i suoi viaggi, in particolare quello della terra dei gatti..
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riesco mai a essere stanco di fare il viaggiatore di dimensioni. Proprio ieri ero sfuggito da un clan di iene antropomorfe che volevano vendere le mie budella, dato che nel loro mondo erano una cosa molto rara. Erano determinati a prendermi, non avrebbero lasciato perdere per nessun motivo al mondo. I loro gialli occhi erano feroci, me li ricordo ancora, davano praticamente i brividi. Allora ho detto loro una barzelletta e sono morti dalle risate. Così sono riuscito a sfuggirgli: hanno perso tempo a ridere. E non credo sia solo perché erano iene, ho usato una delle mie migliori barzellette di repertorio. “Ci sono due mele: una marcia, l’altra corre.” Troppo spassosa. Eppure la vita da viaggiatore non è sempre stancante. Oggi sono in questo mondo, targato xxxxx444dscceexxeexr43zz; r45555xxzzaaazze44444yyy32000 ma siccome voi comuni terrestri non siete capaci di leggere le coordinate dimensionali abbreviate con codificazione sono costretto a semplificarvi la lettura. Si può chiamare LaPchaKatChun nella lingua dei sabotatori folli, ma non ricordo se venite dal mondo in cui conoscete tutte le lingue esistenti o in quello dove seguite un nano di plastica vergognoso. È un mondo molto simile al vostro concetto di scenario post-apocalittico, solo che gli abitanti sono tutti felini antropomorfi. In pratica dei fantastici e carinissimi uomini gatto. Hanno il corpo da umano, anche se basso e tozzo, la loro altezza standard non supera il metro e cinquanta, delle lunghe dita da umano e una faccia furba, piena di baffi e peli. Una grande guerra nucleare ha sterminato gran parte degli umani, ha reso il terreno sterile e li ha mutati in modo permanente. Solo che è passato tanto tempo, non si ricordano più che un tempo erano come voi. Però sapete cosa, miei cari umani? So che è tremendo dirlo così, ma credo sia una buona cosa. Non parlo del loro aspetto, anche se sono terribilmente adorabili. Tranne quando sputano palle di pelo, lì, ve lo giuro, mi viene da vomitare. Non dovete fraintendermi, vi avverto, ma sto vedendo che in questo mondo non ci sono centinaia di guerre, di odio e di finzione. Ci sono solo due fazioni: quelli che tentano di sopravvivere aiutando gli altri e quelli che uccidono gli altri, senza preoccuparsi di vivere o meno. Però è un odio da autodifesa. I briganti sono dei predatori incalliti che attaccano e depredano chiunque con i loro fucili mentre gli abitanti pacifici si impegnano a rendere il mondo un posto migliore. Mi stavo facendo spiegare da quest’uomo, o gatto, seduto a un bancone di un bar rottamato la situazione della loro vita. E devo dire che la loro storia non è diversa dalla vostra: non c’è lavoro. Mi racconta dei mestieri che ha dovuto provare per sopravvivere. Si è unito alla divertentissima cerchia degli esploratori, gatti tutti impegnati nella ricerca di provviste, materiali o, pensando per assurdo, del terreno fertile dove spuntano alberi o erbetta colorata. Sono divertenti perché fanno un sacco di battute razziste e hanno una collezione di riviste porno esagerata, oltre ogni limite, mi dice lui. E poi hanno usanze strane, persino per un abitante di questo mondo. Si riuniscono tutti insieme attorno a un fuoco e mostrano i genitali. Chi si avvicinava più al fuoco vinceva. Roba da pazzi, dice il gatto mentre si liscia il pelo. Poi un giorno l’hanno, diciamo, licenziato. Nel bel mezzo del deserto pieno di radiazioni gli dicono di andarsene. Giustamente il gatto gli chiese come avrebbe fatto a tornare nella sua città. Fatti tuoi, risposero loro. Lui allora chiese se poteva seguirli fino alla loro prossima meta. Loro risposero di no. Che stronzi, commento io, ma la vita è così. Dovranno riscaldarsi i testicoli pelosi senza di te, gli dico. Allora il gatto mi racconta di un altro lavoro che ha fatto: il segretario. Ma non di quelli che stanno seduti in ufficio ad annoiarsi, giocare a solitario e scrivere a macchina. No, in questo mondo ci sono i segretari speciali. Siccome gli uomini gatto di questo mondo sono molto curiosi e chiacchieroni si viene sempre a sapere tutto di tutti. Quindi il mio nuovo amico era incaricato di allontanare tutti i curiosoni distraendoli nei modi più disparati. Mi racconta di quella volta che, per allontanare il sindaco, ha allungato un dito. Non suo, ovviamente. Il sindaco, tutto impettito, non ha fatto altro che annusarlo. E quando quella banda di teppisti ha voluto estorcergli informazioni? Furbamente ha lanciato una tappo e loro hanno perso tempo azzuffandosi tra di loro per poterci giocare. Intanto guardo il barista: sta facendo il pane, tutto soddisfatto. Beato lui. Decido di essermi riposato abbastanza e faccio per andarmene. Lui mi guarda con degli occhioni grandi così. Mi chiede dove sto per andare. Io gli rispondo che sono un viaggiatore, e adesso dovrò andare per il mio destino. Per tutta risposta, lui fa il pane. Gli dico che non mi vedrà mai più e lui fa le fusa. Allora me ne vado, ma lui mi ferma. Mi dice che non mi ha ancora detto il suo nome. Leccandosi i baffi mi dice che si chiama Il barone folle. E io tristemente penso che è un nome fin troppo figo per un gatto che si struscia contro la gamba del tavolo.
   
 
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