All Hell Uja
 

Non esiste una cosa come l'infanzia, per noi.
Nasciamo già perfetti, nasciamo già rapaci.

Se mi chiedeste perchè sto scivolando da un'ombra all'altra, come lo sguardo carico di panico di un bambino che non riesce a dormire... beh, non ve lo saprei spiegare.

C'è una cosa che devo capire.

Ecco, quello è il suo letto. Posso vedere la piccola massa del suo corpo mortale creare una specie di ingombro sulla superficie delle coperte; troppo, troppo grandi per lui.

Mi avvicino. Non turberò il suo sonno con il mio respiro: io non respiro.

Sono così vicino, adesso, che potrei nutrirmi della sua anima mentre lui ancora dorme. Perle di oscurità condensano e scivolano sulle mie mani.
Bilancio i miei passi silenziosi socchiudendo le mie ali.
Sono tornato ad essere quello che sono, quasi involontariamente.

L'ultima foglia di fico è caduta. Adesso siamo soli, un demone ed un bambino.

Tuttavia, questo non è esatto. Non posso considerarlo solo un bambino. Egli...il Signorino è già un uomo.
E' anche un uomo.
E' tutte e due le cose, contemporaneamente.

Il mio corpo è l'assenza di movimento.

Le mie mani sono il mandato mortale.

La mia mente è in fiamme.
 

Sei ancora giovane. E' questo il tuo errore. C'è così tanto nel mondo che tu ignori.
Nondimeno, so che puoi fronteggiarlo.

[Sono fiero di te, piccolo mio]

Ed il tuo volto, perso nelle vie tortuose del sonno, mi dice che non ho torto.
Mi dice che -in un modo che non potrò mai capire- tu rimarrai sempre due passi avanti a me.

No, non si tratta di innocenza, espiazione o redenzione.

Quelle sciocchezze semplicemente non esistono. Lo so io, come lo sapete voi quando giunge l'ultima ora e si è soli per davvero.

E' puramente una questione di forza.
Il signorino dipende da me, ma la sua natura trascende questa debolezza.

Ecco, lo sto facendo di nuovo.
Mi abbasso sul suo collo.

Non credo di poterlo baciare.
Non nel mio stato attuale; a noi non servono labbra per blandire, ma zanne per afferrare.
Una goccia di buio cade sul cuscino, evaporando con un sibilo.
Docili stille dell'aldilà.
 

Aldilà.
Vorrei potertene parlare, vorrei che tu capissi... ma semplicemente non esistono parole adatte.
Perchè?
Tu hai il potere di farmi sentire solo.

Appoggio dolcemente il mio volto su di lui. 

Un contatto come questo non può durare a lungo. L'oscurità lo turba, turba il suo corpo mortale. Lo sento agitarsi.
Percepisce, in qualche modo, la mia doppia intenzione.

La bella dama senza misericordia.

Eros. Thanatos.

Duplice spirale; tanto ascendente quanto discendente.

Quando scatta seduto sul letto, con un leggero grido, io sono già fuori dalla porta. 
Sento che chiama il mio nome, come fa di solito dopo aver avuto un incubo.

Chiama il mio nome, Ciel.
Fino a che tutte le bugie non diventeranno verità.
Fino a che non scioglieremo il sigillo.

Anzi no, Ciel.
Fallo per sempre.

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Nota dell'autore.
Questo testo è letteralmente uno "Studio'' sul personaggio di Sebastian.

Sebastian, a mio parere, crea due problami al fanfictionaro.

1. è un demone. Un entità ultramondana trascendente. Come diamine penserà un essere del genere?
2. Di che natura è la sua relazione con Ciel?