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Autore: Davi 1990    10/11/2011    1 recensioni
Quel giovedì il Dottor Robert Neville si trovava a casa per via di un permesso speciale.
L’uomo, sulla trentina, si trovava seduto dietro al tavolo della cucina. La piccola TV era accesa è il TG stava trasmettendo le notizie sportive.
Robert stava sorseggiando una tazza di caffè e fissava la moglie Zoe intenta a cucinare, era davvero fortunato nell’aver conosciuto una tale donna, pensò.
Dalla loro unione era nata la piccola Marley che in quel momento era a scuola. Lei era il uso angelo… la sua luce negli occhi.
Fan Fiction ispirata al film Io Sono Leggenda dove parlerà degli avvenimenti accaduti tra il 2009 e il 2012.
Il Virus più micidiale della storia dell'umanità come avrà preso possesso di New York? Cosa ha fatto Robert dopo la morte della sua famiglia?
Genere: Azione, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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IMMUNE!


Robert Neville, con fronte umida di sudore, stava esaminando attentamente il cadavere del “mostro”. Era certo, niente del genere si era visto prima d’ora.
Le pupille del mostro erano dilatate e dopo aver passato una lampada U.V. sulla pelle dell’essere quest’ultima mostrò degli strani sintomi, come se la pelle rifiutasse quella fonte di luce, danneggiandosi:
Interessante…”, sussurrò tra se Robert posando, sul lato della lastra d’acciaio, la lampada.
I dottori che si trovavano al suo fianco gli avevano lasciato il posto libero, fissavano in silenzio il suo attento studio del corpo senza vita.
Il generale Morrison attendeva impaziente che Neville uscisse da lì per sentire cosa ne pensava e quali altre cose avesse scoperto.
Robert tastava con le mani, coperte da guanti chirurgici, ogni parte del corpo scoprendo che la massa muscolare era più sviluppata del normale:
Scusate, avete visto le immagini del video?”, chiese Robert d’un tratto si presenti.
Uno dei dottori, quello più vicino, rispose:
Certo,signore! Vuole vederlo anche lei?”.
E possibile?”.
Se non fosse di grado elevato non potrebbe visionare il filmato, ma lei ne ha tutti i permessi”.
Bene! Allora vorrei prendere visione del filmato, grazie”.
Il dottore si voltò verso due colleghi alle sue spalle e, con una mano, indicò una piccola TV posta in fondo alla sala, dicendo:
Portate qui la TV con il filmato Top Secret 0043 per il Tenente Colonnello Neville!”.
Una volta portata la TV integrata ad un videoregistratore, il dottore fece partire il filmato.
Robert si concentrò sul piccolo schermo.
L’immagine non era perfetta è mostrava alle volte delle rigature, in più era in bianco e nero.
Il video mostrò un’ampia sala chiusa da 4 mura imponenti con all’interno un vero caos. Molte sagome schizzavano da una parte all’altra della stanza altre, invece, divoravano i cadaveri delle vittime del virus di Krippin morte per emorragia interna e non tramutate in quelle strane creature. Robert rimase sconvolto dal comportamento degli “Infetti”, non poteva credere ai suoi occhi. Una cosa era stato sentirselo raccontare dal generale Morrison un’altra era guardare una simile fame di sangue. E quelli sarebbero esseri umani? Si chiese senza parole Robert Neville fissando lo schermo, incredulo.
Alla fine del video il colonnello, sconvolto e disgustato al tempo stesso, si voltò verso il cadavere rimuginando su quanto visto.
Si avvicinò di nuovo al corpo e volle esaminare la bocca dell’essere per un’ultima analisi. Aprì la bocca con le mani e chiese ad uno dei dottori di tenergliela aperta, e cosi fecero. Si avvicinò con la testa verso la bocca per vedere meglio l’interno. Avendo la mascherina non si preoccupò di avvicinarsi così tanto. Osservò la dentatura che non sembrava particolarmente cambiata. Mise una mano dentro la bocca e toccò i denti con i guanti. Il dottore al suo fianco, che teneva la mascella aperta, deglutì nervoso e improvvisamente, Robert con un movimento errato dell’indice si ferì il dito tagliando il guanto e un lembo di pelle:
Oh, merda!”, sobbalzò Robert tirando fuori la mano di fretta.
Il dito indice perdeva delle gocce di sangue, i dottori intorno lo circondarono subito, uno di loro esclamò:
Santo cielo!! E’ stato contagiato!”
Lo presero senza che lui capisse nulla. Un allarme risuonò nel laboratorio.
Robert si sentì strattonare a destra e a sinistra. Era confuso, spaventato. Sudava freddo. Come cavolo era successo? Maledizione! Robert si maledì per il suo gesto distratto e pensò subito alla moglie è alla piccola figlia, non poteva lasciarle. Non voleva trasformarsi in un mostro, non voleva morire! Il grande shock è la forte tensione unita ad una agitazione incontrollabile lo portò a perdere i sensi. L’oscurità lo avvolse, attanagliandolo dalle viscere del suo essere.
Voci è ancora voci si ripetevano nella sua testa come rimbombi di tuoni. Una sirena frastornante gli spaccava il cervello in due. Visioni di mostri gli riempirono la testa. D’un tratto, apparve nella sua mente la sua casa. Lui entrava dalla porta d'ingresso è appena la moglie Zoe gli corse incontro urlò terrorizzata scacciandolo. Lui si avventò contro di essa come un predatore affamato è gli squarciò il collo. Il sangue gli colava dalle labbra formando righe rosse sul mento. Vi era uno specchio di fronte a lui, si vide: era un mostro!
Un urlo squarciò il silenzio. Robert aprì gli occhi rimanendo accecato dai riflettori di luce, era sudato e tremava, il cuore batteva a mille come un tamburo. Si rese conto che quell’urlo fu il suo. Era un sogno. Un sogno terrificante. Ora era sveglio:
Ma che diavolo…?!”, sussurrò Robert confuso.
Si trovava disteso su una lastra di metallo fredda. Legato gambe e piedi da cinghie. Voltò la testa più volte e vide dinanzi a lui molti medici e dottori con mascherine che lo scrutavano tutto intorno:
Si è svegliato…”, disse uno di loro.
E-ehi! Ma che diavolo mi avete fatto?” urlò frastornato Robert strattonando braccia e gambe con furia cercando di liberarsi da quelle cinghie di cuoio. “Dove sono?”.
Un dottore vicino, rispose con voce bassa:
Signore… si è ferito con il cadavere. Lei si è contagiato! Sono passate dieci ore dal suo svenimento. I primi sintomi arrivano dopo 38 ore. Mi spiace signore, ormai è condannato ad una morte certa… oppure a mutarsi”.
No… NO!! Uccidetemi! UCCIDETEMIII!!!!”, gridò a pieni polmoni Robert, disperato.
Non possono…”, rispose una voce familiare.
Robert si voltò a destra notando l'uomo a cui apparteneva quella timbrica:
Robert… sono il Generale Morrison. Lei non può essere ucciso, ci capisca. Deve essere messo sotto esame, dobbiamo studiare meglio questo virus è lei ci aiuterà”, concluse il generale con tono apparentemente dispiaciuto, da sotto la mascherina.
No!! Per favore…. NO!!”, continuò ad urlare Robert invano, disperandosi ancor di più.
Le ora passavano velocemente, senza tregua.
Robert infine si rassegnò è rivolse i suoi pensieri alla sua famiglia. Una lacrima gli attraversò il volto. Era partito da New York per giungere a Washington, era partito per studiare un corpo è ora si trovava lì, contagiato dal virus.
Il battito del suo cuore era irregolare, ma non sentiva nulla di strano nel suo corpo. Davvero si era contagiato? Un barlume di speranza crebbe in lui. Un minuto dopo, invece, ricadde nel panico, non voleva morire o mutarsi in quella cosa. Come fare? Dubbi su dubbi si accumularono nella sua mente accompagnati dall’inevitabilità.
Improvvisamente la quiete intorno a lui fu rotta da uno dei dottori che esclamò con sorpresa al generale:
Mio dio! Incredibile… sono passate più di quaranta ore, il colonnello Neville non mostra nessun segno di mutazione o di emorragia. Generale… Robert Neville sembra essere immune!”.
Cosa?! Ne è sicuro?”, chiese sorpreso il generale.
Robert aveva sentito ciò e si mosse leggermente come per destarsi da un incubo… era finita. Il suo essere si rilassò e ringraziò Dio per quel miracolo.
Il Generale ordinò ai medici:
Fate un prelievo di sangue! Esaminatelo! Forse in Neville vi è un potenziale vaccino”.
Dopo fissò Robert e disse:
Sei davvero un uomo fortunato... liberatelo!”.

-Un'ora dopo-

Robert era seduto su una panca di legno all'interno di uno spogliatoio della struttura che si affacciava alle docce. Indossava una semplice canottiera bianca e un pantalone nero, una asciugamano era appoggiata sulle spalle; aveva appena fatto una doccia per ripulire il suo corpo e al suo fianco aveva la divisa piegata con cura.
Robert era accovacciato su se stesso e rimuginava sull'accaduto. Si sentiva ancora confuso ma anche sollevato.
Fissò la mano in cui si ferì il dito quasi due giorni prima, come se potesse vederla ai raggi X e prese una decisione.
Ad un tratto, sulla soglia della porta dello spogliatoio, apparve il generale Morrison. Robert fece per alzarsi per salutarlo con il consueto gesto, ma l'uomo lo fermò con un gesto della mano, dicendo:
No, non c'è ne bisogno, Robert. Ha passato due giorni intensi... due giorni da incubo!”, si avvicinò con un sorriso e continuò. “Sono molto felice che lei sia sano e salvo, davvero. Ora abbiamo una luce di speranza ancor più forte, possono esserci degli immuni a questo maledetto virus. Voi potreste essere, a patto che ne esistano altri di immuni, la chiave per debellare questo virus, creando da subito dei vaccini...”.
Robert ascoltato le parole del generale disse:
Signore... a proposito di questo, vorrei lavorare al laboratorio che verrà aperto sotto la mia abitazione per creare un antidoto, appena sarà necessario. Userò me stesso, il mio sangue immune. Le chiedo il permesso di poter trovare una cura, anche al costo della vita!”, concluse Robert, deciso e sicuro di ciò che chiedeva.
Morrison lo scrutò attentamente e con occhi sorridenti rispose:
Così sia! Questo era in verità il nostro obbiettivo fin da subito. Diventerà operativo appena dovrebbe crearsi uno stato di emergenza. Ma ormai credo che questo virus avrà i giorni contati, ne sono certo!”.
Da quello che ho visto esaminando il corpo dell'infetto e visionando il video Top Secret, siamo dinanzi ad un virus letale... un virus che può davvero essere in grado di estinguere l'umanità. Quindi, mi auguro davvero che riusciremo a estinguerlo, generale Morrison”, rispose Robert con un tono preoccupato.
Comunque, non si preoccupi. Il virus è sotto controllo, gli unici che potevano trasmetterlo sono stati sterminati dai nostri, come lei già sa, e tutti noi abbiamo esaminato il corpo di quell'infetto con tutte le precauzioni inoltre, le ripeto, è un virus che non può attaccare a livello virale”.
Su questo Robert provava ancora qualche dubbio, ma preferì non dire nulla.
Morrison guardò l'ora sul suo orologio da polso e poi comunicò al tenente colonnello con tono premuroso:
Domani... potrà tornare a casa, dalla sua famiglia. I dottori si accerteranno al 100% se lei è immune, tramite il sangue che gli hanno prelevato. Si tranquillizzi, finga che non sia accaduto nulla... non dica niente a sua moglie e si prenda qualche giorno di ferie, glie le concedo. Domani mattina, alle nove in punto, il jet la riporterà a New York dove l' attenderà un'auto che lo accompagnerà alla sua abitazione. Buona notte Neville!”.
La ringrazio!”.
Il Generale se ne andò, lasciando Robert da solo tra i suoi pensieri...

 

 

Note dall'autore:

Mi scuso con tutti i lettori per il notevole ritardo dell'uscita di questo nuovo capitolo della fanfic, purtroppo a casua di impegni e alcuni progetti non ho avuto più tempo di scrivere questa fic, ma da adesso cercherò di continuarla. La prima parte di questo capitolo l'avevo scritta quasi un anno fa, quindi se notate qualche distaccamneto nella seconda parte è perchè l'ho scritta adesso, quindi potrei aver perso qualche dettagli qua e la. Mi scuso inoltre per gli eventuali errori di grammatica, ma no nsono mai stato una cima in questo. Buona lettura e grazie per leggere questa mia storia ispirtata da Io Sono Leggenda. Buona giornata!

 
  
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