DESPEDIDA
E
ci siamo ritrovati al crocevia.
Non
è un caso, ma la colpa è la mia.
Sono
io che ti osservo e ti seguo da lontano,
dalla
mia strada, con un binocolo in mano.
Ma
grazie per esserci
e
scusami per tutti i mancati incroci,
per
le strade sbagliate e le volte che son finito nel fosso.
Ora
però possiamo riposarci all’ombra di un semaforo rosso.
Soffia
un carezzevole silenzio sul viso:
volti
lerci su cui la vita ha inciso.
Il
cerchio rosso ha già detto tutto
è
il rosso prima del lancio, il rosso di un frutto.
Guardo
indietro, le nostre strade, serpenti.
Si
intrecciano schiacciate a terra, impotenti
e
strisciano umili verso la stessa meta. Affamate.
Da
sempre ci chiediamo chi mai le avrà disegnate.
Mi
alzo riluttante, ti lascio, mi snodo.
Mi
mancherai. Ti mancherà il nostro mondo?
Tutto
il sole e il gelo che abbiamo lasciato all’orizzonte?
Spero
di no, meglio non chinarci a guardare le nostre impronte.
Tante
strade portano alla cima,
quindi
ti lascio un abbraccio e qualche rima;
ti
stampo addosso il calore senza troppe scene.
Ti
lascio questi baci. Ti voglio bene.