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Autore: Due Di Picche    10/11/2011    1 recensioni
"Le parti si erano invertite? Avevo la strana sensazione che fosse così. Beh, infondo tutti credono che io sia l’innocente Cappuccetto Rosso ma se mi arriva un Lupo simile l’innocenza diventa un’opinione."
Non è la solita favola quando ci vanno di mezzo gli ormoni e strane atmosfere. Una Cappuccetto che rivela un carattere paranoico e psicopatico.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Cappuccetto "mangiò" il Lupo

 

Stop! Fermi tutti! Questa è veramente la mia storia?

Ricapitoliamo: per prima cosa ero (e sono fino a prova contraria) solo la povera Cappuccetto Rosso che si recava, indisturbata, dalla nonna naturalista, amante della meditazione e dello yoga che aveva obbligato mio padre a costruirle una casa in mezzo al bosco. Secondo, la vecchia al quadrato aveva una memoria piuttosto corta a causa dell’età, perciò non si sarebbe minimamente aspettata il mio arrivo verso la sera. Terzo, che fine aveva fatto il lupo cattivo? La bestia feroce nera e pelosa? In quel momento, davanti a me, c’era solo il ragazzo più sexy che avessi mai visto in vita mia, con solo un paio di jeans neri addosso e delle orecchie e una coda alquanto sospette!

Quando lo vidi rimasi abbagliata dal fisico scolpito e dal ghigno malizioso che continuava a rivolgermi. Indietreggiai. Doveva avere più o meno la mia età. Il che era un problema se consideriamo che io ero in piena tempesta ormonale e lui non era da meno.

Spaventata ma allo stesso tempo sorpresa, inciampai in una roccia. Atterrai immediatamente nell’erba umida sbattendo il sedere per terra. Chiusi gli occhi e, dentro di me, imprecai per il dolore. Di solito avevo ottime doti atletiche ma quel maledetto “ragazzo” mi stava mandando il confusione.

Sentivo i suoi passi. Il rumore dei fasci d’erba spostarsi. Si stava avvicinando. Percepii l’odore di cane bagnato, di muschio e di bosco. Un odore troppo intrigante per esser considerato umano.

“Ma guarda cosa abbiamo qui.” Parlò. Il suo tono canzonatorio mi fece sussultare. Aprii gli occhi e lo vidi di fronte a me. Arrossii immediatamente appena i miei occhi verdi di scontrarono con le sue gemme blu.

Il suo sorriso ironico mi infastidiva ma non potei fare a meno di osservarlo. Era particolare in tutti i sensi e le orecchie che spuntavano dalla disordinata chioma corvina lo rendevano quasi adorabile da guardare.

“Ci siamo persi Riccioli D’Oro?”

“A dire la verità sono Cappuccetto Rosso!”

Ero irritata, fastidiosa, il “lupo” stava avendo una brutta influenza su di me.

Con audacia, mi si chinò accanto e prese tra le dita una ciocca ribelle dei miei capelli dorati. Spostai lo sguardo imbarazzato mentre lui mi osservava come se fossi il miglior pasto che avesse mai visto. La porzione ideale. Mi stava mangiando con gli occhi!

“Come mai tutta sola nel bosco?”

“Non sono affari tuoi!”

Lui continuava a farmi domande e io rispondevo in maniera sempre più acida. Volevo tenerlo a debita distanza da me, volevo mantenere una certa distanza da lui, tra noi.

Con un rapido gesto abbassò il cappuccio rosso della mia mantellina, che come sempre mi copriva il capo. Così, l’indumento principale che usavo per nascondere il viso, fu tolto rivelando la mia espressione arrabbiata ma imbarazzata.

“Come siamo scortesi, dolcezza.”

“Non accetto Caramelle dagli sconosciuti.”

E con “Caramella” mi riferivo a lui. La natura mi stava servendo il suo più attraente “scherzo” su un piatto d’argento e io cercavo di rifiutarlo in tutti i modi, nonostante lui provasse un certo interesse per me.

Mi afferrò il mento portando nuovamente i miei occhi dentro i suoi. Il contrasto tra i capelli neri e gli occhi blu mi tolse il fiato. Ma i lupi non dovevano fare paura in questa storia?

“Mi piace molto giocare con le Pastorelle smarrite.” Disse in maniera accattivante. Mi stava provocando.

Si! Il lupo ci sapeva proprio fare con le pastorelle smarrite!

Mi protesi verso di lui, e lasciandolo di sasso lo baciai. Premetti con forza le mie labbra contro le sue. Sentii le sue dita scivolare via dal mento percorrendomi, poi il nudo braccio. Rabbrividii ma con insistenza continuai a baciarlo. Mi cinse la vita stringendomi ancora più a se, ma io mi limitai a tenere le mie mani salde sul terreno.

Della serie, cogli l’attimo!

Per fortuna però, quel briciolo di coscienza pulita rimasta nel mio cervello, si fece spazio tra i miei pensieri impuri e prese il controllo. Sciolsi prima il bacio e poi la presa. Mi alzai di scattò.

Ero spaventata dalle mie stesse gesta. Lui continuava a fissarmi con un’espressione compiaciuta. Si passo la lingua sui denti e poi sulle labbra “Sei la prima Pastorella che ha più voglia di giocare di quanta ne abbia io.”

Corrugai la fronte e pestai i piedi “Io sono Cappuccetto Rosso!”

Fece un passo verso di me e io, allo stesso tempo, ne feci uno indietro. Dovevo scappare prima di essere travolta da quella tempesta ormonale. Un albero? Dannazione! Prima la pietra mi aveva fatto cadere a terra, e ora una stupida pianta mi aveva messa con le spalle al muro.

“Beh Cappuccetto, renditi conto che il Lupo Cattivo non ha occhi che per te ormai”

E tu non hai occhi che per lui stupida Cappuccetto Rosso, pensai tra me e me. Era la pura verità e quando le nostre distanze si dimezzarono nuovamente ebbi la conferma decisiva di esser attratta da lui.

Gli lanciai uno sguardo di sfida invitandolo ad avvicinarsi. Si fece più vicino. Appoggiò una mano sopra la mia spalla, contro il tronco dell’albero, e con l’altra incominciò a giocherellare con il bordo in pizzo della mia gonna rossa. Deglutii consapevole di essere prigioniera del peggior predatore del bosco.

Sorrisi per un attimo attratta dalla sua folta coda nera che scodinzolava. Spostai poi lo sguardo alle sue orecchie rilassate per passare alla dentatura della sua bocca. Già, la sua bocca. Troppo vicina alla mia per non notarla. Le sue labbra erano veramente invitanti. Mi sentivo molto “animale”  in quel momento.

Questa volta fu lui a baciarmi. Non era per niente un attacco a sorpresa perché, in fin dei conti, me lo aspettavo che sarebbe andata a finire nuovamente così.

Mi si fece più vicino. Le mie gambe si intrecciarono immediatamente alle  sue e il mio corpo, percosso da mille brividi, aderì perfettamente con quello del Lupo. Lo volevo. Lo desideravo. Era mio.

Sapevo che ciò che stava succedendo andava contro le leggi della natura, la sua presenza sotto spoglie quasi umane  era inconcepibile per un normale essere umano.

Le sue mani audaci andarono sotto la mia mantella sino a raggiungere l’unica linea di pelle visibile, quella tra la gonna e la maglia. Sentii i lacci del mio corpetto allentarsi e scendere leggermente. Ricordo che pensai che nessun uomo fosse mai stato così abile e pazientoso a sciogliere quel groviglio di nodi. Ma qui stiamo parlando di un Lupo, sicuramente una creatura con una marcia in più.

Quando le sue dita fredde accarezzarono la mia pelle le gambe mi cedettero. Solo lui ora reggeva quel mio corpo senza forze, troppo concentrato a controllare le mie emozione da non coordinare né braccia né gambe.

Lui mi trascinò a terra con un abbraccio. Lasciai le braccia penzolare lungo i fianchi mente mi godevo quel bacio così intenso da desiderarlo infinito.

“Non capisco proprio cosa mi stia succedendo.” La voce mi moriva in gola.

Il Lupo incominciò a riempirmi di baci. Dalle labbra andò giù, percorrendo il collo. Mi  stava divorando l’anima in tutti i sensi. “Ammettilo che tutto ciò ti piace”

A tentoni cercai il mio amato cestino. L’avevo abbandonato quando ero caduta a terra la prima volta, ma non doveva essere molto lontano. con fortuna lo trovai non poco distante da noi.

C’era una cosa lì dentro che aveva scatenato la mia fantasia più perversa e impura.

Presi l’oggetto tra le mani e spinsi immediatamente il Lupo a terra. Lui non oppose nemmeno resistenza, e con un sorriso convinto e malizioso mi accomodai a cavalcioni su di lui.

l’oggetto che avevo recuperato non era altro che il collare del mio cane. Portavo sempre con me quell’oggetto munito di guinzaglio, anche se non capivo il perché.

Legai immediatamente il collare attorno al collo del “ragazzo” e poi presi tra le mani la corda e lo tirai nuovamente a me. Lo baciai con soddisfazione. Era mio!

“Un nuovo giochetto? Sembra divertente”

“Non immagini nemmeno quanto sarà divertente visto che non ho intenzione di lasciarti andare caro Lupo Cattivo!”

Le parti si erano invertite? Avevo la strana sensazione che fosse così. Beh, infondo tutti credono che io sia l’innocente Cappuccetto Rosso ma se mi arriva un Lupo simile l’innocenza diventa un’opinione.

Quel giorno non arrivai a casa della nonna. Fino alla mattina dopo non tornai a casa della mamma. E, per finire, non fu né il primo né l’ultimo incontro tra me è il mio nuovo “migliore amico”.

 

 

 

 

***

Due Di Picche …

Inizialmente questa storia doveva essere pubblicata sul giornalino della scuola però, alla fine, mi ha preso sin troppo la mano che non è diventata il “genere” di racconto da far correggere alla prof di Religione (il nostro supervisore). Perciò ho deciso di pubblicarla qua! Amo riscrivere le favole/fiabe e Cappuccetto Rosso, in chiave un po’ “erotica” con un bel Lupo Cattivo (licantropo o lupo mannaro?) è stata un vero e proprio successone. Le primine lo avrebbero molto apprezzato.

Comunque, per chi non mi avesse mai letto (prima avevo un altro account che è ancora esistente) io sono Due Di Picche.. e spero che questa storiella vi sia piaciuta!!!

Certo che Cappuccetto è proprio una psicopatica O___o

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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