E’ posto al di là degli umani residui
E del sublime silenzio di santi continui.
E’ rinchiuso dal vuoto che rilascia i suoi limiti,
che accarezza i suoi mali magici confini.
Così bello e sprezzante, così amabile e ardente
Di un fuoco che brilla e riscalda sempre.
Universale ci unisce e ci abbraccia,
ci lega e condanna all’unione perpetua.
Normali e distanti, speciali e morenti.
Come restare nell’ombra a guardare
La parte migliore che di noi muore?
Come possiamo restare a giocare
Nel gioco dei mimi e dei valori sprecati?
Protagonista ancora di un sentimento avanzato,
costretto ancora ad un filo strappato.
Quaggiù sono ancora, quaggiù sempre vasto
A raccogliere ciò che del cielo è rimasto.