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Autore: Hanatamago    10/11/2011    1 recensioni
11 Novembre - la Polonia festeggia l’indipendenza dall’Impero austriaco, il Regno di Prussia e l’Impero russo.
***
Gli anni passano, ma Feliks si è davvero liberato dei mostri del passato?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Polonia/Feliks Łukasiewicz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 So seriamente di dover migliorare, purtroppo è dura. Se qualcuno volesse scrivermi una bella critica fumante farcita magari con dei buoni consigli è il benvenuto.
Sul serio xD
 
Aprì gli occhi, ritrovandosi sott’acqua e senza ossigeno.
Come ci era finito?
Iniziò a dibattersi come un matto per raggiungere la superficie.
Non ricordava neanche chi fosse, sapeva solo che doveva nuotare, respirare, vivere.
Fu quando accolse la prima boccata d’aria che la sua coscienza si risvegliò, ridonandogli in un solo colpo i ricordi e le emozioni.
Spartizione, Russia, Austria, Prussia, gente, sangue, morte.
Polonia.
Io sono lo spirito della Polonia.
 Raggiunta la riva, conficcò le unghie nel terreno fangoso, ridando ai polmoni l’ossigeno che era stato negato da troppo tempo.
Quando il respiro fu finalmente regolare spostò i capelli bagnati dal volto, guardandosi attorno.
Si trovava in una foresta buia. Partiva dal lago un sentiero affiancato da alberi talmente fitti da formare quasi un muro.
Uscì dall’acqua rabbrividendo e strizzò i lembi dei vestiti inzuppati.
Stava per seguire il sentiero, ma un pensiero lo bloccò sul posto: la sua gente! Cosa aveva fatto la sua gente mentre lui era sparito? Come stava? Doveva tornare al più presto!
Alzò gli occhi al cielo, trovando la Luna piena e nessuna stella a farle compagnia, a eccezione di Venere.
Ricordava una sera quando Toris gli indicava il pianeta: - Mi hanno detto che appena vedi apparire la prima luce della notte puoi esprimere un desiderio.
- Voglio totalmente tornare a casa – sussurrò al cielo, prima di incamminarsi.
- T-Toris? Elizabeta? Feliciano? – urlò all’oscurità nella speranza di incontrare un amico.
All’improvviso tre figure emersero dalle tenebre, illuminate dalla luce lunare.
Feliks trasalì e fece un passo indietro.
Perché erano lì?
Gilbert ridacchiò: - Ahi, ahi, ahi… Non fai più lo spavaldo, eh? – e con un ghigno portò le mani all’elsa della spada.
 
Ormai aveva perso la guerra contro le Forze Teutoniche.
Si inginocchiò a terra, in attesa del colpo finale.
La spada di Gilbert cadeva dritta sulla sua testa, ma fu fermata all’ultimo da un’altra arma bianca.
Toris si girò verso di lui quel minimo necessario per non perdere l’attenzione sul suo avversario.
- Feliks! Perché non sei scappato? Credevo che fossi dietro di me!
 
Roderich incrociò le braccia e lo guardò severamente: - Come ti sei permesso di uscire dall’acqua?!
 
Nella grande casa di Austria, Feliciano lo prese per mano e lo guidò fino a una finestra, guardando dritto davanti a sé.
- Veh, laggiù c’è casa mia… Sai, voglio essere indipendente! Voglio chiedere l’indipendenza ad Austria!
Il polacco lo guardò fra il sorpreso e l’ammirato.
- E tipo te la concederà?
L’italiano sorrise, stringendo la presa sulla sua mano. Era così caldo…
- Veh, magari non sarà facile…ma ce la farò! E ce la farai anche tu, Polonia!
- Tu lo credi tipo veramente?
- Certo!
 
Ivan scosse pigramente la testa: - Che peccato… Adesso dobbiamo riportarti lì sotto!
 
Elizabeta vide che barcollava per colpa delle ferite e gli corse incontro per reggerlo.
- Oh Polonia – sospirò sfiorando con attenzione un grosso livido olivastro che la manica non riusciva a nascondere – Quando la finirai di combattere contro Russia?
 
Forse provare a infilarsi fra gli alberi poteva offrirgli una via di fuga.
Tutto tranne che farsi prendere da quei tre.
- Non ci provare! – tuonò canzonatoria la voce di Germania mentre emergeva dalla foresta.
Gli mostrò la frusta, accarezzandola lentamente per tutta la sua lunghezza.
- Perché sei tornato? Torna subito in acqua! Non è ancora arrivato il momento di rinascere! Credevi veramente che per te fossero finiti i guai e sarebbe andato tutto liscio?
- Ma che cosa vi ho fatto? – pigolò Polonia, curvandosi su se stesso.
- “Ma che cosa vi ho fatto?” – lo scimmiottò Prussia e poi scoppiò a ridere – Che Nazione patetica!
- Banale, veramente banale – sentenziò Austria sistemandosi gli occhiali – Senza nessuna qualità!
- Oh su, basta! – li interruppe annoiato Russia che iniziò a camminare verso il nemico – Giochiamo con il nostro compagno! Ci è mancato tanto!
Mentre lo accerchiavano Feliks si accorse che non c’erano solo loro cinque.
- Aiutatemi – pregò a Lituania, Ungheria e Italia, nascosti dietro i suoi assalitori.
I tre distolsero lo sguardo, non potevano guardarlo in faccia, non osavano.
Si girarono e se ne andarono.
“No” avevano risposto i loro occhi “non lo faremo”.
 
Aprì gli occhi e si ritrovò sotto le coperte.
Non era in un lago gelido, in una foresta buia piena di mostri.
Era nel suo letto caldo e la luce del mattino illuminava la sua camera.
Si coprì il volto con le mani.
Gli anni passavano, ma gli incubi non volevano abbandonarlo presto.
Rimase immobile per qualche minuto, trasalendo a ogni minimo rumore, aspettandosi quasi di veder sbucare gli assalitori del sogno.
- No, ti prego – disse ad alta voce – Tipo basta con queste stupidaggini.
Passò qualche secondo di assoluto silenzio, squarciato poi da una successione di trilli, che fecero trasalire il ragazzo.
Sbuffò infastidito quando si accorse che era solo la suoneria del cellulare, che annunciava l’arrivo di un nuovo messaggio.
Si allungò a prendere il telefono sul comodino – se era una promozione di chissà cosa non ne voleva sapere niente.
Tre nuovi messaggi.
Da Feliciano:
Ciao Polonia! Buon 11 novembre! Ci vediamo più tardi per la partita di calcio! Non vedo l’ora!
Da Elizabeta:
Ehilà Po! Auguri di buon 11 novembre! Non ci si sente da un po’, eh? Dovremmo vederci il prima possibile e fare una bella chiacchierata! Non vedo l’ora di dirti che cosa ha combinato Prussia… E… con Toris come va? Fatti sentire!
Da Liet:
Ciao Feliks, se non è un disturbo, verrò a festeggiare con te più tardi… Auguri!
 
11 Novembre.
Il ritorno della Polonia…
Ah, allora quell’incubo nella sua stranezza aveva un senso.
Lesse ancora una volta i messaggi, immaginandosi i suoi amici mentre scrivevano e si sorprese  a ridacchiare fra sé e sé, prima di alzarsi per prepararsi a festeggiare con la sua gente il giorno in cui la Polonia ottenne l’indipendenza.

  
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