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Autore: Dark Magic    10/11/2011    6 recensioni
Missing moment del primo libro della saga "The Hunger Games".
Siamo verso le prime pagine del libro, mentre Katniss e Gale si trovano nel bosco. Che cosa avrà pensato in un determinato momento il ragazzo?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Unreachable future

Unreachable future

Unreachable future

«Lasciare il Distretto. Scappare. Vivere nei boschi. Tu ed io potremmo farcela» buttò lì il ragazzo, senza sapere di aver scatenato una strana reazione nella ragazza seduta al suo fianco.
«Se non avessimo i bambini» continuò poco dopo.
Per Gale era difficile vivere in quel posto, in condizioni disastrate, con la costante paura di essere scelto per partecipare a quei giochi di morte.
Già, lui li chiamava così gli Hunger Games.
Erano la sua maledizione, ma in un certo senso anche la sua unica via di salvezza. Se fosse riuscito a tornare vincitore, la sua famiglia non avrebbe più patito la fame, né quella della ragazza di cui si era innamorato, perché un giorno sperava di poterla sposare.
I suoi progetti erano molto incerti, soprattutto se riguardavano Katniss.
Ogni volta che la guardava negli occhi, sentiva l’impulso fremente di poter poggiare le labbra sulle sue, in modo deciso, passionale. In questo modo lei non avrebbe più frainteso i suoi sentimenti.
Perché Gale mandava chiari segnali: sia con gli occhi, che con frasi, oppure ancora gesti.
La domenica era per lui il giorno per cui gioire, quello per cui valeva la pena continuare a vivere quella vita da miserabile: quel giorno della settimana era dedicato solo a loro due, a lui e Katniss.
Cacciare era divenuta un’arte, nella quale entrambi si destreggiavano in maniera eccellente. Più tecniche nuove imparavano, più lui si domandava se non fosse cosa buona partecipare volontariamente a quello spettacolo ridicolo che metteva in frenesia l’intera Capitol City.
Avrebbe voluto dimostrare a Katniss di essere il miglior cacciatore, un ottimo tributo in grado di resistere a tutte quelle insidie e agguati programmati.
Ma più osservava le varie edizioni di quei crudeli scherzi messi in scena dai cittadini di Capitol City per loro personale divertimento, più la rabbia montava in lui, mettendo se stesso e quelli che lo circondavano in pericolo.
In ogni Distretto vi erano delle sentinelle, e lui doveva fare molta attenzione a misurare la lunghezza della sua lingua.
Persino nel bosco doveva guardarsi le spalle come uno dei tanti animali selvatici cui dava la caccia. Era proibito superare i confini, proibito oltrepassare la recinzione in cui da qualche tempo non scorreva più corrente elettrica.
Nessuno osava tentare di avvicinarsi al bosco, nessuno osava provocare l’ira della grande e illustre capitale. Erano considerati come feccia, l’ultimo distretto, quello più povero fra tutti.
Quel bosco, ricco di selvaggina, rappresentava la salvezza di tutta quella gente che ormai Gale e Katniss conoscevano bene. Entrambi rischiavano grosso, ma con il tempo erano riusciti a perfezionare il loro piano di entrata e uscita.
Gale provava paura ogni volta che superava quella linea di demarcazione, ma non per se stesso. Il suo pensiero andava alla sua famiglia, ai fratelli così piccoli da sembrare figli suoi.
Era stato costretto a crescere in fretta, ma mai si era lamentato. Lui viveva per i suoi familiari. E per Katniss, si disse con più enfasi.
Vivere nei boschi…
Molte volte si era posto questa domanda, chiedendosi se lei avrebbe mai mollato tutto per fuggire insieme con lui. Sì, era molto egoistico questo pensiero, perché avrebbe significato abbandonare la famiglia per sempre. Sarebbero stati dei fuggitivi per il resto dei loro giorni.
A Gale quella prospettiva, seppur con qualche sviluppo amaro per la lontananza da fratelli minori, piaceva molto, soprattutto se questo significava fare di Katniss la sua donna, sua moglie.
Era ossessionato dall’idea di averla per sé, solo esclusivamente sua.
Ogni volta che tornava dalla caccia, con il bottino rigorosamente nascosto nelle sacche da lavoro della miniera, incrociava gli occhi del figlio del fornaio, che rimanevano incollati sulla figura della ragazza finché quest’ultima non svoltava l’angolo.
Ricordava il nome non perché ci avesse parlato, no, erano totalmente opposti, si disse Gale.
Si chiamava Peeta.
Peeta Mellark.
E quel ragazzo aveva una cotta per Katniss. Solo lei ignorava o forse non riusciva a distinguere gli sguardi maliziosi degli altri acerbi uomini come lui. Mellark era uno di questi.
La risposta di Katniss arrivò come una doccia d’acqua gelata, cui lui, nonostante conoscesse il suo carattere, rimase spiazzato e sì, anche deluso.
«Non voglio mai avere dei figli».
Se considerava gli altri uomini non alla sua altezza e soprattutto non degni d’attenzione da parte sua, allora poteva ben sperare di riuscire un giorno a conquistarla, a farle confessare quell’amore nascosto che custodiva in fondo al cuore.
Gale era sicuro del fatto che lei, sotto quella scorza dura, celasse ben più di un semplice affetto, che non era mai stato – o perlomeno non lo era più – un semplice compagno, anzi, il suo migliore amico.
Se pensava di avere figli… be’, lei era la donna che vedeva e soprattutto voleva al suo fianco.
«Io li vorrei. Se non vivessi qui».
Era giusto che lui mettesse in chiaro che la prospettiva di una famiglia tutta sua fosse tra le sue priorità?
Se solo non vivessi qui… l’unico motivo che lo frenava dal dichiarare a Katniss il suo amore era proprio il futuro che non avrebbe potuto darle.
Katniss meritava di più di quel mondo, di più di quello che il Distretto 12 potesse offrirle.
«Però ci vivi».
E anche tu, continuò mentalmente lui.
«Lascia stare» sbottò più irritato e arrabbiato di lei.
Chi se non lui in tutto il Distretto non odiava quella situazione?
Lui era un uomo che si preparava a una possibile rivolta da sempre, ma niente era ancora accaduto.
E forse mai nel futuro.
D’un tratto, quel futuro cui lui aveva aspirato, circondato da tanti bambini, e Katniss tra le braccia, svanì.
La realtà era ben lontana dall’utopia che cercava disperatamente Gale.

   
 
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