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Autore: __delirium    11/11/2011    7 recensioni
«Uh, Lia, io andrei.» dissi grattandomi il collo; lei alzò lo sguardo fulminea e mi puntò il dito contro, avvicinandosi velocemente. Ritrovandomela a pochi centimetri di distanza, sussultai involontariamente.
Calmati, per l’amor del cielo, non hai dodici anni.
Sorrise roteando gli occhi, poi allungò la mano verso un comodino alla mia destra, dove mi ero appoggiato e afferrò un paio di pantaloncini e una canotta. «Eccoli.» sorrise beffarda guardandomi. Si allontanò di qualche passo e molto rapidamente si sfilò il vestitino nero che indossava, rimanendo in intimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Che palle questa ha scritto l'ennesima one shot" Ebbene sì ciccine mie LOL, I'm baaaaack.
No, dai, la verità è che mi sentivo in colpa per aver fatto l'ultima os, dove Zayn è praticamente depresso.
Allllora l'atra sera, mentre ascoltavo i radiohead mi è venuta in mente questa idea, e mi sembrava dolciosa (?).
Per cui, eccovela, spero che vi piaccia, perchè io mi sono divertita a scriverla u.u
Enjoy.

 



«Che poi…Tomlinson è un fottutissimo bastardo per avermi lasciato così. Vero?» farfugliò Lia senza lasciare il mio braccio nemmeno per un secondo. Sospirai, tenendola stretta a me per non farla cadere, mentre con l’ altra mano tenevo i suoi tacchi neri vertiginosi.
Era troppo ubriaca anche per fare quello. «Che cazzo vuol dire “ci tengo, ma ho bisogno di riflettere”? Eh?» continuò poi, alzando la voce. «Lia! Zitta, porca miseria; sveglierai tutto il palazzo.» dissi cercando di coprirle la bocca. Lei sbuffò sonoramente e poi estrasse le chiavi di casa, tentando di infilarle disperatamente nella toppa. Scossi il capo ridendo per la sua goffaggine e le sfilai le chiavi, aprendo la porta. «Come fai a connettere? Io riesco a malapena a vedere.» Lia si trascinò fino alle scale, salendo un gradino alla volta, mentre io le stavo dietro, assicurandomi che non si accasciasse lì. Come ci ero finito in quella situazione nemmeno lo sapevo. Lei non era la mia ragazza, anzi, non era nemmeno mia amica. Era la fidanzata di Louis, o per lo meno lo era fino a qualche ora fa. Io e lei non andavano d’accordo e le poche volte che ci parlavamo era solo per stuzzicarci o litigare. Ma non volevo potevo lasciarla a quella festa da sola, non quando era ubriaca fradicia e non si reggeva in piedi. Lia entrò in camera sua, biascicando qualche frase. «Maledetti. Dove siete? Ugh. » Aprì un cassetto e tirò fuori praticamente ogni indumento, senza curarsi di rimetterlo a posto.
«Uh, Lia, io andrei.»dissi grattandomi il collo; lei alzò lo sguardo fulminea e mi puntò il dito contro, avvicinandosi velocemente. Ritrovandomela a pochi centimetri di distanza, sussultai involontariamente.
Calmati, per l’amor del cielo, non hai dodici anni.
Sorrise roteando gli occhi, poi allungò la mano verso un comodino alla mia destra, dove mi ero appoggiato e afferrò un paio di pantaloncini e una canotta. «Eccoli.» sorrise beffarda guardandomi.  Si allontanò di qualche passo e molto rapidamente si sfilò il vestitino nero che indossava, rimanendo in intimo.  
Dio santissimo.
Deglutii rumorosamente e lanciai un’occhiata fugace al suo corpo ormai scoperto. Lei rise di gusto, cambiandosi velocemente, poi si raccolse i capelli biondi in una coda disordinata e s’infilò sotto le coperte.«Resta qui con me. » disse sbadigliando. Scossi la testa, anche per levarmi dalla mente pensieri poco casti. «Ti prego Malik, non mi va di dormire da sola. » continuò poi stiracchiandosi. Solo lei mi chiamava per cognome, tutte le volte, ma ormai non mi dava neanche più fastidio. Per un periodo ero persino convinto che non conoscesse nemmeno il mio vero nome.
No, Zayn. Non puoi, voi non vi sopportate, lei non ragiona e Louis ti ucciderà.
Battè la mano nel posto vuoto del letto, facendo cenno con la testa di sdraiarmi. Sospirai. La mia testa diceva di no, sapevo che era una cattiva idea, ma allo stesso tempo continuavo ad avvicinarmi e avvicinarmi, fino a ritrovarmi sul bordo del letto. Scrutai ancora una volta Lia e mi tolsi le scarpe svogliatamente, per poi infilarmi sotto le lenzuola morbide. In pochi secondi mi ritrovai la sua testa sul mio petto e il suo abbraccio attorno al mio torso.
Dopo qualche minuto di silenzio, bisbigliò: «Malik, perché mi odi?»
Spalancai gli occhi, voltandomi verso di lei. «Lia…io non ti odio.» risposi spostandole il ciuffo dietro l’orecchio.  Lei si tirò un po’ su, per guardarmi meglio; nonostante la luce fosse fioca, riuscivo ancora a vedere le piccole lentiggini sul suo naso e il color caramello dei suoi occhi, che erano capaci di ipnotizzarmi in pochi attimi.
«Però ti comporti come se mi odiassi.»ribattè sicura, lei.
Quanto sei ingenua, Lia.
Mi morsicai il labbro inferiore, pensando a qualcosa da dire. Non la odiavo, non l’avevo mai fatto. Forse all’inizio pensavo che fosse così, ma ben presto mi resi conto che quel sentimento era tutto fuorchè odio. Era amore, gelosia e rabbia, perché lei mi vedeva come un amico (anzi, nemmeno quello), perché lei non mi sopportava, perché lei stava con il mio migliore amico.
«E’ complicato. Ma comunque non ti odio.»risposi infine, sospirando. Lei si sdraiò nuovamente, nascondendo la faccia nell’ incavo fra la mia spalla e il mio collo.
«Hai un buon odore, Malik.» mugugnò poi. 
Ridacchiai, accarezzandole i capelli. «Anche tu.»sussurrai.
«Ah, meno cazzate, per favore. Sono ubriaca marcia,  i miei capelli sono un disastro, ho una faccia da zombie e sotto gli occhi ho due valigie di Vuitton. A meno che il vomito sia una nuova fragranza, non ho un buon odore.»esclamò energicamente.
«Vedo che anche da ubriaca non perdi il tuo sarcasmo. E poi non sei brutta.» sbuffai di rimando.
Il suo respiro caldo sul mio collo mi mandò una scarica di brividi, che cercai di nascondere il meglio possibile. «….posso baciarti?» chiese dal nulla. Il mio cuore accellerò il battito e la gola diventò secca.
«No.» risposi firmamente. Per quanto io lo volessi, sapevo che lei era sotto l’effetto dell’alcool e cercava solo un modo per passare la notte. «Sai, Malik, so di non essere la classica strafiga che ti porti a letto, ma non pensavo che avresti rifiutato un bacio. »
«Non paragonarti a quelle ragazze, mai. Sei mille volte meglio.»dissi a bassa voce, talmente bassa che feci fatica a sentirmi da solo. Me ne pentii immediatamente, mentre le guance prendevano fuoco.
«Lo pensi davvero?»  chiese dolcemente.
Merda. Mi aveva sentito. 
Annuii lentamente e la sentii soffocare una risata.
«Allora posso baciarti?»domandò infine.
«No, Lia. No. Non sei in te, non lo vuoi davvero, domani te ne pentir-»fui stroncato dalle sue labbra morbide sulle mie e in quel momento ero sicuro che il mio cuore fosse in pappa. Risposi al bacio, dolcemente, avvicinandola di più a me, mentre fui investito dall’odore di zucchero filato misto a vodka e sorrisi.
Lei si staccò piano, mordicchiando lievemente il mio labbro inferiore e poi mi diede un ultimo bacio a stampo.
«Non me ne pentirò, credimi. » soffiò sulle mie labbra. Mi accarezzò il viso, e le sue ciglia a contatto con la mia pelle mi fecero il solletico; le diedi un bacio fra i capelli e lei tornò con la testa sul mio petto.
«Buona notte Lia.»sussurrai al suo orecchio.
«Buona notte Zayn. »rispose lei.
Sorrisi un’ ultima volta nel sentir pronunciare il mio nome e poi entrambi ci lasciammo cullare dal sonno.

 
  
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