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Autore: Star91    12/11/2011    2 recensioni
Yldun e le sue quattro sorelle provvedevano costantemente al saccheggio e alla distruzione dei villaggi. Si diceva fossero alla ricerca di qualcosa: un individuo con un graffio sotto l’occhio destro, che secondo una profezia avrebbe presto salvato Avambred.
Genere: Dark, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yldun Vemeran era una strega tanto bella quanto crudele.
Aveva la pelle pallida e liscia, con l’aspetto del latte appena munto. I capelli lunghissimi e grigi non per l’età, ma per suo personalissimo gusto.
Ultimamente la si vedeva fin troppo in giro,scatenare terrore tra gli abitanti. Primeggiava tra le protettrici di Orion, l’usurpatore al trono. Ogni notizia del legittimo regnante era andata dispersa, e insieme la speranza di un ritorno alla luce.  
Yldun e le sue quattro sorelle provvedevano costantemente al saccheggio e alla distruzione dei villaggi. Si diceva fossero alla ricerca di qualcosa: un individuo con un graffio sotto l’occhio destro, che secondo una profezia avrebbe presto salvato Avambred.
Fortemente timoroso di perdere il potere, Orion Feramon viveva nascosto in un oscuro castello, sul picco di un’alta collina.
Nessuno era mai riuscito ad entrarvi, poiché gelosamente custodito dalle creature più mostruose.
Fu in una sera di pioggia torrenziale che Yldun Vemeran fece ritorno, dopo molto tempo, alla fortezza. Mitigò le guardie con della carne cruda, quindi si mosse verso un grosso portone in legno.
Un tuono terribile segnò il sinistro ingresso, col lungo abito nero a seminare acqua per tutto il corridoio. Incrociò qualche volto familiare, che volutamente ignorò.
Tra le unghie affilate teneva un vassoio argentato, di buon gusto, con qualcosa di molto simile ad un dolcetto. Tutto intorno e pure al suo interno, tanti piccoli ragni in continuo movimento. I pesanti tacchi ticchettarono fino a che, salite le scale, non trovarono una bella porta color avorio. Bussò con mano pronta e decisa, mentre i denti già si mostravano in tutto il loro candore.
“ Ory?Orion caro? Vi ho portato uno di quei pasticcini oscuri che vi piacciono tanto “.
Non la accolse risposta alcuna. Sentendo il cuore appesantirsi agitò nuovamente le nocche sulla porta, con crescente insistenza.
“ Signore, insomma, dove siete? “
“ Non lo troverai lì dentro “.
La donna si voltò di scatto, scrutando con massima attenzione l’individuo apparso alle sue spalle. Portava la stessa tunica scura, ma un cappuccio gli nascondeva gran parte del viso. 
“ Goab “ gracchiò lei  simile ad una iena “ Che diavolo vuoi, sparisci se vuoi essere ancora al mondo al levare del sole “
“ Molto dolce ed affettuosa, come sempre. Ci tenevo a farti sapere, cara Yldun, che il signor Orion è molto impegnato stanotte.
Ha dato ordini di non essere disturbato da nessuno “.
“ Neanche da me? “
Una risata soffocata, e il tono della collega si fece improvvisamente scaltro e sensuale. La strega avanzò di qualche passo, quindi col piatto barcollante e i ragni a camminarle lungo il braccio riprese “ Mi stai forse dicendo, Goab, che il mio adorato Ory non gradirebbe un dolcetto fatto con le mani della sua Yldy? E’ un’assurdità...”
L’uomo aggrottò un sopracciglio, e con la freddezza di sempre aggiunse “ Credimi, il signore non ha tempo per simili sciocchezze.
Senza il legittimo re il popolo sembra vivere un momento di debolezza. Di questo Orion intende approfittare per scovare e uccidere l’uomo della profezia.
Colui che dovrebbe distruggerlo per sempre, salvando la principessa Arneb... “
“ La principessa?Sempre quella dannata principessa! “
Gli occhi della guerriera si tinsero di puro odio: un odio nero, profondo e terribile; ma anche rosso di sangue, di gelosia, di vendetta.
I capelli si animarono di una forza sconosciuta e orribile, mentre la bava le scorreva sulla bocca assatanata.
“ Arneb!Quella sciocca ragazzina capace solo di piangere il suo amato Deneb!Oh, Deneb! Mio principe, salvami! Non è che una  sfrontata, un’inetta. Mi chiedo come un mago intelligente come Orion possa... “
“ Ne siete gelosa? “
L’uomo sfoggiò un sorriso soddisfatto, ma la sua non era che una domanda retorica. “ E dite, come pensate di sbaragliare la vostra rivale? Sfidandola in bellezza? “
“ E’ ovvio che in quel caso non avrebbe scampo “ ribattè quella furiosa, tanto da far quasi cadere il vassoio a terra.
Si passò una mano sulla pesante chioma, ornandola di un grosso fermaglio a forma di teschio, e ammirandosi su uno specchio rotto sibilò “ Parla, dove posso trovarlo? “
“ Nel suo ufficio, al terzo piano “ spiegò Goab rassegnato “ Ma badate che vi ho avvertito “.
Fu troppo tardi, perché la donna si era già precipitata al piano superiore con la velocità d’una gazzella. Ma tutto sarebbe stata, quella notte, tranne che la preda: una pantera si sarebbe mossa per riprendersi ciò che da sempre le apparteneva.
Aveva coltivato una sorta di simpatia per il capo, un affetto che si era trasformato verso qualcosa di prettamente maniacale.
Era divenuta la sua serva più fedele, la più crudele, la più esperta. Non poteva accettare che una giovane sgualdrina la superasse nell’amore per Orion. 
Presa dall’eccitazione si diede un’ultima sistemata al lugubre vestito. Poi, prima ancora di aprire bocca, dall’interno della stanza udì queste parole “ Buonasera, Yldun “.
Il cuore le sobbalzò come un osso morso da un cane. L’uomo era in piedi in fondo al suo studio, intento a sorseggiare qualcosa da un gran calice. Davanti a lui forti lampi illuminavano le finestre, uniche luci nella penombra con qualche timida candela.  
“ Salve, mio signore “ salutò la strega con un inchino, sperando che il capo notasse l’atteggiamento. “ Vi ho portato qualcosa che le stuzzicherà il palato, se volete posso... “.
“ Mi stai bagnando la stanza... “
Dal tono glaciale e impassibile il sovrano mostrò di non gradire troppo la visita: la donna sussultò.  Appoggiò il vassoio sul tavolo e amorevolmente gli si avvicinò.
“ Suvvia caro, cos’è che vi turba? Cosa annebbia il vostro meraviglioso ghigno? Dite, e la vostra fedele serva vi aiuterà. E’ forse la faccenda della profezia? Oh, non temete. Ho eliminato chiunque avesse anche solo un neo sul volto, nessuno può nulla contro la vostra magnificenza. “.
Così dicendo pian piano lo raggiunse, poggiando il capo sulla sua spalla.
“ Ammirate, mio signore, il regno in vostro potere. Non è forse meraviglioso? “
“ Avete ragione “ il mago posò nuovamente le labbra sul calice, sorseggiando ancora un po’ del liquido che pareva sangue fresco. “ Dite, cosa dovrei fare riguardo la principessa? “.
“ Oh, non starete ancora pensando a lei! “ si stupì Yldun con le pupille scarlatte “ Arneb non vi sopporta, non capite?Non vi sposerebbe mai!Non ha la minima idea della vostra magnificenza, della vostra virilità, della vostra innata classe! “
“ Ma potrei convincerla. Se io la convincessi, il popolo non opporrebbe più resistenza “
“ La cosa non dovrebbe interessarvi “ rincalzò la strega muovendo la bocca in un gesto innaturale, quasi animalesco. Così dicendo allungò un braccio lungo la spalla dell’uomo.
“ Mentre invece potreste interessarvi a me... “.
“ Stammi lontana! “
Il mago si voltò di scatto e la scaraventò violentemente contro il tavolo, insieme al grosso calice dorato.
“ Vergognatevi, tentare di corrompermi con coccole e pasticcini!Vi avevo chiesto di uccidere quella cosa che attenta alla mia vita e ancora mi par di vederla scorrazzare là fuori. Non siete che una sporca seduttrice! “.
Yldun sentì la pelle lacerarsi insieme all’anima. Rimase un attimo così, in silenzio, passandosi una mano sul viso consumato e bellissimo.
Quell’uomo era più crudele di lei, più insensibile di un oggetto inanimato.
Di scatto la donna si rimise in piedi, cacciando indietro i capelli lunghi e selvaggi. Nel suo sguardo assassino nuotava tutta la perfidia che natura chiamava.
“ Sperate forse di riuscire a conquistare colei che già una volta vi ha rifiutato?Sperate davvero di riuscirci?Ebbene sappiate che stavolta dovrete cavarvela da solo, perché non ho più alcuna intenzione di mentire a me stessa. Siete solo un egoista! “.
Orion posò nuovamente gli occhi su di lei,e si sentì il sangue gelare. Fu l’attimo in cui capì.
La strega afferrò il piatto posato sul tavolo e lo scaraventò contro il muro. Le pupille enormi, i denti serrati, il respiro veloce ed affannoso, la chioma impazzita contro la gravità: la follia si impossessò di lei come un uragano del mare.
“ Y-Yldun... “.
Un tuono ululò terribile fuori dalla finestra.
“ Come avete osato! “ rombò la strega con tutte le forze che celava in corpo, e sbattendo la porta con un fracasso tremendo fuggì. Il petto e il cuore in fiamme.
Lungo i corridoi urlava come un’isterica, scaraventando statue e qualsiasi cosa le capitasse a tiro.
Raccolse gli oggetti personali, incapace di realizzare quanto fosse appena accaduto, e si precipitò nell’atrio. Nei numerosi specchi che incontrò scoprì un sorriso diverso, pieno e segretamente folle.  Udì un intenso parlottio provenire dai piani superiori. Il gran rumore doveva aver svegliato i  malandrini colleghi.
“ Salve salve... “ ridacchiò contemplando la scalinata ancora vuota.
“ Yldun!Yldun!Che sta succedendo? “
Subito dopo il busto di una donna apparve sul balconcino del primo piano. Era Gerba, la sorella più giovane, che si precipitò immediatamente da lei.
Il camino dell’ingresso scoppiettava sinistri misteri. Così come il volto di Yldun, quando lentamente si voltò. Sotto la palpebra destra, all’altezza delle narici, un lunga  ferita pulsava di un dolore  ancora fresco. Il rosso del sangue in netto contrasto col pallore della pelle.
Gerba trasalì, tappandosi la bocca per non urlare.
“ Yldun...Yldun quella...! “.
“ Cercare, cercare, cercare... “
L’altra maga le sussurrò quelle parole all’orecchio, mentre la pioggia picchiava contro i vetri sopra le loro teste. Il tempo di un sospiro, e riprese: “ Tutti gli esseri umani cercano per tutta la vita, nel mondo esteriore, ciò che già posseggono...ma senza saperlo. “
Gerba tentò invano di produrre qualche suono.
“ L’amore fa male. Spesso le sue ferite sono invisibili, fino a che l’amato non ci sbatte di fronte alla nuda verità. E allora sì, decidono di mostrarsi al mondo. Ora lo sai Gerba, ora lo so anch’ io. Abbiamo vagato in lungo e in largo, abbiamo ucciso e saccheggiato, ma il vero assassino  non l’avremmo mai trovato. Io andavo alla ricerca di qualcosa che in realtà era dentro di me, senza che lo sapessi... “ .
“ Io...io non capisco Yldun... “.
 Le mani di entrambe si fecero tremanti, all’unisono. Specialmente nell’ultimo istante in cui si toccarono.
“ E’ sempre stato tutto tremendamente semplice, sorella. Fin dall’inizio “.
La donna dai capelli grigi si allontanò sempre di più, fino a che il portone non fu spalancato con un boato. La veste nera tornò ad inzupparsi d’acqua, e  il temporale ad annegare l’ingresso.
“ Gerba... “
 La voce della strega si fece più roca, mentre le lunghe unghie nere scomparivano oltre la porta.
 “ ...io dovevo uccidere Orion. Io stanotte ho ucciso Orion Feramon “.  Image and video hosting by TinyPic
  
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