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Autore: Love_in_London_night    12/11/2011    3 recensioni
Prima classificata al "Choose Your Couple Contest" indetto da RobTwili su Facebook.
I personaggi utilizzati appartengono alla sue storie, Beside you e Redemption.
Essendo un contest sulle coppie, inutile dire che i protagonisti sono Lee e Rob, ma dal titolo si evince ci sia uno strappo alla regola.
Perchè il titolo dice tutto... o no?
È un missing moment tra il settimo e l'ottavo capitolo di "Beside You".
C'è anche la guest star. Leggete per credere!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Threesome

Era sera. Rob tornò a casa dopo una lunga giornata di riprese. Soddisfacenti ma ardue, dato che aveva dovuto ripeterle più e più volte per il volere del regista.
Aileen era al piano di sopra. Le era sembrato di sentir la porta aprirsi.
Tentò – Rob, sei tu?
Rispose mentre scalciava le scarpe, abbandonandole vicino alla soglia – Sì Lee, chi vuoi che sia? – eppure era in allarme. Gli sembrava che la voce di lei non fosse normale, ma incrinata dalla paura o dal pianto.
- Ti prego, vieni subito! – una supplica.
Fece le scale di corsa, tirandosi su i jeans che gli stavano larghi in vita e quindi erano scivolati lungo i fianchi. Mannaggia a lui che aveva un problema con le cinture!
Ma non era quello il suo problema, era Aileen. Cos’era successo? Stava bene?
Non avrebbe voluto vederla triste per nulla al mondo. Il saperla così spaventata lo faceva sentire impotente. Doveva rimediare in qualsiasi modo.
Entrò in camera di Lee, ma di lei nessuna traccia.
- Dove sei? – quasi urlò nel corridoio.
- In bagno! – piagnucolò lei in risposta.
Robert si fermò un attimo. In bagno? Gli era già capitato di soccorrerla mentre era nuda, ma ora era diverso. Entrare in un bagno così voleva dire essere consenziente, lei invece non era fatta, quindi del tutto padrona di sé.
In un caso simile, lui decisamente meno.
- Posso entrare? Sei presentabile? – chiese mettendo una mano sulla maniglia della porta già aperta.
- Devi entrare, sbrigati!
- Sicura?
Alzò gli occhi al cielo, irritata – Dio, Rob! Sono vestita, entra, su!
- Lee! – un rimprovero. Robert chiuse gli occhi di rimando. Quante volte le aveva detto di coprirsi? Non voleva vederla svestita per casa. Non aveva pure trovato un paio di slip non trasparenti? Cosa aspettava ad usarle? Il ritorno di Gesù sulla terra?
- Non puoi vestirti?
- No, e non è colpa mia, devi aiutarmi! – si aggrappò al braccio di lui. Poi si accorse che la mano era corsa a coprire gli occhi – E togli questa mano. Mi serve attiva insieme alla tua vista!
Appena Rob obbedì, Aileen si sistemò al meglio la maglietta che indossava, cercando – inutilmente – di coprire le gambe e la propria biancheria intima.
- Ehi, hai pianto – non era una domanda. Robert se ne accorse vedendo il trucco colato sulle guance. D’istinto prese il volto tra le mani e cercò di levare il mascara con i pollici. Ottenne pochi risultati.
- Sì, mi fa male – e tirò su col naso.
- Cosa? Cos’è successo? Racconta.
Aileen sospirò. Si vergognava da morire, ma se Robert non avesse saputo tutta la storia di sicuro non l’avrebbe aiutata. E a lei serviva proprio il suo aiuto. Divenne rossa – Beh, oggi quando ho finito di lavorare ho salutato tutti e sono uscita dal bar come al solito. Fuori però c’era un cliente ubriaco marcio. S’è alzato per andare in bagno.
Robert annuì, facendole capire che la stava ascoltando.
- Hai presente il cactus vicino alla porta d’ingresso?
Lui annuì di nuovo.
- Ecco, mi son messa lì vicino per farlo passare, ma quell’ubriacone aveva un equilibrio precario. Stava per cadere, così mi ha spinto, facendomi finire sul cactus!
Rob cercava di trattenere una risata.
- E in tutto questo, mi sono presa pure un richiamo da Jack, perché stavo mandando aff…
- Ok, ho capito – disse soffocando le risa.
- Il problema è che ci sono atterrata di sedere, sul cactus! – concluse con enfasi.
Robert non riuscì più a trattenersi, scoppiando a riderle in faccia. Se la immaginava proprio Lee seduta su un cactus. Lei si offese a morte, e gli tirò un pugno sul braccio.
- Aho! – si lamentò lui.
- Così impari a ridere di me.
- Come faccio a non ridere? Dai, è impossibile.
- Te lo faccio passare io – rispose riacquistando allegria – Mi è rimasta una spina beh, in una chiappa. Tu devi tirarla fuori. Sì, insomma, prenderla – e nel dire così gli mostrò una pinzetta. Quello strumento diabolico che le donne usavano in ogni dove e faceva un male cane, Robert lo sapeva perché in Twilight gli avevano strappato le sopracciglia con quell’aggeggio infernale. Aveva sofferto come mai in vita sua. Pur di non ripetere l’esperienza avrebbe mostrato una foto di lui vestito da Claudia allo show di Ellen DeGeneres.
Mentre Lee lo trascinava in camera sua, Robert si rese conto di quello che doveva fare. Smise di ridere.
Aileen si girò compiaciuta – Vedi? Non era impossibile smettere.
Lui si fece due calcoli: mutande trasparenti. Natiche al vento. Aileen.
No, non avrebbe potuto farlo. Piuttosto si sarebbe fatto strappare di nuovo le sopracciglia, con quella maledetta pinzetta. Una ad una. Non poteva pretendere che al sud del proprio equatore non si scatenasse l’inferno in stile ‘Gladiatore’ con Lee in una posizione simile e con le sue mani in un simile posto.
Quello, era veramente impossibile.
Robert provò a protestare, ma Aileen fu irremovibile.
- Non puoi andare in ospedale? – chiese deglutendo a vuoto.
Lo guardò scettica – Secondo te vado in ospedale per una cosa simile? No! Non posso star seduta ore in sala d’aspetto, ti pare?
Un’obiezione più che giusta, in effetti.
Lee approfittò del suo smarrimento per farlo sedere sul letto.
Una volta fatto quello, lei si sdraiò sulle sue gambe, il sedere in aria proprio davanti agli occhi di Rob. La stessa posizione delle mamme quando dovevano mettere la supposta ai bambini. Era imbarazzante.
- Porca miseria, che male! Cos’hai in tasca? Un mattone? – sbatté un osso dell’anca contro qualcosa di duro.
A quelle parole e a quel contatto Robert si risvegliò. Provò a spostarla, senza risultati. Aileen voleva la spina fuori dal suo corpo. E la voleva al più presto possibile.
Doveva solo evitare di guardare il pizzo trasparente. Già, impresa difficile dato che era il contenuto a turbarlo, quello stesso contenuto su cui doveva lavorare. Si sentiva come davanti all’Allegro Chirurgo. Peccato che giocarci gli mettesse ansia, iniziava a sudare e la mano gli tremava più del solito.
Colpa della troppa caffeina o del fumo?
- Cosa ti prende? – chiese Lee all’amico.
- Lee, alzati, così mi libero del cellulare, visto che ti dà tanto fastidio – finse sicurezza. Era soltanto un modo per interrompere un qualsiasi contatto tra i loro corpi.
- Ok – e ridacchiò – Mi sembrava strano fosse il tuo compagno d’avventure. Non ci avrei messo due secondi a farmi avanti! – detto quello alzò il bacino per permettere a Robert di sfilare di tasca il telefono.
- LEE! – urlò imbarazzato. Non sortendo alcun effetto sbuffò tra le risatine di lei mentre estraeva il cellulare dai jeans. Lo fece in modo così distratto che non si accorse della vibrazione della chiamata, né tantomeno di come aveva accarezzato la larghezza del touchscreen, attivandola.
- Sei pronta? – le chiese Robert preoccupato ed ansante una volta che Aileen si era risistemata sul suo grembo – Magari a Xavier dà fastidio. Forse è meglio evitare, hai anche quelle maledettissime mutande trasparenti!
Gli rispose un po’ risentita – Sono sicura. Vedrai che Xavier non lo saprà mai. Per una volta poi, cosa vuoi che sia? Ed è meglio che io indossi slip trasparenti, vedi meglio dove mettere le mani.
La persona dall’altra parte della cornetta trasalì – Rob? Lee? Cosa state facendo? No, vi prego, non con me in teleconferenza, non lo reggerei!
- Hai detto qualcosa? – Aileen si girò verso Robert.
- Io? No!
Fece spallucce – Mi era sembrato di sentirti sibilare qualcosa. Va beh, niente. Ok, vai avanti. Prendila, falla tua.
Robert si avvicinò con la pinzetta tra le mani, ma gli tremavano così tanto che prese solo la pelle, come un piccolo pizzicotto.
- Ahi!
- Che succede? – domandò Tom, preoccupato, al nulla.
- Scusa, è grande – si giustificò Rob, ignorando la terza persona al telefono.
- Lo so, lo sento meglio di te quanto fa male! – rispose lei arrabbiata.
- Noooo! Io queste cose non le voglio sentire! – però non riattaccava. In fondo, era come avere l’audio di un film porno. E sapere che l’amico stava concludendo con la ragazza che amava era una bella cosa. Era felice per lui.
- Ci riprovo.
- Vai Rob! Aspetta che prendo i pop-corn! – e corse in cucina con il cellulare all’orecchio.
- Rob, perché il tuo Iphone è acceso? – chiese Lee indicandogli il telefono con lo schermo attivato sul consumo energetico.
- No, non… – ma non finì la frase, perché vide che davvero una chiamata era in corso – Oddio! Fa’ che non sia mia madre!
Constatò con un piacere la presenza dell’amico dall’altra parte della cornetta – Tom! Mi senti? Scusa, mi si è aperta la chiamata, non mi sono reso conto di nulla…
L’altro rise –Me ne sono accorto!
Robert riprese le pinzette – Sai, è un momento un po’ delicato questo…
- Credimi, l’ho sentito – rispose solenne e con ammirazione.
- Se ti metto in vivavoce è un problema? – chiese l’attore.
Tom rimase spiazzato – Oh, beh… giuro che non ne farò parola con nessuno di queste perversioni. Vai, prendila!
- Ciao Tom, qui c’è una ragazza che aspetta – disse Aileen con tono leggermente acido. Aveva esaurito tutta la pazienza.
- Ok, conto fino al tre, va bene? – Robert era agitato. Tra Tom al telefono, Lee che gli metteva ansia e lui che era scosso di suo non sapeva più cosa fare.
- Uno, due… – e portò le pinzette vicino alla spina – E tre!
- AAAAAAAHHHHH! – urlò Lee versando una lacrima.
- AAAAAAHHHHH! – gridò Robert in preda al panico, nel terrore di averle fatto male.
- AAAAAAHHHHH! – si unì Tom simultaneamente ai due per non si sapeva quale motivo.
Quando i tre finirono di urlare, il ragazzo dall’altra parte dell’Oceano Atlantico si scoprì traumatizzato – Cristo! Vi sembra il modo di far sesso? Al telefono, poi? Pensavo che la mia perversione non avesse limiti, ma voi mi superate a mani basse. Non mi piacciono queste cose, ho appena capito che non fanno per me! – era quasi arrabbiato.
Rob e Lee si guardarono e risero.
La spina era fuori, Rob aveva passato il momento indenne grazie alla presenza virtuale di Tom e tutto era andato al posto giusto.
- Scemo! – lo apostrofò Aileen avvicinando il microfono alla bocca – Non stavamo facendo sesso! Secondo te mi lamento tanto?
- Non era un orgasmo, quello? – domandò scioccato.
- No! Però se vuoi te lo simulo... – era già pronta a regalargli una grande interpretazione.
- ALT! Fermi tutti, riportiamo la conversazione a livelli normali – intervenne Robert – Le ho estratto una spina di un cactus, perché Lee a lavoro ci era finita sopra!
Tom rise di brutto, beccandosi qualche parolaccia dalla ragazza. Peccato che non gli impedì di ridere di lei. Quando Lee minacciò di buttare Tom nella tazza del WC, quello non si scompose. Fu Rob ad accendersi, dato che il cellulare era il suo.
- No, aspettate. C’è una cosa che non mi quadra. Perché avete parlato di Xavier e slip trasparenti? – gli sembrava di aver la vittoria in pugno, la prova che dopo l’urlo gli avevano mentito e quella del cactus era una palla colossale.
- Perché Rob il pudico aveva paura a toccarmi una chiappa! – e rise.
- Ma perché te la doveva toccare? – gli sfuggiva un passaggio fondamentale. Solo, non riusciva a capire quale.
- Perché la spina era nella chiappa sinistra. Non volevo toccarla, magari Xavier si poteva offendere – disse Robert a denti stretti.
Prima che Tom combinasse qualche guaio, il diretto interessato prese il cellulare e tolse l’altoparlante – Ho tolto il vivavoce.
- Non ci credo! Potevi approfondire e non l’hai fatto. Fesso! Ecco cosa sei! Dovevi allungare le mani ed approfittarne! – sbraitò così tanto che Rob guardò Lee in bagno mentre si disinfettava per assicurarsi che non avesse sentito. Tutto regolare, era troppo occupata a medicarsi il piccolo foro.
- In un certo senso l’ho fatto – e sorrise – Grazie per avermi aiutato a mantenere il sangue caldo, saperti in linea mi è servito a controllare la situazione…
Tom capì subito l’accenno dell’amico – Più che mantenerti il sangue caldo, ti ho aiutato a non farlo concentrare tutto a sud della tua cintura. Ringraziami amico, sono un inibitore unico! Salutami Lee, devo andare.

 

***

No, vabbeh, lo so che ho scritto una bestiata. Ma quando ci sono di mezzo Rob e Tom si sguinzaglia la parte peggiore di me. Se poi ci mettiamo pure quella mentecatta di Lee (Aileen, per chi non la conoscesse), le cose si complicano ulteriormente!
Si nota già dal titolo, no?
Sono tre perversi, sti qui! No, dai, a parte Rob!
COMUNQUE, ci tengo davvero a dire che i personaggi appartengono a Roby. Diciamo così va', dato che Rob è mio, in quanto è MIO marito, lei si è scelta quel pervertito di Tom. Scherzi a parte, se non avete letto la sua Beside You fatelo, perchè merita.
Spero di avervi donato un sorriso!
Mi trovate sulla pagina Facebook: Cris87_loves_Rob e con le altre storie originali, il mercoledì!
Sbaciucchiamenti, Cris.

   
 
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