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Autore: Shark Attack    12/11/2011    1 recensioni
La Passiflora e il Crisantemo sono due tipi di piante che più diversi non si può: uno è rampicante, l'altro è a cespuglio; uno ha le foglie fragili, l'altro robuste; uno fa fiori piccoli e geometricamente complessi, l'altro li fa grandi, semplici e con tantissimi petali; quando il fiore muore, per uno diventa una pallina arancione scuro, come un piccolo pomodoro immaturo e l'altro cambia colore, trasformandosi; uno è il fiore della fedeltà, l'altro del cuore sconsolato... non vi ricordano nessuno?
[2° classificata al contest "Il Linguaggio dei fiori" indetto da AteVer sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Autore: Shark Attack
Titolo Fic: Passion Flakes
Fiori scelti: Passiflora, Crisantemo
Personaggi: Sakura Haruno, Naruto Uzumaki, Ino Yamanaka
Genere: Introspettivo
Avvertenze: Slice of Life
Rating: Verde
Contesto: Prima Serie – dopo la partenza di Sasuke (un ipotetico inverno)
Introduzione:
La Passiflora e il Crisantemo sono due tipi di piante che più diversi non si può: uno è rampicante, l'altro è a cespuglio; uno ha le foglie fragili, l'altro robuste; uno fa fiori piccoli e geometricamente complessi, l'altro li fa grandi, semplici e con tantissimi petali; quando il fiore muore, per uno diventa una pallina arancione scuro, come un piccolo pomodoro immaturo e l'altro cambia colore, trasformandosi; uno è il fiore della fedeltà, l'altro del cuore sconsolato... non vi ricordano nessuno?



***



***




Aveva detto “grazie”, quella volta, lasciando che fosse la gelida panchina a tenermi compagnia quella notte, nella strada buia. Era stata la prima volta che lo sentivo ringraziare qualcuno, ma la cosa non mi aveva fatto sentire per niente meglio.
Se n'era andato.
Forse per sempre.


Passion Flakes

Quella volta piansi.
Aveva detto anche questo, durante i primi giorni di vita del team 7, ma dopo la sua partenza fui io a riversare in tutta Konoha fiumi di lacrime, inzuppando cuscini come spugne in una vasca da bagno, mentre nessuno sapeva più con quali pinze prendermi.
Versavo lacrime di continuo, stupendomi ogni volta di quante ancora ne avessi a disposizione, e lo facevo anche mentre chiedevo a Naruto di farmi una promessa impossibile, un capriccio.
Chiedevo la luna.
Ne son tramontati di soli prima che comprendessi il mio sbaglio, e me ne pentissi.

Era inverno.
«Sakura!»
La neve presto avrebbe ricoperto ogni cosa, rendendo più difficile a chiunque qualsiasi attività. Nell'attesa che giungesse, il terreno si era imbiancato da solo nella notte, brina che imperla ogni cosa.
«Sakura! Rispondimi quando ti chiamo!»
Sasuke sarà al caldo? O si starà allenando per raggiungere il suo odiato fratello anche con questo tempo?
A fatica sentivo mia madre urlare, ormai dietro la porta della mia camera. «Naruto è passato a trovarti, scendi!»
Era passato un mese da quel giorno in cui, pieno di bende e di luce negli occhi, mi aveva promesso di riportarlo a casa. Mi sentivo un mostro. Abbiamo solo dodici anni, in fondo, quanto possiamo sperare di ottenere?
Naruto era di sotto, ad attendermi. Ma la mia voglia di vedere quegli occhi era meno che nulla.
Mi vergognavo del mio stesso desiderio. O della potenza che possedeva, dal momento che aveva piegato anche il mio migliore amico.
Passarono diversi minuti in cui rastrellavo i pavimenti della mia mente alla ricerca di briciole di coraggio sparpagliate dal vento della mia desolazione.
Il vetro della finestra era gelido, mi faceva rabbrividire, ma lo sentivo come unico rifugio, così simile al gelo dell'abbandono... Poi, sotto i miei occhi, un ciuffo biondo iniziò a passeggiare nel giardino.
Fa freddo, avrei voluto dirgli, rientra. Ma era un ninja, non mi avrebbe mai ascoltata.
Si aggirava ciondolante di qua e di là, strofinandosi le dita con forza e soffiando nelle mani strette attorno alla bocca. Rimasi lì ad osservarlo, sospesa in un vuoto pacifico, incantandomi della sua presenza così luminosa in un pezzo di terra tanto spoglio; dimenticandomi che lui era lì per me, per vedermi e, magari, dirmi qualcosa.
Poi si era avvicinato all'aiuola.
Aveva notato la mia piantina.
No.
Non lo toccare.
Avevo aperto la finestra prima ancora che potessi rendermi conto di cosa stessi realmente facendo: un balzo di sotto, su di lui, per bloccare nella terra quel braccio prima che sfiorasse anche solo una foglia a stella o il bocciolo tardivo.
«Che fai!», avevo sibilato con rabbia.
Il suo sguardo era spaventato. Sorpreso. «Sakura-chan, volevo solo ved...»
«Non toccarla!»
Non toccarlo.
Ma forse lui, lui poteva...
Gli occhi azzurri mi scrutavano sorpresi, domandano a loro stessi e a me il motivo di quella reazione spropositata.
Tolsi la presa dal suo braccio, il contatto con lui mi stava bruciando le dita.
«Scusami, è solo che... non voglio che muoia e...», gli avevo detto piano, come una bimba colta sul fatto.
Lui non aveva risposto nulla, era rimasto in silenzio e spostava solamente lo sguardo da me alla pianta.
Eravamo rimasti in silenzio per qualche minuto e, mentre stavo per invitarlo dentro a riscaldarci, aveva balbettato improvvisamente una scusa ed era sparito in una nuvoletta chiara.
Timidi fiocchi di neve divennero i miei nuovi ospiti, gelidi come quella panchina...

«E se anche l'avesse toccata?»
La domanda di Ino era volata rapida come uno schiaffo sulla mia arringa in difesa delle mie azioni.
«Magari rovinava il bocciolo!», la mia debole risposta.
Ino era solita sbuffare alle mie patetiche lamentele, ma quella volta l'aveva fatto in maniera ancora più plateale ed irritante. «Anche se avesse staccato una voglia, non sarebbe mica morta...»
«Ma lei non è solo una pianta!» Le tazze di cioccolata calda avevano tintinnato pericolosamente sotto la forza del mio pugno sul tavolo. «È...»
Le iridi chiarissime si erano irrigidite di rimando, non ebbi più la forza di continuare la mia frase. «Lo so che cos'è. Lo so bene.»
Nascosi il mio disagio nella cioccolata, seppellendolo col cucchiaino assieme a tonnellate di zucchero. La ceramica tintinnava ogni volta che il metallo la picchiava e ben presto divenne l'unico suono nella camera della mia migliore amica.
Il suono poi trovò un compagno nell'altra tazza e il concerto annebbiò in maniera perfetta il nostro segreto.
«Sopravvivrà all'inverno? Non avrei dovuto piantarla fuori, forse in un vaso avrei potuto portarla in casa al caldo e...»
«È molto forte, tranquilla. Ce la farà.»
La sua voce era secca e roca, come se si stesse forzando di dire determinate parole. Nascondeva un'emozione profonda.
«Graz...»
«INO! LE PIANTE!», tuonò il padre dall'altro lato della casa.
La ragazza trasalì terrorizzata e scattò in piedi trascinando a terra alcune zollette di zucchero. «Subito papà!», trillò di rimando con i nervi a fior di pelle.
«Avevo giurato che le avrei innaffiate tutte prima del tuo arrivo, accidenti!»
«Ti do una mano, allora, così fai prima!»
Mi ero offerta volentieri, non era la prima volta che innaffiavo le piante del negozio degli Yamanaka per aiutarla e la cosa mi avrebbe solamente rilassata.
Inoichi ci stava aspettando al varco, sullo stipite della porta, e il suo sguardo non si ingentilì nemmeno vedendo che c'era un'ospite con la figlia. «I ninja portano sempre a termine gli impegni presi», aveva sentenziato.
«Faccio in un attimo, scusami...»
Entrammo nel negozio e il profumo misto delle tante varietà di fiori e piante, davvero, mi estasiò.
Ma durò poco, perché un pesante innaffiatoio comparve all'estremità del mio braccio. «Fai quella zona laggiù, dietro la cassa», Ino mi aveva indicato alcuni vasi con strani cespugli confinati in un angolo. «Io parto dal bancone in strada, lo devo anche tirare più all'interno prima che nevichi... uffa!»
E così mi ero ritrovata a dovermi impegolare tra strani cespugli mai visti prima per cercare il loro vaso, abilmente nascosto sotto una miriade di fronde, e bagnarlo con l'innaffiatoio gigante e più pesante di venti kunai.
«Faccio anche questa?», avevo chiesto per consolarmi e fare almeno una pianta. Ma indicare l'orchidea accanto al registratore di cassa mi aveva fatto rischiare l'amputazione dell'arto intero. Ino non aveva aperto bocca, non serviva: quegli occhi facevano perfettamente comprendere che non avesse bisogno d'acqua.
Mi girai nuovamente alla volta dell'innaffiatura di quegli strani cespugli e fu allora che lo vidi.
Che fiore strano.
Era una palla, grande come il mio pugno, composta da migliaia o anche più di petali lunghi, stretti e curvi, così belli che ebbi l'impulso immediato di accarezzarli. Mentre le mie dita li sfioravano, ebbi un brivido e mi tornò in mente Naruto. La testa di quel fiore era così gialla che me lo ricordò e sorrisi all'accoppiamento.
«Che hai?», Ino mi si era avvicinata sospettosa. «Perché non innaffi?»
La guardai con occhi umidi. «Naruto...»
All'inizio non sembrava capire. Poi guardò il fiore e la risposta apparve lampante anche a lei. «Buffo», sorrise, «Assomiglia proprio al crisantemo...»
«Perché è buffo?»
«Sai qual è il suo significato?»
Scossi la testa.
«Se ti è venuto in mente lui guardando il fiore, è probabile che scoprirai il suo messaggio guardando lui.»

Lo ritrovai vicino al chiosco del ramen, seduto sul muretto di mattoni.
I capelli gli pendevano sulla fronte, coprendo il simbolo della Foglia, e ripensai a quei petali stretti e incurvati.
Naruto guardava lontano con espressione malinconica ma, non appena mi scorse, si illuminò e mi corse incontro radioso. Per un istante, credetti di aver compreso ciò che Ino aveva profetizzato in maniera criptica.
«Ciao», mi disse guardingo, «Sei ancora arrabbiata per la pianta?»
Gli scompigliai i capelli. «No, non potrei mai.»
Mi sorrise imbarazzato e confuso.
«Stamattina comunque volevo solo dirti che domani dobbiamo andare in missione...»
Il mio animo si era risollevato, spinto da una domanda che non ebbe il coraggio di varcare la soglia delle labbra. Lui parve intuirla. «Non è per Sasuke...»
No, certo.
«Fa niente.»

La mattina dopo stavo facendo lo zaino per la missione quando lo vidi: Naruto mi salutava oltre il muro del mio cortile, accanto al maestro Kakashi. Nemmeno tentai di evitare di pensarlo: quella testaquadra di un crisantemo. Risi del paragone e salutai di rimando, chiudendo con uno scatto la zip della borsa.
Stavo per allontanarmi dal vetro quando lo vidi: il bocciolo era scomparso.
Al suo posto, brillava tra i fiocchi di neve un fiore dai petali rossi, splendido, adornato al centro da filamenti bluastri e con un pistillo scuro al centro, simile ad un occhio...


La mia squadra era tutta lì, in uno sguardo.


***


Beh, mi son meritata il secondo posto a causa di cretinate di battitura che ho seminato nel testo! Me scemaaaa!!

Chiedo scusa ad AteVer e la ringrazio ancora, così come ringrazio la bannerista Elos Gordon per il bellissimo trofeo e, ovviamente, porgo i miei complimenti alla prima classificata Yuki e alle altre partecipanti: Shurei, MissyP e Adhara_chan!

Spero vi piaccia il mio lavoretto floreale! ^^

Alla prossima, ciao!

Shark


   
 
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