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Autore: Ativana    12/11/2011    0 recensioni
E' la storia di un forsennato alla ricerca di questi oggetti che in fondo non servono a nulla.
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dal giorno in cui l'uomo ha scoperto in se` l'impulso di trasformarsi in austeri scenari alpini, gli orecchini della zingara, sono da annoverarsi tra le conquiste piu` prodigiose, perche` si tratta di un` impresa del tutto impossibile, quasi. Questi oggettini di gran valore sono custoditi dentro una roccia a settecento metri di profondita` , elemento questo piu` che sufficiente a dare la misura di questa folle impresa. Ora, perche` tutti li volevano? Semplicemente per la loro precisione dei vari suoni che essi emettono, come i fischi di ammirazione o i frutti di gomma col fischietto. Nella casetta fatta di odore di bruciato, viveva il Papero Liquido, affetto da una gravissima novita`; ogni sera minacciava nella cella in cui non era rinchiuso, e sapeva bene quel minimo di regole che erano sufficienti a raggiungere, senza successo, gli orecchini della zingara. Una mattina il Papero Liquido usci` di cassa come un soldarello e si mescolo` tra la polenta e la diarrea che sgorgava davanti alla sua porta. Suo fratello Cannante sapeva oramai che il compito difficile di procurarsi gli orecchini, era divenuto il suo, per cui mise se stesso e la casa in fiamme; l'abitazione divenne a poco a poco un muccietto di cenere, mentre Cannante si salvo` grazie ai suoi salti di gioia, che superavano in altezza le fiamme. Finalmente messosi in cammino, si somministro` una decia dose di vibrato; era rifova che non lo faceva. Durante il tragitto si soffoco` varie volte e venne anche percosso dalle grosse crogne. Quest'ultime gli portarono via il soffio al cuore, e Cannante ne fu` contento, ma dopo. Dopo aver percorso un terzo della strada, si costrinse a fermarsi per sfiorare di netto i rami; ma AIMHE`! non si accorse di chi le stava intorno. He` si, erano proprio loro: gli affettuosi difensori degli orecchini della zingara. I loro nomi erano gli stessi di qualche anno fa`: Giutro, il piu` brutto ed il piu` anziano, che avanzava senza alcun orientamento, per cui se doveva dirigersi a destra andava sicuramente in un'altra direzione; Occazzarchio, irriconoscibile solo se dorme, e` anche il meno forte dal punto di vista personale. Comunque e` solo lui che porta il cranio aperto con l'aria fresca intorno. Poi, di fianco a Cannante si trovavano gli altri esseri a foggia umana. Subito Cannante cerco` in qualche modo di mettersi in salvo trasformandosi in terra di Danimarca, e percio` recando fastidio agli insoliti intrusi. A quel punto, ormai, i difensori degli orecchini si erano seduti sui gradini dell'albergo e Cannante gli stava annusando la nuca, dopo avergli conficcato su di essa i suoi baffozzi ispidi ed aumentati di volume. Quando finalmente cominciai ad afferrare il senso di tutto cio` che i difensori stavano dicendo, il gruppetto si scisse in due parti. Si scopri` a poco a poco che l'unica ragione per la quale gli orecchini della zingara si trovavano intorno a me, era stata di dare un postaccio per dormire agli autostoppisti; e l'unica ragione per cui mi trovavo li`, era stata quella di andare incontro alla mia impresa, e infine l'unica ragione per la quale ci eravamo incontrati era che, due ore prima, io avevo fatto amicizia col portiere. Cannante=io. Ora il posto da ragniugnere era Camusfarna, che dopo dieci giorni di cammino era gia` di mia proprieta`. Pero` nonostante tutto non mi accolsero molto bene, tanto che mi misero alla prova contro un mostruoso essere a quattro aspetti. Fui massacrato piu` volte, e morii per cinque di seguito; ma alla sesta mi salvai riuscendo a trascorrere la maggior parte della mia vita in un sol minuto. Quando deposi il ricevitore ( nessuno era al torrente, ma me ne ero servito per distruggere il mostro ), mi crollo` addosso un edificio di oltre trenta piani, ma per fortuna non me ne vado. Quando invece fui in comunicazione con il mestiere del pisellino, rimasi per un istante incapace di proferir parola, spaventato dal pensiero che la mia voce potesse tramutarsi in Metopa. Purtroppo fui costretto a mutare i miei piedi, che dopo tutto non mi occorrevano piu`. Dopo una settimana di tensione, portai a casa il nuovo mio fratello, che prese il posto di Papero Liquido; ora potevo affrontare il resto del viaggio a mente serena. Nel mio mutandiere erano riposte delle file di carne svergognate, per non aver ridotto al minimo la defrogna del chiappa. Finalmente io, Cannante, raggiunsi la tegunta meta ed iniziai a scavare, stando bene attento a non sciuparmi il prezioso ventre. Mi sentivo solo, e non trovando alcun rifugio, chiedevo a colui. Non sapendo dove trovarlo mi rivolsi al Sindacone, per attirare l'attenzione sul forno caldo e savio. Ma il Sindacone non ne volle sapere tutto perche` Golgo il poliziotto recitava da qualche tempo. Per forza di cose dovetti incamminarmi sulle superfici taglienti, e cosi` facendo pressi un unto, e si verifico` quello che avevo da tanto sospettato: L'apparizione in coro di Peripel Brac. Subito lo invitai a seguirmi rivolgendogli qualche domanda, ma lui, senza ascoltarmi, alzo` le gamme sonore al cielo e levandosi di torno, giro` le lancette dell'orologio all'ora stabilita dal Messia. Peripel Brac, come noto, portava con se` alcuni oggetti magici; uno di essi era il Bulbaco. Esso riusciva in qualche modo a procurare delle ximorisiti deformi. Me lo feci dare setacciandolo per bene; alla fine ne usci` il No. Di quando in quando il No si voltava per accertarsi che nessuno lo seguisse ( domanda o affermazione? BOH` ). In fondo alla strada si fermo` e scaravento` me, dal punto piu` lontano in cui si trovava dieci anni prima. Avevo capito che voleva rimanere solo con Peripel; infatti era li` impalato, solo infastidito dalla bravura di Brac che abbatteva gli abeti con la sua mano malearticolata. Sulla destra, a settanta metri circa, sorgeva una puzzetta. L'odore di quella puzzetta passava innosservato fra i nasi del mio amico e del No. Una pioggerella fina sembrava stagnare nell'aria, sicche` la luce dei lampioni, livida e sagace, confondeva la visuale. Deserto. Silenzio. Un palcoscenico vuoto. Il raggio di un deflettore comincio` ad illuminare la Basilica; questa ogni volta che si fermava, metteva a nudo i mattoni sconnessi e le asperita` della vita. Finalmente il raggio si fermo` giusto davanti a loro. Il No annui` e prese Peripel per un braccio, avviandosi deciso allo scoperto. Peripel Brac avrebbe voluto scappare, ma il No lo trattenne con tanta forza, che se ne meraviglio` a tal punto da cambiare modi di fare e percio` a regredire a natural durante. Ripresi il cammino dopo aver salutato il mio amico Peripel Brac, e cercai a tutti costi di indicarmi la via, ma invano Ivano me lo impedi`. Finalmente sono ai piedi della grossa roccia dove si nascondono gli orecchini della zingara; qui inizia una serie interminabile di fatiche. Tutto cio` che Cannante vede, e` un paesaggio letteralmente sconvolto, levigato. Migliaia di pietre di ogni grandezza gli si fanno incontro, ma con un bacio le rimanda via. Non puo` certo evitare pero` la Merenda Velenosa che si inficco` nel ginocchio di Cannante, divenendone cosi` parte integrante. Queste prove di difesa personale avevano sfiancato il povero Cannante, che in quel momento aveva bisognio di tutto, meno che della varitatarita. Comunque si riposo`, e naque. Nel bel mezzo del sonno arrivo` Beja il gendarme, con l'esofago a tracolla. Egli spiego` a Cannante il motivo della sua visita,e dopo essersi scusato, spicco` un grande salto e ando` a polverizzarsi al suolo senza che nessuno lo toccasse. Cannante, poco dopo, si accorse che gli orecchini della zingara erano una scusa per non fare i compiti, e per riprendersi dallo shock emozionale dei primeri minuti, continuo` a far danni per tutto il resto della vita che termino` quando ebbe inizio, e comincio` ancor prima di finire. Ricordando una massima famosa, si vuole, con questa storia, riscattare la perdita di suonno, intesa come panifici tostaioli, che rifiutare delle zozze gesta che potrebbero truccare la vita. VITA! Cos'e` la vita se non un'insieme di balorde situazioni, che al cospetto degli altri diventano preziose per il panna che secernono, ma se secernessero sacerdoti in sorca-pia ( la piu` rudimentale macchina), e poi chi l'avrebbe mai detto che in un posto cosi`, si mangiasse tanto bene.
  
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