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Autore: Kuromi Shinku    13/11/2011    4 recensioni
Aaaah, che mal di testa. La prossima volta che avrebbe visto Sutcliff lo avrebbe ucciso senza tanti ripensamenti.
Se non si fosse presentato a casa sua con quella bottiglia di vino (“Per festeggiare la mia promozione, DEATH!”) adesso non avrebbe quel trapano nel cervello.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: William T. Spears
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno, Will

Buongiorno, Will~...

 

 

 

William T. Spears aprì lentamente gli occhi.

La prima cosa che notò fu il buio assoluto nella sua stanza, lì dove doveva esserci il soffitto. Aveva tirato le tende? Oppure era ancora notte?

Aaaah, che mal di testa. La prossima volta che avrebbe visto Sutcliff lo avrebbe ucciso senza tanti ripensamenti.

Se non si fosse presentato a casa sua con quella bottiglia di vino (“Per festeggiare la mia promozione, DEATH!”) adesso non avrebbe quel trapano nel cervello.

Con un sospiro allungò il braccio destro verso il comodino e cercò a tentoni i suoi occhiali. Una volta trovati se li infilò e voltò lo sguardo verso la sveglia. Segnava le 10 e 26.

Un momento, le 10?

Quel vino doveva aver avuto effetti devastanti, per farlo svegliare così tardi.

E per di più i suoi ricordi erano anche annebbiati, dannazione.

Ma Sutcliff l’avrebbe decisamente pagata.

Trattenendo un secondo sospiro si puntellò sui gomiti e cercò di alzarsi, ma si ritrovò impossibilitato a farlo.

E gli ci volle qualche istante per capire il perché.

C’era qualcosa poggiato sul suo petto.

Con un gesto lento (per non tradire l’agitazione) portò la mano destra alla lampada sul comodino e l’accese.

Quello che vide fu un intenso, fiammante, rosso.

“Oddio...” gli sfuggì a mezza voce.

Doveva esserci una spiegazione logica.

Sì c’era senza dubbio un motivo se, in quel momento, Grell Sutcliff stava dormendo sul suo petto. Sul suo petto con il viso sereno e rilassato, con le labbra leggermente piegate in un sorriso, con i suoi lunghi capelli rossi che ricadevano morbidi sulla porzione di schiena che le lenzuola lasciavano scoper....

Un momento.

Perché, in nome di tutti gli shinigami, PERCHÉ Grell Sutcliff era nel suo letto, perdi più mezzo nudo?!

Cercò di mantenere la calma- che in quel momento stava tentando di suicidarsi per autocombustione- con un respiro profondo, e con mano tremante scostò leggermente le coperte per constatare che si, Grell era completamente n..n...nudo. E notò con ancora più orrore che lui indossava solamente i boxer.

Oddio. Oddio oddio oddio.  Quanto aveva bevuto la sera prima?!

Soffocò un singhiozzo, o un gemito disperato, o forse uno strano miscuglio di entrambi, e lasciò andare il lenzuolo per cercare di coprire quell’impudico shinigami rosso che continuava a dormire come se niente fosse.

Il frusciare del tessuto sulla sua pelle scoperta fece rabbrividire involontariamente Grell, che nel sonno si strinse di più a William rannicchiandosi sul suo petto.

“Perfetto.” sospirò stancamente questi. Forse a voce troppo alta.

Infatti le palpebre di Grell tremarono lievemente, e lo shinigami aprì gli enormi occhi giallo-verdi.

“Mh....?” mugolò assonnato. Alzò piano la testa e quando incrociò il suo sguardo sussultò leggermente.

Come aveva fatto prima William, allungò la mano sul comodino e afferrò i suoi occhiali. Una volta messi, puntò nuovamente gli occhi sul suo voltò e sorrise.

“Buongiorno, Will~...” sussurrò scherzoso alzandosi un po’ per congiungere le loro labbra.

William voltò la testa di scatto, negandogli quel contatto. Cosa gli saltava in mente?!

“Fai il prezioso Wiru?” chiese Grell con un sussurrino teatralmente triste. “Ma non importa, sai? L’importante è che sia tutto vero.” ridacchiò strofinando una guancia sulla sua spalla.

“Alzati Sutcliff.”

“Cattivo!” ribatté Grell con una smorfia. “Chi è che ieri mi ha portato qui? Eh? Forza, rispondi!”

William impallidì.

Era stato lui?
Possibile che fosse stato lui a proporre a Grell di...?

No, non poteva crederci.

“Ho iniziato io?” chiese, mentre sentiva il mal di testa aumentare.

Grell si alzò sulle ginocchia, e quel minimo pudore che aveva lo convinse a coprirsi i fianchi con le coperte.

“Non ti ricordi?” chiese deluso. “Abbiamo brindato, abbiamo parlato taaaaaanto tempo, poi quando la bottiglia è finita mi sono sentito un po’ stordito-non reggo bene l’alcool, sai?- e ti sono crollato addosso, tu hai preso il mio volto e mi hai baciato” gli sfuggì un sospiro sognante “ poi mi hai preso la mano e mi hai portato qui, e...”

“Va bene non voglio sapere altro!” William fece scattare avanti le mani per fermare Grell, che stava iniziando a descrivere la scena con ambi svolazzamenti di mani.

“Come vuoi Will..” gli concesse il rosso, e con un tonfo tornò a sdraiarsi al suo fianco. “Posso dire una cosa però?” aggiunse avvicinandosi al suo viso.

“Dimmi.” sospirò William (quante volte lo aveva già fatto quella mattina?).

Con un ghignetto Grell portò le labbra all’orecchio del suo collega.

“Sei stato fan-ta-sti-co.~”

Will si alzò di scatto, il volto color viola vergogna, e fece qualche passo verso la finestra per aprire le tende.

“Smettila adesso.”

“Ma, Will-

“È meglio sbrigarsi, è già fin troppo tardi.”

Prima metteva a posto, meglio era.

Quando si voltò vide che Grell aveva già recuperato i suoi pantaloni, e si era seduto sul bordo del letto. In silenzio stava cominciando a rivestirsi, ma i suoi occhi non si scostavano dal pavimento. E con i capelli rossi cercava di nascondere l’espressione ferita sul volto.

William in quel momento si sentì al pari di un mostro.

In fondo era stato lui...Era ubriaco, va bene, ma aveva alimentato le speranze di Grell...

Dopo aver preso i suoi vestiti si sedette al suo fianco, e rimase ad osservarlo mentre cercava di riabbottonarsi la camicia.

“Sei peggio di un bambino.” sbuffò scacciandogli le mani dai bottoni. In pochi secondi gli sistemò la camicia, e quasi inconsciamente iniziò a passargli una mano tra i capelli per ordinarli.

“No, sei tu che mi tratti così.” ribatté risentito il rosso.

Calò il silenzio.

Dopo alcuni minuti, che però parvero ore, William si fece coraggio e prese la parola. “Ascoltami Grell. È una cosa difficile per me. Cerca di capire...L’ultima cosa che ricordo è di aver iniziato a bere del vino con te, poi questa mattina mi sono svegliato con te, nudo, nel mio letto. Sono rimasto ovviamente...”

“Ho capito. È stato un errore, ho capito.” lo interruppe Grell, senza guardarlo. La voce tremava leggermente.

“No invece. Non hai capito.” insistette William. “Non è stato propriamente un errore. Più che altro... non me lo aspettavo.”

Grell si voltò finalmente a guardarlo. Gli occhi erano leggermente lucidi, sembrava si stesse sforzando di non piangere.

“Quindi...?”

“Quindi, forse potrei anche ac...accettarlo.” ammise Will.

“Non scapperai come in quei film drammatici?” Grell lo guardò a metà tra il felice e l’ironico, e l’altro non poté fare a meno di sorriderne.

“No, non scapperò, va bene? Anzi, sbrigati a finire di vestirti. Vado a preparare un caffè, così magari mi passa questo mal di testa.”

“Ah, allora ce l’hai anche tu.” osservò il rosso passandosi una mano sulla tempia.

Con uno sbuffo divertito William uscì dalla stanza, dirigendosi verso la cucina.

Gli occhi di Grell si illuminarono, e un sorriso gli splendette sul volto. Ma fu questione di un attimo, perché fu presto sostituito da un ghigno.

“Oh...~ Se fai così Wiru, cosa farai quando finiremo DAVVERO a letto insieme?” ridacchiò alzandosi in piedi e finendo di vestirsi.

Wiru era crollato sul divano a notte fonda, così aveva pensato di fargli... uno scherzo? No, non era nel suo stile. Era più che altro.... una sorpresa, si.

“È stata una faticaccia preparare tutto, ma il risultato si è visto, no?~”

Recuperò i suoi stivali (che aveva buttato vicino all’armadio quando aveva sparpagliato i loro vestiti sul pavimento) e se li infilò con un rapido gesto. Preso da una strana euforia, iniziò a canticchiare.

There's a stranger in my bed,

there's a pounding in my head ~

glitter all over the room,

pink flamingos in the pool....~”

Dopodiché si sedette sul letto, e solo quando decise di aver ritardato abbastanza per il caffè uscì dalla stanza, continuando a cantare quella canzone così divertente tra sé e sé.

“Last Friday night ~

Yeah we danced on tabletops,

and we took too many shots,

think we kissed but I forgot...~”

 

 

Sarebbe stato così divertente cercare di far imbarazzare William durante la colazione.

 

 

 

 

 

 

   
 
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