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Autore: La Mutaforma    13/11/2011    4 recensioni
Lei sa di essere destinata a finire in quel buco oscuro. Ma nonostante la consapevolezza di ciò, riesce a stare calma, trova la forza di sopravvivere, e il suo cuore resiste, anche in assenza di tutto. Lei tornerà. In cerca di vendetta.
E' arrivato il settimo giorno.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lei odia l’acqua. E quel posto è pieno d’acqua putrida.

Lei spera di morire il prima possibile.

Giorno dopo giorno, il suo supplizio diventa sempre più insopportabile, e il buio sempre più oscuro, come se le tenebre la stessero lentamente trasportando nell’oblio.

Viscidamente, direbbe. Lì dentro tutto è viscido e viscoso, non riesce a pensare ad altro.

 

Lei sa che non sopravvivrà, perché nessuno verrà lì a cercarla. Nessuno avvertirà la sua assenza. Nessuno la troverà, viva o morta, in quel fetido pozzo dall’acqua stagnante. Nessuno piangerà la sua scomparsa.

E lei sa di essere destinata a finire in quel buco oscuro. Ma nonostante la consapevolezza di ciò, riesce a stare calma, trova la forza di sopravvivere, e il suo cuore resiste, anche in assenza di tutto.

L’acqua è profonda, non tocca il fondo del pozzo coi piedi, e si ritrova a galleggiare col mento alto e le labbra strette nel liquido acquitrinoso, cercando di respirare il meno possibile. I lunghi capelli sono bagnati, umidi, appiccicati al viso, le coprono gli occhi, e le mani non riescono a chiudersi sulle ciocche per spostarle dalla fronte. Le dita sono scheletriche, le ossa scricchiolano e non si piegano, come se pian piano la pelle si sta ritraendo.

Lei pensava che la morte fosse più dolorosa.

Invece è lenta, schifosamente lenta, e il tempo è lungo. Lunghissimo. Non passa mai.

Lei sa che non ce la farà. Eppure a volte pensa che potrebbe restare lì in fondo per sempre. Sarebbe una punizione più crudele. E alla crudeltà non c’è mai fine.

 

Lei odia l’acqua.

Lei odia il buio.

Lei sente freddo. Ora più di prima. Il corpo non le appartiene, trema violentemente, senza energia. La fame le rode il ventre asciutto, la stanchezza le rompe le ossa.

Lei sente come degli artigli che la trascinano verso il basso, il dolore la afferra alle caviglie fragili e senza forza. Eppure trova l’energia per girarsi verso la ripida parete del pozzo e cercare, ancora una volta, di salire e di scalarla.

Le braccia non si sollevano, le dita si spezzano nell’afferrare la roccia, i putridi mattoni coperti di muffa, e il sangue gocciola, mescolandosi alle foglie secche e ai cadaveri delle zanzare dell’acqua stagnante del pozzo. E un senso di arrendevolezza la pervade mentre, sguazzando a fatica, si stacca dalla parete di pietra, con un paio di deboli bracciate, portandosi al centro del pozzo.

Lei galleggia.

I cadaveri galleggiano. Ma lei non è un cadavere. Non ancora.

Lei sente che l’adrenalina le sta salendo improvvisamente, sente una strana forza dentro di sé. Riesce a sollevare le braccia e le dita sanguinanti pinzano di lato i lunghissimi capelli neri. Tra i ciuffi umidi, ancora appiccicati alla fronte, gli occhi trovano la strada per il parapetto del pozzo.

I suoi occhi si feriscono, le sue pupille sono troppo abituate alle tenebre.

Lei stringe gli occhi, ferita, ma non si arrende.

Lei apre un occhio, a metà. E un cerchio di luce aleggia sopra di lei.

Il suo cuore batte forte, prima di fermarsi. Pompa incessantemente sangue, cercando di raggiungere gli arti ormai atrofizzati. Le braccia e le gambe non esistono più, fluttuano nell’acqua putrida muovendosi al ritmo dei suoi spostamenti.

D’improvviso, l’acquitrino comincia incessantemente a salire di livello. Le copre il viso, prima bagnandola appena, poi sommergendola completamente.

Non è l’acqua a salire, Samara, sei tu che stai scendendo, ti stanno portando via.

Eppure, lei non si oppone. Lì l’acqua è più calda, e tutto è più buio. Più tenue. Sembra addirittura più pulito. È un caldo mantello di tenebra, pensa, mentre viene trascinata nell’oblio.

 

Qualche minuto dopo, Samara galleggia.

I cadaveri galleggiano. E lei è un cadavere.

I cadaveri trovano la pace. Lei cercherà vendetta.

 

   
 
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