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Autore: LadyTargaryen    13/11/2011    5 recensioni
Il risveglio di Remus dopo la battaglia a cui sia lui che Dora sono sopravvissuti. Il risveglio di un uomo che quasi non crede che sia davvero finita. Il risveglio di un marito e di un padre che al domani penserà poi. Perchè quella notte vuole essere solo questo. Un uomo, un marito, un padre.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E’ finita
 
 
 
 
 
 
Remus si svegliò all’improvviso, si alzò di scatto sul letto con gli occhi sbarrati nel buio.
 
Ansimò, con il cuore in gola e il sudore che gli scorreva freddo e viscido giù per la schiena.
 
Si guardò attorno, ma attorno a sé vide solo l’opprimente nulla del buio.
 
Sentì il proprio respiro accelerare spasmodico.
 
Dov’era ?
 
Era morto, forse ?
 
Dov’era la guerra, la battaglia di Hogwarts ?
 
Come s’era conclusa ?
 
Un pensiero improvviso gli attraversò la mente, come un fulmine che squarci il cielo durante una notte piovosa: e Tonks ?
 
Come stava lei ?
 
E Teddy ? Era al sicuro, Teddy ?
 
L’ultima cosa che ricordava, era d’aver stretto la mano di Dora, nel bel mezzo dello scontro.
 
Di averle detto che l’amava senza bisogno di parole, semplicemente con uno sguardo.
 
Ricordò di aver pensato che se la morte avesse dovuto prenderlo, almeno aveva avuto la possibilità di vederla un’ultima volta.
 
Aveva potuto immergersi in quelle meravigliose perle scure che erano gli occhi di sua moglie.
 
Poi, più niente.
 
Solo suoni indistinti, e frastuoni. Urla, paura, rabbia.
 
Dolore.
 
Non ricordava nulla di quello che era venuto dopo.
 
Non un’immagine, non un brandello di visione che potesse aiutarlo a capire, a ricordare.
 
Si frugò a tentoni nelle tasche, alla ricerca della propria bacchetta.
 
Quando l’ebbe trovata, mormorò Lumos e una debole luce ne illuminò la punta.
 
D’un tratto davanti a lui si delineò una stanza; una stanza dall’aria familiare.
 
Una vecchia cassettiera su un lato, un armadio sull’altro, due minuscoli comodini.
 
Abbassò lo sguardo e si rese conto di essere seduto sopra ad un letto.
 
Ad un letto che gli sembrava di conoscere.
 
Volse gli occhi attorno a sé, tentando di distinguere qualcosa di più, quando si sentì tirare per una manica.
 
Abbassò la bacchetta ed illuminò il viso di un bambino, profondamente addormentato.
 
Sdraiato supino accanto a lui, teneva un ditino in bocca e con la manina libera lo teneva stretto per la giacca.
 
Aveva i capelli azzurri.
 
Teddy. Il suo Teddy.
 
Remus rimase immobile a contemplare il proprio bambino, senza parole.
 
Era un miracolo, un meraviglioso splendido miracolo.
 
Era troppo bello per essere vero.
 
Gli sfiorò i capelli radi con timore quasi reverenziale, come se il figlioletto potesse dissolversi davanti ai suoi occhi.

D’istinto, si portò una mano alla tasca della giacca all’altezza del cuore, quella dove conservava la sua foto.
 
La tirò fuori con mani tremanti; il bimbo dall’immagine lo salutava sorridendo, agitando i pugnetti chiusi all’aria.
 
Guardò ancora una volta la piccola figura addormentata di Teddy, come a volersi accertare che non era solo una fotografia.
 
Che era reale, concreto, vero.
 
Il piccolino si rannicchiò ancora di più contro di lui, e Remus sentì il calore pervaderlo.
 
Si chinò su di lui, appoggiando la testa al suo piccolo corpo, pronunciando sottovoce il suo nome. 
 
Quanto aveva temuto di non poter tornare da suo figlio, di lasciarlo solo ad affrontare il mondo senza poterlo vedere crescere, senza poter giocare ancora una volta assieme a lui…
 
Ricordava bene, ora: gli incantesimi che non l’avevano colpito, le Maledizioni che l’avevano quasi ucciso…
 
Non sapeva chi o cosa avesse deciso di risparmiarlo, ma gli era infinitamente grato.
 
“ Remus. “
 
Si alzò dal figlioletto ed intravide nell’oscurità un’altra figura: quella di sua moglie.
 
La sua Dora, con quel suo sorriso che dava un senso a tutto il resto.   
 
Si sentì sciogliere il cuore.
 
Aveva avuto tanta paura durante la battaglia…
 
Paura di non rivederla, di non potersi più beare del suo sorriso, del suo calore, delle sue labbra…
 
Non era la morte a spaventarlo: era l’idea di non rivederla più, di abbandonarla per sempre.
 
Senza rendersene conto, cominciò a piangere.
 
Pianse lacrime di sollievo, di gioia.
 
Non era un sogno, era tutto vero.
 
Erano sopravvissuti entrambi, erano di nuovo assieme, erano di nuovo con il loro Teddy.
 
Erano vivi.
 
Non poteva esserci miracolo più bello.
 
Sorrise tra le lacrime, e tese una mano verso di lei.
 
Le sfiorò il viso, passò le dita nei suoi capelli, faticando a capacitarsi di quello splendido regalo che la vita gli aveva fatto, che aveva fatto a tutti e due.
 
Tonks gli accarezzò una guancia coperta da una corta barba ispida e malfatta, mai come in quel momento le era parsa così morbida.
 
Si slanciarono in avanti, l’uno alla ricerca delle labbra dell’altra, assaporandosi a vicenda con foga scomposta.
 
Si guardarono negli occhi, incapaci di separarsi.
 
“ Ho avuto tanto paura amore mio “
 
Bisbigliò l’uomo, con un sorriso bagnato di lacrime.
 
“ Ho avuto paura di perderti, di non vederti più…”
“ Anch’io Remus. “
 
Mormorò Ninfadora senza smettere di accarezzarlo.
 
“ Anch’io. Non immagini quanto…Ma ora siamo di nuovo assieme. “
 
Lo rassicurò sorridendo, e Lupin la baciò ancora.
 
“ E’ finita, non è vero Dora ? “
 
Lei lo strinse più forte, assaporando quel suo buon profumo che sapeva di pace.
 
“ Sì amore mio, sì. E’ tutto finito. “
 
Si baciarono ancora e ancora, poi si sdraiarono ai lati del piccolo Teddy e lo abbracciarono, in un gesto pieno di affettuosa protezione.
 
Remus si riempì i polmoni dell’odore del loro bambino, stringendolo quasi con disperazione.
 
Ci sarebbe stato tempo per piangere i caduti, per consolare chi aveva perso i propri cari.
 
Ci sarebbe stato tempo per ricostruire, per riorganizzare.
 
Ci sarebbe stato tempo per tutto.
 
Ora era assieme a sua moglie e a suo figlio, e non chiedeva nient’altro che potersi beare della loro presenza senza pensare al domani, almeno per quella notte.
 
Sorrise.
 
Il passato era passato, e il futuro era una pagina bianca.
 
Il futuro era ancora tutto da scrivere.
 
 
 
 
 
 
 
 

FINE
 
 
 



 
 
 
Sleep you well my son
We’ll be home for you
When the battle’s done…
 
“ Lullaby “, Remus Lupins
 

 
 





 


 
 
Note dell’Autrice: Ciao gente ^^ ! Eccomi di nuovo qua, ad allietarvi (almeno spero O.O ) con i miei “bagagli” che mi permetto di chiamare FF :)! Questa ce l’avevo in testa da quando sono andata a vedere “ I Doni Della Morte II “ ( e diciamo che mi c’hanno trascinata, perché io non volevo mettermi a piangere ç_ç ) che m’hanno ovviamente fatta commuovere T_T…Penso che a nessuno sia piaciuta la fine che hanno fatto fare a Remus e Tonks, quindi almeno con le FF io li faccio vivere, perché erano personaggi che non meritavano di essere liquidati così! L’ispirazione vera e propria, però, è venuta ascoltando la bellissima e commoventissima. “ Lullaby “ dei Remus Lupins su YouTube ( consigliatami dalla mia mitica sorellona, DoraremusLupin XD ). Ho voluto rendere vere le ultime parole della canzone, e farli sopravvivere entrambi alla battaglia di Hogwarts. Spero vi sia piaciuta :D! Un bacio, e a voi!
 
Raky
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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