"Ivy, svegliati! Dai, che sei in ritardo"
La voce di mamma mi rimbombava nelle orecchie. Era lunedì mattina, dovevo andare a scuola puntuale, perchè alla prima ora avrei avuto matematica.
Cercai di sbrigarmi, ma ero molto, molto assonnata.. La sera prima ero andata a una festa, una di quelle con tanta gente, tanto alcol e bè, le solite feste americane. Mi ricordo poco, a parte che ero andata con il mio migliore amico Yannik, e Isabel.
'Dev'essere stato un devasto', pensai..
Guardai il cellulare, e c'era un messaggio di Yannik: " Vy, ci troviamo all'intervallo alla caffeteria. Ti devo parlare urgentemente!" Leggendolo, mi prese il panico, come sempre quando una persona mi dice che mi deve parlare..
Bè, mi truccai, mi misi i soliti leggins, l'adorata maglietta "It's only rock 'n roll, but I like it!", anfibi e giubbotto in pelle; ero in fase rockettara quella mattina.
Le prime tre ore di scuola passarono lentamente, e avevo sempre più mal di testa.
Finalmente l'adorata campanella suonò l'intervallo! Andai alla caffetteria, come mi disse Yannik, e lo vidi seduto al solito tavolo con il suo tazzone di caffè davanti; ne presi uno anch'io e mi sedetti di fronte a lui.
-"Allora.. Che c'è?" Dissi;
e lui mi rispose dicendo -"Ecco, ieri sera, c'era un ragazzo che continuava a ronzarti intorno... Non è della scuola, anzi, non l'ho proprio mai visto a scuola! Sta di fatto che si chiama Joseph. E, niente, questo è tutto."
Io lo guardai con uno sguardo da punto interrogativo.
-"Questa era la cosa urgente?!"
-"Eh si"
La capanella suonò, ed era già ora di tornare in classe.. Due luuunghe ore di chimica mi aspettavano. Finalmente anche quella mattinata finì, presi l'autobus e tornai a casa. A Hoboken, la mia cittadina. Nel pomeriggio sarei andata a New Yorkcon Isabel per fare acquisti, in 12 minuti saremmo arrivate. Ma durante il viaggio...