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Autore: Nannaria    13/11/2011    5 recensioni
Non poteva essere. O meglio, poteva essere, poteva accadere ogni giorno.
Pochi passi. Una manciata di secondi. E poi sarebbe morto.
Abbastanza deprimente, non l'aprite se volevate un storia allegra. Se invece siete tristi anche voi, aprite e leggete.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera.

Non so come mi sia uscita questa One-Shot, forse perché oggi sono particolarmente triste. Se non volete deprimervi però, non la leggete.

Per tutti i masochisti, buona lettura. :)

Mi scuso in anticipo se ci sono errori, perchè la posto di fretta. Vogliatemi bene ugualmente! x|

 

 

 

 

Come se fosse inevitabile

 

 

 

Il trillo del telefono aveva portato l’attenzione di Kurt lontana dalla rivista che stava guardando da ore. Non che la stesse leggendo davvero, era un modo come un altro per ingannare il tempo e fingere che andasse tutto bene, che la sua vita fosse la stessa di qualche mese prima.

Si era alzato dal tavolo della cucina, sentendo le gambe incredibilmente intorpidite per la posizione che avevano mantenuto per tanto tempo.

Aveva preso la cornetta del telefono con la mano che tremava.

 

“P-pronto.”

 

“Kurt.”

 

“Papà? Cosa…”

 

Non poteva essere. O meglio, poteva essere, poteva accadere ogni giorno. Ma era così insulso che accadesse proprio oggi. Non avrebbe saputo spiegarlo, ma…non doveva essere.

 

“Lui…l-lui. Dovresti venire. Prima che lo portino via.”

 

Aveva lasciato cadere il telefono senza preoccuparsene.

Aveva sentito il rumore della plastica contro il pavimento, aveva sentito tutte il suo corpo contrarsi in uno spasmo doloroso. La mente si era svuotata e non c’era più niente.

Non c’era spazio per pensare, per muoversi, per piangere.

Quasi senza che se ne accorgesse aveva cominciato a compiere gesti automatici.

Mettersi la giaccia. Prendere le chiavi. Salire in macchina, e cominciare a guidare.

Percorreva quella strada che ormai sapeva a memoria, vedendo l’immagine nella sua mente. Concentrandosi solo sulla guida, perché se avesse permesso alla sua mente di pensare, non avrebbe retto.

 

L’insegna dell’ospedale era ben visibile dal parcheggio, come per ricordargli cose che Kurt ricordava benissimo.

Sapeva che doveva muoversi. Che c’era poco tempo. Che l’avrebbero portato via.

Ma non riusciva ad alzarsi, ad uscire. Scendere l’avrebbe reso così reale. Così…

Aveva sentito le lacrime pizzicargli gli occhi. Ma non era riuscito a piangere, non ancora. Adesso c’era bisogno che lui si alzasse.

 

Mancavano solo due stanze a quella che doveva raggiungere. Pochi passi. Una manciata di secondi. E poi sarebbe morto.

Aveva visto suo padre alzarsi dalla sedia che occupava di fronte alla stanza dove era ricoverato il suo ragazzo.

 

“Kurt…”

 

Lui non aveva risposto, aveva tirato avanti. Con uno scatto aveva aperto la porta bianca e dentro non c’era nulla.

Si era girato verso suo padre, cercando automaticamente con lo sguardo i genitori di Blaine.

Non c’erano. Lui non c’era. Voleva dire solo una cosa, solo una. Era arrivato tardi.

Non l’avrebbe rivisto mai più, nemmeno un ultimo saluto, un’occhiata veloce, non avrebbe potuto scolpire per l’ultima volta i lineamenti del viso che amava.

A quel punto l’aveva fatto. Kurt era morto davvero.

 

Burt avrebbe ricordato per sempre, da quel giorno, il momento in cui aveva visto la scintilla di vita abbandonare quegli occhi azzurri. Avrebbe ricordato il suo sorriso eternamente, ma non l’avrebbe rivisto mai più.

Blaine Anderson se ne era andato quel giorno e insieme a lui, come se fosse inevitabile, se n’era andato anche Kurt Hummel.

 

 

 

 

Ringrazio immensamente chi vorrà dirmi che ne pensa. Davvero, non so che altro dire se non: spero che vi sia piaciuta. ^^

Sparisco…

  
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