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Autore: Unknown Amos    13/11/2011    3 recensioni
“È entrato, si dimette.” flauta Bliss declamando quello che fino a quel momento era rimasto un pensiero scaramanticamente impronunciabile.
“Può sempre prendere una pistola, minacciare Napolitano di sganciare Ferrara come bomba batteriologica e proclamarsi indipendente.”
Sogghigno.
Ora non ci resta che aspettare.
Cronaca di un piacevole sabato dimissionario passato al Quirinale cantando l'Alleluja di Hendel, fumando sigarette e aspettando che un Buffone sancisca la sua fine.
Uno dei giorni migliori della mia vita.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla mia libertà e a Matt, che ci sta sempre bene e c'entra dappertutto.

Meno male che te ne vai..



Quirinale ore 20:54.

Dai che è fatta, dai che ci siamo...” Bliss una delle mie migliori amiche. Gli occhi serrati, le dita incrociate, i capelli rossissimi frustati dal vento.

Fa freddo a Roma ma non ce ne frega nulla.

No, assolutamente.” Quella accanto a Bliss, la ragazza con le strane cuffie dei Green Day in testa, si chiama Claudia. Quando parla non si capisce mai se sia pessimista o semplicemente ragionevole. “Non ha mai mantenuto una promessa in venti anni, dovrebbe farlo proprio ora?”

Credo di sì.” Rispondo evitando di sembrare troppo euforica. Non dire gatto... “È la prima volta che i suoi interessi coincidono con quelli di un intera Nazione.”

Qualcuno accanto a noi inizia ad intonare canti partigiani.

Ma ci pensi? La fine di un ventennio!” Esclama Bliss con trasporto.

Ci penso...Sì che ci penso!”

Sono due ore che siamo d'innanzi al Quirinale, in mano qualche sigaretta, un tricolore e tre bottiglie di birra.

Bliss si lascia abbracciare da una signora commossa. Non la conosce ma sente di potersi fidare di lei; persino io – paranoica fino alla punta delle unghie – avverto uno strano moto di fiducia levarsi per tutta la folla che mi circonda.

Gente che come me ha sofferto per le violenze inflitte al nostro Paese, ha subito sulla sua pelle gli effetti del malgoverno ma non si è mai arresa. Diciotto anni di Resistenza.

La cosa che spaventa e ci fa capire in che razza di schifo abbiamo convissuto noi italiani per quasi un ventennio è che chi, come noi, è nato ai primi degli anni Novanta non ha la minima idea di cosa sia la reale politica...” Dice Bliss soffiandosi il naso.

Più che di politica parla di Democrazia.” Puntualizzo mentre mi appoggio alla transenna. Giuro di aver visto il carabiniere vicino a me aver intonato una strofa di “Bella Ciao”.

Hai ragione, Luz. Ed ora ho il solenne timore di quello che possa accadere dopo... chi ce li restituisce quattro lustri di Democrazia?”

Lascio cadere la domanda di Claudia nel vuoto.

Non so rispondere, non so nemmeno se ci sia una risposta.

Bisognerà fare come alla fine del fascismo, immagino. Occorrerà prima di tutto rieducare i miei compatrioti alla libertà e al loro diritto/dovere di esercitarla.

E immagino che la prima cosa da fare è riappropriarsi delle parole e della loro importanza.

Diciassette anni di berlusconismo hanno comportato il sovvertimento di parole ed espressioni che sono state rubate alla loro originaria funzione e restituite secondo un'accezione opposta e contraria.

Dovremmo re-imparare che “diverso” non vuol dire “pericoloso”, che “Sud” non è sinonimo di “arretratezza”, che “donna” non sta per “suppellettile e/o merce di scambio”, che “mafioso” non è uguale ad “eroe”.

E purtroppo per far si che ciò avvenga non basterà l'uscita di scena di un solo uomo, anche se questo ne è il simbolo. Sicuramente, non dobbiamo scordarci che le sue dimissioni sono un bel passo avanti.

Ad interrompere il filo dei miei discorsi ci pensa il cellulare. Le note di New Born si rovesciano nell'aria attirando parecchi sguardi incuriositi verso la sottoscritta.

Eh lo so, i Muse fanno quest'effetto...

Pronto?”

Oh, Luci' allora? Come va? Che succede?”

Mia madre, euforica e felice come mai in vita sua.

Una meraviglia. Siamo in tantissimi...si canta, si balla... c'è addirittura un'orchestrina che intona l'Alleluja!”

Si, ma il Nano?”

Ancora non s'è vist- “ Non faccio in tempo a concludere la frase che si alza un boato.

Claudia inizia a strattonarmi per una manica.

Eccolo! Eccolo! Fottutissimo pezzo di merda!”

Mamma...?” Inizio sorridendo. Bliss estrae il borsellino dalla tracolla e inizia a tirare monetine all'auto blu che sta per entrare al quirinale. Non è l'unica, ben presto diventa una pioggia.

Cavallo che vince non si cambia.

Cosa c'è?”

Sta arrivando proprio ora... mi autorizzi ad usare un linguaggio, a suo modo, scurrile?”

Ovviamente sì. Credo che le parolacce siano state coniate per simili avvenimenti.”

E con questa benedizione mi avvento verbalmente sulla Feccia Umana che, dimostrando la sua congenita incapacità di intendere e volere, saluta sorridendo dal finestrino.

Claudia oramai è l'idolo di una rappresentanza di anziani a cui l'INPS ha sospeso la pensione, grida epiteti impossibili da ripetere ma così pragmatici che immagino verranno ripresi su magliette e cappellini.

Mafioso! Mafioso!” Grido unendomi anch'io al lancio del centesimo.

Questo è per Indro Montanelli!” Sbraita Bliss paonazza, passando ad un conio da venti centesimi.

...Questo per Biagi!” Aggiungo facendo la stessa cosa.

Qualcuno alle nostre spalle si aggiunge a noi urlando “Per Monicelli!”

L'auto scompare all'interno dell'arcata del palazzo presidenziale e lo strascico di insulti liberatori rimbalza ancora sugli autorevoli muri.

Poi, ristabilita la calma, prudenti sorrisi si dipingono sui volti di tutti i presenti, dal carabiniere che non ha poi così impedito la caduta di monete al bambino di tre anni che ridacchia in braccio al papà.

È entrato, si dimette.” flauta Bliss declamando quello che fino a quel momento era rimasto un pensiero scaramanticamente impronunciabile.

Può sempre prendere una pistola, minacciare Napolitano di sganciare Ferrara come bomba batteriologica e proclamarsi indipendente.”

Sogghigno.

Ora non ci resta che aspettare.


Ore 21:05.

Lentamente, ridendo a più non posso, tutti si prendono per mano. Uno dietro l'altro iniziamo a fare un girotondo sempre più veloce ed impazzito.

Un flashback mi catapulta in un altro colle di Roma. Duemilatre, ero davvero piccola e ancora non potevo conoscere bene le ragioni per cui si era formata un'immensa catena umana attorno alla sede del Parlamento. Ricordo che c'era mio padre che tremava per la rabbia e diceva “Ci aspettano tempi, duri Lucia.”

Ed effettivamente col senno di poi, e qualche anno in più sulle spalle mi rendo conto di quanto papà avesse ragione; dal fenomeno dei Girotondi in poi le cose erano tracollate drammaticamente. Era il periodo dell'epurazione dalla RAI di Santoro, Biagi e Luttazzi colpevoli di parlare in una televisione pubblica degli affari sporchi dell'uomo che possedeva – e ancora possiede – mezza Italia.

Il Boom del Berlusconismo che aveva coinciso col declino della dignità di noi italiani all'estero.

Non ho voglia di passeggiare per l'amaro viale dei ricordi estraendo storiche figuracce del nostro esimio rappresentante in giro per il Mondo, mi basta avere la dura consapevolezza che per ripristinare un minimo di considerazione da parte degli altri Popoli dovremmo lavorare parecchio.

Nel frattempo il girotondo si era trasformato in un trenino di quelli che non ho mai fatto durante l'ultimo dell'anno per manifesta incapacità ma che al contrario in un'occasione simile mi risultava di una spontaneità mai provata. Credo che – volendo – sarei riuscita persino a ballare.

 

Ore 21:30

Dopo essermi sgolata con l'inno nazionale che è mai risuonato più solenne di così, mi siedo accanto alle mie due amiche che sorseggiano birra, esauste.

Altro che rave-party... i politici dovrebbero dimettersi più spesso.” Sospira Bliss passandomi una Heineken.

Sta' buona...” Intima Claudia. “Ancora non è arrivato il comunicato.”

Dovrebbe giungere da qui a poco.” Ci tranquillizza una giornalista accanto a noi. “ È dal Novantaquattro che aspetto questo momento.” Sospira. “Voi siete parecchio giovani, quanti anni avete?”

Venti” Rispondiamo io e Bliss.

Diciotto.” Claudia.

Giusto in tempo per votare.” Commenta la donna che,dal tesserino appuntato al bavero della giacca, intuisco lavori presso il Corriere della Sera.

Già... e la cosa migliore è che davvero non so a chi dare la mia preferenza.” Chiosa la più piccola di noi. “Non credo che il PD sia migliore dei Piduisti...”

Non sei l'unica a pensarla in questo modo.” Si accoda la giornalista.


Poi, come per magia cala il silenzio.

L'orchestra col coro smette di accordare gli strumenti, le grida sfumano, tutto accade con un tempismo eccezionale. Una sospensione prima dell'esplosione finale.

Sono le ventuno e quarantadue: Silvio Berlusconi si è dimesso.

Credo di aver provato le stesse cose che sentì mio nonno nel Quarantacinque, l'unica differenza che era primavera mentre oggi è autunno. E non era mai capitato che questa stagione venisse collegata ad una lenta rinascita.

Siamo liberi!”

È finita!”

Le solenni note di Hendel squartano l'aria in un unica sinfonia composta da l'inno nazionale, Bella Ciao e semplici parole gridate al vento.

Non pare vero, non mi sembra vero, mentre abbraccio chiunque da Bliss a Claudia, dalla giornalista ad un poliziotto.

Ci vuole lo spumante!”

Un uomo de “il Popolo Viola” stappa una bottiglia d'Asti e riempe calici e bicchieri di carta.

Bliss si è messa il tricolore in testa, io a mo' di mantellina.

Claudia si asciuga le lacrime e lo sventola in alto.

Sento vibrarmi la tasca, mia madre. Un'altra volta.

Allora che ha fatto il Nano?”

Si è dimesso ma'. Silvio Berlusconi non è più Presidente del Consiglio.” Rispondo orgogliosa mentre una signora con una maschera di Guy Fawkes mi fa segno di “OK” con le mani.

Dall'altra parte il silenzio.

Cosa scusa?”

Ok, perfetto. Mia madre è impazzita per la gioia.

T'ho detto che il Caimano è disoccupato.”

Puoi ripetere?”

Ma non hai capito? Ti ripeto che si è dimesso!”

Capito, l'ho capito. Ma che ci vuoi fare se mi piace così tanto sentirmelo ripetere?”




In un unico corteo ci avviamo alle macchine.

Da brava Morettiana inforco la mia Vespa azzurra, Bliss mi si allaccia dietro e Claudia che ci segue a ruota con la sua bicicletta.

Il vento mi sbatte in volto il forte profumo della libertà. Bliss ulula per scaricare l'adrenalina, la bandiera italiana che le scivola dalle mani e s'innalza sopra tutto e tutti, sovrasta la gioia, i manifestanti, il corteo, i passanti sul marciapiede che ci applaudono.

E mo' do 'annamo?”

Avanti, Bliss... sempre avanti!”

In senso meno epico?”

Allo Scholars'


* * *


E così arriva domenica mattina.

Mi alzo dal letto con la Tv accesa, quel comunista del meteorologo sottolinea che c'è il sole in tutta la Penisola.

Un'espressione ebete mi si stira in volto, sono ancora un po' rintronata dai festeggiamenti di ieri notte ma il mio cervello è perfettamente lucido e funzionante quando leggo un messaggio inviatomi da Bliss.

Con i festeggiamenti di ieri il PIL sarà salito di un punto. Se si dimettono tutti e novecentoquarantacinque i parlamentari diventiamo la prima economia mondiale.”





_________________________________________

NdA.

Be' ecco tutto. Non è nulla di che.

Avevo solo voglia di testimoniare quello che è accaduto ieri.

Oh giorno gaudio!

Me ne ritorno nel mio angolino, in quanto a voi – gente coraggiosa che è giunta sin qui – potreste anche dirmi che ne pensate =)

Va bene anche “Schifosa comunista, impara a scrivere!”

Ma questo lo so già.


Cheers,

Pau.


P.s= Lo Sholars' Pub è un locale irlandese accanto a Palazzo Grazioli... Chi ha orecchie per intender... :D

   
 
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