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Autore: kannuki    13/11/2011    2 recensioni
“Togli le cure di una madre al cucciolo e quello crescerà estraneo all'affetto. Aggressivo. Sociopatico.”
Elle lo guardò dritto negli occhi. Erano di una limpidezza spaventosa. “E' la tua scusa?”
“A me piace uccidere. E' una questione fisica.”
“E godi mentre lo fai?”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elle Bishop, Sylar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tutti sorridono con quell'invisibile pistola puntata alla testa"

Chuck Palahniuk, Fight Club


Ops...”

L'hai fritto di proposito, non dire ops.”

Elle sorrise con molto piacere e fece spallucce. “Cattiva, cattiva Elle!” esclamò scoppiando in una risata di cuore.

Sylar pensò che era ben peggiore di lui che uccideva sempre con uno scopo. “Eleanor...”

La risatina si esaurì soppiantata da un'espressione malinconica e dispiaciuta. I repentini cambi d'umore lo mettevano sempre in allarme. L'aveva già fritto una volta, in preda alla rabbia. “Elle. Eleanor era mia madre.”

Quanti anni avevi quando è morta?”

Oh, ma davvero? Non te ne frega niente!” esclamò sarcastica.

Sylar perse il sorriso. Le fossette sulle guance scomparirono, le sopracciglia si tesero. “Stavo cercando di essere gentile con te.”

Beh, non farlo.”

La mamma mi ha insegnato...”

Quella che hai ammazzato? Ha fallito su tutti i fronti” continuò lasciando uscire le parole a ruota libera. Elle poteva sentire il battito del cuore aumentare. La rabbia, la delusione e un'inarrestabile senso di colpa permeavano dai vestiti stazzonati. Senza pensarci, gli pose una mano sulla spalla. “Scusami.”

Sylar si tese a partire dai muscoli delle gambe, fin su, lungo la colonna vertebrale. Fino al collo indurito che ruotò sulle prime vertebre. Fissò la sua mano e il volto della donna. “Non mi piace essere toccato” le ricordò secco.

Neppure se è una bella donna a farlo?”

Credi di essere bella?”

Mossa sporca. Le dita di Elle fremettero e scivolarono via. Era facile ferirla. Era così sola. Non amata, pensò scrollando la spalla, costringendosi ad un altro esame visivo che non riusciva a sopportare. I tratti minuti della donna si aggrovigliarono in un nodo di indecisione misto a dolore. “No, credo di no.”

Nessuno ti ama” la canzonò ironico.

Neppure mio padre.”

Sylar la studiò. Non c'era vittimismo nella sua voce.

Lui mi usa e basta” bisbigliò chinandosi sul cadavere. “Mi ha insegnato a controllare bene il mio potere. Non capisco cose sia successo!” Le labbra di Elle fremettero e si strinsero in una linea piatta. “Ora che ci penso, è avvenuto in seguito alla tua comparsa!” esclamò rialzandosi di scatto dal corpo bruciato. “Che cosa mi hai fatto?”

Sylar la lasciò nel dubbio per alcuni istanti. Aveva udito una nota lacrimosa ed isterica e non aveva alcuna voglia di asciugarle le lacrime. Ghignò. Elle si infuriò come preventivato.

Non scherzare con me. Ho bruciato la casa della nonnina quando avevo sei anni e ho causato delle interruzioni di corrente in più contee in Ohio quando avevo otto anni! Non ti conviene proprio scherzare con me. Sono paranoica e sociopatica e ho passato il mio nono compleanno in una camera di vetro con una soluzione di litio nel braccio! Sono facile alla rabbia e non ci metto niente a friggerti quel bel musetto una seconda volta!”

Doveva solo prendere il suo potere. Dividere le loro strade. “Hai bruciato anche la nonnina? Vergognati, Elle” sussurrò piegando il collo da un lato.

La donna lo fissò con aria di sufficienza. “No, era fuori a far la spesa” borbottò abbassando lo sguardo sul cadavere. Lo stuzzicò con la punta e alzò le spalle. “Andiamo al cinema? Non sono mai andata al cinema. Ho vissuto nell'edificio in cui ci troviamo per sedici anni dopo che...”

Non me ne frega niente” esclamò scandendo bene le parole. “Non mi interessa la tua vita, smettila di raccontare.”

Elle girò gli occhi sull'assassino e si adombrò.

Abbiamo l'Impresa alle costole e vuoi andare al cinema?”

Un ottimo diversivo. E se ci trovano, possiamo sempre ucciderli tutti” annunciò con voce limpida.

Il suo dramma personale era troppo attraente per essere ignorato. Sylar sorrise allettato dalla propria morbosa curiosità. “Sei più tipa da pop corn o caramelle?” Allungò la mano verso di lei. Elle l'analizzò per molti secondi, poi infilò le proprie nelle tasche del giubbotto di pelle. “Non ti piace essere toccato, l'hai detto tu.”

Sylar lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, prima di sventolarlo verso l'uscita. Elle dondolò sulle gambe, poi si decise con un mugolio di gola “questo non significa che siamo amici e che non ti friggerò al primo accenno di...”

Rilassati” sogghignò portandosi al suo fianco. “Fa la fidanzata.”

Non so che diavolo significhi” borbottò riportando una certa distanza di sicurezza fra loro. Distanza di sicurezza. Mfh! Gli bastava alzare un dito per ucciderla. “Ah, già! Perchè non mi hai ancora ucciso?”

Mi diverti.”

Sei strano” borbottò distanziandolo “lasciamo perdere l'idea del cinema.” Elle sentì il sangue defluire dal braccio quando la afferrò. L'elettricità divampò improvvisa, bruciandogli la cute.

Sylar ruggì di dolore ma non la lasciò andare. L'elettricità aumentò. Assieme al panico della donna. Lo masticava fra i denti. “Smettila” ringhiò. “Smettila, Elle!”

Fa male, vero?!” esclamò sadica avvampando di luce bluastra. Sylar fu sbalzato via, urlante. Elle lo osservò divertita. Poteva leggerle il piacere negli occhi. “Non ti ho ordinato di toccarmi” bisbigliò chinandosi un poco a canzonarlo.

Sylar alzò gli occhi su di lei, scrocchiò il collo e un gemito di puro piacere spirò dalle labbra mentre la pelle si rigenerava.

Vuoi farlo di nuovo?” sussurrò la donna invitante. “Mi piace farlo agli uomini.”

Puoi farlo di nuovo?” ribatté nel medesimo tono.

Oh, certo!” Elle avvampò di pochi fulmini azzurri e si spense con un mugolio di disapprovazione. Osservò i palmi delle mani vuoti e sporse il labbro inferiore come una bambina. “Oh...”

Sei scarica” ridacchiò formando un globo azzurrognolo fra le dita. Strinse il pugno soffocandolo. “Ho preso il tuo potere.”

E ora mi ucciderai.”

Non lo disse con paura e non c'era alcuna supplica nella sua voce. Era una pura e semplice constatazione. Elle stava ancora fissando il punto in cui era svanito il globo, quando Sylar si alzò in piedi. “Andiamo al cinema” disse laconico. “Non ho alcun motivo per volerti morta.”

Elle battè le palpebre tornando in se. Ne avrebbe avuti, se avesse saputo cosa aveva fatto, un anno prima. Non io, non sono stata io, non volevo che le cose giungessero a quel punto! Ho fatto solo quello che mi ha detto papà, non volevo deluderlo!

Patetica” bisbigliò e Sylar la udì perfettamente, inarcò un sopracciglio e cosa ben peggiore, si incuriosì. “Preferiresti che ti uccidessi?”

Preferirei vedere una commedia allegra” rispose distratta dal ritornello in mente. Aprì gli occhi mentre massaggiava la fronte con le dita, spostò la frangetta da un lato e si fece da parte. “Io non la tocco, quella mano.”

Eppure ti piace essere toccata” mormorò riportando il braccio lungo il fianco. “Nessuno lo fa mai, ne l'ha mai fatto. Tuo padre si è sempre limitato allo stretto indispensabile. Per paura. Per tenerti buona, mentre ti usava. E tu lo sai, Elle. Lo sai eppure lo cerchi ancora, non ti basta il male che ti ha fatto... sei una sadica masochista. Povera, piccola psicotica Elle...” mormorò scuotendo la testa. “Ho letto degli studi scientifici su questo.”

Questo cosa?

La sua voce è tagliente, piena di fratture. Basterebbe poco per spezzarla. “Togli le cure di una madre al cucciolo e quello crescerà estraneo all'affetto. Aggressivo. Sociopatico.”

Un altro tronco che cade. Elle lo guardò dritto negli occhi. Erano di una limpidezza spaventosa. “E' la tua scusa?”

A me piace uccidere. E' una questione fisica.”

Hai un orgasmo mentre lo fai?” domandò con un filo di voce, provocante, mentre Sylar si faceva serio. “Ripensi alle donne uccise di notte e ti masturbi? L'hai fatto anche con Claire?”

La piccola insignificante cheerleader. Sylar sogghignò, un po' offeso. “Vuoi che mi masturbi pensando a te, Elle?”

La donna lo guardò ipnotizzata, si umettò le labbra e annuì lentamente. “Lo faresti?”

No.”

Perchè no, maledizione!” esclamò frustrata colpendolo sulla giacca aperta. “Per Claire lo faresti, lo so! Lei è...”

Una bambina. Adesso calmati” mormorò afferrandole le mani. “Sono un assassino, non un pervertito. Ma che diavolo ti gira in quella testa bacata?!”

Elle si dibatté arrabbiata ma la sensazione dei palmi caldi attorno ai polsi la sbalordì, attirando il suo sguardo. Sylar la trattenne girandole le braccia dietro la schiena. Si spezzò quasi il collo nel tentativo di evitare il contatto fisico. “Lasciami o mi metto ad urlare!”

Urla pure. Ci siamo solo noi e il cadavere che hai fritto, pazzoide!” esclamò furibondo. “Perchè odi Claire?”

E' stupida!”

Come questa risposta. Non ti piace.”

No!”

Neanche a me.”

Elle si contorse ancora un po' prima di fermarsi del tutto. “Ma tutti... tutti amano Claire...”

Vorresti essere lei? Vorresti un padre che ti ama, come Noah ama sua figlia?” bisbigliò nel suo orecchio.

Elle annuì, gli occhi vitrei.

Non vorresti un padre come Noah, credimi” sussurrò socchiudendo le palpebre, distratto dal suo profumo.

Sta zitto...”

Tuo padre non ti ha mai nascosto i suoi veri scopi, mentre lui non ha fatto altro che mentire a Claire...”

Non nominarla, non sopporto il suo nome!”

Tutti amano Claire, anche Peter” continuò imperterrito “Peter che ti ha usata e non ti ha voluto. Ti ha portato via un bacio e ti ha abbandonato.”

Elle trasalì e si strappò dalla sua stretta. Lo fece solo perché lui Sylar lasciò andare. “Come fai a saperlo?! Non può saperlo nessuno, non l'ho detto a nessuno!”

L'ho sentito. E l'ho visto” mormorò indicandosi la tempia. Il suo profumo gli era rimasto fra le mani. “La finiamo con la crisi di nervi? Sono stanco di parlare di Petrelli e di quella piccola peste.”

A te non piace Claire...” farfugliò aggiustando i capelli dietro le orecchie.

Sylar scrollò le spalle noncurante. “Mi piace il suo potere. Tutto qui.”

Neanche io non ti piaccio.”

Lo sguardo dell'uomo si posò su di lei. C'era stata un tempo in cui una donna bionda aveva suonato alla sua porta e conquistato un po' del suo cuore. Ma questo era prima. Prima dell'eclissi. Prima della fame. Prima che ne facessero ciò che era.

La pelle di Elle si caricò di elettricità e sfolgorò, ferendogli la vista. Sylar si coprì gli occhi col braccio e la udì urlare fino ad esaurirsi in piccoli gemiti.

Oh dio, fa male...”

L'adrenalina in corpo fungeva da amplificatore. Sylar la guardò impressionato mentre si accucciava su se stessa, carica come una bomba.

Uccidila.

Sylar battè le palpebre con forza. Sarebbe stato per il suo bene. Alzò un dito quando l'elettricità fu risucchiata all'interno della donna. Il silenzio calò nella stanza mentre Elle si teneva lo stomaco e dondolava avanti e indietro. Sylar la guardava e attendeva, il braccio leggermente flesso. La donna continuò a dondolare e a farfugliare. La sua espressione contorta dal dolore, un dolore così profondo che non sarebbe mai potuto passare del tutto, gli tolse la voglia di consolarla. Solo la Morte sarebbe stata clemente con lei. “Come va?”

Che razza di domanda...” singhiozzò posando la schiena contro il muro. Elle chiuse gli occhi, sistemò i capelli e prese dei profondi respiri. “Ok. Va meglio.”

Meglio non direi, pensò piegandosi sulle gambe ad una certa distanza da lei. “Non vergognartene. Anche io non controllo il mio potere, per quello faccio del male agli altri.”

Elle aprì gli occhi si scatto e gli rivolse un sorriso a trentasei denti. “E' quel che dico quando dimentico di prendere le medicine” ridacchiò gelandogli il sangue nelle vene. “E' la scusa che ti sei messo per giustificare le frustrazioni di una vita? Ti prendevano in giro da piccolo perché eri brutto, basso, con gli occhiali, le ragazze non ti filavano e passavi tutto il tempo a smanettarti nella tua stanza?”

Sylar fissò la curva dell'orecchio ornato di un anellino d'oro bianco cercando di calmare la rabbia che gli saliva dentro. Aveva riassunto diciassette anni della sua vita in poche parole offensive. Non che le cose fossero cambiate molto, dopo. “Mai stato basso” rispose con voce pericolosa scivolando lo sguardo sul viso.

Oh, ti sei arrabbiato?!” esclamò con sguardo da bambina. Sorrise divertita e lo spinse su un braccio. Ritrasse la mano con finto spavento e le sventolò in aria. “Ohhh! Al grande Sylar non piace essere toccato!”

Stronza, pensò risistemando la giacca nel punto in cui l'aveva sfiorato. La crudeltà si affacciò spietata. “Non funziona con me” mormorò scoccandole un'occhiata cattiva. “Non ti toccherò e non ti bacerò come ha fatto Peter. Smettila di provocarmi, sono stato fin troppo cortese.”

Ed io che mi tocco pensando a te” insistette costringendolo a girare il collo.

Elle dondolò raccogliendo le gambe al petto. Erano lunghe e fasciate dai jeans. Sorrideva come non l'aveva mai vista prima di allora. “Ti da fastidio!”

Cosa?” domandò con voce indurita, la mascella contratta.

Elle fece un gesto inequivocabile con la mano. Impossibile da fraintendere. Piuttosto osceno su di lei.

Smettila” soffiò eccitato.

La donna ingoiò e smise di sorridere.

Vieni qui.”

Elle gattonò verso di lui, il viso arrossato da qualcosa che le girava in mente e che non avrebbe mai voluto sapere. “Ti ha addestrato proprio bene. Rispondi agli ordini come un cane” mormorò con un groppo in gola. Non le leggeva nella mente ma sentiva i suoi desideri.

Chi ti credi di essere?” sussurrò piegando leggermente il capo. “Non rispondo ai tuoi ordini.”

Eppure l'hai fatto” Sylar sorrise continuando a guardarla negli occhi, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Era eccitato.

Tu non vuoi niente da me.”

No” ribadì battendo freneticamente le palpebre, investito dal suo desiderio.

Proprio niente” bisbigliò sollevando la testa e sfiorandogli le labbra con un bacio.

Non ti voglio. Come non ti ha voluto Peter” sussurrò sentendo le mani sudare.

Le labbra di Elle scivolarono di nuovo sulle sue, poi sulla mandibola e tornarono alla bocca. Rispondeva, la ricambiava.

Lo eccitava così tanto che l'avrebbe presa lì sul pavimento accanto al cadavere. “Ora basta” mormorò allontanandosi. “Deve bastarti questo.”

Le sopracciglia di Elle si inarcarono violentemente. La pelle sfrigolò di luce azzurrognola. “Sei cattivo!”

Diosanto! Non c'è niente di peggio di una donna adulta che si comporta come una bambina! “Sì, sono cattivo, molto cattivo. E a te piace perché sei una sadica masochista” si ritrovò a grugnire. Aveva il battito cardiaco accelerato.

Tu hai paura di me.” La donna lo guardò fra le lacrime. Le contrazioni allo stomaco e i dolori alla testa erano laceranti.

Forse si. “Troverai qualcuno che ti amerà, ma non sarò io. Ho ben altro da fare.”

La delusione della donna gli colò fra il colletto della camicia e la pelle, drizzandone la schiena. Sylar si rialzò con un lieve dolore ai reni. Era molto più eccitato di quello che pensasse. La disperazione gli punse la spina dorsale in più punti. Continuava a rovesciarsi sulla sua testa, come un secchio gelato sgradevole da sopportare. “Possiamo anche andarcene.”

Non ci speravo più” mormorò Elle dopo un istante di muta sospensione.

Cerca di non farti vedere in giro da me” mormorò voltando lo sguardo altrove, immobile e piantato al suo posto. La sentiva rovistare dietro di lui e poi non sentì più nulla. Solo una mano

che gli stringeva con forza una natica. La guardò piuttosto sorpreso. Era di una bellezza difficile da ignorare. Il seno bianco risplendeva sotto la camicetta. “Ed ora cosa dovrei fare? Sentiamo...” mormorò con voce roca.

Assolutamente niente. Volevo solo farti vedere quello che ti sei perso” bisbigliò sorridente, spostando le mani sulla cintura. “Non cedere proprio ora, stai andando bene.”

Sylar sogghignò dentro di se, prima di afferrarle il polso. “A differenza di Claire, tu non hai diciotto anni.” A quelle parole la vide cambiare espressione. Era felice. La lasciò andare di scatto. “Addio, tesoro.” Sylar scavalcò il cadavere aprendo la porta che dava sull'esterno del negozio di dolciumi. Si fermò di fronte ad uno schieramento di uomini in nero. Noah. Angela. L'Haitiano. Ouh.

Accidenti a voi, ce ne avete messo di tempo!” esclamò Elle arrabbiata trotterellando molto lontano da lui.

Ottimo lavoro, Elle. Tuo padre sarebbe...”

Mio padre era uno stronzo, Bennett. Vi ho portato Sylar perchè voglio essere reintegrata nella squadra!”

Noah spostò lo sguardo su Angela che annuì leggermente.

Sylar osservò il passaggio di mano di distintivo e il sorriso smodato di Elle. L'idea di essere stato usato a quel modo lo infastidiva solo in parte. Era ammirato dalla donna.

Non prendertela, tesoro. Non so fare altro nella vita” mormorò intascandolo mentre controllava la pistola che le aveva fornito Noah.

Non me la prendo” ridacchiò portando le braccia dietro la schiena mentre lo ammanettavano.

Quando le passò accanto, continuò a guardarla con un sorriso difficile da interpretare.

Verrò a trovarti in cella!” gli promise aggiustando la camicetta.

Sylar voltò la testa verso Bennett. Lo guardava come se fosse una disgrazia di venerdì sera. “Come sta la piccola Claire?”

Tu non devi neppure nominarla!”

La vedrà, invece!”

La voce di Angela lo raggiunse come un vento gelido nell'orecchio.

Lavorerete insieme” decise la donna lasciandoli entrambi sorpresi. “Ho avuto una premonizione. Non chiedetemi di più.”

Sylar stava per protestare che se ne sbatteva delle sue premonizioni e che non avrebbe mai lavorato per l'Impresa quando il cervello cominciò a lavorare a pieno regime. Avrebbe avuto accesso agli schedari degli altri speciali.

Elle avvampò di gelosia quando udì la novità. Osservò il volto inespressivo dell'assassino e il conseguente ghigno alla notizia che avrebbe lavorato a stretto contatto con Noah. Quello voleva dire frequentare la sua casa. E Claire. Dio, non poteva sopportarlo! Stupida, stupida Elle! Ti sei fregata con le tue mani!


Fanfict scritta non so quando e non so in quale stato d'animo e ritrovata solo stasera nelle profondità del pc. Se avesse una colonna sonora, sarebbe 'Stan' di Eminem. Per chi ha letto la trilogia de 'l'effetto farfalla', riconoscerà gli avvenimenti citati da Angela nell'ultimo paragrafo. Nel serie, si colloca alla fine della 3x10


  
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