Quella ragazza, la ricordo bene come se l'avessi vista ieri per la prima volta, pareva una Dea venuta dal cielo. Un viso meraviglioso e una voce soave. Quando la vidi, il mio cuore iniziò a battere forte e non smettevo di guardarla.
Per lei avrei fatto di tutto, per lei avrei rinunciato alle mie ricchezze.''
Questa lettera la scrissi qualche mese fa, quando ella mi tornò in mente.
la donna che mi rubò il cuore si chiamava Aurora e presentava una straordinaria bellezza.
Ma permettetemi di presentarmi. Il mio nome è Philipe Cirené e sono un'artista.
Vago per i vari paesi del mondo in cerca di tutte quelle bellezze che esso, ancora non ha visto.
Quando la incontrai, mi trovavo nelle terre di Sicilia in cerca d'ispirazione.
Un giorno, decisi di recarmi in un campo d'olivi e seduta ai piedi di uno di essi vi era lei, che ammirava il cielo e il silenzio del campo. Nel vederla rimasi bloccato, quasi scioccato, non riuscivo a credere che potesse esistere una donna di così grande bellezza.
I suoi capelli neri, erano lunghi e morbidi e i suoi occhi, parevano due smeraldi che, colpiti dai raggi del sole, risplendevano.
Decisi di nascondermi dietro ad un albero, volevo ammirare questa bellezza ma al contempo mi spaventavo di essere visto da lei, il mio angelo. Si girò all'improvviso verso di me, e montai immediatamente il mio cavalletto fingendo di contemplare il paesaggio.
Si alzò, il suo corpo era coperto da un velo sottile che le metteva in risalto le bellezze che esso offriva; iniziò a camminare, e in quel momento si alzò un pò di vento che le fece muovere i capelli e la veste, mi sembrava di avere dinanzi una Dea.
Si avvicinò a me, ero talmente nervoso che cercavo di evitare il suo sguardo così bello. Mi guardava intensamente, come se volesse scrutare all'interno della mia anima; quindi decisi di dirle, con voce tremante:
''Serve qualcosa, bella fanciulla?''. Smise di fissarmi e rispose:
''No signore, notavo che lei mi stava osservando e per un momento ho pensato che mi stesse rappresentando nel suo dipinto.'' A quel punto, le scappò un sorriso così bello e dolce che mi riscaldò l'animo e fece sì che il mio cuore iniziasse a suonare forte e veloce, come le campane in un giorno di festa.
Iniziai a fissarla, mi sentivo in imbarazzo, non sapevo che dire. Forse lei si accorse di questo mio stato d'animo e disse:
''Voi non siete di qua, poichè avete una carnagione troppo chiara, capelli biondi e due occhi che sembrano due gocce d'acqua.''
''Avete ragione, mia bella fanciulla, nacqui a Parigi e compiuti i 15 anni iniziai a soddisfare il mio vero bisogno, ovvero vagare per i vari paesi in cerca di tutto ciò che possa essere rappresentato da un'artista su tela.''
Iniziò nuovamente a fissarmi, forse non credeva a ciò che stessi dicendo. Decisi pertanto di prendere i pennelli e iniziare a dipingere. Lei, seduta vicino a me, guardava con meraviglia i movimenti della mia mano impegnati a rappresentare la bellezza del paesaggio, anche se in realtà avrei voluto che fosse lei il soggetto della mia opera, ma averla vicino era più importante.
Mentre dipingevo le dissi: ''che maleducato, non mi sono presentato! Il mio nome è Philipe Cirené'' ed ella a me: ''Non si preoccupi, il mio nome è Aurora.''
Aurora, questo nome così bello, mi faceva pensare a quei giochi di luce nel cielo che, rispecchiavano la sua bellezza così straordinaria.
Le ore passavano e ad un certo punto ella mi disse:
''Philipe, purtroppo devo andare ma prima devo dirti una cosa...''; le risposi:
''Dimmi mia bella Aurora!''
''Ti conosco da qualche ora, ma so già che mi hai preso il cuore....''.
Rimasi bloccato, quasi non ci credevo; ero così tanto stupito da questa frase che continuava ad attraversarmi la mente come la pioggia quando batte incessante sul terreno, ed in quel fugace momento riuscivo a pensare solo a quelle parole ''Ti conosco da qualche ora, ma so già che mi hai preso il cuore...''. Lei, con quella straordinaria bellezza, si avvicinò e in un momento di follia mi diede un bacio.
Quel bacio, ahimé. fece sì che la prendessi tra le mie braccia e la stringessi forte.
Ero felice, nonostante si trattasse di un momento di follia.
La lascia andare e sparì immediatamente dalla mia vista, mi sentivo morire.
Che tutto ciò sia stato un sogno? No, non poteva esserlo. Quel bacio era vero, come lo era la sua bellezza.