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Autore: Liimone    14/11/2011    3 recensioni
E' da un po' che in mente questa scena di Kurt che è in aeroporto, pronto a partire per New York. Non so, l'idea è nata da un post su fb e mi è rimasta in testa, così ne è uscita questa cosa. Spoiler, siete avvisati!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ora.


Di solito quando parti ti dicono di essere in aeroporto con circa due ore di anticipo, Kurt Hummel era arrivato tre ore e mezza prima del decollo. Avere l'intero glee club a casa sua, venuto apposta per salutarlo era stato magnifico, ma tutte le lacrime che aveva versato lo avevano convinto a dover uscire di casa il prima possibile perché non avrebbe resistito ancora a lungo. Odiava gli addii, li odiava davvero.


Si ricordò di quando per colpa di Dave Karofsky se n'era dovuto andare e si era dovuto trasferire alla Dalton. Si ricordò di quando la mancanza dei suoi vecchi amici aveva preso il sopravvento ed era tornato al McKinley, lasciando i Warblers che l'avevano accorto così amorevolmente. Su ricordò di quando Blaine e gli altri erano venuti a cantare nel cortile della scuola.


Oh, Blaine.. Il suo primo ragazzo. Come avrebbe potuto resistere al suo fascino? A quel sorriso, a quegli occhi marroni, profondi e inconfondibili? Amava sentirlo cantare e vedere gli occhi lucidi del suo ragazzo brillare di gioia. Come quando aveva ottenuto la parte di Tony nel musical della scuola e lui aveva dovuto mettere la gelosia da parte per congratularsi con Blaine. Oppure ancora quando l'ex Warbler aveva ottenuto l'ennesimo assolo o duetto con Rachel. Ogni tanto era stato tentato di unirsi alle Troubletones ma non avrebbe mai potuto voltare le spalle alle New Directions, sarebbe stato come abbandonare la propria famiglia dopo tutto quello che avevano passato insieme.


Erano fin troppo simili, l'aveva sempre saputo ed era stato sul punto di lasciar perdere quando Blaine lo aveva baciato prima delle regionali. La loro storia aveva avuto alti e bassi eppure se l'erano sempre cavata finché quest'ultimo non aveva letteralmente mandato tutto a puttante. Aveva odiato quel ragazzo, quel Sebastian, dal primo momento in cui l'aveva visto, seduto al Lima Bean con il suo ragazzo. Per non parlare poi di come era andata la serata allo Scandal. Da quando quel maledetto ragazzo era comparso nelle loro vite era andato tutto storto. Blaine aveva sempre detto che tra lui e l'altro Warbler non c'era niente, ma col tempo il gleek non era più riuscito a fidarsi. E aveva avuto ragione, come sempre. Qualche mese e Blaine aveva finalmente confessato, quella sera allo Scandal Sebastian lo aveva trovato mentre tornava a casa ed erano tornati indietro. Insieme. A fine serata erano finiti a letto. Insieme.


Kurt si era sentito estremamente umiliato quando lo aveva scoperto, aveva donato la sua verginità ad uno stronzo che lo aveva tradito e non aveva avuto il coraggio di dire nulla.


Aveva pianto come un disperato per giorni e solo grazie all'aiuto dei suoi migliori amici era riuscito a superare la cosa. Puck gli aveva suggerito di far vedere a quello che ormai era il suo ex che anche lui, il ragazzo più effemminato di Lima, aveva le palle. Prese il coraggio a due mani, uscì dalla sala canto e andò in cerca di Blaine per i corridoi. Non appena lo vide sentì la rabbia e l'orgoglio prendere il sopravvento, così si avvicinò al ragazzo che stava già cercando di porgere altre inutili scuse.


"Aaaaah!”


L'intero corridoio si voltò a guardare esterrefatto. Subito dopo un brusio cominciò a diffondersi. Un attimo dopo ancora la Sylvester afferrò Kurt per un braccio e lo trascinò via dalla folla che si stava riversando attorno a Blaine. La coach Sue si fermò dopo aver girato un angolo e assicuratasi che nessuno li stesse guardando, tirò uno schiaffo al ragazzo.


“Cosa diavolo ti è venuto in mente? Sei uno stupido Porcellana, hai idea di quanto grosso tu stia rischiando in questo momento? Per fortuna ti ho visto solo io. Ripeto, cosa diavolo ti è venuto in mente? Esigo una risposta. Ora!”


Con le nocche ancora doloranti, Kurt si massaggiò la guancia che la coach gli aveva colpito.
 

“Mi scusi, coach. Avevamo dei conti in sospeso.”


Riuscì a dire solo questo.


“Non mi interessa se voi due piccioncini avete litigato perché non avete saputo spartirvi una briciola e se i capelli di Schuester non sono stati un nido d'amore abbastanza comodo, ti sospenderanno se qualcuno avviserà Figgins.”


“Io-io non ci ho pensato.” Kurt si stava facendo prendere dal panico ora.


“Certo che non ci hai pensato, eri maledettamente arrabbiato. E sai cosa ti dico Porcellana? Tiri dei pugni niente male.” la coach gli fece l'occhiolino. “Ora fai il giro del cortile e torna nella tua stupida aula di canto prima che cambi idea e decida di fare una visitina al preside.”


Kurt non se lo fece ripetere due volte e schizzò via, ancora scombussolato da tutto quello che era appena successo. Blaine aveva lasciato le New Directions e qualche settimana dopo era tornato alla Dalton con la coda tra le gambe.


Fu in quel momento che aveva deciso che nulla si sarebbe messo tra lui e la sua futura carriera, sarebbe dovuto entrare al NYADA ad ogni costo. Blaine aveva ottenuto il ruolo di Tony e Brittany aveva vinto le elezioni presidenziali, ma non si era dato per vinto. Nessuno poteva mettere i piedi in testa ad un Hummel. Radunò Karofsky e Santana (già, tra tutti gli altri casini era saltato fuori che la cheerleader era della loro stessa sponda) e cominciò le riunione del PFLAG al McKinley ottenendo un successo insperato. Si guadagnò un assolo alle nazionali di Las Vegas che, insieme ad un numero di gruppo, li portò alla vittora. Seguì l'esempio di Rachel e si iscrisse ad un numero spropositato di club. Senza contare il fatto che fosse riuscito a diplomarsi con degli ottimi voti.
Già, alla fine lui e la ragazza erano stati ammessi al NYADA.


Rachel era già partita perché i suoi papà erano riusciti a procurarle un appartamento a New York e Finn era ancora giù di morale dato che si erano lasciati, per un'ultima volta. Lui sarebbe rimasto a Lima, a lavorare nell'fficina con Burt.


Era stato così assorto nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorto della mano davanti alla sua faccia che gli faceva segno di ritornare alla realtà. Chissà per quanto tempo era stato così imbambolato, guardandosi intorno notò che tutte le persone sedute vicino e di fronte a lui lo stavano guardando con curiosità.


“Oh, ben tornato dal mondo dei sogni.”


“Scusa, ero sovrappensiero. Oh. Ehm. Scusa tu cosa ci fai qui?”


“Mettiamola così. So che quest'anno non è stato come te l'aspettavi e nemmeno il mio è stato esattamente una passeggiata, così pensavo che avremmo potuto ricominciare a New York. E poi mi hanno preso al Queens College.”


Kurt stava per rispondere, ma non fece in tempo a formulare una frase di senso compiuto.


“Forza, dovremmo andare al check-in ora.”


“C-cosa? Di già? Non è possibile, sono arrivato prestissimo!”


“Mi stai dicendo che sei stato qui a sognare ad occhi aperti tutto questo tempo?”


“Forse.” disse Kurt con un'espressione un po' da diva, come erano soliti fare lui e Mercedes.


Il ragazzo in piedi di fianco a lui sorrise.


“Non cambierai mai, vero Fancy?”


Kurt non potè trattenere un sorriso e si alzò in piedi.


“Comincia con il piedi giusto Karofsky, mi porteresti la valigia?”


“Solo se dici la parolina magica.” disse il ragazzo, alzando un sopracciglio.


“Per favore?” Kurt tentò di fare gli occhi dolci.


“No, stupido, Dave.” I due scoppiarono a ridere suscitando ancora più interesse nei pochi che ancora li stavano fissando.


“Forza, andiamo o faremo tardi.”


“Porterai la mia valigia, Dave?”


“Sì, Fancy, porterò la tua valigia.” Disse Dave alzando gli occhi al cielo, ma sorridendo subito dopo all'altro ragazzo.


I due si incamminarono verso il check-in con gli sguardi degli ultimi curiosi ancora fissi su di loro.

  
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