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Autore: Slytherin Nikla    12/07/2006    2 recensioni
Sento il calore che si diffonde nel mio corpo, le fiamme che mi danzano negli occhi mi stanno quasi ipnotizzando… Davvero comoda, la mia vita, lo ammetto. Ma è altrettanto vero che non sempre è stata così.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È semplicemente incredibile quanto possa essere piacevole il fuoco scoppiettante di un camino, osservato da un punto di vista privilegiato come un morbido tappeto. Mi stiro lentamente e sbadiglio, lanciandomi intorno qualche pigra occhiata, poi torno alla mia posizione originaria. Sento il calore che si diffonde nel mio corpo, le fiamme che mi danzano negli occhi mi stanno quasi ipnotizzando… Davvero comoda, la mia vita, lo ammetto. Ma è altrettanto vero che non sempre è stata così.

Vivevo in un angusto monolocale a Diagon Alley: e sa il cielo come le mie speranze di andarmene, un giorno, da quel buco stretto e maleodorante fossero talmente scarse da sfiorare lo zero. Non che me ne mancasse il coraggio, anzi… Ma ogni volta che tentavo la fuga finivo sempre per essere scoperto, braccato, e riportato da dove ne ero venuto. Sì, ogni giorno di quella prigionia prometteva al mattino d’essere l’ultimo e si chiudeva alla sera con l’amara constatazione che di nuovo non ce l’avevo fatta. Devo confessarlo, iniziavo davvero a disperare.

Poi un giorno la salvezza mi si presentò sotto le graziose forme di una ragazza castana con una gran testa di ricci incolti e una quantità impressionante di libri appresso. C’erano due ragazzi con lei, uno moro e occhialuto e l’altro con incredibili capelli rossi: questo aveva con sé un topo dall’aspetto a dir poco rivoltante… Ma ho finto di interessarmi a quel disgustoso animale, per attirare l’attenzione di lei che sembrava attenta solo alle gabbie con i gufi. Sono riuscito nella mia impresa, comunque: ho un discreto fascino su cui contare, per quanto io sia un tipo particolare, e così ha avuto inizio la mia nuova vita ad Hogwarts.

Sì, va bene, non è che fossi proprio ben visto… Anzi! Il ragazzo dai capelli rossi si è dimostrato sempre molto diffidente nei miei confronti, per non dire ostile, e credo che la sua amicizia con il famoso Harry Potter abbia contribuito a mantenere quel clima intorno a me: ma pazienza, ad Hogwarts stavo bene e per fortuna ho resistito tanto da essere ancora – e adesso felicemente – qui. Il mio primo anno fu difficile, sempre guardato a vista come un potenziale pericolo… Non che in realtà facessi molto per dimostrare che quella presunta fama fosse sbagliata, anzi non perdevo occasione per rafforzare la teoria che mi dipingeva come tale!

Arrivai a fare amicizia con un evaso, l’unico mago mai fuggito da Azkaban, Sirius Black… A quei tempi era davvero una pessima idea, in effetti, visto che Black tentava in continuazione di introdursi nel castello, e ancor peggiore fu l’idea di farlo entrare: mi aveva promesso di non fare pazzie, e invece si mise a litigare con quel buffo e improbabile quadro della Signora Grassa vestita in rosa, l’aggredì, e per poco non mi scoprirono. Che brutta sensazione, camminare per i corridoi mentre attorno a te studenti e professori non fanno altro che tessere congetture su chi possa aver compiuto un’azione tanto deplorevole… Gli sguardi sembrano attaccartisi addosso anche se in realtà nessuno ti considera, e i brividi pungenti che si propagano nella schiena sono una delle poche cose che non augurerei al mio peggior nemico.

Naturalmente dopo quella follia di Black interruppi i nostri contatti per un po’, ma lui non mi dava pace: doveva trovare il modo di entrare nella torre di Grifondoro, e non c’era verso di smuoverlo… Alla fine mi lasciai di nuovo convincere, ma cos’altro avrei potuto fare? Era l’unica persona che mi dimostrasse amicizia, a parte Hermione che mi aveva portato ad Hogwarts, e in quel periodo avevo così tanto bisogno di compagnia!

E nonostante lui si nascondesse dai Dissennatori passavamo così tanto tempo insieme… Parlavamo per ore, mi raccontava della sua vita, degli amici che aveva perso, dell’uomo cui dava la caccia… E io gli spiegai dei miei giorni a Diagon Alley, quelli che a lui che veniva da Azkaban sembravano un paradiso ma che io vedevo con lo stesso affetto con cui lui ricordava la sua cella. Forse per quello diventammo amici, per il fatto che pur tanto diversi eravamo degli ex detenuti entrambi… Fatto sta che, come dicevo, lo aiutai ad entrare per la seconda volta: prima avevo voluto però che mi rivelasse l’identità dell’uomo misterioso che cercava di catturare…Avevo sentito Hermione parlare del fatto che lui stesse cercando il suo amico Harry, e non avrei mai potuto mettere in pericolo una delle persone più importanti per lei che mi aveva salvato! Anche quella volta tuttavia non riuscì nel suo intento: e l’unico risultato fu che io venni accusato di incredibili nefandezze, anche se non si resero conto – almeno quello! – che avevo fatto entrare io il pericoloso evaso.

Una sera però mi lanciai anch’io all’inseguimento del mago che Sirius stava seguendo, per dare il mio piccolissimo contributo alla sua caccia. Ah, il mio momento di gloria… Finito prima ancor di cominciare, naturalmente, perché subentrarono la mia Hermione ed i suoi due amici…Ma fu esaltante!

Alzo la testa di scatto, ho sentito il rumore familiare del quadro della Signora Grassa che si apre per fare entrare qualcuno. Mi stiracchio in tutta la mia lunghezza e la mia pigrizia, emettendo un lungo fischio. Sento le voci e le riconosco subito, naturalmente, trascorro così tanto tempo con quei ragazzi! La poltrona alle mie spalle si sposta e un paio di scarpe femminili mi atterrano vicino mentre gli altri si accomodano intorno. Mi sento sollevare, e un paio di carezze sulla testa mi fanno soffiare di soddisfazione.

« Hai sentito la nostra mancanza, Grattastinchi? » Hermione, la mia dolcissima padrona, mi gratta dietro le orecchie con così tanta gentilezza che i pensieri scivolano via dalla mia mente, e i miei poteri di animale magico perdono ogni importanza. Eh, sì. A volte è proprio bello, essere un gatto normale!

  
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