Cap. 1. Paradise. Solitude.

Picchiettava con fare attento sulla tastiera, cercando di scrivere quella benedetta lettera d’ammissione per il college.
 
Con attenzione, cercava di non rovinare lo smalto, due dita blu, due celesti, una verde.
 
Era felice di poter passare quell’estate da sola, in casa, sola con se stessa protetta da tutto, in quelle quattro mura pregne di ricordi.
 
Lo smalto si era quasi asciugato e Beckett procedeva insistente con il suo ticchettio sulla tastiera.
Era felice di avere le unghie colorate, per una volta; finalmente lo aveva potuto fare.
Suo padre odiava l’odore dello smalto e lo fiutava anche tra una stanza e l’altra.
Lei quell’estate era da sola e ora lo poteva fare.
Suo padre era partito per l’estate, volendo staccare un po’ la spina, ma lei aveva preferito rimanere a New York. Il padre non l’aveva forzata.
 
Erano passati cinque anni da quel giorno, due da dalla fine di quel periodo tragico.
La piccola di casa era cresciuta e ora stava per andare al college; a lei non andava un granché.
 
L’estate era appena iniziata e c’era gran vita a New York. A parte qualche famiglia partita agli inizi di giugno, le strade erano ancora affollate di coetanei della ragazza.
 
Central Park era quotidianamente bagnato dagli schizzi d’acqua dei ragazzi, che ammazzavano il tempo e il calore, così, per scherzo, con dei gavettoni.
 
A lei piaceva stare da sola.
La sua migliore amica era partita e a lei non andava di uscire.
Voleva sperimentare l’ebbrezza del dolce far niente.
 
Erano circa le quattro quando in compagnia di un buon vecchio libro, decise di prendere un po’ di colore, di tuffarsi nel magico mondo della tintarella.
Si sdraiò sul terrazzo e iniziò a leggere.
 
Era talmente concentrata da non accorgersi che davanti a lei si apriva la grande porta del destino, proprio quando lei pensava si fosse chiusa per sempre.
 
Nell’appartamento di fianco, un ragazzo, avrebbe cambiato la sua vita, ma questo, lui e lei, non lo sapevano ancora.
 
*
 
Ora di cena, la situazione si fa drammatica.
La ragazza, presa da un momento di sconforto decise di preparasi un panino e di guardare il suo telefilm preferito.
Addentava il tramezzino prosciutto e formaggio a gambe incrociate sul divano, pensando che se fosse ritornato il padre, l’avrebbe uccisa: ciò era impossibile e se ne compiaceva.
Gustava la puntata così come gustava il panino, lentamente, tranquillamente.
 
A distrarla e infastidirla, il suono del campanello.
 
Si dice che il destino bussi alla tua porta quando meno te lo aspetti.
 

Angolinomio*-*
 
Mi sforzo di non iniziare cose che magari poi avrò difficoltà a finire, ma questa giuro che non sono riuscita a contenerla.
Sarà un “excursus storico”…prima un paio di giorni, poi qualche mese, poi anni.
 
Ma la ragazza chi è?
E il ragazzo?
 
Alexis e il suo futuro ragazzo o Castle e Beckett?
A voi l’ultima parola.
 
Per comodità pongo l’aggiornamento a ogni domenica del mese.
Spero vi piaccia.
Buona vita in Italia gente, io sto partendo per la Francia!
Ci si sente lì!
Bacio People!
Beckss