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Autore: telesette    15/11/2011    0 recensioni
[Daltanious]
I ricordi della piccola Mita e il suo comprensibile dolore all'idea di perdere il suo caro amico Kento. Kento è il figlio del principe Harlin dell'impero di Helios, e perciò destinato a raccogliere su di sé un'importante eredità aliena, ma il giovane è comunque nato e cresciuto sulla Terra e i suoi amici sono e restano la cosa più importante per lui...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota Introduttiva:
questa è una fanfiction con sfondo e riferimento alla serie TV DALTANIOUS, un animé-robotico giapponese, prodotta dalla Sunrise e Toei Animation nel 1979 e trasmessa in Italia per la prima volta nel 1981.

 

Non te ne andare, Kento

La piccola Mita non riusciva a mandar giù l’idea che Kento fosse un alieno o qualcosa del genere, anche se biologicamente era figlio naturale del principe Harlin di Helios. Quando gli Akron avevano attaccato e ucciso la sua famiglia, lasciandola sola e senza alcuna possibilità di sopravvivenza, fu proprio Kento a salvarla e a prendersi cura di lei. Anche Kento aveva perso sua madre e sua sorella durante i primi attacchi, piangendo aspramente la loro morte ma conservando intatta la voglia di vivere, per questo le aveva insegnato a non arrendersi alle difficoltà di quella orribile situazione. Mita ricordava ancora quando, dopo essere fortunosamente scampata ai robot dei nemici, si era nascosta tra le macerie di un edificio parzialmente distrutto…

 

***

 

- Ma… Mamma…

La mamma di Mita giaceva poco lontano da lei, fredda e immobile, con un rivolo di sangue all’angolo della bocca. Suo padre invece era stato disintegrato da un laser atomico, proprio davanti ai suoi occhi, e nemmeno lei sapeva come aveva fatto a raggiungere quel nascondiglio. All’inizio si era unita alla massa di persone in fuga ma, quando le astronavi di sterminio degli Akron scesero a fare strage, istintivamente si buttò sotto l’ampia fessura di un palazzo crollato e lì rimase immobile ad osservare il massacro di quella povera gente. Quando finalmente tutto era tornato calmo e silenzioso, in giro non c’era più nessuno: tutti gli abitanti della zona erano stati uccisi e sterminati senza pietà e lei era rimasta sola; sola in mezzo a quell’inferno di distruzione, senza cibo e senza mezzi di sostentamento, anche lei sarebbe morta ben presto… Anzi, senza nemmeno rendersene conto, desiderava già essere morta per potersi ricongiungere ai suoi genitori.
Furono proprio i suoi gemiti e i suoi singhiozzi ad attirare l’attenzione di Kento, quando questi fece capolino con la testa nel suo nascondiglio.

- Ciao - esclamò lui sorridente.

Da principio Mita rabbrividì in preda al panico, temendo che costui volesse farle del male, ma Kento le rivolse subito un sorriso rassicurante.

- Non temere, voglio solo aiutarti… Su, dammi la mano!

Di nuovo Mita esitò, accucciandosi sempre di più nel suo angolo. Kento sospirò ( ovviamente comprendeva bene che la bambina fosse spaventata ma era pericoloso rimanere lì, gli Akron potevano tornare da un momento all’altro per cercare eventuali sopravvissuti ) tuttavia, dopo averle rivolto uno sguardo sereno, provò a dire qualcosa per calmarla.

- Io mi chiamo Kento - disse. - E tu, non me lo vuoi dire come ti chiami ?
- Mi… Mita - rispose lei.
- E’ un bel nome - osservò Kento. - Bene Mita, ascolta: non è prudente per te restare qui, le astronavi potrebbero tornare…
- Non me ne importa!
- Cosa ?
- Non me ne importa se quelli tornano, io voglio la mia mamma e il mio papà…
- Andiamo, non fare così, cerca di ragionare!
- No, lasciami in pace, vattene!

Mentre era ovvio che la bambina era ancora sconvolta, un’astronave di ricognizione avvistò sia lei che Kento e indirizzò loro una raffica disintegrante.

- Attenta!

Senza esitare un secondo, Kento afferrò Mita per il braccio e, tenendola stretta a sé, si spostò dalla traiettoria del raggio appena in tempo. Il colpo incenerì le macerie e, a causa dello spostamento d’aria, i due ragazzi vennero scaraventati alcuni metri più lontano. Convinta di aver distrutto il bersaglio, l’astronave proseguì il suo giro senza alcuna conseguenza.
Mita aprì gli occhi e si ritrovò tra le braccia di Kento che le domandava se stesse bene.

- Perché mi hai salvata ? - domandò lei incredula. - Potevi morire anche tu…
- E invece dobbiamo vivere - sbottò Kento. - Anche mia madre e mia sorella non ci sono più, ma non vuol dire che dobbiamo farci ammazzare anche noi !!!

Mita spalancò gli occhi. Quel giovane sconosciuto aveva rischiato la propria vita per proteggere la sua e adesso le stava dicendo di non abbattersi, di trovare in lei la forza di reagire per continuare a vivere. Mita scoppiò a piangere, affondando il volto nel petto di Kento, allorché il giovane la rassicurò dicendole che il peggio era passato.

- Andiamo, vieni con me adesso - esclamò. - D’ora in poi mi prenderò io cura di te, te lo prometto!

 

***

 

Fu così che Mita conobbe Kento, insieme a Sanae, Jiro, Tanosuke e tutti gli altri… Erano loro la sua famiglia, adesso. Kento era molto più di un amico per lei: era un fratello, un genitore; l’aveva presa con sé, trattandola sempre con affetto e prendendosene cura, proprio come se fosse la sua sorellina più piccola; perciò Mita gli voleva un bene dell’anima e non poteva sopportare che, per colpa di quel vecchio barbogio del Dottor Earl, qualcuno glielo portasse via.
Ferma e immobile sulla cima di una collina, poco lontana dalla base spaziale, Mita stava osservando in silenzio il paesaggio davanti a sé. Lo sguardo assente e i lucciconi agli occhi, la piccola si domandava a cosa avrebbe fatto se Kento avesse deciso di lasciare la Terra per tornare sul suo pianeta. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno della mano amichevole sulla sua spalla.

- Ehi, piccola - fece Kento con un sorriso. - Come mai sei così triste ?

Mita lo guardò per un attimo, incapace di trattenere le lacrime, dopodiché emise un debole sussurro tirando su col naso.

- Non te ne andare, Kento - disse.
- Eh ?
- Io non voglio che tu te ne vada - urlò dunque Mita, piangendo disperatamente. - Non voglio… Non voglio!

Kento rimase allibito, le braccia di Mita che gli serravano le ginocchia, incapace di capire cosa le stesse succedendo. Mentre lo stringeva forte, la piccola continuava a piangere e a supplicarlo di non andarsene allorché, intuendo finalmente a cosa potesse mai riferirsi, Kento si chinò a cingerle entrambe le spalle con affetto.

- Andiamo, Mita - esclamò. - Su, asciugati gli occhi!
- Se tu te ne vai, come dice sempre il Dottor Earl, io non ti vedrò più… Ma sei il mio migliore amico, non voglio perderti, Kento!
- Ma… Ancora dai retta a quel vecchio squinternato? Io non vado proprio da nessuna parte, sono qui e qui intendo restare!
- Me lo prometti ?
- Ma certo - tagliò corto Kento. - Ora basta con le lacrime, d’accordo? Non voglio più sentire queste sciocchezze!

Così dicendo, Kento le scompigliò i capelli con un leggero buffetto. Il volto di Mita si aprì ad un sorriso luminoso e, dopo avergli buttato le braccia al collo, abbracciò forte Kento. Che lui fosse un principe, un poveraccio, un terrestre o un omino verde con le antenne, era sempre e solo Kento per lei… e questo era tutto ciò che le importava.

- Ti voglio bene, Kento!

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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