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Autore: Querthe    15/11/2011    1 recensioni
Una storia ambientata nove/dieci anni dopo la fine del settimo libro, ma prima dell'epilogo. Un'ossessione mai sopita, una ricerca interessante quanto pericolosa, una donna che vorrebbe Potter morto ma che lo deve aiutare, potenti manufatti magici, un mistero e un viaggio che solo pochissimi possono dire di aver fatto nei secoli.
Seguito de "Sussurri da un anima". Non è obbligatoria la lettura, ma caldamente consigliata
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Ellyson Witchmahoganye'
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Erano passate ormai tre settimane da quando per la prima volta Ellyson era entrata nella torre degli Ullrark, e ormai conosceva ogni angolo di Durmstrang perfettamente, anche alcuni che in teoria non poteva raggiungere ufficialmente, grazie alla sua abilità di scassinatrice di lucchetti e serrature.
Certo, non era ancora arrivata a mettere mani alle serrature del preside o dei Serragente, lo trovava ancora troppo pericoloso, non avendo ancora individuato tutti gli incantesimi necessari per superare o annullare temporaneamente le protezioni magiche che vi erano state apposte, ma in quel momento non le interessava per la sua missione, ma solo per curiosità.
Uscita dalla stanza per dirigersi alla mensa per la colazione, vide che tutti erano leggermente agitati, come in attesa di qualcosa di estremamente importante e apparentemente divertente.
- Che succede? - chiese a Hilde mentre addentava una fetta di pane un po' troppo bruciacchiata ricoperta da un sottile strato di burro salato. - Come mai siete tutti così agitati?
- Tra pochi giorni è l'anniversario della fondazione della scuola, e come ogni anno organizzeremo una grande festa che culminerà nel pomeriggio con una visita al villaggio di Wuntervolf. I nani stanno già iniziando a strigliare i daymare e pulire le carrozze.
- Una festa? - chiese interessata lei. Amava la confusione provocata da quelle occasioni particolari. Poteva coprire buona parte delle azioni non esattamente legali che tanto era abituata a fare. - E cosa succede di solito?
- A parte il mal di testa del giorno dopo, visto che siamo abituati a ubriacarci al villaggio?
- Noran!
- Hilde, è inutile negarlo. Nessuno o quasi ci controlla, e quindi anche noi che non siamo legalmente adulti ci scoliamo un boccale o due di birra vera, non quella cosa che ci rifilano a pranzo e cena. Birra vera, come quella dei professori. Birra da uomini.
Hilde e la maga inglese si guardarono e sorrisero scuotendo la testa.
- Seriamente. A parte quello che combinano i veri uomini come Noran qui presente, prima della partenza per il villaggio c'è un lungo discorso del preside, quasi ogni anno lo stesso, se non per qualche frase che aggiunge e toglie a seconda di quanta birra si è bevuto prima di iniziare, poi i Serragente portano in parata i simboli delle Orde, quelli originali, dei primi maghi che hanno creato assieme a Monoclos la scuola.
- I simboli?
- Sì. - rispose Noran. - Le quattro armi originali. La spada, l'arco, anche se poi è una freccia, la lancia e la torcia. Le custodiscono gelosamente nelle loro stanze, e vengono esposte solo durante questo anniversario o in occasioni davvero speciali, come quando altri presidi vengono in visita o durante il Torneo Trimaghi.
- Ah, gli stessi che fanno parte dello stemma della vostra scuola.
- Esatto. Se ne vuoi un esempio esatto guarda lo stemma che c'è sopra l'entrata, nella sala d'ingresso. Sono copie perfette in forma, dimensione e colore.
- Me ne ricorderò. E io durante la celebrazione che cosa dovrei fare? Intendo, è il vostro anniversario.
- Non dire sciocchezze. E' una occasione di festa, punto e basta. Certo, magari tu non la sentirai quanto noi, ma puoi sempre partecipare divertendoti e festeggiando, magari facendo una bella gara di birra con me.
- Noran, non mi tentare. Ti ricordo che ho più anni di te, e sono inglese. Non siamo avvezzi a tutte le cose forti e potenti magari, ma la birra non è a noi sconosciuta.
- Anche quella rossa e densa?
- Abbiamo creato il Firewisky. - sorrise sorniona.
- Mai provato. E' davvero tanto forte?
- Hai presente l'Ardemonio?
Lui sgranò gli occhi con fare famelico.
- Noran. Fallo e ti lascio. Solo quando avrai una barba fatta e finita potrai berlo, lo sai.
- Hilde...
- Lascia perdere, Noran. Se pensi di riuscire a vincerla contro una donna, hai più speranze di smuovere una montagna senza bacchetta. E comunque non è poi questa grande cosa. E' forte, ma avrai tutto il tempo per rovinarti la lingua con il liquore. Io personalmente preferisco un buon vino.
- Qui è difficile, non abbiamo il clima adatto.
- Se pensi che in Inghilterra lo abbiamo, scordatelo. Io parlo di vino italiano, a volte francese. Per trovare le bottiglie giuste, lo cerco per settimane.
- A proposito di cercare, come vanno le tue ricerche?
- Penso bene, Hilde. Sto già ottenendo alcuni buoni risultati con delle pozioni contro l'incantesimo Impero, usando come base la pozione voodollo, con somma gioia di Ammanitoff, devo ammettere. - Aggiunse con un ghigno.
A momenti a Noran andò di traverso il boccone, tossendo poi per quasi un minuto, rosso in volto.
- Gli rode ancora la sua sconfitta alla prima lezione, Ellyson. Stai attenta. E' pericoloso.
- Anche io, se mi ci metto. Come tutte le donne...
- No, ha ragione lui. - le sussurrò apprensiva l'amica. - Non è solo vendicativo durante le sue lezioni, come hai potuto già constatare. Non è un lupo solitario. Ha un gruppo, gente fidata che usa come spie e come braccio delle sue macchinazioni.
- Inizia a farmi paura.
- E devi averne. Ammanitoff era il candidato preferito per il posto di preside, ma Perstroychof lo ha battuto durante la votazione per l'elezione. Maggiori contatti nelle sfere altolocate, oltre ad idee decisamente conservative, che qui hanno subito terreno fertile. Non che quelle di Ammanitoff fossero rivoluzionarie, ma la sua mania di accentrare e di portare la materia di Pozioni al vertice delle altre non lo hanno aiutato nello scontro. Perstroychof è la facciata di una oligarchia. Ammanitoff voleva rendere la cosa una tirannia. E lo hanno fatto tornare al suo posto. Ma sotto la cenere sta covando rabbia, vendetta e cattiveria.
- Di quelle ne ha da vendere. - aggiunse Noran. - ma per il resto direi che è meglio se ci sediamo nella nostra torre.
- Di cosa hai paura? - chiese apprensiva Ellyson.
Noran indicò con l'indice occhi e orecchie, e si alzò, avendo come le altre due finito la colazione e avendo ancora del tempo prima dell'inizio delle lezioni.
Solo quando furono dentro la torre di Ullrark si rilassò e si sedette in una comoda poltrona, subito imitato dalle due maghe.
- Hai notato che ognuna delle Orde ha una piccola particolarità?
- Forse. Voi potete accedere alla sezione proibita, i Tyrswurd hanno quello strano incantesimo, ma non capisco le altre due Orde che cosa abbiano.
- I Mercenari conoscono fin dal primo anno il segreto per creare le bacchette, e ogni anno migliorano o cambiano la loro creandosela da soli e raccogliendo soldi o favori creandole a chi le chiede loro. I Mutevoli sono i peggiori. Sono Animagus.
- Impossibile. Esiste un registro degli Animagus, e non credo che ce ne siano così tanti solo in Durmstrang. E' estremamente raro.
Hilde sorrise.
- Non lo sono davvero, ma grazie a una pozione che bevono la prima volta che entrano nella loro torre e che è poi mischiata in tutte le loro bevande dentro la torre, per continuare a mantenere il suo effetto.
- E voi come fate a saperlo?
- Abbiamo i nostri metodi, Piperita. Comunque quello che voleva dire originariamente Noran, è che Ammanitoff ha una sua sorta di compagnia segreta, un gruppo di ragazzi, normalmente Mutevoli, ma anche alcuni Berserk, che usa per i suoi scopi, il principale dei quali è il recuperare informazioni e sfruttarle a proprio vantaggio in una sua personale ed estremamente pericolosa guerra contro il preside. Ufficialmente non vi è nulla tra i due, e nessuno dei due si può scoprire, se non con le corrette prove, ma entrambi sono furbi e credo che la cosa continuerà a lungo come situazione di stallo. Quindi stai attenta a ciò che dici in giro, se hai solo il dubbio che un topo, un ragno o altro possano essere in ascolto. Potrebbero essere delle spie di Ammanitoff.
Ellyson rimase in silenzio.
Sentiva che si era infilata in un covo di basilischi senza saperlo, e non solo rischiava di farsi scoprire a causa dell'Occhio di Odino, ma anche a causa dei suoi segreti. Era finita, pedina inerme, e la cosa le dava maledettamente fastidio, in mezzo a varie guerre, nessuna delle quali le interessava. Potter, Ammanitoff, Perstroychof. Pesci in cerca di potere in uno stagno. E lei era il verme, anche se il paragone le faceva abbastanza schifo. Ma calzava.
Un motivo in più per muoversi a trovare ciò che cercava ed andarsene.
- Piperita?
- Scusa, Noran. Stavo... digerendo quello che mi avete detto. La cosa non mi piace. Io voglio fare solo il mio lavoro e andarmene tranquilla.
- Ti capisco. Ma a parte le pozioni, ho visto che ti stai interessando a Odino.
- Semplice curiosità. Ma ho trovato qualcosa in cui magari potreste aiutarmi.
- Dicci pure.
- Odino ha dato l'occhio per la conoscenza, quindi è rimasto orbo, giusto?
- Sì.
- Allora come mai in un libro che mi ha consigliato Tobeah si fa menzione di un oggetto chiamato L'occhio di Odino che si dice lui abbia creato per sostituire il suo? Come dio non poteva semplicemente farselo ricrescere?
I due la guardarono meravigliati, per poi mettersi a ridere.
- E' una questione di lealtà e di rispetto.
- Non ti capisco, Hilde.
- Odino poteva certamente farsi ricrescere l'occhio, ma poiché lo aveva dato in pegno per qualcosa di più grande, per una visione totale del mondo invece che solo di quella fisica datagli dai suoi occhi, rigenerarlo sarebbe stato un po' come barare. Ma nessuno gli impedì di creare i corvi che servirono da suoi occhi per il mondo, e di commissionare al fabbro di Asgard un nuovo occhio che gli permettesse di vedere qualsiasi cosa, anche la più nascosta e segreta, attraverso il tempo e lo spazio.
- Un po' come l'occhio di quell'Auror che aveva la Umbridge nel suo ufficio al ministero durante l'apice del Signore Oscuro. - pensò Ellyson.
- E quindi si fece fare una copia di un occhio?
- Esatto, ma dopo che lo provò la prima volta, si rese conto che era impossibile portarlo, visto che nulla poteva resistergli, e tutto gli era svelato.
- Era fantastico!
- Già. - rispose Noran. - Ma tutto assieme, visto che l'occhio nelle mani di un dio vedeva ovunque, in ogni tempo e ogni luogo, contemporaneamente. Troppo anche per lui, che così decise di disfarsene.
- Lo distrusse? - chiese la maga sperando di dissimulare abbastanza la sua apprensione.
- No, non poteva. Solo il fabbro, essendo sua creazione, lo avrebbe potuto fare, ma gli era troppo caro come oggetto, e pregò il padre degli dei di decidere diversamente. Così Odino decise di nasconderlo nel posto più sicuro del mondo, di tutta Asgard e Midgard. Vicino al Fenrir.
- Il lupo?
- Esatto, il lupo che attende la fine del Tempo per iniziare il Ragnarok, la caduta degli dei. Il lupo è su una piccola isola, in mezzo ad un lago senza fondo di sangue ribollente, ed egli ne beve enormi quantità per dissetarsi. Solo quando lo avrà prosciugato egli potrà andarsene e scatenare la sua furia. Ma fino ad allora siamo tranquilli, e l'occhio anche.
- E non si dice dove sia questo lago?
- Solo nelle favole per bambini.
- Ovvero? Mi piacciono le favole.
- Oltre un portale che può essere aperto solo da chi possiede astuzia, dopo una lotta degna di chi possiede coraggio e una prova che solo chi possiede saggezza può superare. Dove esattamente nessuno lo sa, ma è solo una leggenda per bambini.
I tre parlarono del più e del meno per un poco ancora, per poi separarsi.
Erano passate ormai tre settimane da quando per la prima volta Ellyson era entrata nella torre degli Ullrark, e ormai conosceva ogni angolo di Durmstrang perfettamente, anche alcuni che in teoria non poteva raggiungere ufficialmente, grazie alla sua abilità di scassinatrice di lucchetti e serrature.
Certo, non era ancora arrivata a mettere mani alle serrature del preside o dei Serragente, lo trovava ancora troppo pericoloso, non avendo ancora individuato tutti gli incantesimi necessari per superare o annullare temporaneamente le protezioni magiche che vi erano state apposte, ma in quel momento non le interessava per la sua missione, ma solo per curiosità.
Uscita dalla stanza per dirigersi alla mensa per la colazione, vide che tutti erano leggermente agitati, come in attesa di qualcosa di estremamente importante e apparentemente divertente.
- Che succede? - chiese a Hilde mentre addentava una fetta di pane un po' troppo bruciacchiata ricoperta da un sottile strato di burro salato. - Come mai siete tutti così agitati?
- Tra pochi giorni è l'anniversario della fondazione della scuola, e come ogni anno organizzeremo una grande festa che culminerà nel pomeriggio con una visita al villaggio di Wuntervolf. I nani stanno già iniziando a strigliare i daymare e pulire le carrozze.
- Una festa? - chiese interessata lei. Amava la confusione provocata da quelle occasioni particolari. Poteva coprire buona parte delle azioni non esattamente legali che tanto era abituata a fare. - E cosa succede di solito?
- A parte il mal di testa del giorno dopo visto che siamo abituati a ubriacarci al villaggio?
- Noren!
- Hilde, è inutile negarlo. Nessuno o quasi ci controlla, e quindi anche noi che non siamo legalmente adulti ci scoliamo un boccale o due di birra vera, non quella cosa che ci rifilano a pranzo e cena. Birra vera, come quella dei professori. Birra da uomini.
Hilde e la maga inglese si guardarono e sorrisero scuotendo la testa.
- Seriamente... A parte quello che combinano i veri uomini come Noren qui presente, prima della partenza per il villaggio c'è un lungo discorso del preside, quasi ogni anno lo stesso, se non per qualche frase che aggiunge e toglie a seconda di quanta birra si è scolato prima di iniziare, poi i Serragente portano in parata i simboli delle Orde, quelli originali, dei primi maghi che hanno creato assieme a Monoclos la scuola.
- I simboli?
- Sì. - rispose Noran. - Le quattro armi originali. La spada, l'arco, la lancia e la torcia. Le custodiscono gelosamente nelle loro stanze, e vengono esposte solo durante questo anniversario o in occasioni davvero speciali, come quando altri presidi vengono in visita o durante il Torneo Trimaghi.
- Ah, gli stessi che fanno parte dello stemma della vostra scuola.
- Esatto. Se ne vuoi un esempio esatto guarda lo stemma che c'è sopra l'entrata, nella sala d'ingresso. Sono copie perfette in forma, dimensione e colore.
- Me ne ricorderò. E io durante la celebrazione che cosa dovrei fare? Intendo, è il vostro anniversario.
- Non dire sciocchezze. E' una occasione di festa, punto e basta. Certo, magari tu non la sentirai quanto noi, ma puoi sempre partecipare divertendoti e festeggiando, magari facendo una bella gara di birra con me.
- Noran, non mi tentare. Ti ricordo che ho più anni di te, e sono inglese. Non siamo avvezzi a tutte le cose forti e potenti magari, ma la birra non è a noi sconosciuta.
- Anche quella rossa e densa?
- Abbiamo creato il Firewisky. - sorrise sorniona.
- Mai provato. E' davvero tanto forte?
- Hai presente l'Ardemonio?
Lui sgranò gli occhi con fare famelico.
- Noran. Fallo e ti lascio. Solo quando avrai una barba fatta e finita potrai berlo, lo sai.
- Hilde...
- Lascia perdere, Noran. Se pensi di riuscire a vincerla contro una donna, hai più speranze di smuovere una montagna senza bacchetta. E comunque non è poi questa grande cosa. E' forte, ma avrai tutto il tempo per rovinarti la lingua con il liquore. Io personalmente preferisco un buon vino.
- Qui è difficile, non abbiamo il clima adatto.
- Se pensi che in Inghilterra lo abbiamo, scordatelo. Io parlo di vino italiano, a volte francese. Per trovare le bottiglie giuste, lo cerco per settimane. – mentì in parte la donna. Non era lei, ma Hisser che cercava le bottiglie migliori. Aveva tanti difetti, era un elfo domestico dopotutto, ma aveva un palato e un olfatto degni dei migliori chef e sommelier.
- A proposito di cercare, come vanno le tue ricerche?
- Penso bene, Hilde. Sto già ottenendo alcuni buoni risultati con delle pozioni contro l'incantesimo Impero, usando come base la pozione voodollo, con somma gioia di Ammanitoff, devo ammettere. - Aggiunse con un ghigno.
A momenti a Noren andò di traverso il boccone, tossendo poi per quasi un minuto, rosso in volto.
- Gli rode ancora la sua sconfitta alla prima lezione, Ellyson. Stai attenta. E' pericoloso.
- Anche io, se mi ci metto. Come tutte le donne...
- No, ha ragione lui. - le sussurrò apprensiva l'amica. - Non è solo vendicativo durante le sue lezioni, come hai potuto già constatare. Non è isolato. Ha un gruppo, gente fidata che usa come spie e come braccio delle sue macchinazioni.
- Inizia a farmi paura.
- E devi averne. Ammanitoff era il candidato preferito per il posto di preside, ma Perstroychof lo ha battuto durante la votazione per l'elezione. Maggiori contatti nelle sfere altolocate, oltre ad idee decisamente conservative, che qui hanno subito terreno fertile. Non che quelle di Ammanitoff fossero rivoluzionarie, ma la sua mania di accentrare e di portare la materia di Pozioni al vertice delle altre non lo hanno aiutato nello scontro. Perstroychof è la facciata di una oligarchia. Ammanitoff voleva rendere la cosa una tirannia. E lo hanno fatto tornare al suo posto. Ma sotto la cenere sta covando rabbia, vendetta e cattiveria.
- Di quelle ne ha da vendere. - aggiunse Noren. - Ma per il resto direi che è meglio se ci sediamo nella nostra torre.
- Di cosa hai paura? - chiese apprensiva Ellyson.
Noren indicò con l'indice occhi e orecchie, e si alzò, avendo come le altre due finito la colazione e avendo ancora del tempo prima dell'inizio delle lezioni.
Solo quando furono dentro la torre di Ullrark si rilassò e si sedette in una comoda poltrona, subito imitato dalle due maghe.
- Hai notato che ognuna delle Orde ha una piccola particolarità?
- Forse. Voi potete accedere alla sezione proibita, i Tyrswurd hanno quello strano incantesimo, ma non capisco le altre due Orde che cosa abbiano.
- I Mercenari conoscono fin dal primo anno il segreto per creare le bacchette, e ogni anno migliorano o cambiano la loro creandosela da soli e raccogliendo soldi o favori creandole a chi le chiede loro. I Mutevoli sono i peggiori. Sono Animagus.
- Impossibile. Esiste un registro degli Animagus, e non credo che ce ne siano così tanti solo in Durmstrang. E' estremamente raro.
Hilde sorrise.
- Non lo sono davvero, ma grazie a una pozione che bevono la prima volta che entrano nella loro torre e che è poi mischiata in tutte le loro bevande dentro la torre, per continuare a mantenere il suo effetto.
- E voi come fate a saperlo?
- Abbiamo i nostri metodi, Piperita. Comunque quello che voleva dire originariamente Noran, è che Ammanitoff ha una sua sorta di compagnia segreta, un gruppo di ragazzi, normalmente Mutevoli, ma anche alcuni Berserk, che usa per i suoi scopi, il principale dei quali è il recuperare informazioni e sfruttarle a proprio vantaggio in una sua personale ed estremamente pericolosa guerra contro il preside. Ufficialmente non vi è nulla tra i due, e nessuno dei due si può scoprire, se non con le corrette prove, ma entrambi sono furbi e credo che la cosa continuerà a lungo come situazione di stallo. Quindi stai attenta a ciò che dici in giro, se hai solo il dubbio che un topo, un ragno o altro possano essere in ascolto. Potrebbero essere delle spie di Ammanitoff.
Ellyson rimase in silenzio. Sentiva che si era infilata in un covo di basilischi senza saperlo, e non solo rischiava di farsi scoprire a causa dell'Occhio di Odino, ma anche a causa dei suoi segreti. Era finita, pedina inerme, e la cosa le dava maledettamente fastidio, in mezzo a varie guerre, nessuna delle quali le interessava. Potter, Ammanitoff, Perstroychof. Pesci in cerca di potere in uno stagno. E lei era il verme, anche se il paragone le faceva abbastanza schifo. Ma per la barba di Merlino, calzava. Un motivo in più per muoversi a trovare ciò che cercava ed andarsene.
- Piperita?
- Scusa, Noren. Stavo... – sospirò, dando l’impressione della studentessa impaurita. Stavo digerendo quello che mi avete detto. La cosa non mi piace. Io voglio fare solo il mio lavoro e andarmene tranquilla.
- Ti capisco. Ma a parte le pozioni, ho visto che ti stai interessando a Odino.
- Semplice curiosità. Ma ho trovato qualcosa in cui magari potreste aiutarmi.
- Dicci pure.
- Odino ha dato l'occhio per la conoscenza, quindi è rimasto orbo, giusto?
- Sì.
- Allora come mai in un libro che mi ha consigliato Tobeah si fa menzione di un oggetto chiamato L'occhio di Odino che si dice lui abbia creato per sostituire il suo? Come dio non poteva semplicemente farselo ricrescere?
I due la guardarono meravigliati, per poi mettersi a ridere.
- E' una questione di lealtà e di rispetto.
- Non ti capisco, Hilde.
- Odino poteva certamente farsi ricrescere l'occhio, ma poiché lo aveva dato in pegno per qualcosa di più grande, per una visione totale del mondo invece che solo di quella fisica datagli dai suoi occhi, rigenerarlo sarebbe stato un po' come barare. Ma nessuno gli impedì di creare i corvi che servirono da suo occhi per il mondo, e di commissionare al fabbro di Asgard un nuovo occhio che gli permettesse di vedere qualsiasi cosa, anche la più nascosta e segreta, attraverso il tempo e lo spazio.
- Un po' come l'occhio di quell'Auror che aveva la Umbridge nel suo ufficio al ministero durante l'apice del Signore Oscuro. - pensò Ellyson.
- E quindi si fece fare una copia di un occhio?
- Esatto, ma dopo che lo provò la prima volta, si rese conto che era impossibile portarlo, visto che nulla poteva resistergli, e tutto gli era svelato.
- Era fantastico!
- Già. - rispose Noren. - Ma tutto assieme, visto che l'occhio vedeva ovunque, in ogni tempo e ogni luogo, contemporaneamente. Troppo anche per un dio, che così decise di disfarsene.
- Lo distrusse? - chiese la maga sperando di dissimulare abbastanza la sua apprensione.
- No, non poteva. Solo il fabbro, essendo una sua creazione, lo avrebbe potuto fare, ma gli era troppo caro come oggetto, e pregò il padre degli dei di decidere diversamente. Così Odino decise di nasconderlo nel posto più sicuro del mondo, di tutta Asgard e Midgard. Vicino al Fenrir.
- Il lupo?
- Esatto, il lupo che attende la fine del Tempo per iniziare il Ragnarok, la caduta degli dei. Il lupo è su una piccola isola, in mezzo ad un lago senza fondo di sangue ribollente, ed egli ne beve enormi quantità per dissetarsi. Solo quando lo avrà prosciugato egli potrà andarsene e scatenare la sua furia. Ma fino ad allora siamo tranquilli, e l'occhio anche.
- E non si dice dove sia questo lago?
- Solo nelle favole per bambini.
- Ovvero? Mi piacciono le favole.
- Oltre un portale che può essere aperto solo da chi possiede astuzia, dopo una lotta degna di chi possiede coraggio e una prova che solo chi possiede saggezza può superare. Dove è esattamente nessuno lo sa, ma come ho detto è solo una leggenda per bambini.
I tre parlarono del più e del meno per un poco ancora, per poi separarsi.
Ellyson si diresse fuori dalle porte di Durmstrang per riflettere su quello che aveva appreso. Sperava di poter togliere dei veli al suo mistero, ma ognuno che eliminava sembrava trascinarne al suo posto altri. Lupi mitologici, prove iniziatiche e laghi di sangue, il tutto condito da superstizione e leggende tipiche delle scuole piene di adolescenti. Senza quasi pensarci lanciò l’Impervius appena oltrepassato il portone e si calò sul capo e sul volto l’ampio cappuccio per proteggersi dal vento freddo che sembrava soffiare perenne. Camminò lentamente, osservando solo la neve ai suoi piedi, fino al cancello, fermandosi quando il calore si fece tepore e il vento non sembrò più così fastidioso.
- So che nascondi qualcosa, sei troppo strano per essere solo un semplice, bizzarro cancello creato da un mago strambo. – borbottò. Si voltò da una parte all’altra controllando se vi fosse qualcuno in giro, ma non seppe dire se lo faceva per paura di vedere spuntare Nok, o uno degli altri nani, o per le spie di Ammanitoff. Le passò per il cervello la diceria che aveva sentito anni addietro, sulle capacità giornalistiche della Skeeter dovute all’essere un Animagus, un insetto anche se non si ricordava esattamente cosa. Non era qualcosa di pubblico, forse l’aveva sentito in prigione, ma non ci aveva mai dato peso fino a quel momento, quando le tornò in mente.
- Effettivamente è comodo poter diventare un lupo, o un orso, ma anche un insetto. Sei piccolo, nessuno ti nota, sei la spia perfetta. – pensò, mentre gli occhi si perdevano sull’intreccio apparentemente omogeneo nel suo caos del cancello. – Eppure le conseguenze sono incredibili. Sapere che in ogni istante qualcuno può vederti, sentirti, spiarti senza alcuna possibilità di rifugio è… inquietante. Certo c’è il Muffliato, ma è comunque inquietante.
Sentì un rumore, come uno sbuffo alle sue spalle.
- Chi è là? – chiese senza voltarsi, ben sapendo la risposta.
- Sto invecchiando, non riesco più a prenderla di sorpresa.
- Da quello che ho letto, lei è già vecchio. – sorrise la donna, continuando a dare le spalle al nano. – Buongiorno, Nok. Scommetto che sapeva dove trovarmi.
- Non ci vuole di certo essere un genio per sapere dove è lei ormai: a lezione, o in biblioteca, o fuori ad osservare il cancello. Ci potrebbe arrivare anche un mago. E comunque non sono più vecchio di quanto già non lo sia.
Lei voltò la faccia per incontrare lo sguardo dell’umanoide, sorridendo.
- Un giorno mi dirà che cosa mette in quella pipa.
- Tabacco da nani. Una prelibatezza.
- Le mie narici hanno un’idea differente. – lo stuzzicò lei. Non fumava né le babbane sigarette né la pipa, ma non le dava fastidio il profumo di un buon tabacco. Quello usato da Nok, ma anche da altri nani, le poche volte che si era incrociata con uno di loro, era quasi piccante nelle narici, oltre allo strano colore verde del fumo, che le ricordava un lichene, o una aurora boreale. – Ma di certo non siete avvezzi agli aristocratici gusti dei maghi. - Il nano la osservò per alcuni secondi, gli occhi piccoli, due fessure nell’intrico di rughe del volto. Sbuffò due o tre possenti nuvolette di fumo, che si sperse immediatamente nel vento, poi tossì alcune volte, a dissimulare una risata. – Attenzione, messer Nok, potrebbe quasi ridere, e non so che cosa potrebbe succederle.
Lui emise un suono sordo, basso, che ricordò a Ellyson il rumore di certi animali selvaggi e sicuramente pericolosi che aveva avuto modo di vedere in gabbia presso dei ricettatori a Knockturn Alley, quindi si tolse la pipa di bocca e scoppiò in una roca, profonda risata che durò una decina di secondi.
- Tranne rari casi, odio i maghi. – disse dopo aver smesso di ridere, serio in volto, come se stesse parlando del tempo e non gli importasse. – Lei fa un’eccezione.
- Nel senso che non mi odia, o sono un’eccezione ai rari casi?
- Entrambi.
- Non la seguo.
- Non mi sta simpatica, ma solo perché non dice la verità. Non su tutto. Ma la stimo, è schietta quando parla, quando si dimentica per alcuni secondi di indossare la maschera che si è costruita.
- Continuo a non seguirla.
- Ovviamente. – annuì lui riprendendo a fumare. – Mi lasci essere franco con lei: non so perché sia qui, e non tenti di rifilarmi la frottola della studentessa. Se lei è una ex studentessa ora al Ministero della magia inglese, io sono uno gnomo da giardino di quelli babbani.
- Nok, non so se…
- Mi lasci finire, credo che sia il discorso più lungo che ho fatto con un mago senza insultarlo dai tempi di… beh, da troppo tempo. – la guardò lui senza rabbia negli occhi, ma solo determinazione. – Come le ho detto, non so il suo scopo, e per adesso credo che non voglia fare nulla contro la scuola. Me lo auguro per lei, sa, non vorrei che lei facesse conoscenza con la “Vecchia Ghertrud”.
- Io non…
- E quindi, per quello che mi riguarda, può fare ciò che vuole. Io, come i miei fratelli e sorelle, abbiamo un dovere verso la scuola e il suo costruttore, e per scuola intendo fisicamente le singole pietre che la compongono, non i suoi abitanti. – continuò come se lei non avesse nemmeno parlato. – Quindi per me può essere solo una ficcanaso di qualche rivista scandalistica come una spia segreta mandata da una scuola rivale per uccidere il preside. Non mi interessa assolutamente. Non tocchi la scuola, i nani e i Daymare e andremo sempre d’amore e d’accordo.
- Io…
- Ho finito. Spero di essere stato chiaro.
Lei annuì.
- Decisamente. Non saprei cosa la spinge a credere che io non sai quella che dico di essere, ma lascerò che lo creda, se la fa stare meglio. Spero solo che certe voci non arrivino ad altri, in particolare ad alcuni professori, altrimenti la cosa potrebbe rovinare il programma di scambio. E questo darebbe assai fastidio a me, e dolore a lei.
- Mi sta minacciando, signorina Strongmint? – chiese lui tra il sorpreso e i’incupito.
- Non minaccio mai, messer Nok. Al più prometto, o in alcuni casi, vaticino il futuro. La mia paura che ci siano orecchie indiscrete, in scuola come qui. E non mi preoccupo della mia reputazione, quella che mi è rimasta basta a malapena per essere definita briciola, ma di quella di Hogwarts. Chi la tocca, materialmente o metaforicamente, è un babbano, mago o essere in generale morto. – gli rispose alzando il tono della voce senza rendersene conto, caricandola di ira repressa e di orgoglio.
Nok la guardò nuovamente, per poi inchinarsi profondamente di fronte a lei.
- Signorina Strongmint, ha tutto il mio rispetto e la mia parola che nulla che io sto pensando arriverà alle orecchie di chicchessia. Come le ho detto, non so il motivo per cui è qui, ma a questo punto capirà che, se quello che lei vuole fare può creare problemi alla scuola nei termini che le ho già esposto, reagirei esattamente come farebbe lei. E se i suoi dubbi sono relativi a certe voci relative a strane capacità di alcuni figuri nella scuola, non si preoccupi.
- Come fa a sapere?
- Come fanno gli elfi domestici ad essere ciò che sono, essere ovunque, soddisfare i desideri prima quasi che li pensiate?
- Fa parte della loro natu… - si bloccò, sgranando gli occhi. – Capisco. Mi fido di lei, se lei si fiderà di me.
- L’ho fatto dicendole quanto le ho detto. E so che non mi dirà il motivo della sua venuta e quando intende andarsene.
- Sapendolo, glielo direi… - mormorò.
Lui annuì, muovendo alcuni passi verso il cancello.
- Sono certo che comunque l’osservare attentamente il cancello la potrà aiutare a cercare le risposte che necessita. E credo anche che la sua presenza a Wuntervulf sarebbe oltremodo sconveniente. Per lei, intendo. – Si voltò, dando le spalle al cancello, quindi si incamminò verso la scuola. – La saluto, signorina Strongmint. A volte le cose celate lo sono perché sotto gli occhi di tutti.
Lei non disse nulla, rimuginando su quello che le aveva appena detto.
- Al momento so che l’occhio si trova qui, o vicino a qui, ma non so dove, e so che c’è una porta per arrivarci, ma non so dove sia. E so che se la trovo devo affrontare delle prove. Mi servirebbe decisamente un aiuto…
Continuò a rimuginare sui suoi pensieri, mentre l’occhio si fissò su una spada incastrata tra due scudi, vicino al lato sinistro, e senza rendersene conto iniziò a vagare con lo sguardo da un oggetto all’altro senza un filo logico, attirata dalle forme e dall’intreccio perfetto delle varie parti, apparentemente posizionate casualmente.
Ad un tratto, quando ormai il sole era alto in cielo, Ellyson scoprì un particolare che la incuriosì.
- Possibile che…
Si alzò e si diresse il più vicino possibile al cancello, tenendo gli occhi fissi sulla grande piastra di ferro che conteneva i meccanismi della serratura.
Gli occhi le lacrimavano per il calore, ma si sforzò di resistere, finché non sorrise e si allontanò, per iniziare a camminare verso la scuola.
- Forse ho trovato quello che cercavo… - borbottò a bassa voce. - Non posso osservarlo meglio, troppo caldo e riverbero del sole sulla neve, ma credo che con la giusta pozione e senza sole potrei arrivare a capire esattamente se… - ridacchiò tra sé. - E’ così stupido e folle che potrebbe essere vero. Troppo semplice, troppo facile. E forse per quello così possibile. Come aveva detto qualcuno, “celato perché sotto gli occhi di tutti."
   
 
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