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Autore: Shu    15/11/2011    1 recensioni
"Disumanità. Una delle qualità caratteristiche del genere umano." (A. Bierce)
Tripla drabble su Tres, e sul mondo in perenne guerra di Trinity Blood.
Genere: Generale, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tres Iqus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Ancora dalla sfida Multifandom Drabble Fest della community It100, una tripla drabble sulla citazione "Disumanità. Una delle qualità caratteristiche del genere umano." (Ambrose Bierce - Dizionario del diavolo) La riflessione su chi sia più spietato, se la macchina da guerra o l'uomo stesso, probabilmente aveva bisogno di più di questa manciata di parole per essere correttamente approfondita, ma la difficoltà stava anche in questo. Non è facile che qualcuno capiti qui per caso, ma penso di poter dire che si tratti di una storia che è possibile leggere anche fuori fandom: si parla di un androide, e di una guerra, non c'è altro da sapere.
Betata, corretta e limata da Sundy, che ringrazio ancora.]

 

 

 

Lui è la macchina, e come tale ragiona in frazioni di secondo e calcoli di probabilità, e poi apre il fuoco.
E’ una macchina intelligente, che scansiona e discrimina tra alleati e avversari, che crivella il militare in una fontana di sangue lasciando illeso l’innocente, che centra il nemico senza sfiorare l’ostaggio, e senza che la sua mano tremi al pensiero di sbagliare la mira.
Attorno a lui, nella guerra, soldati ridono mentre danno fuoco alle chiese, e allora si scatenano i religiosi, a sterminare con sacro ardore gli infedeli. Strateghi progettano, impassibili, macchinari d’inferno, uomini e donne di potere lasciano massacrare le loro pedine –per ragion di stato, o per un’antipatia. L’umanità tutta ha fabbricato la propria distruzione, e metà della Terra è ora per sempre silenzio, e polvere. E uno solo siede sul suo seggio, aspettando con un sorriso di darla alle fiamme. Nel gelo di inverni innaturali, suore ancora ragazzine escono con la pistola sotto l’abito bianco.
E puoi morire per il semplice fatto di appartenere ad una razza, o per una rabbia tenuta dentro per dieci, cento anni; nessun perdono.
Lui, ti apre una porta, risponde ad ogni domanda, schiera il suo corpo di cavi e metallo fra te e i proiettili; la meccanica diventa una strana forma di gentilezza. Non sorride né ride né si entusiasma, non ha orgoglio a impedirgli di ammettere i suoi errori. Calcola quanti devono cadere, necessariamente, perché la missione sia completa, e non ne risparmia nessuno, non uno di meno, non uno di più, senza rimorso né soddisfazione. E ti distruggerà, se deve, con un solo colpo di grazia.
Perché è il suo dovere. Compie il necessario, con scelte nette e pulite, anche quando sono imbrattate di sangue.
La disumanità è una delle caratteristiche del genere umano; dentro i suoi circuiti, non è scritta.
 

   
 
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