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Autore: xwonderdemi    15/11/2011    6 recensioni
"Ci arrampicavamo sul tetto a parlare del nostro futuro come se ne sapessimo qualcosa,
non era nei piani che un giorno ti avrei perso.
In un’altra vita, sarei stata la tua ragazza,
avremmo mantenuto le nostre promesse, noi due contro il mondo.
In un’altra vita avrei fatto in modo che restassi,
così non devo dire che sei stato tu quello che se n’è andato.
Quello che se n’è andato."
Dal prologo: «Ma il destino aveva deciso. Il destino non ci voleva insieme, altrimenti non me lo avrebbe portato via».
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nicolas | Coppie: Antonella/Bruno
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1 Mh, niente, eccovi il primo capitolo.
Spero che non vi faccia schifo xD
Credo che tornerò venerdì, buona lettura! (:

T
he one that got away.


Capitolo I.

Afferrai una delle numerose foto tra le mani.
Buffo, era proprio della sera in cui ci conoscemmo.
Io sorridevo tra Caterina e Gonzalo, rispettivamente la mia migliore amica e il mio migliore amico e Bruno mi fissava quasi imbambolato, con un sorriso da ebete e contemporaneamente dolcissimo.
Sì, Gonzalo era il fratello di Bruno. Fu proprio grazie a Gonzalo che lui venne quella sera...
«My God, questa festa è uno sballo!», urlai, mentre bevevo l'ennesimo sorso di coca cola e ballavo con la mia migliore amica.
«Già, dopotutto le feste di Pia sono sempre così!», ribatté lei, ridendo.
Era una serata magica. Pia Sanetti, capo cheerleader, aveva dato una festa per non so che cosa e ci aveva invitate! Una cosa davvero unica, perché di solito non ci andavo, nonostante fossi sempre invitata.
Con me erano venuti Gonzalo e Caterina. Eravamo un trio inseparabile, ci conoscevamo da anni. Gonzalo era l'intruso, aveva ben venticinque anni. Caterina ne aveva compiuti diciotto un mese addietro ed io ne avevo diciassette. Già, la marmocchia.
Ad ogni modo, due mesi e sarei diventata anch'io maggiorenne.
E finalmente avrei potuto prendermi la patente, mi sarei diplomata, avrei avuto la mia indipendenza.
Insomma, sì, la soglia dei diciott'anni era un premio bramato da sempre.
«Miseriaccia!», esclamò Gonzalo, raggiungendoci.
«Ehi, Gon, ma non dovevi andare via?», chiese Caterina.
«Sì, ma la mia auto non parte, maledizione! Ho chiamato mio fratello Bruno, mi viene a prendere lui. Cavolo, che pivellino.», borbottò.
Risi. «Bruno, quel tuo fratello che abita a Barcellona? Come mai qui?», domandai.
«Boh, gli sarà venuta nostalgia, che ne so!», rispose facendo spallucce.
«Dai, aspettiamo fuori con Gonzalo.», propose Caterina.
«Non dovete, ragazze!», esclamò Gonzalo.
Gli feci un occhiolino. «Non ci costa nulla...», presi per un braccio Cate e uscimmo da casa di Pia, «dopotutto, lì dentro stavo morendo di caldo!», aggiunsi, sbottonando leggermente la mia camicetta.
«Certo, anche tu che ti metti le maniche lunghe a fine agosto...», commentò Caterina.
«Che ci posso fare? Era così carina e non l'avevo messa nemmeno una volta.», mostrai il labbro inferiore, facendo ridere Gonzalo.
«Ma sentila, la marmocchia che si atteggia da diva!», esclamò quest'ultimo, abbracciandomi e scompigliandomi i capelli.
Scoppiai a ridere seguita a ruota da lui e da Cate, poi, continuammo a parlare del più e del meno.
Circa dieci minuti dopo, vedemmo un'automobile venire verso di noi e avvicinarsi sempre più. Gonzalo fece un cenno e l'auto si fermò.
Il mio cuore batteva forte come se avesse voluto balzarmi dal petto.
Quella fu la prima volta in cui lo vidi.
Bruno scese dalla macchina. Gon gli corse incontro, mentre prendeva al volo le chiavi che il fratello gli aveva lanciato. Si diedero il cinque, poi fu proprio il mio amico a parlare. «Menomale che ci sei tu, fratellino, altrimenti non so come sarei tornato a casa!».
Bruno sorrise, poi posò per un istante che parve interminabile i suoi occhi nei miei.
Arrossii e abbassai lo sguardo, cercando di prestargli pochissima attenzione, ahimé, senza speranza.
«Che gran figo.», commentò Caterina silenziosamente al mio orecchio.
Mi morsi un labbro violentemente, finché non vidi i due Molina venire verso di noi. L'aria quasi mi mancava.
«Ragazze, vi presento mio fratello Bruno. Loro sono Caterina ed Antonella.», disse Gonzalo.
Bruno m'abbagliò nuovamente con un suo sorriso splendido, poi mi strinse la mano. «Piacere, Bruno.», ripeté.
«Antonella.», biascicai col cuore in gola.
Cavolo, no, non poteva essere.
Io non credevo a quelle cazzate sul colpo di fulmine o cose simili, almeno fino a quella sera.
Sta di fatto che in quel momento, io e Bruno mollammo Caterina e Gonzalo restando in disparte a parlare di noi. Già, raccontai della mia vita a un qualcuno che era pressappoco uno sconosciuto, ma...lui aveva fatto lo stesso.
Bruno abitava a Barcellona con il resto della famiglia Molina per via dell'Università. Lui e Gonzalo non erano mai stati legatissimi, anche perché il mio migliore amico se n'era andato dalla Spagna a diciannove anni perché era stufo della vita che conduceva lì.
Aveva vent'anni. Appena compiuti. Quindi, era due anni e due mesi più grande di me, magnifico.
"Ma chi se ne frega!", gridava la vocina nella mia testa.
Avevo voglia di baciarlo, ma mi trattenni, limitandomi solo a qualche sorrisetto.
«Ehi, Anto, vado via con Caterina!», esclamò Gonzalo.
Annuii, persa negli occhi chiari di Bruno, poi quando sentii il rombo dell'auto partire, rinsavii.
«Che diamine...», imprecai.
Se n'erano andati. Ed ora io come tornavo a casa?
«Accidenti, perché non sono mai attenta?! Stupida sei, Antonella!», urlai, camminando a grandi passi sotto lo sguardo esterrefatto di Bruno.
Mi resi conto della magra figura che stavo facendo e mi girai verso di lui. «Scusa, Bruno, è che sono un'emerita cretina! Come si fa? Ora come torno a casa, uffa? Se chiamo mio padre, che sicuramente ora dorme, sono cavoli miei.», piagnucolai.
Bruno rise. «Non c'è problema, possiamo andare a piedi. Ti accompagno io.», si offrì.
Avvampai da capo a piedi. «Non vorrei disturbarti...», mormorai.
«Ma va!», si mise le mani in tasca e iniziammo a camminare.
Avrei voluto che il tempo si fermasse per restare sempre in sua compagnia.
Sì, ero andata.
Sospirai, con Bruno che ogni tanto se la rideva per i miei momenti di pazzia. Però, ero felice di farlo sorridere.
Arrivammo a casa mia e tutt'un tratto esaurimmo ogni argomento di conversazione. Un silenzio tombale cadde tra di noi, finché, stanca, decisi di entrare e salutarlo.
Mi prese per un braccio, costringendomi a voltarmi verso di lui.
«Penserai male di me se ti dicessi che ho voglia di baciarti sin da quando ti ho vista, appena sceso dall'auto?», chiese, lasciandomi impietrita sul posto.
«E tu penserai che io sia una ninfomane se ti dico che voglio la stessissima cosa?», domandai di rimando.
Mi tappai la bocca con le mani, sgranando gli occhi.
«Non posso credere di averlo detto!», esclamai, scuotendo il capo energicamente.
Lo vidi sorridere. «Sarà meglio che io entri...», conclusi,  «spero che tu non vorrai scappare per via della mia pazzia. Sono sempre così.», feci spallucce.
Lui annuì, sempre con quel sorriso che mi faceva sciogliere stampato in viso. «Va bene, ma prima...», si avvicinò e mi baciò.
Una parte di me, iniziò a pensare cose del tipo: Antonella sei una pazza, lo conosci sì e no da un'ora e te lo stai baciando.
L'altra parte di me, invece, quella che occupava la maggioranza, stava ballando la conga, il tip tap, la samba, la macarena tutt'insieme.
"Ma sì, dopotutto lo voglio anch'io.", pensai, mentre lui mi stringeva a sé.
Ci staccammo per mancanza d'ossigeno e sorrisi radiosa. «Ci si vede, ehm...buonanotte.», sussurrai.
«Buonanotte!», rispose, con un'espressione felice.
Lo vidi andarsene e chiusi la porta, sbrigandomi a correre in camera e mettermi sotto le coperte.
Sta di fatto che, però, quella sera dormii poco e niente, poiché fui troppo occupata a pensare a lui.









Nota dell'autrice.
Primo capitolo. Entrata di colui che è andato via col botto.
Mh, ci tengo a precisare una cosa. Il raiting della storia è giallo per via di alcune tematiche, ma anche per il linguaggio. Infatti, a volte, ci potrebbero essere parolacce per rendere la cosa più credibile -dopotutto chi non ne ha almeno detta una nella sua vita? ._.- ed io ritengo necessario il raiting giallo anche per questa cosa xD 
Nel prossimo capitolo, un'altra storia, un'altro ricordo...
Claudia.
  
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