Qualcuno bussava alla porta.
Quella mattina mi svegliai frastornata.
Ron stava ancora dormendo.
Mi infilai la vestaglia e, stando attenta a non far rumore, corsi ad aprire.
George, il viso sciupato e più magro del solito, mi aspettava, seduto sullo zerbino.
“Cosa ci fai qui? George entra”
“Scusa se ti ho svegliato. Ti aspetto dalle cinque, pensavo che uscissi a prendere la posta. Ma è domenica, quindi niente posta. Così ho deciso di bussare” le parole uscivano talmente veloce dalla sua bocca che dovetti stare bene attenta, per non perderne neanche una.
“Comunque sono venuto per darti questa” così dicendo mi porse una busta ingiallita.
“Freddie avrebbe voluto che tu la leggessi. Approfittane ora che tutti gli altri dormono” mi baciò su una guancia e, senza dire altro, se ne andò.
Rientrai in casa, con la vecchia busta stretta fra le mani. Mi sedetti sulla poltrona, davanti al camino, e iniziai a leggere.
 
Ciao Hermione,
E’ già ora di combattere. La guerra sta per iniziare e io ho bisogno di scriverti questa lettera. Se andrà tutto bene te la consegnerò io stesso. E se dovesse andare male… ma cosa dico! Andrà tutto bene.
Comunque, ho bisogno di fartelo sapere, ho bisogno di liberarmi di questo segreto, ho bisogno di confessarti il motivo per il quale, durante la tua assenza, non sono più riuscito a sorridere.
Quando sei andata via, con Harry e Ron, ho capito quanto tu significassi per me. Mi mancavi Hermione. Ogni singolo giorno era sempre più difficile senza il tuo sorriso, senza le tue occhiate di rimprovero, senza il tuo profumo che ormai impregnava l’aria della Tana.
Diamine, sei riuscito a farmi diventare mieloso! Tu sarai la mia rovina!
Ma oggi, quando ho visto come ti guardava Ron, ho capito che tra noi non ci sarebbe stato mai niente. Voi vi appartenete, è sempre stato così, non potrò certo essere io a cambiare le cose.
Avrei voluto dirtelo prima. Magari, tra noi, avrebbe potuto andare diversamente.
 
Ti amo,
tuo Fred
 
Lacrime calde mi solcavano il viso.
Strinsi la lettera al petto.
Perché non mi aveva mai detto nulla? Perché, solo ora che era morto, dovevo venire a conoscenza di quell’amara verità? Perché lui, il mio Fred, non sarebbe mai venuto a sapere quanto, una parte di me, ancora lo amasse?
“Sì Fred, le cose, tra noi, avrebbero potuto andare diversamente” sussurrai, sperando, con tutta me stessa, che lui potesse sentirmi anche da lassù.