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Autore: Rota    16/11/2011    1 recensioni
MewTwo sospira, lasciando che il vento gli accarezzi il corpo nudo – lui non riposa la mente, la ragione che gli prende le tempie punge come un pugnale di ghiaccio a Gennaio. Con un braccio si sostiene, con l’altro copre in maniera distratta le proprie nudità, mentre le gambe lisce ciondolano inermi dal bordo di quella sottile bolla blu. Lì, accanto a lui, tutto rannicchiato su sé stesso, dorme un placido e tranquillo Mew – i capelli chiari gli coprono la fronte e le palpebre, ballando in ciuffi allegri alla brezza notturna. Sorride, con la guancia premuta contro il dorso della propria mano. MewTwo l’ha accarezzato prima, sentendo sotto le sue dita il lieve tepore della pelle e sul palmo la piacevolezza della carne delicata: nonostante gli anni, nonostante i secoli di vita, Mew conserva quell’aspetto giovane e piacente che rende la sua figura benevola agli occhi di chiunque. Persino ai suoi, persino alla creatura che più l’ha odiato a questo mondo.
[Human!MewTwoxHuman!Mew]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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*Autore: margherota

*Titolo: Just a copy

*Fandom: Pokémon

*Personaggi/Pair: Human!MewTwo, Human!Mew; MewTwoMew

*Prompt: “Sono soltanto una tua copia?”

*Genere: Introspettivo, Romantico

*Avvertimenti: One Shot, What if…?, Yaoi

*Rating: Arancione

*Parole: 1440

*Note: E' in effetti la prima volta che scrivo in questo fandom XD L'ho fatto per il p0rn!fest, sono stata sfidata e ho scritto <3 Mi è piaciuto molto caratterizzare MewTwo, l'ho trovato divertente. Spero che il risultato vi sia gradito <3



MewTwo sospira, prendendo aria nei polmoni – gli occhi scuri sono rivolti al cielo stellato, sgombro di nubi e di Luna. Pare quasi che su Kanto vegli una notte priva di tedio: le frenesie e le passioni movimentate del giorno sono tramontate dietro l’orizzonte, come il lungo e rumoroso corteo del Sole.

MewTwo sospira, lasciando che il vento gli accarezzi il corpo nudo – lui non riposa la mente, la ragione che gli prende le tempie punge come un pugnale di ghiaccio a Gennaio. Con un braccio si sostiene, con l’altro copre in maniera distratta le proprie nudità, mentre le gambe lisce ciondolano inermi dal bordo di quella sottile bolla blu. Lì, accanto a lui, tutto rannicchiato su sé stesso, dorme un placido e tranquillo Mew – i capelli chiari gli coprono la fronte e le palpebre, ballando in ciuffi allegri alla brezza notturna. Sorride, con la guancia premuta contro il dorso della propria mano. MewTwo l’ha accarezzato prima, sentendo sotto le sue dita il lieve tepore della pelle e sul palmo la piacevolezza della carne delicata: nonostante gli anni, nonostante i secoli di vita, Mew conserva quell’aspetto giovane e piacente che rende la sua figura benevola agli occhi di chiunque. Persino ai suoi, persino alla creatura che più l’ha odiato a questo mondo.

MewTwo sospira, girando il volto nella sua direzione e posandogli lo sguardo serio addosso, come un manto spesso – i suoi occhi hanno sempre avuto la capacità di scrutare persone e pokémon fino nel profondo della loro anima, rubando segreti ed effimere emozioni. Gli pare di vedere un cucciolo, felicemente sfinito dopo un’intera giornata di festa e gioia, detentore di una purezza che a MewTwo non era mai davvero appartenuta. Quella sensazione di piacevolezza, però, svanisce al ricordo che ancora occupa la mente.

-Sono soltanto una copia?-

Lo sguardo di MewTwo si fa di nuovo duro, ma non riesce a staccarsi dalla sua figura.

Lo prende la voglia di svegliarlo – forse solo per toccarlo sulla spalla ancora una volta – scuotendolo forte e privo di grazia e ripetendogli quel quesito all’infinito, fino a scatenare l’ennesima nuova lotta. Si trattiene, soffermandosi invece sulla pelle così chiara, bianchissima, e sui fini lineamenti del viso. Non è come guardare il proprio riflesso, lui non è mai stato così aggraziato: suo padre ha avuto in mente un’altra funzione per lui, quando ha deciso di donargli la vita. Sono simili nella forza e nelle capacità, nel resto assumono forma propria. Eppure MewTwo ha come la consapevolezza intima che la forma assunta non è stata, fin da principio, scollegata da qualsiasi vincolo, ma invece si è modellata seguendo una via precisa o quantomeno suggerita. E il nome di questa via è proprio Mew.

Lo sente mugugnare nel sonno e lo vede muoversi un poco, sistemandosi meglio nella propria porzione di bolla. Non sembra conoscere affanno, non sembra conoscere preoccupazione – probabilmente, la vita gli ha già concesso tutte le risposte, donandogli quindi un senso di quiete perenne. MewTwo, di domande, ne ha molte.

Come per esempio il senso di un’esistenza nata nell’ombra di un’altra creatura.

Come per esempio la scelta da fare se seguire la propria natura da distruttore o la propria volontà da creatore.

Come per esempio il significato di quella forza che l’ha spinto a baciare Mew e a toccarlo ovunque, con una curiosità e una voglia in cui non ha più riconosciuto sé stesso.

Come per esempio il motivo che ha spinto Mew a fare lo stesso con lui.

-Sono soltanto una copia?-

Ha sorriso – Mew ha sorriso nel momento in cui quel primo e occasionale incontro di labbra si è trasformato in altro. Lui conosce le risposte a tutto, MewTwo lo sa fin troppo bene. Ed è per questo che lo odia e lo ama allo stesso tempo: sa ma non dice, relegando ogni funzione educativa allo scorrere lento e inesorabile dei giorni.

Mew ha sorriso, lasciando che MewTwo lo baciasse ovunque e lo toccasse sempre più intimamente, perché avesse la completa percezione del suo sapore e della sua consistenza. Non ha provato vergogna, neppure nei gemiti che MewTwo è riuscito a rubare alla sua gola.

Per qualche minuto, MewTwo ha pensato davvero che Mew fosse bello – quando ha accarezzato i suoi lunghi capelli viola, lisciandoli con le dita, o anche quando ha circondato il suo collo con un abbraccio, avvicinandosi al suo viso con labbra invitanti. Ha trovato il suo odore inebriante, il suo sapore buono, il suo corpo caldo. MewTwo ha avuto la percezione chiara di aver sempre vissuto per Mew, in ogni singolo istante della sua vita.

Eppure, dopo essere riuscito a sorridere a sua volta quando le urla e i suoni e gli odori e il calore hanno raggiunto il loro picco massimo, non è riuscito a trattenersi. Col viso rosso di emozione, come un cucciolo davanti alla sua prima femmina.

-Sono soltanto una copia?-

Mew mugugna ancora, questa volta più forte. Sbadiglia, allungando le braccia in avanti, arrivando quindi a toccarlo. Apre gli occhi, rivolgendogli le iridi color confetto e un sorriso caldo e rassicurante. Non dice nulla, ma si avvicina a lui e gli abbraccia la vita, strofinando il naso contro il suo corpo. Lo bacia sulla pelle nuda, regalandogli un nuovo, piccolo brivido. MewTwo lo scruta in silenzio, mentre cerca di estendere il contatto a tutto il resto del corpo. Mew si alza a sedere, mettendosi sopra le sue gambe e appoggiando la schiena contro il suo petto – continuando imperterrito a sorridergli. Poi, come un bimbo che facilmente si distrae, guarda il cielo bellissimo sopra di loro e indica un punto preciso.

-Orione!-

Ride, contento di sé stesso.

MewTwo gli prende la mano e la porta al proprio viso, dove le labbra si posano sul palmo aperto per più volte. Benché lo sguardo si mantenga serio, benché il cuore sia ancora chiuso in una morsa strettissima. Mew lo capisce – lo si vede dallo sguardo che si ferma assieme al respiro – lo capisce ma non dice nulla, e la sua espressione si fa gentile e carezzevole, come quella di una madre particolarmente buona. Lo bacia sulla guancia, nascondendo poi il viso nell’incavo del suo collo. E MewTwo sente ancora il calore del suo corpo ovunque, e lo vuole ancora, dolorosamente, forse nell’illusione crudele di poter trovare una risposta da qualche parte.

Gli bacia i capelli, gli accarezza la schiena e le braccia. In maniera goffa, in maniera ancora un poco impacciata e ingenua, ma Mew apprezza e ricambia, con quelle sue dita esperte che hanno visto milioni di amori e milioni di amanti.

MewTwo non prova gelosia – sa perfettamente che non c’è nessuno come lui, come loro, nell’universo – non prova neanche una qualche sorta di dolore nel pensare a chi mai avrebbe potuto occupare, prima di lui, il suo posto. La sua è tristezza e rabbia cocente e frustrazione per non saper decifrare con precisione il motivo che spinge quelle mani e quelle dita a muoversi sul suo corpo.

-Sono soltanto una… tua copia?-

Mew non ha risposto. Mew é stato zitto nuovamente, soffocandolo in una carezza e in un bacio, trattandolo come uno stupido che non è in grado di comprendere. Perché li separano milioni di anni, perché MewTwo non è altro che la volontà materiale di conoscere l’ignoto, perché è una copia nata dall’arroganza umana e così sempre rimarrà agli occhi di chiunque.

Gli occhi di Mew tacciono, senza considerare alcuna risposta o ipotesi. Tacciono, perché probabilmente, per la prima volta dopo tanto tempo, non sanno neanche loro.

MewTwo gli alza il mento, baciandolo ancora una volta sulla bocca. Mew tuffa le dita nei suoi capelli, attirandolo a sé e sdraiandosi ancora una volta sulla bolla, aperte le gambe e sotto il suo corpo.

È bello, è gentile, è caldo da far girare la testa. Per una volta, sembra chiedere lui pietà, sembra chiedere un attimo di respiro, senza dover necessariamente pensare alla pace del mondo o al suo equilibrio fragile e delicatissimo. Per una volta, Mew vuole MewTwo.

MewTwo temporeggia: il dubbio è così insito in lui e nella sua natura che non riesce a rinunciarci. Tante domande si affollano nella mente, mentre i suoi occhi incontrano quelli dell’altro e la distanza, seppur minima, dei loro corpi si fa infinita. Sarebbe più semplice e più coerente scappare, a quel punto.

Mew lo chiama dolcemente, in una sussurrata preghiera – neanche fosse un dio sconosciuto, al quale confessare terribili e sporchi segreti dell’animo più nascosto.

MewTwo non riesce a sostenere quello sguardo. Chiude gli occhi e torna a implorare il suo perdono, sulle sue labbra, sulla sua pelle e ovunque la sua bocca riesca a posarsi.

Su di lui, per lui, per lui mille volte ancora.

   
 
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