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Autore: Apple90    16/11/2011    13 recensioni
[Questa FF è il Sequel di "Anima Nera"]
Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.
Lo sa bene il Comandante del Quartier Generale degli Auror, Hermione Granger, che da cinque lunghi mesi ha intrapreso una spietata caccia all'uomo per catturare il Principe Oscuro.
Ma di Vesper e dei suoi pipistrelli non sembra esservi alcuna traccia; dissolto nel nulla, insieme alla verità.
Solo il ViceComandante sa cosa nasconde.
Ma, mentre cercano entrambi di districarsi tra apparenze ingannevoli e sentimenti confusi, una nuova minaccia compare all'orizzonte: il popolo degli Immortali tenta di attaccare il Mondo Magico dall'interno. Vesper è costretto a farsi avanti, per proteggere il suo Mondo da un pericolo ben peggiore di Voldemort.
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Neville Paciock, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Anima Nera_prologo


`•.¸¸.•´´¯`••._.• NOTE DELL'AUTORE `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Ciao a tutti, eccomi puntuale con il sequel di "Anima Nera"
Chi non avesse letto la FF potrà dare un'occhiata al riassunto della storia* in fondo al primo capitolo.
(Grazie alla splendida recensione di JayBree, senza spoiler)

La storia che vi apprestate a leggere è una OOC, una What If?
Il Rating questa volta è Arancione
La storia contiene scene di violenza e linguaggio esplicito (e "colorito").

Spero di non deludere i lettori di Anima Nera. A loro mando un abbraccio enorme.

Buona lettura, e ricordate:




Vesper è come il ragazzo che nei film ti conquista e ti porti a casa, anche se non sei il tipo. 

E' il ragazzo che dopo una notte di passione ti lascia sul cuscino un biglietto con scritto " è stato bello". 

E poi scompare. 

 
                                                            (Vikichan, autrice di Sweet Disposition)




 

“Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto; porto su di me le cicatrici
come se fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello
della schiavitù. L'unica differenza è che si paga con piacere, e con un sorriso...
anche quando quel sorriso è bagnato dalle lacrime”

      (Paulo Coelho)

 

<< Vesper!>> urlò la voce di Neville, a qualche decina di metri di distanza. 

Lui e Ron varcarono gli alti portoni del castello, seguiti da una decina di Auror con le bacchette sguainate, i mantelli svolazzanti nella semioscurità dell’alba. << Vesper!>>

<< E’ fuggito!>> strepitò Ron, il fiato rotto dalla corsa, che si arrestò al fianco di Hermione.

<< Lui è… innocente.>> mormorò Neville. << Perché sta scappando?>>

<< Perché dobbiamo dargli la caccia.>> Hermione avanzò con passo lento lungo il prato ben potato del Maniero. Oltrepassò i cancelli ricoperti di edera rampicante, ritrovandosi lungo una scia d’asfalto desolata. I suoi occhi umidi percorsero l’orizzonte, ma non videro nient’altro che il sole rosso sangue sorgere oltre la linea frastagliata delle colline erbose. 

<< Perché Vesper è l’Eroe che il Mondo Magico merita, ma non è quello di cui ha bisogno adesso. Lo inseguiremo, lotteremo per catturarlo. Lui non è un Eroe, ma un’Anima Nera. Un giustiziere silenzioso che veglia sul mondo magico.>> 

Hermione si voltò, sentendo il suo cuore sgretolarsi dolorosamente dall’interno del suo petto. 

Pezzo dopo pezzo, frammento dopo frammento. Poi il vuoto inesorabile della solitudine la invase nel profondo dell’anima. 

<< Lui è un Principe Oscuro.>>

 

*°*°*°*°

 

Il cielo terso e sgombro di nubi faceva da sfondo a un placido viale alberato del Surrey, dove file di villette in mattoni rossi si susseguivano in un reticolo di borghese periferia urbana. Di fronte a una di esse, che aveva grandi finestre e un delizioso gazebo nel giardino del retro, due bambini sbucarono di corsa dal portoncino d’ingresso e si precipitarono in strada addobbati di vestiti di cartapesta, elmi ricavati dai ritagli di scatole di cereali e grosse, sghembe spade di cartone.

<< Conquisterò io il castello!>> ululò Neil Jordan, e prese a menare fendenti all’amica, obbligandola ad arretrare verso la siepe di recinzione. Con i suoi sei anni era piuttosto piccolo di statura rispetto ai coetanei, con una folta chioma di capelli color paglia e due intensi, espressivi occhi verdi. << E, dopo aver salvato la Principessa, la sposerò e combatterò il Principe Cattivo!>>

<< Sono io la Principessa.>> ribatté gelidamente l’amica.

<< Con quei denti da topo?>> sghignazzò Neil. E le affondò con un altro colpo nello stomaco con la sua spada di cartone. << Al massimo potresti essere il Roditore Cattivo. O uno Scoiattolo dei Boschi che aiuta il Principe a conquistare la…>>

Ma non ebbe il tempo di terminare la frase. Neil soffocò un rantolo in gola e si accasciò lentamente a terra crollando sulle ginocchia: la bambina aveva gettato a terra l’arma finta per assestargli un violento pugno nello stomaco.

<< Così impari.>> sibilò Hermione Granger, le braccia conserte e un’espressione sinistramente soddisfatta dipinta sul volto.

Mezz’ora più tardi rientrarono in casa, dove la signora Granger offrì loro pane, burro e marmellata e una tazza deliziosa di tè. Neil, in cui stomaco emetteva forti gorgoglii, vuotò la sua tazza in poche sorsate e trangugiò due fette imburrate. << La Guerra mi stanca.>> si giustificò, notando l’espressione incuriosita della signora Granger su di sé. Ma non ebbe il coraggio di aggiungere altro: ammettere di essere picchiato da una femmina era ben peggiore di essersela fatta addosso nel letto.

Hermione divorò tre fette di pane e marmellata senza rivolgergli la parola. Sembrava piuttosto risentita per quanto accaduto durante i loro giochi.

A dire il vero, a parte i denti un po’ sporgenti, Neil la trovava bella. Non così tanto per poter giocare a fare la Princessa, certo. E nemmeno bella quanto la piccola Anne Rice della Seconda “C”. Ma era pur sempre accettabile.

Aveva una folta chioma di ricci capelli castani raccolti in due treccine ai lati della nuca, guance rosee e rotonde e due profondi occhi color nocciola. Indossava una tuta di jeans e un foulard di “Gatto Silvestro”, che portava fieramente legato al collo. In effetti, lei adorava Gatto Silvestro.

<< Perché non mi parli?>> azzardò Neil, quando la signora Granger si spostò nell’altra stanza per ricevere una chiamata al cellulare.

<< Indovina un po’.>>

<< Lo sai che una volta ho visto un vampiro?>>

Silenzio. Ma nei suoi occhi, un bagliore di curiosità la tradì.

Poi riecco di nuovo il suo sguardo indagatore, e la sua solita smorfia che precedeva soprannomi come “Neil il Sognatore” o “Jordy Il Bugiardo del Surrey”. Tutti in classe lo chiamavano così, per via dei suoi racconti folli o storie leggendarie che suo padre gli leggeva la sera, prima di andare a dormire. Era un bugiardo nato, un sognatore instancabile, ma quella era l’unica storia vera. Era pronto a giurarlo sul suo nuovo Flipper dei Power Ranger.

<< E’ successo per davvero!>> esclamò Neil. << E’ successo due giorni fa. Stavo tornando a casa con papà dall’allenamento di basket – io e gli altri della squadra abbiamo fatto un po’ schifo, in effetti – quando papà mi ha detto di prendergli il telefono in macchina. Così sono tornato indietro in cortile… e l’ho visto.>> Parlò con tono teatrale, mimando l’espressione impaurita del suo incontro con il mostro. Ed Hermione Granger sembrò totalmente rapita dal suo racconto, come sempre. << Era bianco come un lenzuolo. E aveva gli occhi grandi e rossi. E mi fissava!>>

Hermione rabbrividì. Ma si sforzò di non darlo a vedere. << E… ti ha parlato?>> gli chiese.

<< No.>> Neil scosse teatralmente il capo. << Mi ha guardato. Poi è sparito. Non so dove sia andato, ma il garage era pieno di pipistrelli.>>

<< Che schifo!>> commentò Hermione, con una smorfia.

Mangiarono un’altra fetta di pane imburrato poi dimenticarono all’istante le storie di vampiri e, insieme, si precipitarono in cortile a giocare a guardia e ladri.

 

*°*°*°*°*

 

Hermione aprì gli occhi, abbagliata dai maestosi lampadari rinascimentali che scintillavano a mezz’aria, sospesi sotto il tendone. Il soffitto di tela trasparente era stato decorato con decine di migliaia di edere rampicanti, facendolo sembrare una grossa, calda serra botanica, tanto simile all’Aula di Erbologia di Hogwarts dove lei, Ron e Neville avevano trascorso sette lunghi anni di scuola.

I pali di sostegno erano ornati con corone di fiori e nastri bianchi e oro. Statue di ghiaccio affiancavano decine di file traballanti di sedie ai lati di un lungo tappeto color porpora, che correva dall’ingresso del tendone fino ai piedi dell’altare.

<< Ricordami perché siamo qui.>> sbottò Ron, al suo fianco, infagottato in un abito da Cerimonia color verde bottiglia, dal quale trapelava un buffo papillon a pois. Bevve avidamente due sorsate di Cedro dal suo calice, una smorfia indispettita dipinta sul volto.

<< Perché ci avrebbero ucciso, se avessimo osato mancare alla Cerimonia.>> Hermione ripensò alle espressioni gioiose della signora Weasley e di Ginny, e un nodo le strinse la gola. << Sforzati almeno di sorridere. E smetti di bere, maledizione.>>

<< Quando mi sposerò io.>> dichiarò George, che fece capolino alle loro spalle. << Ricordatemi di assumere una discreta quantità di Felix Felicis. O di Pozione Sollievo. E infliggete alla mamma un Pietrificus ben assestato, perlomeno non la vedremo in giro fino alla fine della cerimonia.>>

E indicò con un cenno del capo un’emozionata e scalpitante Molly Weasley, avvolta in un elegante abito scozzese di ottima fattura, con una giacca di tailleur e un grosso scialle color acquamarina a coprirle il collo e parte della schiena.

Lei, il Signor Weasley, Neville e Luna erano in piedi nell’ingresso del padiglione bianco, in attesa dell’arrivo degli ospiti.

Luna sembrava essersi calata perfettamente nel suo ruolo: stringeva un’enorme pila di volantini fra le mani e oscillava da un piede all’altro con un radioso, intenso sorriso stampato sul volto. Indossava un abito a frange con toppe colorate appiccicate ovunque; suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in un fermaglio a forma di Bruco.

<< Dov’è Helena?>> domandò Ron, con un velo di preoccupazione.

<< Alla Tana.>> lo tranquillizzò George. << Personalmente ho insistito per chiuderla nel pollaio, dove non avrebbe potuto arrecare alcun danno a oggetti o persone. Ma nostra madre non ne ha voluto sapere. E’ in camera tua, Ronald. Stanno cercando di infilarle l’abito da damigella.>>

<< Pietà, Merlino.>> piagnucolò Ron.

<< E’ una bambina.>> sbottò Hermione, oltraggiata. << Ha compiuto da poco tre anni. Che danni può provocare?>>

<< Tu non conosci Helena Weasley.>> George strappò il calice di cedro dalle mani di Ron e lo vuotò d’un sol sorso. << Lei non è una semplice bambina, Comandante.>> Fece scorrere un braccio attorno alle spalle di Hermione, gesticolando in modo teatrale con l’altra mano. Additò un punto indeterminato del soffitto. << Lei è un demone fuori controllo con i denti da latte. Lei è… il Male.>>

Helena Weasley era la figlia di Charlie e Sophia, una splendida ragazza che Charlie aveva conosciuto in Romania durante i suoi studi sui Draghi. Si erano sposati l’anno precedente e trasferiti in un delizioso cottage poco fuori Cardiff, dove Charlie aveva trovato lavoro in un Allevamento di Verdi Gallesi Comuni.

Dal nulla, uno alla volta, con secchi schiocchi di frusta figure dai colori vivaci comparvero nel cortile della Tana. Nel giro di pochi istanti una processione di invitati serpeggiò verso l’ingresso del tendone. Maghi e Streghe vestiti in modo bizzarro: enormi capelli decorati con fiori e uccelli incantati, frac dai colori più accesi, farfallini fosforescenti e cravatte adornate con gemme preziose. Il chiacchiericcio eccitato divenne sempre più forte, giungendo al limitare del padiglione.

<< Ci siamo.>> fece George, che nascose il calice vuoto di Cedro in un vaso. E prese a sistemarsi freneticamente il colletto dell’abito.

Ron e Hermione si scambiarono un’occhiata. Poi Hermione gettò lo sguardo altrove, oltre le file di sedie. Gli ospiti erano numerosi. Udì la voce strillante della signora Weasley accogliergli uno per uno con affettuosi abbracci e solenni strette di mano. Ma la maggior parte dell’attenzione fu catalizzata da Neville: la Medaglia d’Onore al servizio ricevuta al Ministero gli fruttò parecchia ammirazione.

<< Ottimo, mi è sembrato di vedere qualche cugina Veela.>> disse George, allungando il collo per vedere meglio. << Avranno bisogno di un traduttore. O di conoscere la cultura inglese. A questo posso rimediare io…>>

Ron alzò rassegnatamente gli occhi al cielo, ma il fratello lo ignorò e si lanciò a grandi passi verso due splendide, ammalianti ragazze francesi dai capelli color platino, fasciate in abiti bianchi e rosa antico. Entrambe, quando lo videro, scoppiarono in risolini divertiti. Erano le stesse che aveva tentato di abbordare al Matrimonio di Charlie. E a quello di Bill.

<< Ecco, Madame…>> George abbozzò a un inchino cavalleresco. << Permettez-moi di assister vous. Vi recordè di moi?>>

Le sue risero timidamente e si lasciarono scortare all’interno della tenda.

<< Il lupo perde il pelo ma non il vizio.>> commentò Hermione, divertita.

Le statue di ghiaccio di fate alate s’animarono al passaggio degli ospiti, iniziando a gettare sulle loro teste petali di rosa profumati.

<< Buongiorno, colleghi.>> disse una voce pomposa alle loro spalle. Era Percy. Indossava un abuto scuro e un cilindro smaltato. Al suo fianco, stretta al suo braccio, c’era sua moglie: Audrey. Era una ragazza minuta, dai capelli a caschetto color paglia e gli incisivi sporgenti. Percy era stato recentemente promosso Vice Direttore dell’Ufficio per il Trasporto Magico.

<< E’ un grande piacere per me vedervi insieme alla cerimonia. Una coppia di Eroi.>> E scoppiò a ridere. Fu l’unico a farlo.

La finta morte di Ron era stata palesata dal Ministero come un’arguta messa in scena per catturare il Principe Oscuro. Nulla di più distante dalla realtà.

<< Come stanno Molly e Lucy?>> chiese Hermione, che si sforzò di stemperare il silenzio. 

<< Oh, bene, grazie.>> rispose Percy, fiero. << Lucy è già in grado di leggere, scrivere e di compiere operazioni matematiche elementari. E non è tutto. Ieri sera ha quasi fatto levitare un cucchiaino, a cena. Tutta sua mamma.>> E regalò un sorriso sdolcinato alla moglie con i denti da alce. << Le abbiamo lasciate dai nonni. Abbiamo convenuto che si sarebbero annoiate a morte a un Matrimonio. Tutta questa gente, poi. No. No. Non fa proprio per i nostri due angioletti.>>

Quando furono spariti a braccetto nella folla di invitati, Ron emise un rantolo a metà tra uno sbuffo e una risata. << Non oso immaginare cosa dirà Percy quando Lucy inizierà Hogwarts, fra sei anni. Come minimo diventerà Prefetto ancor prima di varcare il binario Nove e tre Quarti.>>

Hermione soffocò una risata.

Charlie, Sophia e la piccola Helena comparvero nell’ingresso. La piccola si era già strappata dai capelli pel di carota i deliziosi ornamenti di gigli da Damigella, e se ne stava imbronciata fra i genitori che la stavano sorvegliando a vista.

<< Comandante.>> la voce di Kingsley, al suo fianco, la fece sobbalzare.

<< Ministro.>> risposero Hermione e Ron in coro, con un sorriso.

<< Non potevo mancare al Matrimonio di Ginevra Weasley.>> Kingsley, visibilmente emozionato, rigirò la bombetta fra le dita. Tre Guardie gli stavano appresso e controllavano lo sciame di invitati con aria circospetta, come se Mangiamorte assetati di sangue balzassero fuori dall’ombra da un momento all’altro. << Vorrei tediarvi con gli ultimi avvistamenti di spacciatori di Calderoni Esplosivi in Inghilterra, dico sul serio, ma quelle deliziose tartine al formaggio mi attendono. Se volete scusarmi.>>

Hermione rise e lo osservò appropinquarsi in direzione del buffet di benvenuto per gli ospiti, attorno al quale si era raccolto un discreto numero di persone.

Dieci minuti dopo Neville e Luna terminarono di indicare a tutti gli invitati i loro posti a sedere; il brusio di sottofondo s’interruppe con l’arrivo dello sposo.

Michael Corner, neo assunto all’Ufficio Trasporto Magico e pupillo di Percy, fece il suo ingresso nel tendone accompagnato a braccetto dalla madre, una donnina di bassa statura con un abito giallo canarino e un capello adornato con uccelli impagliati. Al suo passaggio Molly Weasley, che sedeva emozionata in prima fila, estrasse un fazzoletto di pizzo dalla pochette e si soffiò sonoramente il naso.

Ron fu obbligato a sedere accanto a Zia Muriel, una vecchia strega con il naso a becco, gli occhi arrossati e un orrendo cappello di piume color rosa pallido piantato sulla testa.

<<… per non parlare di quel deplorevole abito verde bottiglia che hai addosso.>> gli stava dicendo, con voce gracchiante. << Mi meraviglio che tu e tuo fratello George non vi siate ancora sposati. Ma verrà il vostro momento, o almeno spero. E tu chi sei?>> Abbaiò rivolgendosi a Hermione, che sedeva nella fila posteriore.

<< Oh, zia Muriel. Lei è Hermione Granger. Comandante Capo degli Auror.>>

<< Un'altra Auror? Voialtri vi moltiplicate come gnomi.>> sentenziò la vecchia strega, con una punta di sarcasmo nella voce. << Esci con mio nipote, per caso?>>

<< No.>> rispose Hermione, imbarazzata.

<< Ecco, vedi? Nessuna donna vuole un buono a nulla con quel portamento goffo e ciondolante che ti ritrovi. Se fossi in te mi darei una mossa, Ronald, o quelle libere sul mercato se la daranno a gambe levate.>>

Ron lanciò un’occhiata disperata a Hermione, come se la supplicasse di trascinarlo lontano da Zia Muriel. Ma la Strega gli afferrò saldamente il braccio, sfoderandogli una poderosa gomitata per fargli notare l’arrivo dello sposo.

<< Quello sì che è un bel pezzo di ragazzo.>> gracchiò. << Tua sorella Ginevra ha gusto, non c’è che dire. Ma personalmente avrei scelto un completo meno scuro. Per la barba di Merlino, sembra uno spaventapasseri!>>

<< Peccato che Vesper non sia qui.>> commentò tristemente George, seduto accanto a Hermione. All’udire quella parola, nel bel mezzo della festa, qualcosa nel suo stomaco prese a contorcesi. << Perlomeno l’avrebbe messa a tacere per sempre.>>

Molti degli invitati delle prime file scoppiarono a ridere. Ron compreso.

Un attimo dopo Bill e un altro ragazzo dai capelli rossi, che doveva essere uno dei tanti cugini Weasley invitati alla cerimonia, comparvero in fondo al tappeto rosso; entrambi eleganti, con una rosa bianca all’occhiello. 

George s’alzò in piedi e fece un fischio sonoro nella loro direzione. << Siete bellissimi!>> ululò.

Un grande sospiro, intervallato da risatine concitate, si levò nella folla di invitati quando Arthur e Ginny Weasley risalirono la passatoia scarlatta: lei fluttuante, fasciata maestosamente in un abito bianco che le stringeva la vita, scendendo scosceso in una vasta gonna di pizzi e merletti. Sulla sua testa, fra i capelli lisci e ben pettinati, figurava una tiara d’argento. Ginny strinse nervosamente il bouquet e s’incamminò a braccetto del padre fino all’altare, dove Arthur si fece da parte per consegnarla al fianco del futuro marito. I due sposi si rivolsero un sorriso teso.

Un anziano mago basso e tarchiato, con un paio di folti baffoni a incorniciargli il viso paffuto, puntò la propria bacchetta alla gola e strepitò: << Sonorus!>> La sua voce echeggiò in tutto il tendone. << Signore e signori.>> attaccò, cantilenante.<< Maghe e Streghe provenienti da ogni parte d’Inghilterra. O anche altrove.>> Il suo sguardo guizzò sulla famiglia Delacour e sulle Veela in quinta fila. << Siamo qui riuniti per celebrare il matrimonio di due cari amici, due anime fedeli, due luci splendenti che rischiarano nuovi Tempi Bui…>>

<< Guarda un po’ chi c’è.>> sussurrò George al suo orecchio, rifilandole una leggera gomitata delle costole. Obbligò Hermione a voltarsi verso l’opposta alata di sedie, nei pressi della famiglia Delacour. Fra essi, in disparte, avvolto in un sobrio abito grigio dal colletto alto, c’era Victor Krum.

La mente di Hermione vagò molto lontano dal tendone, ma non certo al giorno in cui aveva disceso le scale al fianco di Krum, durante il Torneo Tremaghi. Non riuscì a fare a meno che pensare a Harry, come le capitava sempre più spesso in quel triste periodo di solitudine. Sparito. Dissolto nel nulla da cinque mesi, come se non fosse mai esistito, o non avesse mai avuto a che fare con loro.

Se avesse evitato di immischiarsi nelle Arti Oscure, di farsi giustizia da solo e di allontanarsi dal mondo intero per combattere il Male, forse, avrebbero potuto esserci loro al posto di Ginny e Michael Corner, su quel maledetto altare.

<< Vuoi tu, Ginevra Molly Weasley, prendere in sposo il qui presente Michael Matthew Corner, nel bene e nel male, in ricchezza e povertà, finché morte non vi separi?>>

In prima fila Molly e la madre di Michael Corner singhiozzarono nei loro straccetti di pizzo. Hermione si voltò per sorridere a Ron: ma lui non parve condividere la gioia di quell’unione.

<<… dunque io vi dichiaro, per sempre, marito e moglie.>>

L’abbraccio dei due sposi venne ricoperto da esplosioni di stelle argentate, scrosci di applausi e scoppi di trombe e palloncini colorati. Colombe bianche volarono radenti lungo le file di sedie, andando a depositarsi sull’alta corona di fiori che sovrastava l’altare.

In tutto quel trambusto, Hermione notò che il tendone sopra le loro teste era sparito: sostituito da un gazebo sorretto da pali dorati, lo stesso utilizzato nel matrimonio di Bill e Fleur. Tutti gli ospiti, emozionati e impegnati ad applaudire gli sposi, si levarono in piedi e le sedie dorate vennero fatte sparire, posizionate in un angolo dove quattro lunghi tavoli adornati di ogni ben di Dio erano comparsi dal nulla per il pranzo nuziale

<< Perfetto.>> commentò Ron, mentre decine di camerieri in livrea comparvero dal nulla e iniziarono a disporre piatti imbanditi ai tavoli. Oltre ai cibo comparvero bottiglie di Burrobirra, Fior di Pesco, casse di Cedro e di Whisky Incendiario. << Si mangia.>>

<< Si beve!>> esclamò George, raggiante. << Peccato che il vecchio zio Bilius sia morto.>> proseguì, rivolgendosi alle due cugine francesi con le quali si era intrattenuto per tutta la cerimonia. Aveva raccontato quella storia decine di volte, ma riusciva a storpiarla e renderla sempre divertente. << Era la vera anima dei matrimoni. Era solito scolarsi due intere bottiglie di Whisky Incendiario dopo il pranzo, poi balzava sul tavolo e iniziava a estrarre mazzi di fiori dal…>>

<< Basta così.>> proruppe Hermione, fra le risate generali.

In un attimo Ron comparve al suo fianco. Era riuscito a sfuggire alle grinfie dell’anziana strega, e non l’avrebbe riavvicinata tanto facilmente. << Vieni, Hermione. Per di qui.>> mormorò, afferrandole la mano per evitare che si disperdessero nella folla. << Cerchiamo un tavolo libero. Il più lontano possibile da Zia Muriel. Odio quella vecchia scopa ancor più di Percy.>>

Insieme, serpeggiarono fra i capannelli di invitati e s’infilarono nei primi posti liberi, a ridotto della pista da ballo. Accanto a loro sedettero Neville, Luna, Bill e Fleur. Quest’ultima, con un sorriso radioso, agitò una mano in aria per farsi notare da qualcuno. << Per di qui, sciocatore de Quidditch.>> disse scherzosamente. E Victor Krum le venne incontro, salutando tutti i presenti con un profondo inchino del capo.

<< Buongiorno a tutti foi.>> disse senza sorridere. E si accomodò a sedere. Il suo sguardo ricadde intensamente su Hermione, ma lei finse con cura di non accorgersene.

Il pranzo di dilungò fino al pomeriggio inoltrato. Le numerose e succulente portate si susseguirono in rapida successione, accompagnate da litri di Burrobirra e Idromele. Quando l’orologio che faceva capolino da un palo adornato di fiori segnava le cinque e mezza, la maggior parte degli ospiti era ormai sazio e si intratteneva con i commensali, ridendo e brindando allegramente.

La banda attaccò a suonare. Ginny e Michael, accolti da un fragoroso applauso, si avvinarono mano nella mano sulla pista da ballo e aprirono le danze.

Fra gli invitati, Kingsley aveva tutta l’aria di chi aveva esagerato con il Whisky incendiario. Se ne stava nel tavolo più distante dalla pista da ballo in compagnia di Hagrid, anch’egli parecchio allegro. Il gigante sedeva su un grosso divano sfondato che Arthur si era premurato di rimediare dal vecchio capanno degli attrezzi. Agitava le sue manone grosse come padelle a ritmo della melodia classica.

<< Vuoi ballare?>> le chiese Ron, d’impulso, quando si accorse che Krum stava per aprire bocca rivolto nella loro direzione.

Hermione accettò, intontita ma compiaciuta. Si alzarono insieme e sparirono nella folla della pista da ballo.

<< Sembra un idiota, Krum, con quel taglio di capelli a scodella.>> commentò aspramente Ron, che le afferrò goffamente una mano e le fece scorrere l’altra lungo la vita, sul suo abito lilla dal taglio estivo. Hermione rispose con un accenno poco convinto.

<< Oh, a proposito, stai molto bene vestita così. Questo colore… ti dona.>>

<< Credi che Kingsley riuscirà a entrare in servizio, domattina?>> gli chiese Hermione, che si sforzò di ignorare il complimento.

<< Oh, bé, senz’altro.>> rispose Ron. << Sempre se riuscirà a salire tutto intero le scale. O a ricordare qualcosa.>>

Hermione scoppiò a ridere. Gli allacciò le braccia attorno al collo e insieme scivolarono lungo la pista, dove George si stava esibendo nel meglio del suo repertorio con una delle sue lontane cugine francesi, in parte Veela. Dopo tre tentativi andati a vuoto, forse quella era la giornata buona. Anche Neville e Luna si unirono alle danze. Lui, un po’ impacciato con il suo portamento ingessato, elegante, compassato. Luna, invece, che aveva un grosso girasole fra i capelli, lo agguantò per la vita e lo obbligò a volteggiare assieme a lei.

Nonostante fosse incinta del quinto mese e il suo pancione avesse raggiunto dimensioni rispettabili, si muoveva con grazia e sembrava non avvertire alcun appesantimento dovuto alla gravidanza.

<< Sei bellissima.>>

La voce di Ron, sussurrata, vicino al suo orecchio. Hermione la ignorò ancora, come una mosca fastidiosa che le ronzava nel cervello. Doveva farlo. Doveva fare finta di niente.

E in quel momento, come se non esistesse nessun altro, con l’enorme brusio di sottofondo delle decine di invitati e la musica, il tempo parve rallentare. Hermione udì un’eco lontano, seguito da un rombo di motore. Un motore. Allungò istintivamente il collo al di sopra delle teste, e il cuore le si fermò nel petto.

Una moto babbana: Verde, lucente - maledettamente Babbana – era apparsa al limitare del cortile della Tana. Parecchie paia di occhi scrutarono attoniti il suo arrivo, ma la maggior parte degli invitati era troppo impegnata a bere, ballare o divertirsi per prestare troppa attenzione a quella strana comparsa.

<< Ron.>> squittì Hermione, senza fiato. Il cuore aumentò di battito, poteva avvertirne ogni pulsazione in gola. Premette le mani sul suo petto e lo obbligò a sciogliere il loro contatto. Si sfilò maldestramente i tacchi e iniziò a correre, sgomitando nella folla, facendosi largo per passare. Non vedeva altro al di fuori di quella moto.

L’autista del mezzo, che indossava un giubbotto sportivo e un casco dalla visiera nera, issò la moto sul cavalletto e sollevò lo sguardo nella sua direzione. Si era accorto di lei.

Ti prego. Ti prego. Ti prego. Fa che sia lui. Non chiedeva altro. Voleva solo rivederlo. Stringerlo a sé. Sapere che era vivo.

Ma invece, al suo arrivo, la triste realtà le si palesò davanti come una gelida secchiata d’acqua fredda. Con un movimento lento, l’autista si sfilò il casco dalla testa e il volto sorridente di Ryo Miyiachi fece capolino al di sotto del suo scompigliato ammasso di capelli scuri.

<< Comandante.>>

<< Che cosa ci fai qui?>> domandò Hermione, e si accorse troppo tardi di aver urlato.

Il giapponese rispose con una scrollata di spalle. << Sono nella merda.>>

<< Quando mai tu non sei nella merda?>>

<< Mai, a dire il vero, ma…>>

<< Che cosa ci fai qui?>> ripeté Hermione, stizzita.

Ron si fece largo nella folla, urlando e sgomitando, e li raggiunse di corsa. Un attimo dopo era al suo fianco, e si era frapposto inutilmente fra lei e la Kawasaki Ninjia. Come se volesse proteggerla.

<< Miyachi.>> ringhiò, sinistro. << L’ultima volta che ti ho visto, eri nudo in una cella sotterranea.>>

<< L’ultima volta che ti ho visto, Weasley, puzzavi come un Troll di Montagna.>>

I due si squadrarono per un lungo, interminabile istante. Poi Ryo scoppiò a ridere e gli tese allegramente una mano. << Vi ho cercati al Ministero, ma mi è stato detto che eravate al Matrimonio di tua sorella. E allora eccomi qui.>>

Ron non gliela strinse. << Come hai fatto a entrare al Ministero? Sei ricercato.>>

<< Sono amico di Vesper, ricordi? Ho i miei metodi.>>

Un altro nodo doloroso allo stomaco, seguito da uno spasmo. Un brivido freddo le corse lungo la schiena, prendendo possesso di ogni parte del suo corpo. Il freddo le penetrò fin sotto la pelle. << Hai… sue notizie?>> sciamò Hermione, con un filo di voce.

<< E’ per questo che mi trovo qui.>> Il giapponese di diede una rapida occhiata attorno, le braccia appoggiate sul casco. Si sbottonò la cerniera del giubbotto. << C’è un posto appartato dove possiamo parlare?>>

 

*°*°*°*°*

 

`•.¸¸.•´´¯`••._.• THE APPLE'S CORNER `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Mamma mia. Mi sembrano mesi che non posto niente, e invece rieccomi qui.
Non ho davvero parole per esprimere l'importanza e la simbiosi che mi unisce a questa storia. E a Vesper.
Lui è mio, lo sento mio. Sarà protagonista del mio libro, quando lo scriverò. Lo scindo da Harry, da ogni cosa. E' una specie di musa maschile. ^_^

Grazie a Roxy e Argentlam che hanno letto per prime la storia.
Grazie a Viki, a JayBree e a Capitan Lights. Grazie per sopportarmi.

Come al solito, ringrazio anche tutti coloro che mi recensiranno. E criticheranno.

`•.¸¸.•´´¯`••._.• RIASSUNTO DI ANIMA NERA `•.¸¸.•´´¯`••._.•

Recensione di JayBree in merito al premio "AurorAwards 2011" 

<< Lo spettacolo è finito, Hermione.>> disse LUI, con tono affabile.
L’orda di pipistrelli che li aveva attaccati tornò a stridere nel sotterraneo, svolazzandogli attorno fino ad avvolgerlo completamente.
Il Principe Oscuro si promulgò in un profondo inchino, prima di scomparire nel nulla insieme ai suoi fidati servitori.
<< No, Harry.>> ringhiò Hermione. << Lo spettacolo deve ancora iniziare.>>

Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera. Con questa massima in mente, Hermione Granger, Vicecomandante del Quartier Generale Auror, si trova a fronteggiare la minaccia costante rappresentata da Vesper, il Principe Oscuro, “sorto dalle ceneri di Voldemort.” Come una brava regista di action-movie dirige la macchina da presa, Apple90 dirige la penna in maniera tale da catapultare il lettore nel pieno della scena: che sia correre a perdifiato per seminare un Ungaro Spinato, assistere ammirati alla finale della Coppa del Mondo di Quidditch o cascare sul divano nell’abbraccio del nostro più grande nemico/migliore amico. Tra i chiaroscuri dell’affascinante personalità di Vesper, Hermione, e il lettore insieme a lei, scopre un nuovo e oscuro Harry Potter.

Che dire? Grazie Jaybree ^^


AUROR POWER!
   
 
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