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Autore: Uprising    16/11/2011    0 recensioni
Hal è un ragazzo che non ha avuto un'infanzia facile,anzi è stata sempre ricca di avvenimenti spiaciavole che lo hanno portato ad essere 'complicato',ciò che lo aiuterà sarà un amore. In poco tempo tutto però cambia e la vita del protagonista sarà ulteriormente sconvolta.Un segreto,che terrà col fiato sospeso,farà vacillare tutto quanto. Questa non è la mia prima storia,ma è la prima alla quale voglio dedicarmici seriamente,perchè anche se non è ispirata ad alcun evento della mia vita,la sento particolarmente mia,come se fosse una figlia. Spero vi piaccia e sarà divisa in capitoli. Un bacio a Tutti,Rossana.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti,questa non è la mia prima storia,ma è la prima alla quale voglio dedicarmici seriamente,perchè anche se non è ispirata ad alcun evento della mia vita,la sento particolarmente mia,come se fosse un figlio. Spero vi piaccia e sarà divisa in capitoli. Un bacio a Tutti,Rossana.

Dieci anni prima..

E’ strano pensare che un giorno tu sia stato una persona diversa. Ma..può essere così,anche se nessuno ci crederebbe mai..
A scuola,quand’ero bambino, ero vittima di bullismo e i miei compagni di classe mi picchiavano in aula quando la maestra era uscita, o nei corridoi davanti ad una piccola folla di bambini che incitavano i bulli,incredibile come i segni di quella violenza rimanessero così vivi,come se non riuscissero a rimarginarsi;ma non quelli fisici quanto quelli morali: l’umiliazione, l’incomprensione,la tristezza, l’abbandono. Una volta rischiai persino di morire. Mi gettarono vestito e con la cartella ancora sulle spalle nel torrente vicino alla scuola. Non ero un fenomeno a nuotare,anzi mi vergogno anche a dirlo: non sapevo nuotare e avevo una gran paura dell’acqua. Una bambina,che fortunatamente passava di lì,percepì il pericolo e  si tuffò salvandomi. La notizia e il fatto che fosse stata una bambina particolare a salvarmi catturarono l’attenzione di qualche giornalista locale e l’avvenimento finì inevitabilmente su giornali e tv,ma con il risultato che l’interesse della gente sfumò poco dopo e i ragazzi che mi avevano gettato nel torrente furono costretti soltanto ai lavori forzati per la durata di un anno: pulire le strade,aiutare gli anziani ecc,ma subito dopo tornarono alla carica. Avrei dovuto sicuramente ringraziare quella bambina che mi aveva salvato la vita,ma mi beccai un nomignolo spregevole e ogni volta che a scuola camminavano per i corridoi,i ragazzi mi scansavano e mi urlavano dietro ‘’Attenta signorina!’’. Inevitabilmente le mie guance si tingevano di rosso e gli occhi pungevano. Avrei voluto piangere ma avrei dato loro un buon motivo per affibbiarmi nomignoli ancor più cattivi. Pensavano fossi gay ma io non conoscevo nemmeno il significato del termine. Chiesi alle mie sorelle cosa volesse dire quella strana parola e mi ricordo ancora bene che scoppiarono in una sonora risata di scherno dicendomi che ero proprio un ingenuotto, magari forse,secondo loro, i miei compagni non avevano tutti i torti,forse davvero il loro fratellino era gay. Imparai a star lontano anche da loro,certo, volevo bene alle mie due sorelle ma non potevo più sopportare le loro risate schernitrici e il fatto che spesso mi avessero vestito con degli abiti da donna. Non mi sentivo accettato né dai  miei amici, né dalla mia famiglia. Solamente mia madre mi capiva; assomigliavo molto a lei,sia caratterialmente,sia fisicamente. Era bellissima,aveva avuto mia sorella Kirsten giovanissima,a soli 17 anni,all’ultimo anno di liceo. Holly invece era nata due anni dopo,quando mia madre Roseanne, per tutti Rose,e mio padre Sean,si erano sposati. In passato non tutti vedevano di buon occhio la relazione tra mamma e papà,forse perché avevano pensato che mia madre fosse una ragazza facile,rimasta incinta così piccola e mio padre come uno che non si prendesse le sue responsabilità. Infatti avevano aspettato un po’ prima di sposarsi,anche se si amavano alla follia. Io spesso lo vedevo negli occhi di mamma che forse avrebbe desiderato una vita diversa per lei,per i suoi figli. C’è stato un periodo in cui mamma e papà litigavano spesso ed io cercavo di non ascoltare le loro grida chiudendomi in camera e sentendomi un vigliacco. Non avevamo molti soldi e papà spendeva quasi tutti i nostri risparmi  nell’alcool. Avevo imparato a non piangere,ad essere l’uomo di casa,anche se ero il più piccolo. La notte,quando mia madre piangeva e mio padre lavorava,la raggiungevo nel lettone e dormivamo abbracciati. Lei qualche volta mi faceva dei regalini,mi comprava le caramelle o un gelato,lo faceva sempre di nascosto,per non farsi scoprire da papà,perché lui l’avrebbe picchiata. Io non riuscivo a capire come due persone che un tempo si amavano così tanto potevano desiderare il male l’uno dell’altra. In realtà,anche se mio padre faceva del male a mia madre,lei non ce l’aveva con lui,perché lo vedeva sempre con gli stessi occhi. Invece gli occhi di mio padre erano annebbiati dall’alcool,così anche il suo cervello,un giorno pensai perfino di odiarlo. Dormivo profondamente nel mio lettino,avevo solo dieci anni, e sentii una carezza sul mio volto. Nel sonno pensai che fosse stato il soffio del venticello entrato dalla finestra semi aperta. Anche se aveva piovuto tanto,faceva molto caldo e raramente la sera si riusciva a dormire,quella volta però,la brezza era così piacevole che portava con sé quella quiete soporifera che ti abbraccia di notte e ti porta con sé. Forse quella brezza aveva sconvolto i pensieri di mia madre o si era portata via la sua ragione o semplicemente accompagnava la sua tristezza. Aprii gli occhi e mi ritrovai il suo volto sorridente,non era un sorriso gioioso,era un sorriso amaro,ma lei continuava ad accarezzare la mia guancia. Una lacrima le rigò il bel viso. Subito l’asciugai con la mia mano e mia madre la baciò delicatamente.
«Mamma ma per..» iniziai a dire,ma mia madre mi interruppe posando un dito sulle mie labbra.
«Shh tesoro, mi raccomando sii coraggioso,sii forte. Voglio che la tua vita sia splendida e voglio che tu capisca che ti voglio molto bene,sei il figlio che ogni madre vorrebbe avere e so che non mi lascerai mai..» mi disse continuando ad accarezzarmi la guancia.
Io non riuscivo a capire,era uno strano modo di darmi la buonanotte. Sentirle dire che però mi voleva bene mi tranquillizzò e riuscii persino a mostrarle un sorriso.
«Ecco bravo,così. Ti voglio sempre vedere sorridere,me lo prometti?».
« Si mamma.. » dissi poggiando una mano su quella sua e mi addormentai con quella carezza,calda e bella..

  
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