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Autore: Nami    22/03/2004    4 recensioni
Tempo fa avevo inserito questa fic e adesso ho pensato di rimetterla dato che è andata perduta durante l'ultimo crollo del database del sito. Sanji, in una notte di luna piena rivive ad occhi aperti il suo passato con Zef..
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEN YEARS AGO...


E’ notte. La luna brilla come un diadema, le stelle luccicano come diamanti e io qui, sull’amaca della mia stanza a riflettere sul passato.

Chiudo gli occhi. Intorno è buio ma in quest’ oscurità ti fai vivo tu.

Cerco di guardare avanti ma ci sei sempre tu, che compari d’innanzi ai miei occhi, nei miei sogni, ogni istante. Questo perché da quel lontano giorno di dieci anni fa, in cui tu sacrificasti tutti i tuoi obiettivi più importanti, la tua vita per i sette mari… solo per me… non mi do pace.

Ripenso a quante ne abbiamo passate.
Durante quella tempesta, io caddi in mare e le acque dell’oceano mi stavano quasi per ingoiare, la candela della mia vita stava per spegnersi, ma c’eri tu, che dalla tua nave ti sei tuffato per recuperare un bambino capriccioso come me e hai sacrificato una gamba solo per rivitalizzare quella mia fiamma. Su quel monte sperduto io e te, da soli per giorni e ancora giorni quasi interminabili, senza cibo, senza acqua, senza forze. Le provviste erano ormai poche. Eppure tu… tu hai dato tutto a me senza neanche mangiare una briciola di pane.

Tu mi hai dato le tue provviste e accanto a te, vi erano dei sacchi pieni d’oro e gioielli, i tesori che trovasti viaggiando per mare come capitano di una famosa e temuta banda di pirati. Ricordo che con tono tranquillo mi dicesti “E’ pazzesco avere un simile tesoro e morire di fame”. Tutto il cibo lo avevi dato a me. Tu non avevi neanche una pagnotta, né un biscotto per addolcirti la giornata. Te ne stavi lì, seduto sul monte sopra di me a fissare l’orizzonte con la consapevolezza di essere stato abbandonato dai tuoi sogni, hai distrutto la tua vita per la mia. Una nave dopo l’altra passava in quelle acque d’innanzi a noi ma neanche una di esse venne a soccorrerci, nessuno udiva la mia voce gridare aiuto, nessuno mi sentiva. Eppure tu non dicevi una parola, non ti muovevi dalla tua posizione e io quasi..ti credevo ormai privo di vita e invece no. Con sguardo fiero fissavi il sole sorgere e tramontare, tutti i giorni.

Finché un giorno, una mattina in cui sentivo le palpebre pesanti, un’imbarcazione passò davanti a noi e fu così che ci portarono in salvo. Ora ho diciannove anni e ripenso al giorno in cui hai aperto il Baratie, il ristorante galleggiante che sognavi di avere da tempo, già. Almeno quel sogno sei riuscito a realizzarlo. Quanti litigi, quante disavventure con in clienti, quanto ho imparato. Sono un cuoco con un grande talento e questo solo grazie a te e ai tuoi sacrifici per crescere un orfanello come me. Tutti quei giorni passati ad insultarci; tu con il tuo “Moccioso!” ed io con “Vecchio!”. Queste due parole non le potrò mai scordare. Le abbiamo solo usate nei nostri battibecchi senza renderci conto del bene che ci volevamo in realtà. Tu sei stato un padre per me perciò se in questo momento stai guardando il cielo, se stai osservando la luna ti dico “Grazie!” Grazie di avermi dato tanto. Non trovi che è come se fossimo vicini? La luna ci unisce Zef.. anzi no.. padre..
  
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