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Autore: Moonspell    13/07/2006    6 recensioni
Sirius volta le spalle al passato, alla famiglia, ma prima deve affrontare il fratello...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus, Black, Sirius, Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Voltar le spalle al passato”





Come un rumore di lontani tuoni giungeva in ogni angolo della casa l'agitazione di Sirius che al terzo piano correva da una parte all'altra della sua stanza, percorrendone disordinatamente tutta l'area. Si poteva udire il rumore sordo di cassetti sbattere, poi silenzio, ed eccolo di nuovo spostarsi frettolosamente con pesanti passi. Al piano terra, nel caldo salotto, quasi del tutto buio se non per quei determinati raggi di sole che si imponevano nella stanza passando attraverso le fessura tra le tende semi chiuse, la signora Black sorseggiava nervosamente il te, seduta in punta sul divano, composta ed elegante, con quel suo solito riccio nero lasciato appositamente fuori dall'acconciatura che le ricadeva sul pallido, nobile volto. Dinnanzi a lei stava il marito, irritato, comodamente seduto su una poltrona, il destro poggiato sul bracciolo mentre il mancino teneva la pipa ora appoggiata sulle labbra che liberavano di tanto in tanto bianche nuvole di fumo. Le sue iridi cristalline erano fisse sulla moglie che osservava incantata la tazza di candida porcellana dipinta con motivi floreali che teneva appoggiata sulle ginocchia sorreggendola col indice e il pollice della mancina per evitare che il suo contenuto andasse a rovesciarsi sull'abito bianco. Invece sulla soglia della porta della stanza, il più giovane di quella cupa famiglia, se ne stava con le braccia conserte e la schiena poggiata contro lo stipite della porta; lo sguardo vuoto perso nei suoi pensieri mentre ascolta, come fossero lontani ricordi confusi, i rumori provenienti dai piani superiori. D'un tratto un forte rumore simile ad una rottura invase la stanza e i tre presenti si voltarono a guardare il piccolo elfo domestico ricurvo in un profondo inchino, mentre con le callose manine andava a sistemarsi il sudicio abito di stracci che gli scivolava giù dalle spalle ossute:

-Miei Illustrissimi Signori- recitò con sincera umiltà e ammirazione:-Mi è impossibile subentrare nella Sua stanza... mi impedisce di farlo, col suo volere e la sua magia!- proseguì poi mortificato senza sciogliere quell'inchino:-Ora Lui ha il permesso della legge di usare la magia...- si lamentò poi senza muoversi minimamente

-Come se prima non lo facesse! Non ha mai avuto regole quello scellerato!- tuonò il capo famiglia togliendosi la pipa dalla bocca e alzandosi nella sua imponenza:-Ed io sono stanco del suo essere terribilmente irritante e provocatore! Regulus, vai di sopra e trascinamelo giù con tutti i mezzi a tua disposizione!- ordinò poi solenne fissando il magro ragazzino che fino a quel momento non aveva ricevuto una sola attenzione

-Credo non sia necessario Padre...- rispose con un tono tranquillo, profondo, senza muovere alcuna parte della sua figura:-Sta già scendendo.- concluse sentendo un rumore secco, quello di una serratura che si apre, e poco dopo i passi pesanti del fratello che calpestava le scale.

In quella stanza invece l'unico rumore fu quello della porcellana che venne posata sul tavolino dinnanzi al divano dalla signora Black, suono che sembrò frantumare quell'aria tesa e umida, che opprimeva e appesantiva il respiro.

-Che diamine stai facendo?- si fece d'improvviso solenne la voce di Regulus, che si scostò dalla parete, lasciando scivolare le braccia lungo la vita, imponendosi al centro del corridoio, osservando negli occhi il fratello, così simile al padre, ma dello stesso fascino della madre.

-I fatti miei, come tu dovresti imparare a farti i tuoi Ranocchio!- disse tra i denti il maggiore dei due, le guance di velluto dipinte di rosso, e gli occhi azzurri parevano un impetuoso torrente indomabile come una mandria di splendidi cavalli selvaggi.

-Siamo una famiglia Sirius... non puoi vivere come ti pare ignorandoci!- rispose nervoso, mentre il suo volto si illuminava di rossa rabbia, tradendo quella sua volontà di mantenere la calma

-Vi ho ignorato per 18 anni... non vedo perché dovrei cambiare qualcosa proprio ora!- fece per proseguire i suoi passi andando a sbattere la propria spalla su quella del fratello, provocandogli volutamente dolore, ma con sua sorpresa questi portò il proprio corpo nuovamente dinnanzi a lui, per fermare il suo passaggio

-Che intenzioni hai con quel baule?- chiese poi alzando obbligato lo sguardo, per fissarlo deciso negli occhi, odiando quella grinta, tenacia e ribellione che vi leggeva dentro

-Ranocchio non sei mio padre a te non devo dire proprio nulla! Ora levati una volta per tutte, fammi il piacere di togliermi dalla vista il tuo viso da sciocco bambino viziato!- ruggì il più vecchio spingendo con tutto il suo corpo il fratello che tentò di opporre resistenza.

-Sirius!- ruggì infine la voce tonante del capo famiglia, voce impossibile da ignorare, così carismatica, decisa, che non accettava repliche, e tanto meno d'essere ignorata.

Il ragazzo si voltò a guardare l'elegante figura del padre mentre passava la mancina tra la folta barba curata, e restò in silenzio, con un espressione scocciata, di chi ha fretta e attende solo di poter tornare ad ignorare quel seccante contrattempo per potersene andare sulla propria strada.

-Togli dal volto quell'espressione! Non tollero mi si guardi così!- ordinò l'uomo sentendo la presenza moglie porsi accanto a lui, tremante, timorosa, mentre i suoi occhi correvano frenetici sui volti dei figli, cupi, seri, furenti

-Tranquillo... non me la vedrai più in viso! Ed ora sarò ben lieto di sostituirla con un sorriso, appena avrò varcato quella soglia!- disse secco e deciso il maggiore dei figli voltandosi mentre il suo bagaglio levitò da terra dirigendosi da solo verso l'uscio della casa.

-Mi stai dicendo che te ne vai di casa?- chiese divertito l'uomo senza distogliere i penetranti occhi di ghiaccio puro dal figlio che detestava quello sguardo che ti faceva sentire nudo, inerme

-Si, esattamente! Vi libero della mia irritante presenza, posso finalmente dimenticarmi dei vostri volti!- tuonò folle il giovane voltandosi nuovamente versoi genitori, con ampi gesti teatrali, il volto vermiglio

-Abbassa immediatamente quel tono Sirius, e riporta all'istante quel baule nella tua stanza!- ordinò tra i denti la signora Black, decisa, irritata, furente, e la sua minuta figura sembrò lievitare imponendosi come la più nobile delle figure autoritarie

Ma ciò non sembrò colpire minimamente il giovane che si voltò nuovamente e fece per raggiungere il suo baule, ma Regolus lo anticipò frapponendosi tra i fratello e l'uscio:-Non prendo più ordini da voi W---! in quanto a te Rospo, togliti!- disse fissando il fratello e prendendolo per il braccio cercò di spingerlo via ma ricevette un pugno inaspettato in pieno volto. Barcollò all'indietro, poggiandosi al muro con la destra e toccandosi il labbro sanguinante con la mancina

-Regolus!- strillò stizzita la donna ma fu azzittita dal marito che osservava i figli impassibile, ascoltando le loro parole, studiandoli con noia

-È così che li ripaghi dopo tutto quello che ti hanno dato?- chiese sdegnato il più giovane, col fiato corto per la rabbia, carico d'odio, l'adrenalina ora gli percorreva l'intero corpo eccitato per quel gesto che aveva appena compiuto

-Cosa mi hanno dato eh? Il minimo che mi occorreva per farmi campare! Io sono ciò che sono non certo grazie a loro! E lo stesso vale per te stupido idiota! Smettila di farti grande ai loro occhi quando sai benissimo anche tu che fremi dal desiderio di lasciare queste sudice mura!- ruggì il giovane scostandosi dal muro, facendo sobbalzare la madre, rivelando la verità a suo fratello, verità che gli bruciava da tempo, e che avrebbe represso ancora una voltandosi

-Ti odio Sirius, ti odio con tutto me stesso! E non voglio vedere la soddisfazione sul tuo volto, non voglio che tu abbandoni questa casa! Ti voglio vedere soffrire fra queste sudice mura, voglio vederti soffocare in questa gabbia scoppiando d'odio! E se tagliarti le ali per impedirti di volar via significa privarti di ogni affetto, degli amici, son disposto anche a questo!- la follia lo pervase, quel suo dire incontrollato quei suoi desideri repressi fino a quel momento, quasi uccisero la madre e scossero terribilmente il padre,che si pentì terribilmente di non esser intervenuto prima

-Maledetto schifoso!- ruggì Sirius estraendo la sua bacchetta e la puntò contro il fratello che lo fisso, sudato, con le pupille dilatate, il volto di un folle

-Sirius no!- squittì la madre sull'orlo dello svenimento, il viso visibilmente scosso e scioccato, pallido e sciupato, il respiro tremante, pesante ed insicuro mentre i grandi occhi verdi erano spalancati fissando i figli rivali

-Non lo farà! Ha fatto una promessa ad una sporca mezzosangue! Ha giurato di non rispondere mai più alle provocazioni! Il suo stupido orgoglio da Grifone non gli permetterà di stregarmi!- sicuro il dire del più giovane, certo che nulla gli sarebbe accaduto, ma mai nella sua vita si trovò più nel torto. Un impetuoso incantesimo lo investi, come una mandria di tori in corsa, scaraventandolo contro la parete togliendogli il respiro

-Non ho mai seguito le regole Rospo! E certe promesse non sono diverse da quest'ultime!- sibilò il maggiore osservando il fratello accasciato a terra, ansimante, ricoperto d'intonaco che svenne sbattendo la testa a terra.

Fu un attimo e già il giovane era uscito da quella casa, con le sue poche cose, voltando le spalle a quella casa, credendo per sempre, ma comunque le volto alla sua famiglia, non rivedendola mai più. Ma prima che fosse troppo lontano poté udire la voce di sua madre urlare il suo nome appena venne a sapere dall'elfo domestico che era stata privata dal suo figlio maggiore dei gioielli di famiglia ed un ingente somma di denaro odiandolo a vita.



   
 
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