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Autore: Mokaccina    16/11/2011    4 recensioni
Può un cane come me, solamente aspirare a questo piccolo pezzo di paradiso ?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda mattinata d’inverno, ormai era quasi alle porte la primavera e gli ultimi fiocchi di neve imperterriti cadevano delicati sui bordi della strada sperando di riuscire di nuovo a ricoprire quella sterile striscia di cemento.
I primi germogli di qualche fiore facevano già capolino al di sotto di un sottile strato di fogliame umido.
Una figura slanciata si stagliava giù per quel cupo paesaggio urbano, incappucciata in un caldo cappotto dai bordi impellicciati.
Heine alzò lo sguardo al cielo per tirare un sospiro di sorpresa nel vedere che, nonostante i pochi fiocchi di neve, il cielo era completamente privo di nuvole.
-Anche il tempo ora si mette a fare il furbo- disse con un aria piuttosto scocciata.
Si tolse il cappuccio non appena  fu di fronte alla soglia della chiesa di Bishop.
Entrò con cautela scorgendo in lontananza la delicata figura di Nill accovacciata sulle scale direttamente sotto l’altare.
Per un momento si fermò a contemplare quella minuta figura.
Le piccole ali soffici e rilassate emanavano un candore unico sotto i riflessi vitrei della luce nella chiesa.
I capelli dolcemente raccolti in due codine la rendevano una piccola bambolina di porcellana in attesa di qualcuno che la accudisse.
Ripresosi dai suoi pensieri Heine con un mezzo sorriso si diresse verso la ragazzina assopita e senza far troppo rumore si poggiò su di una panca proprio lì davanti.
Tirando indietro il capo  si mise a rimirare le navate della chiesa, sempre stato un luogo familiare e in un certo senso sconosciuto per le sue membra cresciute chissà dove sotto questa malfamata città.
Un battito d’ali interruppe i pensieri di Heine, come il soffio di un vento caldo proveniente da Oriente.
I loro occhi si incontrarono.
Heine ebbe un sussulto e con gentilezza distolse lo sguardo da Nill, che con una docile aria assonnata, ma contenta, gli si avvicinò.
-Ehi, Nill…ti ho svegliata?- gli disse osservando le panche intorno a loro.
Nill con un lieve cenno di capo negò sorridendogli.
Poco dopo come se stesse danzando gli si sedette vicino osservando in maniera meditabonda lo sguardo perso chissà dove nella chiesa di Heine.
Gli afferrò un braccio scuotendolo verso di se.
Heine distrattamente si voltò verso di lei, che con aria supplicante gli chiedeva attenzioni, poggiandogli in modo delicato una mano in testa, accarezzandola.
-Non preoccuparti, Nill. Starò ancora un po’ qui con te- detto ciò gli porse come un piccolo sprazzo di malinconia di quei tempi, che fece rattristare gli occhi di lei.
Nill con fare pacato gli si accostò ad una guancia e come un tocco soffice di una piuma poggiò le labbra su quella pelle biancastra, quasi innaturale, che caratterizzava Heine assieme ad i suoi capelli eterei.
Le guance del ragazzo si arrossarono in maniera quasi impercettibile e voltandosi verso di lei la accolse fra le braccia stringendola.
-Può un cane come me, solamente pensare di poter aspirare a questo piccolo pezzo di paradiso ?-
Dette queste parole con gentilezza scostò Nill, che raggiante come un fascio di luce le sorrideva innocente, prese le sue pistole e si incamminò verso l’uscita con aria turbata.
In quel momento Nill alzò con fare premuroso una mano e salutò con tutti i riguardi Heine.
Fu un istante, una fresca goccia di rugiada che scese lenta e dolce lungo il profilo delle spalle di Heine, Nill mimò delle parole alle spalle del ragazzo impercettibili, purtroppo, per la mancanza di voce della ragazza. Ma nella sua mente lei sapeva benissimo cosa provava e cosa non sarebbe mai riuscita a pronunciare.
Ti amo.
  
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