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Autore: lu1980    17/11/2011    4 recensioni
E chi non ne avrebbe con uno come lui!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanti dubbi l'assalivano.

Era tornato alla vigilia di Natale.

Davanti a tutti aveva chiesto scusa per averla fatta soffrire per tanti anni.

E davanti a tutti si era dichiarato.

Da quella sera erano passati diversi mesi, oramai era primavera, ovunque era un tappeto di fiori.

Ma non nel suo cuore, qualcosa non andava.

Dormivano assieme, ma finora c'erano stati solo baci, carezze, qualche scenatina e svariati slanci d'affetto, ma nulla di più.

-diamine! Siamo adulti, e perfettamente consapevoli di quello che facciamo, cosa aspetta!- sfogò quell'attimo di rabbia lanciando nel lago un sasso per ogni parola, ignorando che la persona a cui era rivolto il messaggio stesse ascoltando tutto ben nascosto tra le piante.


 

** - **


 

L'orologio diceva che erano quasi le sei della sera, una rapida occhiata agli appunti che aveva davanti, si traducevano in un paio d'ore di lavoro, decise di fermarsi per finire, erano gli ultimi pezzi del progetto del nuovo Delfino.

Le due ore divennero presto tre e poi quattro, ad ogni minimo rumore proveniente dal corridoio alzava il capo e ascoltava, come mai non arrivava?

Lo faceva sempre, ogni volta che lei prolungava il lavoro lui arrivava con la cena per entrambi e si fermava a farle compagnia.

Ma non quella sera, e questo non faceva altro che aumentare i dubbi che già l'attanagliavano, inserì gli ultimi dati e spense il computer.

Chiudendo la porta le venne un flash, e corse in mensa, sicuramente era lì, le aveva fatto solo uno scherzo.

E, invece, rimase delusa l’unica cosa che trovò fu un vassoio con dei contenitori termici e la sua cena.

Mangiò giusto per placare il suo stomaco e mesta rientrò nella sua stanza, per sua fortuna non trovò nessuno lungo il percorso, meglio così, non era dell’umore giusto per parlare.


 

**-**


 

In camera sua la finestra era aperta, un filo d’aria muoveva lentamente le tende, fuori la luna piena proiettava la sua luce d’argento sul pavimento, uscì per ammirarne lo splendore e lo vide.

Era appoggiato al balcone con lo sguardo verso di lei, ebbe un colpo al cuore nel vedere a terra lo zaino.

-prendi il tuo o e metti dentro il necessario per il mare, restiamo fuori per il week end … a tuo padre l’ho già detto io-

Voleva rispondergli per le rime ma si limitò ad annuire nel vedere l’espressione del suo viso e una luce particolare nei suoi occhi.

Aprì l’armadio e i cassetti, aveva detto zaino quindi si traduceva in moto, preparò quanto necessario in pochi minuti.

-ho finito- disse mettendosi lo zaino sulla schiena.

-bene, andiamo- rispose lui attraversando la stanza e aprendo la porta.

Lo seguì in silenzio fino al garage, e sempre in silenzio misero i caschi e i guanti mentre la moto si scaldava.

-so che non ti perdo per strada, ma attaccati a me- le disse mentre fissava il suo zaino al serbatoio.

-ok- rispose lei chiudendo la visiera.

La moto corse veloce fino alla città, per arrivare al mare la dovevano attraversare.

Ad ogni semaforo rosso sentiva la mano di lui posarsi sulle sue dita intrecciate alla vita del ragazzo.


 

**-**


 

La casa al mare era una bella villetta di due piani che dava sulla spiaggia, sorgeva in una zona turistico residenziale che nel giro di un mese o poco più avrebbe pullulato di gente.

Entrarono direttamente nel garage, visto che Actarus restava muto uscì camminare sulla spiaggia, altri dubbi e pensieri si aggiungevano ai già tanti che pullulavano nella sua testa.

Guardò in alto, lì a riva la luna piena riflessa sul mare calmo era ancora più bella.

-è stupenda, non trovi?-

Era talmente tesa che neanche l’aveva sentito arrivare –sì- disse con un filo di voce.

-dai entriamo, inizia ad essere umido-

Volutamente rimase alcuni passi dietro di lui, avrebbe voluto evitare di dormire assieme ma non era possibile, prese tempo con la scusa di farsi una doccia.

Tornata in camera lo vide nel letto, tese le orecchie, dormiva “meno male” pensò tra sé, si sedette a gambe piegate col cuscino dietro la schiena, era ancora molto nervosa, era talmente nervosa che il sonno era svanito.

-una persona adulta e perfettamente consapevole non si comporta così-

Il cuore iniziò a batterle forte, aveva sentito le sue parole.

Iniziò a sudare freddo, perché andare lì, dato che aveva sentito tutto perché non chiarirsi a casa?

-eih, quando ritorni su questo mondo me lo dici?-

Era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse che la stava guardando –scusami è che …-

-non devi scusarti di nulla, è tutta colpa mia se ti ho fatto venire tanti dubbi-

La baciò, ma era un bacio diverso dal solito, più caldo, più carico d’intensità.

Sentì le mani prima sulle sue spalle e poi lentamente muoversi lungo la schiena e scendere verso il basso, lei, invece, non riusciva a spostarle dal petto di lui come al solito nudo.

Le sentì scendere ancora fino alla fine della maglietta e passare sotto per posarsi sui suoi fianchi per alcuni brevi istanti prima di iniziare a risalire lungo la spina dorsale.

-volevo che la nostra prima volta fosse speciale- le disse levandole la maglietta.

-sono la solita stupida, non avevo capito nulla-

-sì, però sei la mia “stupida”- iniziò a baciarla sul collo e pian piano a scendere sul seno.

Sentiva la tensione svanire, mentre si lasciava andare ai gesti esperti di lui.


 

**-**


 

La luce nel nuovo giorno li trovò abbracciati come ogni mattina, ma stavolta era l’inizio di una nuova avventura.


 


 


 


 



 

  
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