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Autore: Lily_James    17/11/2011    3 recensioni
Capì di non essere un asso in nessuna materia a dodici anni.
Capì di avere degli amici fantastici a tredici anni.
Capì di essere decisamente troppo rotondo e troppo basso a quattordici anni.
Capì di essere diventato un Animagus a quindici anni.
Capì che essere un Malandrino era fantastico a sedici anni.
Capì di amare incredibilmente Hogwarts a diciassette anni.
Capì di avere un'immensa paura a diciotto anni.
Capì di non farcela più a diciannove anni.
Capì di essere un vigliacco a vent’anni.
Capì di aver fatto lo sbaglio più grosso della sua vita a ventun’anni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Minus | Coppie: Pansy/Theodore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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A Francy Potter. Grazie per le tue meravigliose recensioni. :)
 

 
Aveva nove anni, Peter, e adorava molte cose.
Adorava uscire nel cortile di casa sua, sdraiarsi sull'erba e osservare le nuvole dalle forme più bizzarre.
Adorava la sua famiglia. Specialmente ogni domenica, quando andavano a pesca tutti insieme. Suo padre, sua madre e lui. Si divertivano. Era spensierato. 
Adorava far capitare cose strane agli oggetti, come sollevarli o farli esplodere.
Alcuni ragazzini del vicinato lo prendevano in giro per il suo aspetto e il suo modo di comportarsi. Piangeva ogni notte per questo. Era forse un po’ troppo basso per la sua età, grasso e rotondo, con dei capelli lisci e biondicci e gli occhi di un azzurro acquoso. E oltre questo, era dannatamente timido e impacciato. Non aveva amici, e sperava, un giorno, non importava quando e come, di trovarne uno.

Aveva dieci anni, e finalmente trovò l'amico che aveva sempre desiderato. Un'amica di vecchia data di sua mamma si era trasferita nel suo stesso paesino, portando con se la sua piccola figlia, Jenny Williams.
Lui le piaceva tanto. Lo rapivano i suoi occhi verdissimi, le sue lentiggini su tutto il viso e i suoi lunghissimi capelli rossi, che teneva sempre legati in una treccia. Aveva un carattere socievole e costantemente allegro. Al contrario di Peter, a lei piaceva la vita.
Jenny amava disegnare. Ogni pomeriggio, lei e Peter si rifugiavano dietro l'albero del parco giochi, con fogli e colori, e disegnavano. Lei era proprio brava. Diverse volte Peter si distraeva a guardare la sua espressione concentrata mentre colorava qualcosa, ma ogni volta scuoteva la testa, confuso e imbarazzato, e tornava a disegnare.
Finalmente aveva trovato un’amica, una persona con cui condividere le migliori esperienze. E non l'avrebbe mai abbandonata.
 
Aveva quasi undici anni, e una mattina sua mamma entrò in camera, trafelata, con un enorme sorriso sulle labbra. Si avvicinò velocemente al letto di Peter, si sedette e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una lettera scarlatta. La aprì e la lesse, emozionata, mentre Peter ascoltava tutto a bocca aperta.
Era la lettera di Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria della quale sua madre gli aveva sempre parlato. 
Gli occhi della giovane donna era orgogliosi e entusiasti, mentre gli comunicava che il primo settembre sarebbe partito per Hogwarts. 
Ma lui non voleva assolutamente farlo.
Il giorno prima della partenza, andò a casa di Jenny. Lei lo accolse con un abbraccio e un bacio sulla guancia, come sempre.
Peter si sentiva dannatamente in colpa. Le aveva promesso che non l'avrebbe mai abbandonata.
Le disse che l'indomani sarebbe partito per una prestigiosa scuola di Londra, e che non sarebbe tornato fino alla fine dell'anno. La ragazzina alzò gli occhi da terra e lo guardò. Il sorriso era completamente sparito. Annuì rigidamente, poi lo afferrò per una spalla, lo guidò fino alla porta e scappò in camera.
 
Aveva undici anni, ed era nel treno di Hogwarts. Aveva lo sguardo perso, si massacrava pensieroso le mani.
A metà viaggio incontrò Remus. Remus era un ragazzo strano. Il suo viso delicato aveva una lunga cicatrice quasi invisibile lungo la guancia. Quando gli chiese come se la fosse fatta, lui alzò le spalle magre e disse che era caduto.
Venne smistato a Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore. Sapeva che l’audacia era l’ultima delle sue caratteristiche, per questo pregò il Cappello Parlante perché lo smistasse lì. E così avvenne.
Anche Remus finì lì, e con lui due ragazzini dall’aria arrogante e presuntuosa di nome James e Sirius. Tutti e quattro andarono immediatamente d'accordo. Per Peter era un'esperienza assolutamente nuova, fare amicizia con dei maschi. La sua unica amica era sempre stata solo Jenny.
Ma ora si trovava in un altro mondo, a Hogwarts. Aveva trovato tre amici, con cui avrebbe condiviso un dormitorio e parte della sua vita per sette e lunghi anni.

Capì di non essere un asso in nessuna materia a dodici anni.
Non faceva che prendere Troll in Pozioni e in Trasfigurazione, le materie che più odiava.
Sua madre gli mandava ogni settimana una lettera minacciosa a cui lui non sapeva che rispondere.
Era letteralmente disperato per i suoi bassi voti. Non era bravo in niente.
 
Capì di avere degli amici fantastici a tredici anni.
Era un pomeriggio nuvoloso, quando James convinse lui e Sirius ad andare in Biblioteca per cercare informazioni su quello che sarebbero diventati: Animagus. Tutto questo per tenere compagnia a Remus durante le notti di luna piena.

 
Capì di essere decisamente troppo rotondo e troppo basso a quattordici anni.
Katy Smith era uscita con Paul Simmons, e si chiese perché non le avesse chiesto di uscire prima. Forse era la sua stupida timidezza.
A volte desiderava essere come James. Voleva chiedere alle ragazze di uscire con una facilità disarmante. Voleva essere un asso nel Quidditch. Voleva essere brillante a scuola. Voleva essere carino. Voleva essere popolare. Voleva essere apprezzato. Voleva essere amato.
 
Capì di essere diventato un Animagus a quindici anni.
Erano passati due anni da quando cercava di trasformarsi nell'animale che più lo rappresentava, il topo.
Successe all’ora di Erbologia, quando gli spuntò una piccola coda dal fondoschiena,  e fu il momento più imbarazzante della sua vita. Fortunatamente nessuno si accorse di niente, nessuno a parte i suoi amici, che lo fissavano divertiti e stupiti.
Il suo nome era Codaliscia, il quarto consigliere e alleato dei Magici Malfattori, che creò assieme agli amici la Mappa del Malandrino.
 
Capì che essere un Malandrino era fantastico a sedici anni.
Bisognava rendere omaggio al rientro a Hogwarts con qualcosa di originale, diceva Sirius mentre scendevano dal treno.
Trasformarono la divisa di Mulciber e Mocciosus in boxer a cuoricini davanti a tutta la Sala Grande.
Quello stesso giorno, capì che pulire i vasi dell'Infermeria non era assolutamente divertente.
 
Capì di amare incredibilmente Hogwarts a diciassette anni.
La notte prima del rientro a casa, lui e i suoi amici si affacciarono per l'ultima volta dalla Torre di Astronomia. Rimasero là fino a notte fonda, ripercorrendo con un sorriso malinconico i momenti più divertenti che avevano passato a Hogwarts.
I sette anni più magici della sua vita.

 
Capì di avere un'immensa paura a diciotto anni.
Era giovane, uscito da Hogwarts da qualche mese, e si alleò con l'Ordine della Fenice insieme a James, Sirius, Remus e Lily.
Voldemort e i Mangiamorte lo spaventavano. Lui temeva la morte, aveva paura di svegliarsi e sapere che i suoi amici erano tutti morti. 
Per la prima volta nella sua vita, desiderò di tornare indietro nel tempo, a quando aveva otto anni, e rivivere le giornate senza angosce e preoccupazioni. Ma purtroppo sapeva che doveva andare avanti, raccogliere quel poco coraggio che aveva e lottare.
 
Capì di non farcela più a diciannove anni.
Iniziò a pensare di abbandonare l’Ordine della Fenice a causa di tutte le persone che venivano torturate o uccise. 
Sentiva la mancanza di Gideon, Fabian, Mary e tanti altri che avevano sacrificato le proprie vite per salvare l'Ordine. 
Ma lui non era mai stato forte come il resto di loro. Il coraggio lo stava col tempo abbandonando, e aveva una tremenda voglia di unirsi dalla parte giusta, quella più forte e vincente, quella che gli avrebbe salvato la vita.
 
Capì di essere un vigliacco a vent’anni.
Era una sera buia e ventosa, la sera in cui si alleò con Voldemort.
Odiava il sorriso gelido che gli increspava le labbra, o le mani come grossi ragni quando impugnavano la bacchetta. Ma lui era così potente. Che senso aveva stare nell’Ordine della Fenice? Solo pochi mesi e avrebbe conquistato tutto. Voldemort era il vincente, e ora che si era alleato dalla sua parte, lo era anche lui.
 
Capì di aver fatto lo sbaglio più grosso della sua vita a ventun’anni.
Andò a casa di James e Lily il 30 Ottobre. Sapeva che non li avrebbe più visti. Il giorno dopo sarebbero morti, sarebbero spariti per sempre, e vederli sorridere, fiduciosi, con la speranza in fondo al cuore, lo faceva sentire male.
Ma doveva fingere che fosse ancora loro amico, che fosse il Malandrino leale e coraggioso che camminava nei corridoi di Hogwarts e progettava scherzi con i suoi amici.  Il vecchio Peter era morto. La guerra lo aveva massacrato interiormente, l’aveva spaventato come non mai.
Era solo un vigliacco.
A sera tarda dovette andare via. James lo accompagnò all’uscio della porta. Peter osservò Lily da lontano: strizzava le guance a Harry e rideva.
Sì bloccò alla porta, improvvisamente spaventato. Stava abbandonando i suoi migliori amici alla morte.
Non poteva farlo, ma doveva. Il potere lo aspettava.
«Va tutto bene, Peter?» gli chiese James, perplesso.
«Tutto bene» sussurrò Peter.
Si voltò un'ultima volta e uscì di casa. Sentì il freddo pungergli il viso.
«Va tutto bene».


Note dell'Autrice:
Provo tanta compansione per Peter. Nonostante lo detesti con tutto il cuore per quello che ha fatto, penso che nella vita durante Hogwarts e anche prima fosse stato buono. Per me è la guerra ad averlo cambiato. E volevo semplicemente "raccontare" la sua vita come la immagino io. 
Spero che vi sia piaciuta.
Un bacio a tutti! :)
Lily_James.
  
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