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Autore: Vivien L    17/11/2011    12 recensioni
Missing moment di "Vieni via con me"
Un calore nuovo, diverso, bruciante e impetuoso s'impossessa di me. Edward mi tende l'altra mano, percorrendo con lo sguardo lo scollo della mia camicia da notte. Il riflesso della luna penetra il tessuto lasciando intravedere i miei seni nudi. Si china su di me, posando le dita sui lacci del corpetto, e proprio quando le sue labbra stanno per incontrare le mie le parole che Renèe mi ha sussurrato poco prima che ci salutassimo mi riempono la mente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
- Questa storia fa parte della serie 'Il tempo che verrà '
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LA SPOSA GENTILE



Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.
(Arthur Rimbaud)





Esme sospira. Una lacrima le lambisce le guance e una risata divertita si alza dalla tavolata.
Edward sorride, allontanando le mani dalla carrozzella e posandole sulle mie. Le accarezza, sollevandole e portandosele all'altezza degli occhi.
Le guarda attentamente, soffermandosi sulla fede che mi scintilla sull'anulare sinistro, e il suo viso si accende di un'emozione impossibile da tradurre a parole.
E poi lo bacia; bacia quell'anello per cui ha lottato con tutto se stesso, lo bacia con fervore, incapace di trattenersi, ignorando i fischi maliziosi con cui i suoi amici vorrebbero schernirlo. Lo bacia con devozione, perché quell' anello simboleggia una promessa eterna e indissolubile, perché sa che ormai sono sua, mi ha legata a sé impedendomi di abbandonarlo, e io so che lui mi appartiene, che il suo cuore, la sua anima, i suoi pensieri, tutto, di lui, porta il segno della mia presenza al suo fianco. Nessuno riuscirà ad allontanarci.
Non avrei mai pensato di arrivare a questo, mai avrei immaginato che Edward potesse regalarmi un amore così assoluto, che un giorno mi si sarebbe mozzato il fiato in gola al pensiero delle sue labbra che sfiorano le mie, come se i nostri corpi fossero nati per combaciare, come se le nostre anime fossero gusci vuoti riempiti soltanto dell'amore che nutriamo l'una per l'altro.
"Mia madre sta per crollare"  bisbiglia divertito facendo sorridere anche me. Guardo Esme, l'emozione che le illumina il viso, il singolare baluginio dei suoi occhi, le mani che torturano il fazzoletto di seta bagnato delle sue lacrime.
E' felice, Esme, perché ha finalmente visto il più grande sogno di suo figlio realizzarsi. E' felice perchè si fida di me, perché sa che lo amo e che mi prenderò cura di lui, che gli darò dei figli, che vivremo un'esistenza serena, che non tradirò la fiducia della mia nuova famiglia.
Anche mia madre sfoggia un'espressione soddisfatta, a tratti tirata, a tratti sinceramente sollevata dalla piega che ha preso la situazione. Quando ho lasciato Emmett all'altare credevo che Renèe non mi avrebbe mai più rivolto la parola, e inizialmente così è stato.
Come hai potuto, ha gridato inferocita, abbandonare un uomo della sua levatura senza fornirgli alcuna spiegazione, frantumando il suo povero cuore innamorato?
Mia madre ha un'indole piuttosto tragica, e ha ingigantito il tutto minacciando di cacciarmi di casa se non fossi tornata sui miei passi. Tuttavia,  non me la sento di biasimarla: lasciando Emmett a quel modo ho commesso un'azione imperdonabile e tutt'oggi il pensiero del suo viso stravolto dall'angoscia  mi tormenta nel sonno. Ma Edward ha, ancora una volta, mostrato tutta la sua prontezza di spirito convocando Renèe nel suo maniero e spiegandole la situazione: mi avrebbe sposata ad ogni costo, con o senza il beneplacito dei miei genitori. Anche se mio padre gli avesse rifiutato la mia mano avrebbe tentato di farmi sua, perché ormai mi aveva trovata e non avrebbe più fatto a meno di me. Quando Renèe ha cercato di obbiettare Edward l'ha interrotta minacciandola persino di rapirmi se non avesse acconsentito al nostro matrimonio.
Sorrido istintivamente, seppellendo il viso nel suo petto e lasciandomi cullare dal suo profumo.
"Sei stanca?" dice, aggrottando la fronte e arcuando le sopracciglia. Rido leggermente.
"Sei buffo quando improvvisi il ruolo di marito premuroso"
"Io sono premuroso, piccola strega" mi ammonisce, fingendosi offeso. Non riesco a trattenere un sorriso, e lui strattona la manica dell'abito bianco attirandomi a sé.
"Questa notte, quando saremo soli..."
"Mi metti in imbarazzo, Edward!" rimbecco, le guance incendiate da un' improvvisa fiammata di calore "Sai che io..."
Mi bacia gentilmente le mani, ridendo quasi istericamente. E' agitato, ma cerca di non darlo a vedere. 
"Sono mesi che penso al giorno in cui ti avrò finalmente fatta mia" dice con espressione solenne e sinceramente emozionata "E quel giorno è finalmente arrivato. E' un sogno che si avvera, Bella. Il solo pensiero che stavi..." il suo viso s'incupisce.
So che i ricordi si sono ancora una volta impadroniti della sua mente, e un brivido d'ansia mi scuote tutta. Sembrano passati anni, ma la realtà è ben diversa: neanche quattro mesi prima stavo per sposare un uomo che non amavo. Ero davvero convinta che io e Edward non fossimo fatti l'una per l'altro, e diventare la signora Mc.Carty mi pareva la scelta migliore. Mi sono sempre vantata di essere una donna estremamente tenace, fiera e combattiva, ma quando ho conosciuto il vero amore le mie difese sono crollate rivelando la mia profonda debolezza d'animo. Una debolezza che soltanto Edward è riuscito a intuire, prendendo in mano le redini dei nostri destini e costringendomi ad accettare la verità: Edward mi ama, e io amo lui. Niente e nessuno riuscirà a separarci; non la lontananza, non le incomprensioni, né le gelosie o le differenze sociali.
Il ricevimento si è protratto per oltre un ora. Quando io e Edward abbiamo deciso di ritirarci, Charlie si è alzato e, per la prima volta nei miei diciotto anni, mi ha stretta a sé avvolgendomi in un abbraccio di addio.
Anche Renèe mi ha salutata, e le lacrime che le hanno rigato gli occhi mi hanno fatto intuire che non dev'essere stato facile vedermi andar via, permettere che io e mio marito iniziassimo la nostra vita insieme lasciandoci alle spalle quella precedente. Ha goffamente tentato di consolarmi, borbottando che la prima notte di nozze non sarebbe stata così terribile e che Edward si sarebbe preso cura di me. Tuttavia, dalla luce preoccupata che le ha infiammato il viso ho intuito la menzogna che si nasconde dietro le sue parole. Sono stata educata secondo i dettami della cristianità, della castità e del pudore , e so che l'amore fisico non diventerà mai qualcosa di piacevole, che sarà sempre una sofferenza sottomettermi a mio marito permettendogli di impossessarsi del mio corpo.
Ma quando, alcune ore dopo, raggiungiamo il letto della nostra stanza, e le mani di Edward trovano le mie, mentre la luna illumina il morbido profilo del suo volto, gli occhi verdi screziati da sottili pagliuzze dorate incastonate in un ovale perfetto, il suo sorriso è così caldo, e sincero, e pieno d'amore e passione e sacrificio,  e io sento che nessuno dei suoi baci potrebbe mai causare il mio ritrarmi, nessuna delle sue carezze mi farebbe soffrire, e il mio corpo non verrà violato, ma amato, venerato, idolatrato, accudito e protetto, e la paura muta, si trasforma, la sento scemare dalla mia mente e alleggerirmi l'anima.
Un calore nuovo, diverso, bruciante e impetuoso s'impossessa di me. Edward mi tende l'altra mano, percorrendo con lo sguardo lo scollo della mia camicia da notte. Il riflesso della luna penetra il tessuto lasciando intravedere i miei seni nudi. Stranamente, non arrossisco: il bisogno di stringerlo a me è più forte di tutto, persino della timidezza. Edward mi attira a sé, stendendomi sul materasso e guardandomi intensamente: l'emozione che gli illumina gli occhi mi fa fremere, e lui sorride. Si china su di me, posando le dita sui lacci del corpetto,  e proprio quando le sue labbra stanno per incontrare le mie le parole che Renèe mi ha sussurrato poco prima che ci salutassimo mi riempono la mente.
Il coraggio, Isabella, appartiene agli amori nuovi.  Gli amori vecchi sono sempre un po' vili.













Nda: eccoci qui. Sono quasi due mesi che non entro in questo fandom, sia come autrice che come lettrice. I motivi sono tanti e non mi dilungherò spiegandovi il perchè ho momentaneamente abbandonato questa sezione. Mi vergogno come una ladra a ripresentarmi sapendo che ho delle storie in sospeso, ma vi assicuro che, nel bene o nel male, tutte le mie fanfiction verranno portate a termine. Su questo non ci sono dubbi. Ho solo bisogno di... tempo. Tempo per riprendere dimistichezza con Edward e Bella, tempo per adattarmi a ragionamenti e comportamenti cui sono completamente estranea, perchè sono passati due anni dalla prima volta che misi piede in questo fandom e tante cose sono cambiate. Anche su questo punto non mi dilungherò, ma mi auguro che il mio ritorno vi sia gradito e che i miei vecchi lettori siano ancora disposti a leggermi. :) Scriverò altri missing moment di Vieni via con me, per cui se avete qualche suggerimento (vi ricordo che, a tal proposito,  ho anche indetto un sondaggio nel mio blog) fatevi pure avanti. A presto, Elisa.


Ps: ringrazio Matisse, _Betrayed, Lily Masen e Meredhit89 per aver letto in anteprima questa storia e per avermi incoraggiata a pubblicare. Siete fantastiche, ragazze!




Note:
1) Essendo la storia ambientata in una terra rude e selvaggia (l'Inghilterra del nord, con le sue brughiere e le vaste campagne, il clima rigido, l'economia e il folklore contadino) ho pensato che il ricevimento di matrimonio fra un nobile e una proletaria non dovesse necessariamente essere organizzato in pompa magna, anche perchè lo sfarzo, in simili casi, era considerato di cattivo gusto: un nobile non poteva vantarsi di sposare una contadina.
2) L'ultima frase è tratta da un libro di M.Mazzantini, Venuto al mondo.
3)Il titolo della shot è preso in prestito dal libro "La sposa gentile", di Lia Levi. Ammetto che quest'aggettivo potrebbe essere frainteso: nel parlato comune, "gentili" sono coloro che non appartengono alla religione ebraica. Questo termine ha però origini molto più profonde che ho pensato di adattare alla mia fanfiction. "Gentile" in realtà significa "appartenente ad altra gente", e Bella ha in effetti origini completamente diverse da quelle di Edward. Se ho fatto una gaffe, mi scuso.





   
 
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