Anime & Manga > Shaman King
Ricorda la storia  |      
Autore: Mitsuki Loveless    17/11/2011    4 recensioni
Non mi sarei mai aspettata di rimanere bloccata in quel maledetto ascensore con un inquilino del mio palazzo.
Per giunta fra tutti proprio l'unico che aveva una brutta reputazione.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yoh Asakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shaman Soul is a Moonlight Shadow'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shaman King
Salve a tutti, sono di nuovo io Mitsuki Loveless xD Dedico questa mini fic alla mia dolcissima beta Giulia Loveless, a Paki e a tutti coloro che leggono le mie fan fiction. Da poco ho perso un amico importante. Mi dispiace perchè era un'amicizia meravigliosa ma per colpa mia è andata a finire così. Spero che questa piccola fan fiction piaccia anche se il protagonista è abbastanza OOC è proprio come lo volevo io!!! xD
Buona lettura e grazie a tutti!!


A boy who dances with ghosts



La mia prima impressione su di lui non avrei mai potuto cancellarla dalla mia memoria neanche volendo.
Era rimasto lì, poggiato alla parete dell'ascensore, a fissarmi apatico forse da una ventina di minuti. Due pozzi neri e profondi erano fissi su di me. Le braccia rilassate, cascavano sui suoi fianchi e le mani affondavano nelle larghe tasche di un pantalone nero petrolio. Attorno al collo spiccavano un paio di cuffie di un arancione brillante che si intonavano a pennello con le rifiniture della maglietta nera, estiva, a collo alto che indossava. Non un suono o un respiro rompevano il silenzio che si era creato in quel piccolo spazio che ci divideva ma al contempo ci teneva imprigionati nello stesso spazio.
Non mi sarei mai aspettata di rimanere bloccata in quel maledetto ascensore con un inquilino del mio palazzo. Per giunta fra tutti proprio l'unico che aveva una brutta reputazione. Giravano strane voci su di lui, tra cui quella che riuscisse a parlare con i morti. Mi sentivo in soggezione e avevo paura.
In passato ci eravamo incrociati in quello stesso posto, di sfuggita, solo perchè abitavamo nello stesso edificio. Più volte, avevo pensato a quanto fosse poco socievole e di poche parole, attribuendo la causa alla nostra totale mancanza di conversazione e al timore che mi provocava il solo pensare a quelle dicerie.
In ogni caso, quel suo fissarmi insistente, iniziava ad infastidirmi e con il passare del tempo cominciai a pensare seriamente di avere qualcosa che non andava sul viso o di avere qualcosa fra i capelli.
Poi dopo un altra decina di minuti si arrese alla stanchezza e si sedette a terra. Quello era forse il momento adatto per iniziare una conversazione.
-Scusa...-
Lui alzò lo sguardo. Il viso serio. Le labbra serrate. Mi parve attraente in quella ostentata dimostrazione di non sò quale sentimento. Più taceva, più era affascinante.
I capelli castani incorniciavano il viso, ricadendo prepotenti e scomposti davanti allo sguardo sicuro.
Tentennai cercando di continuare a parlare senza farmi distrarre inutilmente.
-Non credi sia strano che nessuno abbia sentito l'allarme..?-
Mi strinsi con le spalle al muro dalla parte opposta alla sua, cercando in un certo qual modo di proteggermi da non capii nemmeno io cosa di preciso.
Lui con le braccia, facendo perno sul ginocchio, si rialzò altezzoso. Eppure ancora non rispondeva alla mia domanda, al contrario aveva cominciato ad avvicinarsi a me. Pericolosamente.
-Siamo b..bloccati quì da un pò... Possibile che-
Balbettai imbarazzata e impaurita dalla situazione. Ma dovetti bloccarmi quando anche la luce lì dentro ci abbandonò. Sospirai seccata non riuscendo più a vedere cosa mi stesse accadendo intorno.
-Non preoccuparti...-
Due braccia forti mi cinsero il corpo facendomi sobbalzare e arrossire. Una voce calda mi aveva sussurrato nell'orecchio con una calma e una dolcezza impagabile. Chiusi forte le mani sulla maglietta del ragazzo che mi stringeva e che aveva un profumo delizioso. Diverso da quello che immaginavo. Gli occhi pian piano si abituarono all'oscurità e riuscii ad intravedere nella penombra i suoi occhi dilatati. Incantevoli quanto lascivi.
Tremavo, d'inquitudine o di eccitazione. Non sò.
-Non hai paura di me?-
Il suono di quelle parole ancora una volta mi scaldò.
Tutti lo sapevano. Lui non era come gli altri. Usciva di sera tardi, tante volte l'avevo spiato con la coda dell'occhio mentre tornavo a casa e lui chiudeva il portone dietro le spalle di notte. Per poi tornare il mattino seguente. Si diceva che andasse al cimitero quando la luna piena era alta in cielo. L'avevano sentito far festa e parlare di morti. Di sciamani. Mi ero sempre tenuta alla larga da lui.
Perchè ora il destino mi aveva costretta a stargli accanto in quel luogo tanto tetro quanto il suo animo?
Non riuscivo a pronunciare alcun suono.
Due dita mi sollevarono il mento, cercai di divincolarmi goffamente, ma lui mi costrinse a dargli le dovute attenzioni cingendomi il fianco, afferrandomi, cercando i miei occhi per farli annegare nei suoi.
Cercai nel mio cuore la forza di potergli rispondere ed uscì un flebile sibilio. Che lui afferrò miracolosamente. Aveva un buon udito.
-Chi sei...?-
In trappola. Imprigionata da un emerito sconosciuto di cui non conoscevo neanche il nome. Mi annusò i capelli, non lasciandomi il viso neanche per un attimo. Baciò con le labbra calde la mia guancia.
Il suo respiro mi scaldò le gote che divennero di un rosa intenso. Lui sorrise dalla mia reazione e inarcò le sue labbra morbide in un ghigno. Maliziose tanto quanto lussuriose. Mi sentivo morire. Non mi sentivo neanche più io. Desideravo ardentemente un contatto più profondo con lui.
-Chiunque tu vuoi che io sia...-
Quasi ansimavamo prendendo aria, non celando la voglia che premeva dallo stomaco fino alla gola. Lontani due millimetri l'uno dall'altro. Troppo vicino. Un afrodisiaco per il mio corpo.
Fu la mia bocca a dischiudersi piano, non ero io a comandarla, aveva preso possesso di me un sentimento troppo forte. Di trasgredire. Di abbandonarmi a quelle braccia. Di fare qualcosa di altamente idiota.
Prepotente leccò le mie labbra e la mia lingua per poi infilare la sua nella cavità orale. Assaporando. Muovendola con foga. E sentii un buon sapore. E mentre continuava quella lenta e disinibita danza, le sue mani carezzavano ossessive i miei fianchi. Allacciai le braccia al suo collo muovendo il viso, in sintonia con lui che aveva incollato il suo fisico al mio. Lo sentivo violento e aggressivo.
Infine morse le mie labbra e le leccò, avido e famelico, per poi allontanarsi non distogliendo gli occhi da me.
Non riuscii immediatamente a riprendermi da quella fame di lui
e sicuramente non mi sarei fermata a quel bacio, se quella maledetta luce non si fosse accesa proprio in quel momento.
Senza che me ne accorgessi lui tornò lì. Su quella parete, lontano da me.
Di nuovo serio, distante ed irraggiungibile. Senza darmi una spiegazione, senza dare un senso a quel bacio.
Le porte dell'elevatore si aprirono e il suo sguardo non era più posato su di me. Era tornato vuoto come ogni qual volta mi ero presa la libertà di posarvi il mio.
Lui uscì e io lo seguii con gli occhi senza dir nulla.
Prese le chiavi dal pantalone e aprì la porta di casa.
Si intravide un appartamento dalla luce torva.
Ed entrando chiuse l'uscio alle sue spalle.
La sua figura così sinistra e provocante scomparve.
Sull'ingresso una targhetta dorata ove in un nero acceso era intagliato un solo nome.
Le porte dell'ascensore si chiusero per portarmi al piano superiore dove si trovava il mio alloggio.
E rammentai. Lui era la persona che più di tutte mi aveva conquistata quando mi ero trasferita in quel condominio.
Mi stavo ancora trasferendo. Stavo spostando le scatole con i miei effetti personali sul pianerottolo e mentre controllavo di non aver dimenticato nulla sul camion dei trasporti lui mi passò tranquillamente accanto ascoltando musica dalle sue cuffie.
Mi voltai osservandolo estasiata da tanta bellezza. Rimase indifferente anche se aveva notato il mio sguardo insistente.
-Stai attenta ragazzina. Quello non è un tipo normale. Stagli alla larga.-
Una vecchia signora che mi stava aiutando a salire i bagagli mi avvisò notando il mio disappunto a riguardo. Poi concluse avendo catturato la mia attenzione.
-Ha delle strane abitudini. Non è un tipo per una brava ragazza come te.-
La mia domanda sorse spontanea, ingenua. Desideravo saperlo.
-Qual'è il suo nome...?-
La vecchietta sorrise.
Nel frattempo l'ascensore si riaprì e io mi ritrovai sola a rimuginare sul pianerottolo di fronte al mio appartamento.
Sussurrando,
prima di entrare in casa,
l'unica cosa certa che conoscevo di lui.
-Yoh Asakura. A boy who dances with ghosts.-

Yoh Asakura


OWARI

Mitsuki Loveless

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shaman King / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki Loveless