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Autore: Vianne1013    18/11/2011    4 recensioni
Prima ff sulla coppia Haruka & Seiya spero che vi piaccia.baciotti
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka/Heles, Seiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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Mentre stava salendo le scale, il suo cuore iniziò a battere con grande violenza nel suo petto. Il calore delicato e rossastro delle tre del pomeriggio sfiorò il suo viso e le calmò leggermente l’ansia. Lei sapeva che era sbagliato, sapeva che avrebbe dovuto bloccare il tutto prima che la cosa si fosse fatta più profonda, più intensa.. più seria, ma non riusciva a smettere. Quelle occasioni, quei momenti della giornata la facevano sentire viva, forte, bella e speciale.  Lei che avrebbe dovuto odiare i ragazzi, che si era ripromessa ad un’altra persona, lei che alla fine era stata lasciata sola.. lei aveva scelto di vivere quella situazione fino alla fine.. si era incastrata da sola, con le sue stesse mani e ora non poteva fare a meno di continuare.
Le sue gambe continuarono a salire l’enorme scalinata verso l’enorme finestra sulla sommità, nessuno era mai salito fin lassù.. solo lei e la persona che la stava aspettando. Il calore del sole le solleticò la pelle mentre il suo petto si alzava e abbassava con grande velocità. Il suo cuore iniziò ad esploderle nel petto mentre tutto il suo corpo s’irrigidiva e la sua andatura diventava statica e forzata e lei assumeva l’aspetto di un condannato a morte.
All’improvviso si fermò, afferrò saldamente il corrimano di ferro e si voltò di lato, osservando il grande cortile della scuola, completamente deserto. Tutte le attività sportive erano state spostate al giorno dopo, e gli unici corsi pomeridiani erano quelli di arte, cucina e pittura che si tenevano nelle aule poste al primo piano, ma nessuno sarebbe mai salito su a quest’ora, la biblioteca era chiusa, nessuno sarebbe salito su a fare il terzo incomodo… nessuno li avrebbe scoperti, nessuno avrebbe saputo… nessuno l’avrebbe mai salvata da se stessa.
I suoi pensieri vagarono all’improvviso e mentalmente ritornò al giorno tanto fatidico, una giornata di sole caldo, erano le tre e la scuola era quasi deserta, lei stava tornando a casa e proprio vicino all’uscita incontrò l’unica persona che non avrebbe mai voluto vedere.
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Erano sempre stati l’uno contro l’altra e quell’incontro improvviso l’aveva colta di sorpresa.. eppure aveva cercato di mantenere il suo sangue freddo. Con finta noncuranza e serenità, si era avvolta la sciarpa attorno al collo, aveva stretto la borsa tra le mani, aveva drizzato il busto e aveva iniziato a camminare con la chiara intenzione di evitarlo.. ma lui non era del suo stesso parere.
Nel momento in cui lei gli era passata accanto, le sue mani l’avevano afferrata con forza e l’aveva trascinata con sé verso il muro adiacente e le si era parato davanti senza darle alcuna possibilità di fuga.
“Io ti piaccio vero?” le aveva chiesto con aria decisa, senza paura, senza giri di parole, ma con il solo desiderio di scoprire la verità.
“Ma che stai dicendo?” aveva risposto lei, stringendosi contro il petto la sciarpa bianca.
“Rispondi, senza fare finta di non capire.”
“Ma ti ha dato di volta il cervello? Non sto facendo finta di non capire, non capisco e basta!” disse lei cercando rimanere calma, ma quando c’era lui, era impossibile essere calmi. Bugia, tremenda bugia, lei sapeva esattamente di cosa stessero parlando…  della riunione studentesca tenutasi qualche ora prima. Erano seduti distanti, in due file separate, come si usava  per separare maschi e femmine e per qualche motivo, lei si era accorta di aver iniziato a fissarlo, intensamente, nella speranza di carpire qualche suo segreto invisibile o qualche occhiata rivelatrice e lui se n’era accorto.  La riunione era andata avanti ma i loro occhi erano rimasti incatenati, i loro sguardi uniti, nonostante tutto il resto. Erano soli, sotto lo sguardo di tutti eppure i loro occhi non riuscirono a staccarsi e i loro cuori iniziarono a battere selvaggiamente mentre dentro di loro stava accadendo qualcosa di inaspettato.
“Non fare la finta tonta, sai benissimo di cosa parlo.. perché hai iniziato a fissarmi prima?” chiese lui con aria acida e il respiro affannato. I palmi delle sue mani erano piantati contro il muro dietro la sua schiena, circondando il suo viso e non lasciandole scampo.
La donna cercò di riprendere il controllo del suo respiro, ma quegli occhi azzurri, profondi come il mare impetuoso, erano troppo testardi, troppo belli.. troppo esigenti per lei, non sarebbe riuscita a trattenere ancora il suo segreto. L’uomo la scrutò a fondo,senza lasciarle la possibilità di fuggire e alla fine il suo sguardo diventò pericolosamente insistente.
“Allora? Vuoi parlare o no?” le sbuffò sul viso, facendola fremere.
“Ma di che parli?” disse cercando di sembrare tranquilla, ma la sua voce tremante e il suo respiro affannato la tradirono e sullo sguardo del ragazzo davanti a lei, comparve un ghigno di soddisfazione. Lei che era abituata a tenere tutti a distanza, soprattutto lui, lei che era sempre sicura e decisa, che mostrava agli altri la sua forza e caparbietà, sotto quegli occhi blu e quel tono da interrogatorio feroce, stava cedendo alle emozioni e si stava lasciando conquistare.
“Ahhh… forse ho capito.” Le sussurrò a pochi centimetri dalle labbra, sorridendo beffardamente. “Stavi fantasticando su di me.. e sulle mie labbra.” Al sentire quelle parole, la donna s’irrigidì e con grande determinazione, alzò i suoi grandi occhi grigi verso il volto dell’uomo e con aria sprezzante disse “Veramente no, stavo cercando di capire cosa ci trovino in te le ragazze… ora mi hai dato la risposta.”
“Ah si? E quale sarebbe?” disse lui con aria provocatoria.
“Sono semplicemente stupide!” gli ringhiò lei con voce serpentesca.
“Dici? O forse sei semplicemente gelosa?”
“Gelosa e di cosa???? Di te????Non farmi ridere… non mi piacciono questi stupidi giochetti!”
“Uhmm… sempre scontrosa e scattosa come una tigre in gabbia eh? Dovresti uscire ogni tanto, essere carina e gentile.. magari potresti anche trovare qualche ragazzo in grado di sopportarti!”
“Magari come te? No grazie, preferisco rimanere zitella.” Disse lei cercando di liberarsi dalla sua presenza. “Ti ci vorrebbe un po’ di affetto maschile lo sai?” rispose lui con aria sempre più beffarda.
“E vorresti essere tu a darmelo? Ma non farmi ridere, tu mi odi, come io odio te, perché mai dovremmo incrociare le nostre strade?” rispose lei sempre più urtata dalla situazione.
L’uomo la guardò attentamente, i suoi occhi blu profondo vagarono sul corpo della donna, nascosto dalla fastidiosa divisa alla marina retta e istintivamente si leccò il labbro inferiore.
“Non sei tanto male… ti ostini a nascondere le tue curve sotto divise troppo grandi per te e ti fasci costantemente il seno per non far vedere che c’è… eppure è chiaro quanto siano morbide le tue forme. Sono decisamente invitanti… potresti anche piacermi, cosa ne sai?”
La donna lo guardò a fondo, con aria sprezzante e una sensazione di nervosismo che le scorreva nelle vene. “Non credevo che tu fossi così disperato… addirittura provarci con una donna che odi e non sopporti. Sei proprio ridicolo.”
“E chi te l’ha detto che ti odio e che non ti sopporto? Se fosse vero, credi che io potrei mai fare questo..” e in un attimo le sue labbra furono su quelle di lei, mentre le sue mani l’afferrarono per la vita e l’avvinghiarono al suo corpo, con tanta forza e bramosia da impedirle di fuggire. Inizialmente la ragazza protestò, cercò in tutti i modi di evitare il contatto il più possibile, ma non riuscendo a liberarsi, si arrese, rispondendo a quel bacio tanto odiato quanto improvvisamente desiderato.
Odiava lui e odiava se stessa, stava cedendo al fascino di quell’essere da strapazzo, che aveva sempre odiato e ora lo stava baciando senza fare nulla per resistere. In un attimo le dita dell’uomo la presero per la nuca e il bacio diventò più pretenzioso e passionale, i loro respiri si unirono e l’uomo preso dalla foga divenne affamato.. esigente. Le labbra dell’uomo divorarono con gusto quelle morbide e succose della donna, che iniziò a mugolare in segno di finta protesta.
L’uomo, facendo forza a tutto il suo autocontrollo, si staccò da lei, con il cuore che esplodeva nel petto e con un senso di fame che non riusciva a colmare. La voleva, più di ogni altra cosa.. ma era troppo presto, doveva aspettare ancora un po’ e lei si sarebbe buttata spontaneamente tra le sue braccia.
“Soddisfatto?” disse lei cercando di riprendere fiato, mentre si puliva la bocca con l’orlo della manica.
“Non fingere che non ti sia piaciuto… ti ho sentito mentre mugolavi…” rispose lui con la sua aria sprezzante e il suo ghigno malefico.
“Non mi piacciono i ragazzi, lo sai… ora che hai ottenuto quello che volevi, smamma che devo tornare a casa, ho ben altre cose da fare anziché perdere tempo con te.” Gli ringhiò in faccia con tutta l’acidità che aveva in corpo.
“Oh ma io non ho ottenuto quello che voglio, anzi…” e senza aggiungere altro, si buttò di nuovo su di lei e con grande maestria le sfilò la catenina dal collo e una volta presa, si allontanò.
“Ehi! Ridammela!” urlò lei cercando di riprenderla. Lui la guardò con un ghigno soddisfatto e facendola oscillare davanti ai suoi occhi… le disse “Ti aspetto domani pomeriggio sulla terrazza vicino alla biblioteca… non tardare mi raccomando o andrò a dire a tutti come sono riuscito ad ottenere questo ciondolo è chiaro?”
“Maledetto!!!” urlò mentre vedeva la sagoma del ragazzo,avvolto nel cappotto scuro andare via e lasciarla così, sconvolta e senza parole, con quell’appuntamento tanto strano quanto improvviso.
Eppure il giorno dopo lei si recò lì, da lui e quello che accadde fu qualcosa di inaspettato. Seiya la stava aspettando sulla terrazza con un sorriso sghignazzante e l’espressione di qualcuno che non ha in mente niente di buono.
“Sei in ritardo… “ sospirò lui lanciandole un’occhiata provocatoria.
“Smettila di dire scemenze e ridammi  la collana.”
“Uhm… e io cosa ci guadagno?” chiese lui mentre si appoggiava in avanti sulla ringhiera che dava sulle scale e la guardava intensamente negli occhi.
Haruka si sentì morire, era la prima volta che quel damerino la guardava in quel modo, forse era solo un’allucinazione, ma aveva avuto l’impressione di leggere desiderio e passione in quegli occhi azzurro mare. Ma le aveva dato di volta il cervello? Seiya Kou che ci provava con lei? Ma in quale pianeta era finita?  E poi perché il suo cuore batteva così forte, minacciandola di farle esplodere il petto? Era contenta che quel cantante da strapazzo le rivolgesse un’occhiata tanto languida? Ma era impazzita?
“Allora? Io cosa ci guadagno nel dartela?”
“Il fatto che io non ti riempia di pugni?”
“Allettante, ma io stavo pensando a qualcos’altro.” Le disse avvicinandosi a lei, costringendola ad arretrare verso il muro.
Seiya, accorgendosi del movimento improvviso all’indietro della donna davanti a lui, la guardò ridendo e disse “Cos’è Tenou, hai paura di me?”
“No, ma è meglio starti alla larga.. esperienza personale.”
“Ah si? E come mai? Mi hai preso per un lupo famelico?” chiese lui continuando a sghignazzare.
“Ma quale famelico, sei solo un lupo spelacchiato e basta!”
Senza rendersene conto, Haruka aveva percorso tutto il tratto della terrazza che la separava dal muro e ora si ritrovava con le spalle che toccavano il materiale duro della scuola e con davanti la persona più odiata al mondo. Un bel punto non c’è che dire!
Seiya le lanciò uno sguardo dolce e languido, poi senza perdere tempo si avvicinò a lei, incatenandole lo sguardo, posò il gomito sul muro dietro al suo corpo e si avvicinò pericolosamente al suo viso.
“Lo vedremo se sono soltanto un lupo spelacchiato.” Disse lui guardandola intensamente negli occhi, mentre con due dita le aveva già sollevato il mento per poterla osservare meglio. Anche se si vestiva da uomo, Haruka era una gran bella ragazza e da quando aveva deciso di indossare la divisa femminile anziché quella maschile, lui aveva potuto riscoprire tutta la bellezza delle curve del suo corpo.
Al sentire quell’affermazione, le parole di sfida le morirono in gola e in batter d’occhio si ritrovò tra le sue braccia, mentre quelle labbra tanto possessive avevano di nuovo reso prigioniere le sue, in un bacio famelico e pieno di desiderio.
Seiya le circondò la nuca con le dita e approfittò del suo sgomento per approfondire il bacio e insinuare la lingua nella sua bocca. Fu un bacio senza precedenti, Haruka sentì il suo sapore dolce e paradisiaco, mentre la sua mente iniziò a vagare per chissà quali confini e le sue ginocchia iniziavano a cedere sotto il peso di tante emozioni.
“Voglio te…” sussurrò sulle sue labbra. “Ti voglio Haruka..”
Il cuore della donna balzò nel suo petto, non sapeva se fosse quel profumo di rose che aleggiava sempre attorno a lui o se fosse a causa di quella dolcezza con la quale l’aveva presa e con la quale la stava toccando, ma nonostante il fatto che mentalmente la considerava una cosa proibita, alla fine, Haruka scelse lui e quell’istante, mandando a quel paese la logica e la razionalità.
Sentendola cedere al suo tocco, Seiya si fece più audace, le sue lunghe dita s’insinuarono tra il tessuto di cotone e la maglietta e iniziarono ad accarezzarle il seno, prosperoso e generoso, celato da una lunga fascia decisamente troppo stretta per i suoi gusti. Sentendo i gemiti riecheggiare nelle sue orecchie, non perse tempo e iniziò a liberarla da quella tortura.
“No..” ansimò la ragazza, mentre l’uomo imperterrito continuava a toglierle di dosso quello strumento di tortura. La sua pelle era liscia e calda e a mano a mano che la garza veniva tolta, le sue dita lunghe riuscivano a percepire la durezza dei capezzoli che s’indurivano sotto il suo tocco.
“Voglio toccarti…” le sussurrò sensuale, mentre la fascia scivolava via portata lontano dal vento. Quando finalmente il suo torace fu libero, l’uomo le sollevò la maglietta completamente e si tuffò su di lei, assaggiandola con ritrovata goliardia. Il suo sapore era dolce e la sua pelle così recettiva sotto la sua lingua da provocargli scariche elettriche in tutto il corpo che si andavano a concentrare sulla sua erezione già leggermente torturata dal tessuto dei suoi pantaloni.
Non riuscendo a resistere alla sua fame, Haruka mugolò  contro la sua fronte, afferrando istintivamente i suoi morbidi capelli neri, mentre lui continuava ad assaporarla con gusto, senza dare l’impressione di voler smettere. La sua mente si annebbiò, il sangue le ribollì nelle vene e alla fine vinta da tanta audacia, chiuse gli occhi e si arcuò verso di lui, abbandonando la testa all’indietro e respirando a fatica, aggrappata con le poche forze che aveva alle sue spalle.
Mentre l’eccitazione saliva e la percorreva come una scarica elettrica, Haruka stringendo i denti per mantenere il controllo del proprio corpo, disse “Seiyahhh… no… non così… non qui, sotto lo sguardo di tutti.” L’uomo con voce ansimante e aggrappandosi ai suoi fianchi con tutta la forza che aveva, alzò lo sguardo verso di lei e rispose sorridendo. “Come vuoi, vieni seguimi.”
E fu così che la prese per mano e corse in direzione di una porta appena nascosta dall’ombra della seconda terrazza e dopo averla aperta, continuò a correre in un corridoio infinito. Quando finalmente Haruka riuscì a distinguere un bagliore di luce, Seiya si fermò e le fece strada dentro una stanza non troppo grande che conteneva tavoli e molti attrezzi da ginnastica ormai logorati dal tempo.
“Ma dove siamo?” chiese lei guardando il posto con stupore.
“Questa è il vecchio sgabuzzino della palestra, come puoi ben vedere c’è di tutto, dai tavoli rotti, alle sedie piegate, ai materassi per fare gli esercizi e infine qualche coperta.”
“Non c’ero mai stata…”
“Logico.. qui non ci viene mai nessuno..”
“E tu come hai fatto a scoprire questo posto?” gli chiese Haruka con aria stupita.
“Un giorno, ero qui da solo e non volevo essere trovato da nessuno perciò ho iniziato a cercare un posto sicuro in cui nascondermi dalle mie fan e dove cantare le mie canzoni.” Disse lui guardandola con dolcezza.
“Tu vieni qui a cantare? Perché non è meglio lo studio?”
“Qui mi sento libero…” disse guardandola con ardore.
Haruka lo guardò intensamente negli occhi, sapeva di cosa stesse parlando. La libertà, la serenità, la sensazione forte di sentirsi libero dalle inibizioni, dai giudizi e dagli sguardi indiscreti delle persone. Sin dall’infanzia lei era sempre stata criticata per come si vestiva, non poteva farci niente, sin da quando era bambina preferiva vestirsi da maschio piuttosto che da femmina, odiava i vestiti rosa che sua madre si ostinava a volerle comprare e cercava in tutti i modi di evitare d’indossarli. Preferiva sentirsi libera.. non sopportava tutti quei pizzi, quei fiocchi, quelle cose svolazzanti, si vergognava ad andare in giro così, lei era una dura, una forte e aveva tutte le intenzioni di dimostrarlo. Fu così che man mano che diventava grande, il suo armadio si riempì di abiti maschili, magliette molto larghe, pantaloni di taglio maschile, giacche, tutto il suo guardaroba era tipicamente da uomo e lei si sentiva felice ed appagata. I problemi però non tardarono ad arrivare, sia le ragazze che i ragazzi iniziarono a prenderla in giro, le prime per una questione di continue delusioni d’amore, i secondi per il suo essere tendenzialmente una donna molto forte.. e fu così che la sua vita divenne un Inferno. Quante volte aveva marinato la scuola per fuggire al mare ed evitare di sentire quei discorsi così tremendi e osservare quegli occhi così pieni di invidia che la guardavano con aria piena di sufficienza. Si lei poteva capire come lui si potesse sentire.
“So esattamente di che parli..” rispose lei senza neanche accorgersene.
Seiya la guardò incuriosito e come se lei avesse letto sul suo volto un’esplicita domanda rispose “Sin da quando sono nata… la gente mi guarda male per via della mia tendenza a vestirmi come un uomo. Le ragazze m’incontravano per i corridoi e mi riempivano di lettere e dichiarazioni e quando scoprivano che ero una ragazza, mi prendevano in giro. I ragazzi mi odiavano perché ero una donna, mi fingevo uomo, non accettavo le loro avances e inoltre ero molto forte nello sport. Capisco esattamente come tu ti possa sentire.”
“E’ stata dura per te vero?” disse lui sedendosi su di un materasso steso lì a terra, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
“Dura fino ad un certo punto.. ricordo ancora la prima volta che mi fasciai il seno, strinsi talmente tanto la garza da causarmi un’irritazione che mi costrinse a non usarla per giorni. Era imbarazzante andare in giro e veder spuntare il seno sotto la camicia da uomo… non ti dico quanto mi abbiano preso in giro per questo.” Rispose lei guardando in basso.
“Credo che fossero semplicemente invidiosi.” Disse Seiya prendendola per mano e facendola avvicinare a sé.
Senza proferire verbo, Haruka si lasciò guidare e alla fine si ritrovò in piedi di fronte a lui, in mezzo alle sue gambe mentre le sue mani l’avevano già afferrata per i fianchi.
“Non fasciarti mai più…” le disse lui posandole un dolce bacio sull’addome e facendo scivolare le sue mani sotto la maglietta, sfiorando delicatamente la pelle nuda della schiena.
“Non posso… io…” mugolò lei mentre sentiva l’eccitazione salire a livelli mai toccati. Le parole le morirono in gola, quando lui le sollevò la maglietta e iniziò a posare piccoli e delicati baci sul petto e sull’addome.
 “Seiya…” disse con voce tremante cercando di attirare l’attenzione dell’uomo.
“Dimmi?” disse lui con voce roca.
“Io non so se… “ continuò lei cercando di mantenersi lucida.
“Hai paura? O non vuoi che sia io?” chiese lui guardandola intesamente.
“Non lo so.. fino a pochi giorni fa io e te ci odiavamo e ora…”
Seiya non disse una parola, l’afferrò per i fianchi e capovolgendo le loro posizioni, si mise sopra di lei, incrociando intensamente il suoi sguardo.
“Odio e amore sono le due facce della stessa medaglia… e la mia si è appena girata.” Disse lui prima di baciarla con dolcezza. Non riuscendo più a fare resistenza, Haruka si lasciò andare ai suoi baci, alle sue carezze e quel pomeriggio, loro due fecero l’amore.
Si amarono lì, in quel magazzino abbandonato che nessuno conosceva e si coccolarono con dolcezza, come due amanti innamorati destinati a non incontrarsi più. Ma in realtà non era affatto così, dopo quella volta, ce ne furono altre. Quasi tutti i pomeriggi di quella tanto attesa estate, lei e Seiya s’incontravano puntualmente sulla terrazza e si amavano senza sosta nel magazzino segreto.
Senza volerlo, quegli incontri clandestini erano diventati una droga per entrambi. Durante il giorno fingevano di ignorarsi placidamente o di battibeccare per un nonnulla.. ma quando si facevano le tre, tutto cambiava e loro due s’incontravano di nascosto, consumando la loro passione.  E anche quel giorno sarebbe stato lo stesso.. o forse no?
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Quando  Haruka ritornò in sé, si rese conto di essere ancora lì, ferma sulle scale ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra. Quante volte aveva fatto quel giro? Da quel giorno, erano passate due settimane e lei puntualmente quasi ogni giorno aveva percorso quel tragitto che la separava dalla terrazza, nella speranza di riuscire un giorno a staccarsi da questo gioco perverso… ma quel giorno non è ancora arrivato. Sospirando con grande fatica, proseguì il suo cammino verso il pianerottolo superiore, quando scorse una figura alta e mascolina in alto che la stava osservando.
Era più forte di lei, ogni giorno si ripeteva lo stesso teatrino.. lui che provocava, lei che rispondeva acida, dicendosi che era l’ultima volta e poi finiva col cedere a quelle labbra tanto audaci e a quelle mani tanto possessive e a quella voce che le faceva perdere la testa. Si odiava e odiava anche lui per il fatto di non riuscire a staccarsi da quella situazione… 
Non le erano mai piaciute le storie di solo sesso, soprattutto se la persona in questione era quello che fino a due settimane fa era il suo acerrimo nemico, eppure per qualche motivo era rimasta incatenata a lui e per quanto cercasse di tirare, quella catena non voleva spezzarsi. Eh si, quel giorno le girava proprio male!
“Ancora lì? Non ti pare di essere in ritardo?” disse la voce maschile con aria provocatoria.
“Smettila di provocare Kou…” rispose lei con tono più acido del solito, mentre cercando di non guardarlo negli occhi, lo raggiungeva sul pianerottolo della scalinata.
“Kou???? Da quando hai ripreso a chiamarmi per cognome? Che ti è successo? Non sei felice di vedermi?” rispose lui cercando di stuzzicarla.
“Effettivamente no, da due settimane a questa parte no, non sono affatto felice di vederti.. anzi….” Ringhiò lei voltandosi a guardarlo e sentendo tutto il suo corpo irrigidirsi in una posa statuaria.
“Mi domando se tu stia dicendo la verità…”
“Credi che io possa mentire su una cosa così ovvia?”
“Non so… forse si… anche perché..” e prima di continuare qualsiasi frase, la sorpassò e alla fine le si parò davanti con un sorriso beffardo sul volto.” Se davvero io non ti piacessi, tu non saresti tanto felice quando io faccio questo…”
E detto questo, l’afferrò per la vita e con grande dolcezza la baciò incatenandola a sé. Il bacio era forte, possessivo, deciso e Haruka sapeva perfettamente a cosa avrebbe portato, ma cercò con tutta se stessa di resistere… non voleva essere solo un’avventura.. voleva un rapporto serio, altrimenti tutto quello che era accaduto non avrebbe significato nulla.
“Lasciami!” sbraitò cercando di combattere le mani di Seiya che stavano già sollevando l’orlo della sua maglietta. “Basta, smettila, lasciami!”
“Che c’è? Non ti va? Eppure finora mi era sembrato che ti piacesse.. no?” rispose lui guardandola con un’aria saccente e il cipiglio alzato.
“Sempre il solito cretino indelicato!” sbuffò lei.
“Ahh Haruka ma che hai oggi? Mica è la prima volta che ci appartiamo dietro la biblioteca.. sono due settimane che va avanti questa storia.” Disse lui, portandosi una mano dietro alla nuca e massaggiandosi nervosamente il collo.
In effetti aveva ragione, per due settimane, loro si erano amati, coccolati, soddisfatti a vicenda su quella terrazza tanto isolata, quanto complice del loro amore clandestino e a lei non era mai importato granchè, amava stare con lui, amava il modo in cui la toccava e baciava, eppure in quel momento aveva la sensazione che qualcosa fosse cambiato, che tutto quel gioco così strano e perverso non le bastasse più. Perché? Cosa le stava succedendo?
Haruka gli rivolse uno sguardo triste, pieno di dolore.. perché tutta quell’indifferenza le faceva così male? Perché l’idea di Seiya che la trattava come una persona qualsiasi le stava uccidendo il cuore e mandando in pappa il cervello? Perché?
“Lascia perdere…” disse lei, voltandosi e dirigendosi verso la terrazza. Ormai era così, era schiava di lui e del suo essere così dannatamente bello ed enigmatico, era schiava e prigioniera di quelle labbra che sapevano come baciarla, come stuzzicarla, come scaldarle il cuore.. era prigioniera di quelle mani, che correvano indisturbate sul suo corpo, scoprendo ogni singolo centimetro della sua pelle. Era schiava di quell’amore fisico che lui sapeva donarle, era una prigioniera incatenata dal fuoco dell’amore e questa cosa le sembrava tanto strana, quanto assurda.
Non appena furono arrivati in terrazza, un dolce soffio di brezza estiva le scompigliò i capelli e le abbracciò il cuore e lei ipnotizzata dal suo elemento principale, posò i gomiti sulla ringhiera del terrazzo e guardò distrattamente il cortile deserto e tutto il prato che li circondava. In pochi attimi un dolce calore dietro la schiena la raggiunse e due braccia la circondarono posandosi accanto ai suoi gomiti sul freddo ferro della ringhiera.
Il cuore nel petto della donna fece un salto enorme, la vicinanza così intima con il corpo di Seiya le provocava sempre qualche piccola emozione improvvisa, non si era ancora abituata a quel nuovo rapporto e forse non lo avrebbe fatto mai.
“Vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?” le disse con grande dolcezza avvicinandosi al suo orecchio. Una mano si allontanò dalla ringhiera e le scostò due ciocche di capelli dal volto, provocandole un altro tuffo al cuore. “Che cos’hai Haruka?” Quella voce così dolce, quel timbro così profondo che aveva nelle sue vesti di uomo, aveva il potere di mandarla in orbita e di farla ricadere a terra nel momento in cui tutto fosse svanito.  Il viso dell’uomo si avvicinò con grande dolcezza e facendola voltare su se stessa, Seiya si piegò in avanti verso di lei e la baciò di nuovo con grande tenerezza.
“Non mi piace vederti preoccupata…” sospirò a fior di labbra, mentre annegava di nuovo nella dolcezza del suo sapore. Haruka tremò nel provare quelle meravigliose sensazioni e la sua mente si annebbiò nel momento in cui lui la strinse forte al suo torace e le stampò un dolce bacio sulla fronte.
La donna arrossì e si sentì invadere da un enorme abbraccio caloroso, la sua mente vagò per universi sconfinati e per un attimo si sentì libera, felice, serena. Ma il tutto durò per pochi istanti, in quanto le mani dell’uomo e le sue dita lunghe avevano ricominciato a toccarla e a vagare sotto la stoffa leggera della maglietta.
“Smettila!” urlò lei, cercando di allontanarlo dal suo corpo, mentre lui le rivolgeva un’espressione stupita. “Smettila di toccarmi, non voglio!”
“Ma che cos’hai oggi? Sono due settimane che veniamo qui per divertirci un po’ e ora all’improvviso ti fai problemi? Sono stanco di giocare Haruka!”
“Anche io sono stufa! Se non sei in grado di rispettarmi quando è una giornata no, allora sto perdendo solo tempo con te!  Lasciami in pace!” urlò lei con tutto il fiato che aveva in gola. Le parole di Seiya l’avevano scorticata viva, le avevano graffiato il cuore e l’unica cosa che lei era riuscita a fare, era stato di portarsi una mano al cuore per impedirgli di sanguinare.
“Ma sentitela! Ma chi ti credi di essere??? Guarda che lo so che vieni al letto con me solo per avere questa!” urlò lui mostrandole la catenina che gli luccicava tra le dita.
Il cuore di Haruka esplose in mille pezzettini, il pavimento le sparì sotto i piedi e lei si sentì inghiottire dentro ad un buco nero. Si forse era così i primi giorni,ma poi aveva imparato ad apprezzarlo, a godersi ogni pomeriggio passato assieme.. a baciarsi o ad amarsi senza che nessuno sapesse nulla.. senza accorgersene aveva  imparato a conoscerlo bene, a capirlo, a comprenderlo e forse anche ad amarlo. Un’affermazione troppo forte quanto vera, era troppo presto per lei, per ammettere che il sentimento che univa il suo destino e quello di Seiya era amore.. o cotta.. o innamoramento. Troppo presto.
“Tieni  prendila… non me ne faccio più nulla…” disse lanciandole il piccolo oggetto d’oro che luccicò sotto un ribelle raggio di sole rosso e finì ai suoi piedi. Haruka non ebbe il tempo di raccoglierla e di alzare lo sguardo che Seiya era sparito dalla sua vista e questo non comportava niente di buono.
Colta da un improvviso dolore al petto, Haruka si voltò verso la ringhiera, cedendo sotto il suo stesso peso, cadde sulle sue ginocchia e posando la testa contro il freddo e inanimato ferro della terrazza, scoppiò a piangere disperata.
“Stupido.. stupido.. maledetto stupido, maledetto il giorno in cui ci siamo incontrati!” mugolò tra sé e sé mentre disperata, non riusciva a calmare la lunga corsa delle sue lacrime e il dolore che le attanagliava il cuore.
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Da quel giorno, i loro incontri furono sempre più rari. Seiya la evitava come la peste, ogni volta che per sbaglio s’incrociavano per i corridoi lui cambiava volontariamente strada, magari fermandosi a chiacchierare con una ragazza carina o iniziando a parlare con qualche amico, ma ai suoi occhi, lei non esisteva più. Il dolore nel cuore di Haruka divenne una radice sempre più grossa, le sue notti erano costantemente passate in bianco, a piangere e a disperarsi, mormorando il nome di Seiya. I suoi occhi erano costantemente gonfi la mattina, ma nessuno sembrava essersene accorto, eccetto lui.
Anche se non lo dava a vedere, Seiya aveva notato il pallore e la disperazione che aleggiavano attorno ad Haruka, ma per puro orgoglio l’aveva ignorata placidamente. Si sentiva rifiutato, urtato, nervoso, lei lo aveva respinto, proprio nel momento in cui lui stava cercando di dirle cosa provava realmente per lei. Aveva intenzione di parlarle quel giorno, aveva intenzione di chiederle di essere la sua ragazza ufficiale, voleva averla tutta per sé, non voleva che lei fingesse di essere un maschio, la voleva e basta. Quelle due settimane passate assieme a lei erano state meravigliose, era pur vero che le aveva ottenute con il ricatto, ma quello era l’unico modo che gli era venuto in mente. Era da tempo che si sentiva strano quando si trattava di lei, aveva notato un cambiamento nel suo comportamento e si era reso conto di sentirsi felice ed appagato quando era con lei.
Senza farlo apposta, mentre stava camminando per un corridoio semideserto, vide la sagoma di Haruka venirgli incontro con un’espressione stanca e provata sul volto. Stupito e con una stretta al cuore, la guardò, sapere di essere lui la causa di tutto quel dolore, lo uccise dentro.
Quando lei gli passò accanto lui la trattenne per un braccio, costringendola a voltarsi verso di lui. “Hai proprio una brutta cera eh…” disse cercando di provocarla, ma la ragazza si limitò ad alzare i suoi grandi e rossi occhi grigi e a rivolgergli uno sguardo vuoto senza vita.
“Cos’è non parli? Ti hanno tagliato la lingua?” disse lui con voce tagliente nella speranza che lei rispondesse al suo gioco, ma contrariamente alle sue aspettative, Haruka non disse nulla e lo guardò con occhi vuoti.
“Perché mi guardi così? Che c’è? Senti la mia mancanza per caso? Mi dispiace deluderti, mi sono appena fidanzato con una bellissima e dolcissima ragazza, per certi versi assomiglia a Usagi, credo proprio che mi troverò bene con lei.” Perché stava giocando a quel gioco? Perché le aveva detto tutte quelle bugie? Per il gusto di ferirla? O cosa? Perché era stato così vile e meschino? C’era un solo motivo, rabbia… era arrabbiato con lei per averlo respinto, per averlo rifiutato e il suo cuore era andato in pezzi per il dolore.
Nonostante la durezza di quelle parole, Haruka non disse una parola, anzi approfittando di un suo momento di distrazione, si liberò dalla presa e scattò via cercando di allontanarsi dal suo sguardo. Senza pensarci due volte Seiya la inseguì e l’afferrò un attimo prima che lei riuscisse a varcare la soglia della scuola. Era un pomeriggio piovoso, se Haruka fosse uscita con quel tempo, si sarebbe di sicuro ammalata.
“Lasciami!!!!” urlò lei cercando di divincolarsi.
“Ma sei impazzita? Ma guarda come piove! Vuoi prenderti un accidente? Santo cielo mi dai proprio da fare!  Sei una palla al piede!” urlò Seiya fuori di sé mentre cercava di trattenerla per i polsi, evitando che uscisse fuori e si prendesse un accidente.
“E allora lasciami, tornatene dalla tua fidanzata, lei sarà sicuramente una ragazza meravigliosa con la quale passare un fantastico pomeriggio abbracciati, anziché stare qui con me, insultandomi e cercando di impedirmi di camminare sotto la pioggia! Lasciami!!!!” urlò Haruka cercando di divincolarsi.
“Ma ti sei impazzita?? Che diavolo ti prende???” urlò l’uomo cercando di incrociare i suoi occhi azzurri con quelli grigi e disperati di lei.
“Lasciami!!!!” urlò al limite della disperazione, per poi fare una cosa che non si sarebbe mai aspettata da se stessa, con grande forza assestò un calcio ad una gamba dell’uomo e mentre lui era ripiegato su se stesso, lei cercò di fuggire ritornando verso il corridoio. Con grande lucidità cercò di nascondersi in una qualsiasi delle aule del primo piano, il cuore le esplodeva nel petto, ma lei continuò a correre a perdifiato, sperando di trovare un’aula libera.
Quando aveva quasi perso del tutto le speranze, la fortuna ricominciò a girare e Haruka riuscì finalmente ad entrare in una delle tante aule dell’edificio e si nascose tra i banchi. In un attimo calò il silenzio, lei non riuscì ad udire alcun tipo di rumore, nessun passo, nessun affanno, nessun respiro…sembrava che fosse tutto finito e che Seiya avesse smesso di inseguirla e di tormentarla.
Quando era sul punto di cantare vittoria, sentì uno strano rumore dietro di lei, i suoi occhi si sgranarono nell’istante esatto in cui si voltò.. con grande precisione riuscì a focalizzare la sagoma di Seiya, comparsa improvvisamente sulla soglia della porta, mentre il sole stava tramontando dietro di lui… e in un attimo l’ansia l’abbracciò di nuovo.
“Sono stanco di giocare Haruka… dimmi che diavolo ti sta passando per la mente.” Disse con aria decisa.
“Non sono affari tuoi.” Disse lei cercando rimanere impassibile, ma la sua voce tremante la tradì e i suoi occhi rossi e gonfi già inumiditi fecero il resto.
“Balle, ancora qualche secondo e scoppierai a piangere… e questo accade ogni volta che mi vedi. Ora dimmi la verità.”
“No, te l’ho detto non sono affari tuoi. Ora lasciami tornare a casa.”
“Tu non ti muovi di qui fino a quando non mi hai detto la verità!” le ruggì con aria decisa, causandole un fremito d’eccitazione. Fino a quel momento non si era resa conto di quanto sentisse la sua mancanza, quella voce roca, quegli occhi azzurri, quelle spalle larghe alle quali si era aggrappata, non si era ancora resa conto di quanto l’amasse.. ma ormai era troppo tardi.
“Voglio andare a casa! Se non hai notato, non mi sento bene… voglio andare a casa!” disse cercando di liberarsi dalla sua presenza, ma con sua grande sorpresa lui la guardò intensamente e l’afferrò per le spalle.
“L’ho notato eccome.. non sono così cieco come pensi tu! Ti osservo da quel giorno e ho visto che ogni mattina arrivi a scuola con gli occhi rossi… che sei pallida come un cadavere e che a stento riesci a guardarmi. Ora la mia domanda è perché visto che era una cosa che hai voluto tu e ora??? Perché piangi dimmelo!” disse lui trascinato dall’ira.
Non sopportava di vederla in quello stato, ma allo stesso tempo lei gli aveva fatto capire che lui era solo una storia momentanea e che in realtà lei aveva accettato solo per riprendersi la catenina.
“No! Lasciami!” disse lei lottando con forza, ma era troppo debole e troppo coinvolta per riuscire veramente a vincere.
In pochi minuti, Seiya le bloccò i polsi e l’inchiodò su di un banco vuoto dietro di loro.
“Dimmi la verità!” le urlò fuori di sé, mentre lei lo guardava con aria stupita e  sconvolta e due lacrime delicate iniziavano a scenderle sul volto. “Smettila di piangere! Non sopporto vederti piangere! Dimmi la verità ti prego, questa situazione mi sta uccidendo! Perché? Perché se era questo quello che volevi, perché stai così male?”
“Perché…” cercò di dire lei, tentando di fermare il batticuore che le stava facendo esplodere il petto. “Perché sono una stupida…”
“Una stupida?” chiese lui guardandola con aria incuriosita.
“Si…” sospirò disperata, mentre le lacrime continuavano a scendere imperterrite e i suoi occhi si chiudevano sotto il peso di un segreto troppo grande da nascondere. “Sono una stupida.. è iniziato tutto per gioco… tutto così all’improvviso e io.. non sono riuscita a capire niente, fino a quando non ti ho perso…”
“Haruka..”
“Mi sono comportata male con te.. ma non avevo il coraggio di dirti che in queste due settimane ho imparato ad apprezzarti, a conoscerti.. e che ho passato dei momenti meravigliosi con te, talmente tanto belli che…”
Le parole le si bloccarono in gola, mentre lui la guardava trepidante per capire cosa stesse per dirgli e se fosse la cosa che stava aspettando da giorni.
“Che..?”
“Che.. mi sono innamorata di te. Si, io che prima ti odiavo con tutto il cuore, ora ho perso la testa per te! Ora puoi anche ridere di me oppure andare via dicendomi che ti faccio schifo.” Disse la ragazza mentre sentiva un groppo alla gola bloccarle il respiro.
Seiya la guardò all’inizio con aria stupita, poi a poco a poco la sua espressione cambiò e diventò dolce infine raggiante e con grande sorpresa da parte di Haruka, lui la sollevò e alla fine l’abbracciò con grande entusiasmo.
“Si che sei una stupida!” disse ridendo “Non hai ancora capito che anche io sono innamorato pazzo di te?”
“Che cosa?”
“Si! Quel giorno che ci siamo incontrati, il giorno in cui abbiamo litigato.. io volevo chiederti di essere la mia ragazza, alla luce del sole, davanti a tutti.” Le disse sorridendo.
“Causando un infarto generale?”
“Causando un infarto generale.” Rispose deciso lui, poi guardandola con un  leggero nervosismo le chiese “Allora? Ehm.. accetti?”
“Di essere la tua ragazza?” chiese lei curiosa.
“Si..”
“Di essere solo tua?” continuò sempre sorridendo.
“Si.”
“Quindi non avrai nessun’altra..”
“No..” rispose lui arrossendo visibilmente.
“Ehmmm non so dove pensarci…” disse lei sorridendo come una bambina.
“Harukaaa!” esclamò Seiya sentendo il nervosismo salire, per l’attesa della risposta.
“Stavo scherzando.” Disse lei ridendo dolcemente “Si accetto.”
“Ahhh finalmente, anche perché morivo dalla voglia di fare una cosa…” disse lui sorridendo con dolcezza.
Haruka lo guardò con aria incuriosita e a alla fine non riuscendo a capire disse “Che cosa?”
“Questo..” E senza dire un’altra parola, l’uomo si chinò in avanti e la baciò con dolcezza, con gentilezza e con amore e finalmente riuscì a sentirsi veramente libero. Anche se l’intenzione non era propriamente quella Seiya sentì l’eccitazione scorrergli nelle vene e senza riuscire a resistere alla tentazione decise di approfondire il bacio.
Le sue mani senza controllo, iniziarono a vagare sul corpo della ragazza che era tra le sue braccia, mentre il bacio iniziava a diventare possessivo e passionale. Quando Haruka si rese conto della situazione, decise di bloccare il tutto prima di arrivare al punto di non ritorno.
“Seiya…” sospirò a fior di labbra.. “devo andare..”
“No..” mugulò lui cercando di baciarla ancora.
“Davvero devo andare..” disse lei con dolcezza, mentre con le dita gli accarezzava il volto.
Seiya le rivolse uno sguardo da cane bastonato, ma questo non convinse Haruka né le fece cambiare idea.
“Dai, ci vediamo domani..” disse lei stampandogli all’improvviso un bacio casto sulle labbra.
“D’accordo.” Rispose lui sorridendo.
In pochi minuti entrambi raccolsero le loro cose e poi s’incamminarono verso l’uscita, quando alla fine si resero conto che stava piovendo a dirotto e che nessuno dei due aveva l’ombrello.
“Cavoli come piove, come facciamo?” chiese lui portandosi una mano alla testa e iniziando a grattarsi nervosamente.
“Non lo so, io sono anche senza ombrello.”
“Anche io..”
In un attimo i loro occhi s’incrociarono di nuovo e alla fine Seiya arrossendo visibilmente e non riuscendo a nascondere le sue vere intenzioni le disse “Beh? Che ne dici ti va?”
Haruka arrossì di colpo, le sue guance diventarono paonazze e distogliendo lo sguardo, annuì con la testa, senza dire una parola.
Seiya sorrise con dolcezza e prendendola per mano, cominciò a correre verso il piano di sopra.. in fondo anche con la pioggia era sempre pomeriggio no? Un pomeriggio molto molto speciale per loro e che non avrebbero mai dimenticato.
 
Fine.
   
 
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